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Messaggi di Ottobre 2017

Sonetto alla Pace

Post n°4286 pubblicato il 29 Ottobre 2017 da valerio.sampieri
 

Sonetto alla Pace

Barbero sì gentil non vide il Corso
Ch'orme d' humanità stampa nel suolo:
E l'Amazone sua, del vinto polo
Per trionfar nel Ciel, porta sul dorso.

Se pur non è ch'il Pegaso al soccorso
De la Pallade sua se'n venne a volo:
Presso a quel pie' studia suoi passi, e solo
Di man nata agli Scettri intende il morso.

Egl'è d'un Alessandro; e vuol ragione
Che il fren del suo Destrier fidi a quest'una
Chi ne le stelle sue le die' lo Sprone.

Se corre mai là dov'ha 'l Sol la cuna,
Quel piè, che calca d'Or le sue Corone,
Havrà per ferri suoi l'Argentea Luna.

Nota - Il sonetto ha bisogno d 'un brevissimo commento di EMILIO RE:
Il « barbero gentile » è naturalmente la chinea che Alessandro VII aveva presentato alla Regina al momento dell'arrivo, e che essa cavalcò dal Popolo al Vaticano. Le stelle poi del verso 11 sono, com'è noto, uno degli elementi dello stèmma di Casa Chigi.
Per tutto l'insieme e sopratutto per l'ultima terzina, il lettore è consigliato d'abbandonarsi allo Spirito del Tempo.

Giacomo Rossi (morto 1731 ?)
Da: Strenna dei Romanisti, 1950, pag. 73

 
 
 

Misteri der bosco a Malafede

Misteri der bosco a Malafede

Er bosco ha preso fiato stammatina:
un venticello fresco accarezzanno
le foje tenerelle, va cullanno
ar primo sole l'arba frizzantina.

Ritorna circospetta la faina;
er barbaggianno se sta sistemanno
sopra la vecchia cerqua e cinquettanno
li scrichiolo lassó la sparacina.

U' ragheno che sta' sur biancospino
a beve la ruggiada, se rintana,
ner vede fasse avanti er porcospino,

e mentre l'eremita guarda attorno
millanta cose belle, a'la lontana,
'na campanella invit ar nôvo giorno.

Romeo Collalti

 

 
 
 

La storia de la Madonnella

La storia de la Madonnella

Si da Nettuno fai quarche chilometro
diretto a l'«Accerella»,
guarda: a metà de strada, i' mezz'a l'arberi,
c'è 'na colonna co' 'na Madonnella

che pare messa lì, su quer deserto
come pe' da' un conforto
a chi, da le «Grottacce» a «Campomorto»,
dorme drent' a 'na stalla o a lo scuperto.

Vistala un giorno chiesi a un contadino:
perchè c'è 'sta Madonna su 'sto prato?
- Eh, freghete padrò! si 'no scenziato
i glio dimanni a mi che so' burino? -

- Ma via ... ricconta ...
« - Tembo fa - riprese -
Crido de maggio, ma nun zaccio mo
l'anno ch'eva, glio Principe Burghese
passò a jècco co' gli ùtteri i la moglie
in un beglio londò.

Glio sólo che brilléa da la matina
a un tratto se imbrugliò
i da glio mónto ruscio a la marina
avissi visto si che fricantò

de fulmini i de lampi! ...
L'acqua vénéa a conconi che a vedè
pare glio inferno in tera, i pe' gli campi
ogni arberitto se stucchéa da se.

Forza Cucchiero! ... Abbrivera! ... Giù, forza! ...
Fào tutti in coro, i glio cucchiero mena ...
Ma la bestia, porèglia, più se sforza
i più, 'mmeci, s'ingara 'ntra la rena.

Glio celo, intanto, sempre più arrecarreca ...
quann'ecco che 'no fulmino birbono
cifia su glio londò che, pe' miracolo,
se spezzettiglia solo a glio timono.

I' glio Principe, i' gli ùtteri, i' la donna
allosì sono sàlui ... i pe' 'sso fatto
fu missa 'ssa Madonna
- luci de fede! - a j'écco, ippisofatto.
I' si' mo ti' padrò si' peccatoro
'bbassa gli o capo i jettaje 'no fioro».

Commosso, presi un fiore i 'mezz'ar prato,
feci l'offerta e, come Dio à vorsuto,
da allora ar giorno d'oggi ò camminato
sempre sopra un tappeto de velluto.

Questa è la storia de la Madonnella,
storia che tu dirai ch'è un'invenzione ...
... ma dimme un po', ched'è 'sta tremarella
che te dà un nun socchè de confusione?

Che gnente ... forse ... ciài quarch'intenzione? ...
Ma allora, fio, sbottonete ... favella ...
Già che vedo che un Angiolo te sfiora
arza l'occhi da Tera
e guarda in Celo, che sei in tempo ancora!

Romolo Lombardi
Da: Strenna dei Romanisti, 1950, pag. 60

 
 
 

The Last Song For My Resting Place

Black Country Communion - The Last Song For My Resting Place



Dall'album "BCCIV"

I Black Country Communion sono un supergruppo formatosi nel 2010 dall'unione di varie personalità nello scenario blues rock, hard rock e rock progressivo quali: Joe Bonamassa, chitarrista blues/hard rock; Glenn Hughes, ex cantante e bassista dei Deep Purple; Jason Bonham, figlio del noto batterista John Bonham dei Led Zeppelin; Derek Sherinian, ex tastierista dei Dream Theater.
Kevin Shirley fu scelto per la produzione e il missaggio dei brani in studio.
Nel marzo del 2013, il chitarrista Joe Bonamassa ha dichiarato di voler abbandonare la band, visti i suoi molteplici e concomitanti impegni.
Nell'aprile 2016 il batterista Jason Bonham annuncia che Joe Bonamassa ha proposto di riunire il gruppo per registrare un quarto album che sarà supportato da due concerti nel Regno Unito a gennaio 2018.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Black_Country_Communion

 
 
 

Ricostruzzione

Ricostruzzione

Sotto un pezzo de vecchio cornicione,
rimanenza d'un grosso casamento
arovinato dar bombardamento,
c'è tornato er medesimo rondone
che l'antr'anno cià fatto er nido drento.
Povero nido rotto e appennolone! ...

Povero nido! ... Eppuro, devi vede'
co' quanta attività, co' quant'amore
mo l'ucelletto fa da muratore
pe' riaggiustallo e rimettello in piede.
Puro la rondinella ce concóre ...
Lavoreno co' un'ansia, co' 'na fede! ...

Così, in un cantoncello d'un cortile
rimasto sarvo ne la casa stessa,
la formica industriosa s'è rimessa
a rifà' casa sua, sur vecchio stile ...
A 'gni bestiola, insomma, j'interessa
de riattiva' er su' bucio, er su' covile.

Un tettarello preme a tutte ... Sfido!
Solo l'omo nun trova la maniera
de riarzà' su li sassi e la macèra
la casa sfranta ar monte e sfranta ar lido ...
Italiano, che sei rimasto a tera,
cerca tu puro d'arifatte er nido!

La formica e la rondine - e so' loro! -
senza tanti contrasti de partito
un tetto se lo so' ricostruito ...
Tu che ciai d'arifà' 'st'Italia d'oro,
da le bestie dovressi avè' capito
che la via bona è quella der lavoro.

Dunque, nun te spassà' co' le fazzione! ...
Su, nun te perde' in chiacchiere! ... Fatica!
Sverto a rifabbricà' 'sta casa antica,
a riarzalla mattone su mattone,
accosì com'ha fatto la formica
e la rondine sott'ar cornicione!

Giulio Cesare Santini
Da: Strenna dei Romanisti, 1950, pag. 44

 
 
 

Io ... e un passero

Io ... e un passero

La gran felicità, quanno vie' Agosto,
sta nell'ombra d'un arbero in campagna.
Legghi er giornale ... c'è come 'na lagna
de la gente che a Roma more arosto.

So' tanto innamorato de 'sto posto
che nun invidio mare nè montagna:
me basta 'sto ruscello che me bagna
la bocca arsiccia quanno me ciaccosto.

- Zitto! Me faccio piccolo, m'accuccio!
C'è un passero che viè' da la pianura:
s'abbévera; lo vedo arzà' er beccuccio

a 'gni sorsata d'acqua. Ma che scemo!
L'ucelletto de me nun cià paura,
mentr'io de lui ho paura ... perchè tremo!

Augusto Jandolo
Da: Strenna dei Romanisti, 1950, pag. 24

 
 
 

Le stelle innamorate

Le stelle innamorate

Quante vorte, incantato, guardo er celo
pinticchiato de stelle, quante vorte
me sento scorre' un brivido de morte
mentre er core è de gelo!
Davanti a le bellezze der creato
me sento triste, sì, ma innamorato;
e la passione pe' le cose belle
me fa parlà' persino co' le stelle:

«Stellucce che fremete e parpitate
come frememo e parpitamo noi,
nun potete negà' che puro voi
ciavete un core e séte innamorate ...
Se vede da la gioia che mostrate! ...
Lo dice lo sprennore che ciavete! ...
Ma chi ha saputo conquistavve er core?
chi v' ha acceso la fiamma che ve brucia ?
chi ve fa parpità'? ched'è 'st'amore? ...
Ma voi nun risponnete,
l'amore vostro nu' lo rivelate
e 'sto segreto ve lo conservate
come cosa gelosa!
Embè', si nun volete
confidacce li sogni più beati
che sognate coll' occhi imbrillantati,
allora permettete
che 'sto segreto lo riveli io:
l'amore vostro è Dio!».

Ottavio Lanciotti
Da Strenna dei Romanisti, 1948, pagg. 232

 
 
 

Er masso

Er masso

E ghiaccio e sole e vento, a mano a mano,
me dettero lo sfratto da lassù.
Come addannato ruzzicai quaggiù:
s'intese er botto e rintronò lontano.

Arbe e tramonti, er volo der gabbiano,
le vette mie nun le vedrò mai più!
Mo vivo solitario a tu per tu
co le marmotte e l'acqua der pantano.

Ma l'omo, st'animale padreterno,
bastardo d'una scimmia, m'ha chiamato
«na cosa morta» a me, che vivo eterno.

Povero micco! Lui me chiama morto,
lui, quer mucchietto d'ossa: manco è nato
che già je zompa addosso. er beccamorto.

Filippo Tartùfari
Da Strenna dei Romanisti, 1948, pagg. 239

 
 
 

Li mestieri

Post n°4278 pubblicato il 26 Ottobre 2017 da valerio.sampieri
 

Li mestieri

L'Italia cià l'Artisti sopraffini,
e poi s'afferma in tutti li mestieri:
Venezia cià li bravi gondolieri
e Norcia ... manna a Roma li Norcini.

La bass'ltalia crea li questurini
e Napoli: 'na massa de barbieri.
L'Amatrice ce dà li cammerieri
e l'Abruzzi: le serve e li stallini.

Genova caccia grici e carbonari,
la Cioceria: le balie e li modelli;
e Roma: l'osti co' li macellari.

Poi c'è un artro mestiere diferente
che tiè sempre occupati tutti quelli
che ajuteno chi sta senza fa gnente.

Fra Piselli
Da Strenna dei Romanisti, 1948, pagg. 224

 
 
 

La regazza da l'indovina

La regazza da l'indovina

- Eccomi a voi, gentil fangiulla mia,
dalla carta pigliata dentro el mazzo
veggio come qualmente el suo regazzo
nutre per essa lei gran simpatia.

Ei l'ama tanto che n'è quasi pazzo.
- M'ama? uh mo la dicevo 'n' eresia!
l' ànno visto co' un' antra a Porta pia.
- Bè, sarà forse un semplice amorazzo.

- Se sa, cerca lo svario, si' sconfuso.
- Ma lei non vi dovete impaurire.
- Paura io? ma io je sfascio er muso!

- C'è un re di cuori, amor non è svanito,
quell' òmo incoronato vòle dire
che lui diventerà vostro marito.

Giulio Landini
Da Strenna dei Romanisti, 1948, pagg. 215

 
 
 
 
 

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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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