Creato da irinat il 14/02/2009

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« Uno, nessuno e centomilaIl totem dei non-selvatici »

Probabilità

Post n°6 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da irinat
 

La probabilità che un evento E avvenga dato il verificarsi noto di un evento F è la probabilità condizionata di E dato F; il suo valore numerico è P(E \cap F)/P(F) (finché P(F) è diverso da zero). Se la probabilità condizionale di E dato F è la stessa della probabilità ("non condizionale") di E, allora E ed F sono detti eventi indipendenti. Che questa relazione tra E and F sia simmetrica, può essere visto più chiaramente osservando che è la stessa cosa che dire P(E \cap F) = P(E)P(F).


(Wikipedia - mi sono fermata all'inizio perché non ci capisco nulla)


Al contrario che nel caso di molte altre branche della matematica, le origini della teoria della probabilità sono collocabili in epoca relativamente recente (XVII secolo). Allora questa disciplina era considerata alla stregua di un diletto per matematici, la cui unica funzione era quella di fornire regole rigorose che facilitassero i giocatori d'azzardo nella loro attività.


Ora, conoscendo questi dati e formule come si può dimostrare che nella vita è più probabile che accada qualcosa che non desideri piuttosto che quel che desideri?


 

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Commenti al Post:
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 17/02/09 alle 07:53 via WEB
Domanda intrigante. Ci penso mentre sono in auto, prometto una risposta più tardi :)))
Buona giornata!
p.
 
irinat
irinat il 17/02/09 alle 08:08 via WEB
Rimango in attesa.
 
utauf
utauf il 17/02/09 alle 08:51 via WEB
grazie di essere passata per il mio blog....se vuoi leggere tutta la storia vai sul tag VEDOVA NEL CUORE...sono vari episodi. ciao
 
hengel0
hengel0 il 17/02/09 alle 10:36 via WEB
Un luminoso Martedì !!! un abbraccio e un uragano di kissetti!!!tvb...Hengel
 
irinat
irinat il 17/02/09 alle 10:41 via WEB
grazie e un altrettanto splendido martedì!
 
nell64
nell64 il 17/02/09 alle 12:39 via WEB
Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. (Bertrand Russell) ... buona giornata
 
 
irinat
irinat il 17/02/09 alle 13:51 via WEB
Russell avrebbe potuto rispondere anche diversamente, scomodando un po’ Frege e un po’ Quine avrebbe potuto spostare il quesito sul piano logico dell’enunciato e cercare il valore di verità. &#8707;x (Dx &#8594;~ Dx) – ma anche più complessa -, una bella tavola delle verità e anche un albero di refutazione (per fare bene le cose) e, soccorso da Einstein, avrebbe potuto concludere che è una questione di relatività e percezione, con evidente rimando a Austin, per cui noi percepiamo come realizzati un minor numero di desideri, mentre percepiamo come realizzati un maggior numero di non-desideri (non espressi tra l’altro) solo perché gli ultimi si attuano senza la nostra consapevolezza – non desideriamo un’infinità di cose, magari nemmeno mai espresse – mentre sui primi ci concentriamo maggiormente. Avrebbe potuto rispondere anche così, magari l’ha fatto in uno dei mondi possibili di cui parlano alcuni suoi amici, ma nel miglior mondo possibile, come diceva un altro suo amico, ha concluso che potrebbe trattarsi di un’assurdità. Mi scuso per la lunghezza, ma la risposta ha smosso questa Kathrina di parole indomabile.
 
vecchia_gallina0
vecchia_gallina0 il 17/02/09 alle 18:34 via WEB
...ahi! a me succede sempre! bisognerebbe fare il calcolo delle probabilità...io becco sempre quella negativa!
 
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 17/02/09 alle 21:59 via WEB
Pensando alla tua domanda, stamattina in auto mi è venuto da schematizzare la cosa con un quadrato a quattro caselle: sull'asse delle x ho sistemato la variabile del desiderio (due valori: NO, SI), su quello delle y la variabile dell'accadimento (due valori: NO, SI). Ed ecco la situazione:
Desiderio | Accadimento --> Stato d'animo
---NO-----------NO--------> Sollievo
---SI-----------NO--------> Delusione
---NO-----------SI--------> Ansia
---Si-----------SI--------> Gioia

Ora, immagina che su 100 eventi che riesco a ipotizzare, io ne desideri 70, e se ne realizzino 30, del tutto indipendenti dai miei desideri. I miei stati d'animo si presenteranno così:
- Sollievo: 21%
- Delusione: 49%
- Ansia: 9%
- Gioia: 21%
Come vedi, un bilancio negativo (Sollievo + Gioia = 42%), e lo stato d'animo più frequente è la delusione. Ma se mi aspettasi meno dalla vita, diciamo solo un 30% di cose piacevoli? Ricalcolando:
- Sollievo: 49%
- Delusione: 21%
- Ansia: 21%
- Gioia: 9%
Sollievo + Gioia = 58%, desiderare meno ha migliorato il mio stato d'animo "medio".
Si tratta di una scelta di vita, in fondo: meglio vivere con distacco, oppure da appassionati, con qualche occasione di gioia in più, ma rischiando più momenti di delusione?
Cosa scegliere? Forse la seconda, imparando a metabolizzare le delusioni :)))
Ciao e buona serata.
p.
 
 
irinat
irinat il 18/02/09 alle 07:56 via WEB
Grazie mille. Ora mi è molto più chiaro come mai incasso così tante delusioni. Invidio - nel senso meno drastico del termine - la tua abilità matematica, sempre amata senza comprenderla.
 
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