Radici del maschio

Mi hanno sempre affascinato gli addii. Forse perché ne ho avuto a lungo un'immagine composta, fatta di due persone che serenamente prendono atto che è meglio aprire una nuova fase della vita. Da affrontare separatamente.

Mi hanno sempre fatto paura, però. Il passarci dentro, soprattutto. Guardavo il presente di persone che avevano attraversato tutto il percorso di un addio dopo essersi promesse la vita, e mi chiedevo come riuscissero a essere così reciprocamente serene.

Poi però ci sono passato anch'io. E ho scoperto che non c'è mistica, né serenità. Solo un arrendersi alla promessa mancata, e quel senso di non adempimento che ci fa sentire un po' più deboli.

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L'appagamento corona l'amore?

Me lo chiedo tutte le volte che giaccio al tuo fianco, dopo che ci siamo dati tutto quello che avevamo in corpo e sprofondiamo nel sonno.

Mi risveglio sempre prima di te, mi sono sempre svegliato prima delle donne che ho avuto accanto. E tutte le volte sono stato lì a chiedermi se ne fosse valsa la pena. L'eccitamento, la foga, l'abbandonarsi all'animale che c'è in noi, il fantasticare le situazioni più piccanti gettando olio sul fuoco, e poi l'esplosione che ci spinge distanti.

Mi sono spesso chiesto se ne valesse la pena, dopo. Quando ho soppesato lo stordimento, e il senso di sazietà bolsa successivi all'orgasmo. E mentre me lo chiedevo, mi chiedevo anche se quello non fosse il segno di un amore che stava finendo.

Me lo chiedevo, appunto. E adesso invece, con te che mi dormi al fianco, mi sveglio "soltanto" appagato.

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...volevo solo prendermi una pausa di riflessione.

Prometto che non succederà più. Grazie per avermi dimostrato affetto, cercandomi. D'ora innanzi ci sarò sempre.

Un bacio a tutti e BUONA PASQUA!

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Tu lo sai come prendermi. In quelle sere che il silenzio cala sordo come dovesse spegnere cose non dette, e la musica in salotto disegna cerchi sul soffitto.

Ti aggiri intorno ai miei pensieri come una gatta impigrita che s'allunga indifferente dopo il sonno d'un pomeriggio intero. E sparisci alla vista per lunghi minuti, come indaffarata in qualcosa di distante.

Ma poi improvvisa, da dove?, sbuchi accanto a me e ti prendi cura. Con le tue labbra che spandono l'umido lì dove sai che non ti fermerò mai. E il verde dei tuoi occhi che luccica di sfida, e dell'interrogativo non detto: "Perché non provi a dirmi no?".

Sai che non lo farei mai.

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Bello l'amore nel pomeriggio. In uno di quei sabati in cui il tempo smette d'essere una minaccia, o un'entità inafferrabile, per trasformarsi in un cerchio soffice. Dentro al quale stiamo noi.

Bello l'amore nel pomeriggio di sabato. Su un letto di vacanza, la spalliera in ferro battuto a dondolare una musica ondeggiante  come risacca del mare mentre la luce vaporosa della campagna inonda la stanza.

E bello poi dormire sfiniti, l'odore dei corpi come una nuvola densa sopra noi e il pomeriggio che come una zattera vaga nel mare aperto rifuggendo l'approdo.

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