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La tua musica

Post n°116 pubblicato il 30 Giugno 2005 da giusy_75dgl
Foto di giusy_75dgl

Guardo le dita di Pablo danzare agili e leggere sulla tastiera del pianoforte elettrico. Ascolto i suoi ritmi facili e, sottovoce, intono con lui parole che hanno sapore d’estate.

E’ bravo Pablo; è un pianista con anni di conservatorio alle spalle. Lui la compone la musica, è un artista, ma l’arte non gli riempie la pancia, così, per sbarcare il lunario e pagare la scuola di musica a sua figlia, suona ogni sera nel pianobar del Tropicana Club.

Sorride Pablo, mentre i clienti seduti al tavolino chiacchierano e qualche volta cantano insieme a lui contenti di starlo ad ascoltare. E’una clientela affezionata la sua, li conosce quasi tutti, ricorda da un anno all’altro le loro canzoni preferite, riesce sempre ad accontentarli e a far passare qualche ora spensierata. E poi, anche Mario, il padrone del bar, è soddisfatto perché la bella voce attira sempre una folla di curiosi che magari consumano una bibita per ascoltare un motivetto cui hanno legato qualche ricordo.

Ci sono parecchi stranieri. Laggiù, una tedesca ingombrante e rumorosa chiede in un italiano stentato, di suonare ancora “ ’O sole mio”. Probabilmente conosce solo quello, dell’Italia, ma Palbo, felice di compiacerla, fa cenno di sì con la testa e intona le prime note. Lei solleva il boccale da mezzo litro in segno di ringraziamento e tracanna di gusto la birra che rimane.

Anche per oggi Pablo si è guadagnato la giornata. e Valentina, a settembre prenderà le prime lezioni di piano... chissà se la madre di Valentina gli permetterà di ascoltare i progressi della figlia in qualche fine settimana.

   'O sole mio sta 'nfronte a te!”

Gli occhi di Pablo brillano di entusiasmo quando suona la sua musica, lo stesso entusiasmo che gli riempie lo sguardo le rare volte che la vede, perché lui sa che nelle mani di Valentina c’è la sua stessa destrezza, scorre la sua stessa musica, vive la sua stessa arte!

Guardo ancora le mani di Pablo, bevo l’ultimo sorso di daiquiri e lascio che il ritmo delle sue note leggere mi tocchi l’anima. Guardo le mani di Pablo e prepotente si affaccia il pensiero di altre mani. Mani proibite. Ripenso ai movimenti complici di sottili intese e il desiderio di diventare strumento in quelle mani prende il sopravvento.

Non dovrei, ma guardo ancora alle tue mani ferme. Attendo il gesto che parla, quello che decide.

Tu le muovi e io le seguo. Con lo sguardo ti seguo. Immagino la traiettoria, indovino il punto esatto dove andrai ad appoggiarle, gelosa di quel tocco che vorrei essere solo mio!

Suonala ancora Pablo, suona ancora la tua musica!

 
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