Quid novi?

Letteratura, musica e quello che mi interessa

 

AREA PERSONALE

 

OPERE IN CORSO DI PUBBLICAZIONE

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.
________

I miei box

Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
________

Cento sonetti in vernacolo romanesco (di Augusto Marini)

Centoventi sonetti in dialetto romanesco (di Luigi Ferretti)

De claris mulieribus (di Giovanni Boccaccio)

Il Novellino (di Anonimo)

Il Trecentonovelle (di Franco Sacchetti)

I trovatori (Dalla Prefazione di "Poesie italiane inedite di Dugento Autori" dall'origine della lingua infino al Secolo Decimosettimo raccolte e illustrate da Francesco Trucchi socio di varie Accademie, Volume 1, Prato, Per Ranieri Guasti, 1847)

Miòdine (di Carlo Alberto Zanazzo)

Palloncini (di Francesco Possenti)

Poesie varie (di Cesare Pascarella, Nino Ilari, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio)

Romani antichi e Burattini moderni, sonetti romaneschi (di Giggi Pizzirani)

Storia nostra (di Cesare Pascarella)

 

OPERE COMPLETE: PROSA

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.

I primi bolognesi che scrissero versi italiani: memorie storico-letterarie e saggi poetici (di Salvatore Muzzi)

Il Galateo (di Giovanni Della Casa)

Osservazioni sulla tortura e singolarmente sugli effetti che produsse all'occasione delle unzioni malefiche alle quali si attribuì la pestilenza che devastò Milano l'anno 1630 - Prima edizione 1804 (di Pietro Verri)

Picchiabbò (di Trilussa)

Storia della Colonna Infame (di Alessandro Manzoni)

Vita Nova (di Dante Alighieri)

 

OPERE COMPLETE: POEMI

Il Dittamondo (di Fazio degli Uberti)
Il Dittamondo, Libro Primo

Il Dittamondo, Libro Secondo
Il Dittamondo, Libro Terzo
Il Dittamondo, Libro Quarto
Il Dittamondo, Libro Quinto
Il Dittamondo, Libro Sesto

Il Malmantile racquistato (di Lorenzo Lippi alias Perlone Zipoli)

Il Meo Patacca (di Giuseppe Berneri)

L'arca de Noè (di Antonio Muñoz)

La Scoperta de l'America (di Cesare Pascarella)

La secchia rapita (di Alessandro Tassoni)

Villa Gloria (di Cesare Pascarella)

XIV Leggende della Campagna romana (di Augusto Sindici)

 

OPERE COMPLETE: POESIA

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.

Bacco in Toscana (di Francesco Redi)

Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici (di Torquato Tasso)

La Bella Mano (di Giusto de' Conti)

Poetesse italiane, indici (varie autrici)

Rime di Celio Magno, indice 1 (di Celio Magno)
Rime di Celio Magno, indice 2 (di Celio Magno)

Rime di Cino Rinuccini (di Cino Rinuccini)

Rime di Francesco Berni (di Francesco Berni)

Rime di Giovanni della Casa (di Giovanni della Casa)

Rime di Mariotto Davanzati (di Mariotto Davanzati)

Rime filosofiche e sacre del Signor Giovambatista Ricchieri Patrizio Genovese, fra gli Arcadi Eubeno Buprastio, Genova, Bernardo Tarigo, 1753 (di Giovambattista Ricchieri)

Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
Rime inedite del Cinquecento Indice 2 (di vari autori)

 

POETI ROMANESCHI

C’era una vorta... er brigantaggio (di Vincenzo Galli)

Er Libbro de li sogni (di Giuseppe De Angelis)

Er ratto de le sabbine (di Raffaelle Merolli)

Er maestro de noto (di Cesare Pascarella)

Foji staccati dar vocabbolario di Guido Vieni (di Giuseppe Martellotti)

La duttrinella. Cento sonetti in vernacolo romanesco. Roma, Tipografia Barbèra, 1877 (di Luigi Ferretti)

Li fanatichi p'er gioco der pallone (di Brega - alias Nino Ilari?)

Li promessi sposi. Sestine romanesche (di Ugo Còppari)

Nove Poesie (di Trilussa)

Piazze de Roma indice 1 (di Natale Polci)
Piazze de Roma indice 2 (di Natale Polci)

Poesie romanesche (di Antonio Camilli)

Puncicature ... Sonetti romaneschi (di Mario Ferri)

Quaranta sonetti romaneschi (di Trilussa)

Quo Vadis (di Nino Ilari)

Sonetti Romaneschi (di Benedetto Micheli)

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2018 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Messaggi di Marzo 2018

Er penziero libbero

Post n°4456 pubblicato il 31 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Er penziero libbero

Er dono più prezzioso, pe dì er vero,
che ner mettece ar monno Iddio cià dato,
fra tante meravije der creato,
è, de sicuro, er libbero penziero.

Pòi penzà bianco, si er governo è nero,
senza paura d'esse buggiarato;
àuguri a tizzio de morì ammazzato,
mentre te dichi "amico suo sincero".

A un principe, a un ministro, a un cardinale,
je dichi artezza, signoria, eminenza,
mentre pensi fra te ch'è 'no stivale.

Io, quanno parlo co Donna Carlotta,
la tratto da madama e da eccellenza,
ma penso fra me e me ch'è 'na mignotta!

Antonio Muñoz
Poesie romanesche - Staderini Editore, Roma, 1940
Salaris Gianni - I Poetiromaneschi dal 1600 ai contemporanei - Daniela Piazza Editore, 2017 - Pagine 1377 (2 volumi) - Volume I, pagina 639.

 
 
 

L'arbaggia

Post n°4455 pubblicato il 27 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

L'arbaggia

Mannaggia a la pupazza e accicòria,
io certa gente nu' la reggo mica,
me dà fastidio quàrsia cosa dica,
me sta sur gargarozzo quela boria!

Si te lo pôi permette, è 'n'antra storia,
ma l'arbaggia nun è comunque amica
de chi vale più meno de 'na cica:
si sei borioso, vacce puro in gloria!

E nun te dico indove devi annà,
perché tu lo capisci puro solo,
è chiaro: "Che te possin'ammazzà!".

Si só borioso io, mó tu me chiedi?
Io te risponno propio propio ar volo:
a me pôi solo scaccolà li piedi!

Note:
Tit.: Arbaggia = albagia, boria, altezzosità, alterigia.
v.3: Quàrsia, nel senso di qualsiasi, lo si trovava in alcuni testi minori del 1800, ma non è più reperibile in alcun vocabolario.

Valerio Sampieri
27 marzo 2018

 
 
 

Li nasoni

Post n°4454 pubblicato il 26 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Li nasoni

Stavate lì da centocinquant'anni,
pe' ristorà romani e forastieri
e, invece, questi che te fanno ieri?
Pare che se diverteno a fà danni.

V'hanno lassato là, cor naso chiuso,
senza facce scappà manco un goccetto
d'acqua de questo sôlo benedetto ...
co' quer nasone inutile sur muso!



Dice dipenne da la siccità
si s'è dovuto fà 'sta gran penzata:
nobbless'obbligge, è 'na necessità.

Ma mò che a piove è più de 'na mesata
e d'acqua c'è 'na bella quantità ...
sor sinnaco ... ma vammorì acciaccata!

Nota:
I nasoni sono le tipiche fontanelle di Roma che, dal 1874, offrono gratis l'acqua in esubero. Nel corso del 2017 la maggior parte dei nasoni (più di 2.800) sono stati chiusi.

Valerio Sampieri
26 marzo 2018

 
 
 

Caterina de Medici

Post n°4453 pubblicato il 26 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Caterina de Medici

Donna ambiziosa, ricca e assai potente
che a Firenze regnava da sovrana
e soggiogava tutta la Toscana
perché voleva fà la prepotente.

Pe l'arte invece fu magnificente
e pe l'artisti un vero toccasana,
ma pe l'intrighi ha fatto 'na buriana
e ha sconocchiato tanta e tanta gente.

Eh, li Medici allora ereno intesi
puro perché, a quell'epoca d'allora,
ereno imparentati a li francesi!

Oggi invece, e qui è inutile che insisti,
li Medici se sa che, a tutte l'ora,
sò imparentati co li farmacisti!

Goffredo  Durantini
Antologia "Le pecore nere", 1979
Salaris Gianni - I Poetiromaneschi dal 1600 ai contemporanei - Daniela Piazza Editore, 2017 - Pagine 1377 (2 volumi) - pag. 1080, volume 2°

 
 
 

Buon viaggio piccolo Marco

Post n°4452 pubblicato il 25 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Buon viaggio piccolo Marco

Sole annegato in un cielo dipinto,
Gelido vento che leviga sassi,
Alberi piegati sembran reagire d'istinto,
Disegnando un orizzonte che pare strapparsi.

Dentro me lo stesso immenso tormento.
Cerco rifugio in una vecchia canzone.
Senza te ogni lume è come fosse spento,
Frugo nelle tasche cercando una sola ragione.

Qualcuno mi ha detto di non pormi domande
E che apparteniamo ad un Disegno Divino,
Incomprensibile per me quanto sia grande.
Lacrime e dolore per un tesoro di bambino.

Vivevo per lui e per me era tutto.
È per lui che ogni giorno diventavo migliore.
Adesso col cuore spezzato dal lutto,
Sopravvivo nel ricordo di quel tenero amore.

La mattina apro la porta della sua cameretta
Riponendo speranza in un terribile sogno,
Ma quando vedo la coperta ancora intatta,
L'atroce realtà sferra l'ennesimo pugno.

Ormai ogni giorno è uguale al precedente
Ed oggi come ieri lo andrò a trovare.
Stessi passi stessi gesti e stessa gente.
Una carezza, una lacrima un fiore da lasciare.

Paolo Ferraro

 
 
 

Scialacòre

Post n°4451 pubblicato il 24 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Scialacòre

Me dicheno ch'e' risus abbundatte
a propio tutte l'ore de lo stolto.
Sarà pur vero, ma 'n ce credo mórto:
e che? chi ride só' persone matte?!

Quanno che vedo gente rabbujata,
me chiedo: "C'è quarcosa d'angosciante?".
Si, invece,trovo gente ch'è scostante,
penso che deve dasse 'na chiodata!

Se sa che gente alegra er Cel l'aiuta,
ride fa bene, rasserena er côre,
se ridi, mica bevi la cicuta!

De' resto, la persona scialacòre,
si nun è scema, è gente mórto arguta:
l'alegro fa stà in pace cór Signore.

Note:
Tit.: Scialacore [Ravaro]: manifestazione di allegria, di spensieratezza, di entusiasmo. Fig. persona che manifesta esultanza, allegrone, buontempone, spendaccione. || Berneri - Vi dirò ancor con quanto scialacore. || Belli - De tanti scialacori oggi gnisuno.
T2-2053, Lo sscialacòre: "Lo sscialacòre /// Piano co sto spregà, Ppavolo mio: / specchiete cqua in ner zòscero de Nena."
T2-2257, Er primo giorno de quaresima: "mó de prediche è tempo e de caviale. // De tanti sscialacori oggi gnisuno / pò ssoverchià chi non ha uperto l’ale:"
v.1: Risus abbundatte ... stolto. Corruzione del detto latino "Risus abundat in ore stultorum": il riso abbonda sulla bocca dello stolto.
v.8: Deve dasse 'na chiodata; deve darsi una chiodata, sottinteso in fronte.
v.9: Se sa = si sa.

Valerio Sampieri
24 marzo 2018

 
 
 

L'anticore

Post n°4450 pubblicato il 23 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

L'anticore

Quanno che 'n giro senti 'n gran fetore,
robba che nun ce puzza 'n animale,
o quelo pe' fa scherzi a carnevale,
vôr dì che 'n giro c'è lui: l'anticore.

Magara nun è puzza pe' davero,
ma 'ndove ce stà lui nun se respira,
perché la cattiveria, gira gira,
è come si rennesse tutto nero.

Lui, l'anticore, è farzo ed invidioso,
si pô fa male, lui ce va de fino,
ammazzelo che tipo propio odioso!

Ce gode 'n sacco, si pô fà 'n inguacchio,
e lo fa bene, mica da cretino,
però lui resta 'n gran testa de cacchio!

Note:
Anticore
[Gennaro Vaccaro] (riprendendo in gran parte il Chiappini) riporta quanto segue: Anticòre. (anti+core) n.m. Tumore carbonchioso che si forma nel petto del cavallo nella regione cardiaca. (p. estens.) Malattia perniciosa. Accidente: Te piji un anticore! (fig.) Scocciatore. Persona uggiosa, insopportabile. "E' un gran che de sentisse in ne l'orecchie Tutta la santa notte st'anticore! Sai quanto è mmejjo er mal de le petecchie?" (T2-1681, Li canti dell'appiggionante) [VS]. [Ravaro]: Sinonimodi accidente, dall'italiano anticuore (tumore carbonchioso che si può sviluppare sulla pelle degli animali domestici in prossimità della regione del cuore). Fig.: persona insopportabile; affanno, oppressione dolorosa. || Micheli - Dice: possi venitte l'anticore. || Belli - Tutta la santa notte st'anticore! || Marini - Che j'arubbai, morivo d'anticore || Chiappini - Lui male? Ma che male un anticore || Zanazzo - St'anticora se contenta de poco.
T2-1681, Li canti dell'appiggionante: "È un gran che de sentisse in ne l'orecchie / Tutta la santa notte st'anticore! / Sai quanto è mmejjo er mal de le petecchie?"
Zanazzo,  Ar Battesimo de la Pupetta de Padron Peppe Serafini: "Stieno commidi; stieno puro a ssede'; / Che nnoi nun semo ggente, un anticori, / Da èsse' aricevute, dico, in piede.
v.9: farzo = falso.
v.12: Inguacchio non è termine romano, ma deriva dal napoletano ed è entrato nell'uso comune italiano. [Treccani online]: Inguàcchio s. m. [der. del napol. inguacchiare «sporcare, lordare», diffuso in varie forme in diverse parlate merid.], region. - 1. Sporcizia, cosa sporca. 2. fig. a. Lavoro malfatto e abborracciato: il muratore ha fatto un vero inguacchio. b. Situazione confusa e pericolosa, creata per inesperienza o malizia.

Valerio Sampieri
23 marzo 2018

 
 
 

Er santo vecchio

Post n°4449 pubblicato il 22 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Er santo vecchio

Mo che só diventato 'n santo vecchio,
nun dico che me devi accènne er lume,
ma manco che me devi buttà a fiume.
Quanno che io me guardo ne lo specchio,

nun credo d'esse così rovinato,
magara nun só più tanto gajardo,
però la mente è vispa, nun só tardo,
só bravo ancora pe' 'gni risurtato.

La gente, quanno nun sei più importante,
pensa che sei 'n catòrcio, sei 'n rottame,
te fa la strana e puro la scostante.

Ma sai che me ne frega de 'sta gente,
che, pe' capilla, 'n devi fa 'n esame:
io resto io e loro nun só' gnente!

Nota:
"A santo vecchio nun s'accenne lume" è un vecchio modo di dire per significare che una persona che ha perso la sua influenza non viene più considerata degna di onore da chi, in precedenza, la adulava.

Valerio Sampieri
22 marzo 2018

 
 
 

Claudio Tolomei (1)

Post n°4448 pubblicato il 21 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Claudio Tolomei

Angelo Claudio Tolomei (Asciano, 1492 circa - Roma, 23 marzo 1556) è stato un umanista, letterato, vescovo cattolico, filologo, critico letterario, poeta e diplomatico italiano, al servizio dello Stato della Chiesa.
Quindici suoi componimenti sono inseriti in Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. In questo post pubblico le prime undici ottave in endecasillabi.

Dela beltà, che Dìo larga possiede,
Sì vivo raggio in voi Donna riluce,
Che chi degno di quel vi guarda, vede
Il vero fonte de l'eterna luce;
Che da vostra bellezza alzando il piede
A la prima infinita si conduce;
E lassando il terren suo stato rio,
L'alma pura volando unisce a Dio .

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 1


Che si dolce si mostra a gli occhi sui
il volto dove 'l ciel sue gratie piove;
Che lo spirto d'amor, che dorme in lui,
vago di questo ben si desta e muove,
E gode lieto del bel viso altrui,
E l'alme pasce di vaghezze nuove;
Ove mentre nel bel, ch'è in voi, li gira,
Fassi un parto divin, tanto ne tira.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 1


Com'a la vista il caro sguardo è tolto,
Dentr'a l'alma un'imagin ferma Amore;
Imagin bella, ch'assimigli il volto,
Ch'entrò per gli occhi, e si fermò nel cuore;
Gentil pensier' è quel, ch'a voi rivolto
Lieto s'accende di più santo ardore;
Et voi mirando, non il corpo frale,
Di più beato Amore in gratia sale.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 1r


Ne qui si ferma anchor quest'alma vaga,
Che'n' quante belle parti ha'l mondo vola;
E di maggior suo ben vera presaga
A tutti i corpi belli il bello invola;
De le virtù d'Amor già fattta maga
Fa di mille bellezze hora una sola:
Le mira insieme, e mentre lor s'appressa,
D'incredibil beltade orna se stessa.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 1r


Indi sciolta salendo in miglior parte
In se lieta rivolge il suo pensiero;
Vede formato con mirabil'arte
Di tutti i ben divisi un ben'intero;
Già di se s'innamora, e va in disparte
D4 sogni et ombre, e s'avvicma al vero:
Se mira eterna, e' n se fermata un poco,
Gir tosto brama in più felice loco.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 1r



Così co le sant'ale in alto poggia
Al quinto grado, cbe la guida al cielo.
Ivi quello intelletto amico alloggia,
Che d'ogni oscurità le squarcia il velo.
Stende il Sol sopra lei, sparge la pioggia,
Per cui cresce alta, e non l'offende il gielo.
Qui di quel lume vaga ella s'accende,
E sotto resta oscura, e sopra splende.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 2


Ma non si, che di nuovo ingorda voglia
Non la levi al suo dritto alto camino;
E'n quel felice mondo la raccoglie,
Ch'è solo intelligibile e divino.
Qui lui, del suo terren tutta si spoglia,
E veste de l'eterno e pellegrino;
E mira quindi, assisa in alta cima,
D'ogni cosa, ch'è qui, la forma prima.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 2


A Dio quasi congiunta anima bella;
Che tra se stessa è lui nullo altro è homai;
Ebbra del sommo ben si volge a quella
Infinita bontà, ch'é sempre mai.
Come nuoua del ciel beata stella
Lieta si gode quelli eterni rai
Ivi quant'ella può, fatta felice,
Non s'erge in alto più, che più non lice.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 2


Per questa scala al ciel Donna Per voi
Spirto gentil, mentr'ei vi guarda, arriva.
ll vostro lume può co i raggi suoi
Alma oscura e mortal far bella e viva;
Celeste amor, ch'indi movendo, puoi
Del più alto gioir guidarne a riva:
E quei beati, in cui da suoi begl'occhi
Del divino splendore un raggio fiocchi.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 2r


Voi che del primo bel più ch'altra mai,
Nel volto havete alta sembianza impressa;
Ben somigliate lui, ch'i vostri rai
Visti da voi v'han fatto amar voi stessa.
Simile è'l vostro Amor a quello assai,
Com'a la sua beltà vostra s'appressa;
Che ne l'eterno suo primo disio
Dio saggio mosse amor nel bello Iddio.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 2r


Ma non , com'ei, che doppo il prima Amore
Volse il secondo a l'altre cose belle,
Amando il caldo secco, e'l freddo humore
Non pur li spirti e'l mondo de le stelle.
Non così voi, che di voi nulla fuore
Esce ad amare o queste parti o quelle;
Ma stringendo in voi sola un disio solo
Verso altri mai non gli allargate il volo.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 2r


Che se in voi non finia questo pensiero:
Forse er'io degno, che m'amaste voi,
Com'angel puro che dal sommo vero
Formato prima, e quindi amato è poi:
Io guanto son, son di voi frutto intero:
Che l'alma così informa i voler suoi:
Ne i voler vostri, e da quei vita prende:
che vostro è quant'ella ama, e quanto intende .

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 3


E se quel primo è troppo stretto foco;
E chiuso entro se stesso altrui non giova
E schivo d'altro bel non cangia loco,
E non l'avviva mai bellezza nuoua.
Infiammivi del mondo Amore un poco;
Del secondo disio virtù vi muova.
Deh non troncate o donna a questo l'ale,
Che ne l'amare a Dio farete eguale .

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 3


A l'infinita vostra alta bontade
Si volge ogniun, com'a cagion sua prima
Ma chi lungi da lei vil verme cade,
E chi vola com'Angelo a la cima.
Questi con brevi, e quei con lunghe strade
Gioir nel vostro lume amando stima:
Io, cbe discosto a pena l'ali stendo,
Men de gli altri gioisco, e men n'apprendo.

Claudio Tolomei
Rime di diversi nobili huomini et eccellenti poeti nella lingua thoscana. Libro secondo. Con Gratia & Privilegio. In Vinegia appresso Gabriele Giolito de' Ferrari, 1547. Pag. 3

 

 
 
 

Storie de Troia e de Roma 01

Post n°4447 pubblicato il 18 Marzo 2018 da valerio.sampieri
 

Le "Storie de Troia e de Roma" sono forse la più antica fonte scritta in una lingua che con molta buona volontà può essere definita "romanesco". Anche il valore storico delle "Storie" è alquanto discutibile.
Il testo e le note sono tratti da "La prosa del Duecento", Riccardo Ricciardi, Milano-Napoli, 1959. Per comodità di lettura, ho inserito le note nel testo tra due parentesi quadre, evidenziandole in corsivo e in grassetto.

Storie de Troia e de Roma

Queste sonno le storie de Troia e de Roma


Ad onore de lo onnipotente Dio et ad utilitate de li omini che questo libro legeraco [leggeranno], et us[er]annolo de legere, che lo faza sapio [faccia sapiente, saggio]. Noi commenzamo da lo primo omo fi [sino] alla citate de Roma como fo fatta. Inprimamente vengamo [veniamo] a le nomina de li regi et a le nomina de li consoli de essa la citate; e le vattalie e le vittorie de diversi genti e de diverse provincie che abero, e li fatti de li imperatori, si como in diversi libri trovamo.

De Iason e de lo pecorone [vello d'oro] e de Laumedot rege de Troia

In quello tempo in Grecia foro doi fratri, Eson e Pelias. Pelias non avea filio masculo, ma presore [molte; corrisponde al latino "plurimas". ] filie. Eson avea filio lasone, lo quale era ditto filio de dea Cereris, et avea bona agura [buona ventura, auspici propizi] ne li sementi de la terra. Pelias, avenno pagura de lasone suo nepote, che era molto sapio et ardito, sotrasselo e gìoli a tradimento como devesse morire [lo ingannò e gli si rivolse con tradimento, pensando come farlo morire]. E disse: Filio mio, ne l'isola de Colco ene una ventura de uno pecorone, che hao la lana de l'auro [d'oro] et ene fatto ad onore de dio lovis. Se tu me la duci, io te donno la midate de lo regno mio ; estimanno ca potea morire de la ventura de lo pecorone. lason incontenente recipea [accettava, accettò] la ventura de lo pecorone e fece fare una granne nave per esso e per li compangi soi. E menao seco molti nobili omini de Grecia, li quali foro questi: Ercules, Peleus, Telamon, Pilium Nestore et altri assai compangi. Cum lason allitasse [approdasse] allo porto de Troia per granne tempestate che abe ne lo mare, fo nunziato a Laumedonte, rege de Troia, ca era una nave venuta ne lo porto de Troia da Grecia. E Laumedot commannao alli soi e disse che ne la cazassero de tutto loro tenimento [scacciassero i Greci dal porto e da ogni loro possedimento].
A Iason sa[p]pe troppo rio et alii compangi soi, et annaosenne a Colcum insula. Et avenno lo pecorono, retornaosenne in Grecia. Staienno [Stando] in Grecia, lason et Ercules e li compangi loro racordaro la iniuria che li fece fare Laumedot, rege de Troia. E per tutti li granni de Grecia mannaro lettere e significaoli [loro significò] la iniuria che li fece fare Laumedot, rege de Troia. E cosi tutti li Greci fecero una granne oste e gero [andarono] sopre Troia. Et in Grecia lassaro questi capitani: Nestore e Pilo, Castore e Polluce. E como nunziato forse [fosse. Il congiuntivo deriva dal costrutto latino] a Laumedot, rege de Troia, gessio [uscì] fore de Troia con granne multitudine de cavalieri e gìoli incontr'ad esso alla vattaglia. Ercules e Telamon se pusero dereto ad uno monte che avea nome Figeus. E la dimane pusero in terra [toccarono terra, sbarcarono] ne lo porto.

(segue)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

delia.marinoamorino11Talarico.Francoantonio.caccavalepetula1960frank67lemiefoto0giorgio.ragazzinilele.lele2008sergintprefazione09Epimenide2bettygamgruntpgmteatrodis_occupati3
 
 

ULTIMI POST DEL BLOG NUMQUAM DEFICERE ANIMO

Caricamento...
 

ULTIMI POST DEL BLOG HEART IN A CAGE

Caricamento...
 

ULTIMI POST DEL BLOG IGNORANTE CONSAPEVOLE

Caricamento...
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963