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CHIARIMENTI
Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.
Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.
La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.
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Post n°746 pubblicato il 07 Dicembre 2014 da valerio.sampieri
alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici Firenze, Tipografia di M. Ricci, Via Sant' Antonino, 9, 1871. I Madrigali alla Serenissima Granduchessa di Toscana 6 Al mio Signor gentile Di che trecciar potrò ghirlanda degna? Chi degni fiori, eterni fior m'insegna? Flora dicea mirando in atto humile. Ahi! che tutt'altro a vile Havrà chi di se stesso ornar si suole: Quando ecco alla real sua fronte impose L'Alba le rose e raggi eterni il Sole. 7 Rosata Alba novella, Del Sol messaggia e duce, Per te si veste il Ciel d'eterna luce, La terra il suo splendor si rinnovella; Per te serena e bella Adria si fa, che in te mirando, dice Me tre volte felice. Che se quest'ALBA in grembo mi s'asconde Faransi argento l'acque, oro le sponde! 8 Non sul verde terreno Sedersi neghittosa in treccia e 'n gonna Veggio un'altera Donna, Ma sovra l'onde alzar la fronte e 'l seno Per tener l'onde a freno Di senno tutta e di valor armata: Questa su l'onde sola, al mondo nata, Ben mostra in mezzo l'acque Che per frenar del mar l'orgoglio nacque. 9 Non come Flora e la sua antica Alfea In mezzo a' fiori e l' berba, Ma tra l'onde superba si sedea Adria, non so s'immortal Ninfa o Dea, Ben come a sua Regina Vedesi il mar cbe intorno a lei s'inchina. 10 Sì bella Ninfa in grembo al Mar non siede, Sì bella in piaggia o'n riva Ninfa Diva il Sol giammai non vede; Adria tutt'altre eccede, Adria del gran Nettuno unica figlia Sol sé stessa simiglia Né giunge human pensiero Di sue bellezze immaginando il vero. VI. 2. Ghirlanda. Ci ricorda quel sonetto del Tasso: Granduca ben poss'io di vaghi fiori Tesser ghirlanda e d'odorate fronde ec. Corona o ghirlanda fu solito chiamare le sue raccolte di componimenti il Tasso allorché le indirizzava in dono, come se n*ha riscontro nelle sue lettere. Qui la corona è soggetto epitalamico, vale a dire è il donativo che la Toscana fa al granduca Francesco impalmandolo con Bianca. VII. 1. Rosata Alba; la Bianca e vermiglia aurora nel primo Madrigale per allusione alla granduchessa. Rammenteremo che alla medesima scrisse il Tasso, Voi rosati e bei labri E rosate le guancie avete ancora, ec. 8. Che se quest'Alba in grembo mi s'asconde, ec. La repubblica Veneziana insignì del titolo di regina di Cipro la granduchessa Bianca nell'atto delle sue nozze reali e ne sperò da quest^allettatìva un qualche interesse nel rapporto con altri sovrani. VIII. 2. In treccia e 'n gonna. Nel sonetto dell'autore: felice eloquenza, avvinta in carmi ec. E cosi nell'altro: Io mi credea sotto un leggiadro velo, ec. Nella St. 27. Canto IV della Gerusalemme, ec. Questo ed i tre consecutivi Madrigali con lo stesso titolo e ordine andarono attorno manoscritti sicché ne restano ancora delle copie sincrone comprese ne'Miscellanei Poetici in alcuni de'quali o si tace o si sbaglia l'autore. 7. Questa su l'onde, ec. Il Ms. porta il titolo : In lode di Venezia. E si collegano al Madrigale gli altri tre Madrigali consecutivi. IX. 1. Atfea. Pisa posta in pianura di mare già disseccato, fertilissima per l'agricoltura e industria. 4. Ninfa o Dea. Il Tasso nella Gerusalemme, St. 61 Canto, XIV: Così dal palco di notturna scena ninfa o Dea tarda sorgenio appare. Ninfa Dea, nel sonetto Se mi trasporta a forza ov'io non voglio, ec. Idem nel sonetto Sceglieva il mar perle, rubini ed oro, ec. 5. Regina. Vedi il sonetto la Regina del Mar che in Adria alberga (pag. 13). X. 5. Nettuno, alludendo alla potenza della veneta Repubblica d*una volta, ed ha questa comparazione usata il Tasso nel prologo dell' Aminta v. 7, dichiarando Nettuno come lo scuotitor della terra. 6. Simiglia. Nella Gerusalemme, St. 61, Canto III: quanto di sembiante a lui simiglia. Però scrisse quasi sempre il Tasso, almeno in quel poema, somiglia, avendolo per rima nella St. 20 Canto XI, nella St. 4 Canto XV e nella St. 92 Canto XX. Simigliare, cioè aver somiglianza, è tanto del Boccaccio in prosa che del Petrarca in verso. Il Petrarca nel Sonetto 127: Che sol se stessa e nuli' altra simiglia. 8. Pensiero rimato con vero è nella Gerusalemme almeno due volte, St. 32, Canto IV e St. 82, Canto XVI. |
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