Quid novi?Letteratura, musica e quello che mi interessa |
CHIARIMENTI
Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.
Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.
La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.
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Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
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Cento sonetti in vernacolo romanesco (di Augusto Marini)
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I trovatori (Dalla Prefazione di "Poesie italiane inedite di Dugento Autori" dall'origine della lingua infino al Secolo Decimosettimo raccolte e illustrate da Francesco Trucchi socio di varie Accademie, Volume 1, Prato, Per Ranieri Guasti, 1847)
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Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
Rime inedite del Cinquecento Indice 2 (di vari autori)
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Post n°1617 pubblicato il 17 Maggio 2015 da valerio.sampieri
Mercoledì 31 ottobre Sono arrivato questa mattina alle sette, dopo aver attraversato la campagna romana all'alba. Una grande desolazione. Greggi intraviste nella nebbia. Terreni tristi dall'erba rada. Qualche costruzione dalle tegole giallastre, che mi ha ricordato il Midi. Fattorie tristi e bruciate. Il deserto. Una prima corsa, passando, al Campidoglio. Il Marcaurelio superbo, forte e potente. Vista del Foro, piccolo e grigio. - Di qui al Corso: sensazione di strettezza. La nostra rue Saint-Honoré. I palazzi, grandi masse quadrate, nudi e tristi dal di fuori, con il loro intonaco di un giallo rossastro. Ma all'interno si sente l'immensità: da vedere. - Nel pomeriggio grande corsa attraverso Roma, per un primo colpo d'occhio. Mi tornano alla mente Genova e Aix. Molta grandezza, ma sparsa e triste. L'orrore nauseabondo dei vecchi quartieri. La biancheria alle finestre, appesa ad una corda tenuta scostata dal muro da un bastone. Interi bucati, lunghi drappi che pendono, camicie, biancheria bianca, poi l'accozzaglia della biancheria colorata. L'odore misto d'olio rancido e di miseria. Rivedere Trastevere. Maestà di piazza San Pietro, ma la cupola è troppo arretrata. A palazzo Farnese, dal nostro ambasciatore, saloni magnifici, poi i vani delle finestre in falso marmo mal dipinto. Scale, gallerie, mense il tutto freddo e solenne. E in mezzo l'ambasciatore, monsieur Billot, il topo bianco. In via del Corso la stessa impressione di strettezza del mattino. Ancora nessuna vettura alle tre del pomeriggio. Bella la sistemazione di piazza del Popolo. Il Pincio, di un grazioso gusto italiano, ma anch'esso stretto. Una musica militare, troppi ottoni. Busti dei grandi uomini nei viali. Dalla terrazza bella vista su Roma, un po' confusa, con le cupole e le chiese. In fondo, maestosissimo, San Pietro. Dall'altro lato di Roma il Gianicolo, opposto al Pincio. Via del Babbuino (della scimmia) dritta e fredda. Piazza di Spagna con la bella scalinata dal grazioso effetto artistico (alla francese). La fontana di Trevi, molto bella, di un allievo del Bernini. Un rococò grandioso. Villa Aldobrandini in via Nazionale, vista di fronte con il suo giardino per aria, il grande pino marittimo, tutta Roma. Maestosa. Soffia lo scirocco, giornata pesante, con nubi nere e tempestose verso sera. La conversazione con monsieur Billot: in Francia si sbaglia a disprezzare troppo l'Italia. Potrebbe far molto, soprattutto quella del nord, ma è incapace di uno sforzo prolungato. La Triplice Alleanza ci ha reso il servizio di renderla ambiziosa, di spossarla per mantenere una flotta e un esercito non utilizzati da tempo. E questo che l'ha rovinata. Inoltre l'Italia era molto più impaziente e desiderosa di una guerra della Germania. La Germania doveva calmarla. La sua flotta, superba d'aspetto, ha già di che temere, invecchiata dopo dodici anni, non più al riparo dai nuovi proiettili; e non è possibile mutarla. Posizione difficile dell'ambasciatore, poiché gli italiani hanno sempre il pretesto di accusarci di voler ristabilire il potere temporale. È una scusa. Inadeguata. Piazza Campo dei Fiori, piena di orridi rigattieri. Molti cocci. Bella vista di ponte Sant'Angelo, guardando verso Trastevere. Pittoresca riva destra. Il Palatino e soprattutto l'Aventino intravisto con le sue tre chiese. Emile Zola |
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