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Un eroe australiano che non vedrete alle olimpiadi di Pechino

Post n°14 pubblicato il 08 Luglio 2008 da RadioBlogAustralia
 




In Australia, come in molti altri paesi, lo sport e’ una cosa seria e i campioni vengono trattati come semidei dell’antichita': gli viene concesso tutto, ma sempre nel rispetto del Verbo Incarnato: il fair play.

Un semideo australiano e’ caduto in disgrazia. Il suo nome e’ Nick D’Arcy. Il suo peccato e’ quello di essersi comportato in modo poco sportivo fuori dal campo di gioco, nel suo caso una piscina perche’ si tratta di un nuotatore.

Nick D’Arcy lo scorso marzo e’ un semi-sconosciuto, ma vince i trials nazionali per partecipare alle olimpiadi di Pechino. Nuota i 200 farfalla in 1 minuto  55 secondi e 10 decimi, infrangendo il record nazionale e quello del  Commonwealth. Un nuovo eroe dopo il mitico Ian Thorpe, modello di perfezione ritiratosi dall’Olimpo.

Nick e’ felice, ha un posto nella nazionale olimpica, va a festeggiare con i suoi compagni di squadra. Festeggia come festeggiano oggi tutti i mortali, alcol, ballo, divertimento. Dopo mesi di allenamenti massacranti e di vita da clausura, ci vuole un po’ di relax.
Il resto e’ poco chiaro. Forse un bicchiere di troppo, forse la troppa euforia, comunque la notte di Nick finisce con una scazzottata con un ex-compagno di squadra, un altro semideo medaglia d’oro ai giochi di Sydney, che ha la peggio. Capita, anche tra Ettore e Achille successe qualcosa di simile a suo tempo. 

Ma il nuovo arrivato non sa come ci si comporta una volta assunti al rango olimpico. Non e’ un semideo esperto, forse parla un po’ troppo e la sua federazione lo mette fuori squadra. Olimpiadi addio. Il suo comportamento e’ giudicato incompatibile con il Verbo Incarnato, il fair play. A nulla valgono i ricorsi, Nick D’arcy e’ indegno di rappresentare la purezza dell’atleta australiano, specie alle Olimpiadi. Ogni allenamento e’ stato vano, persino il suo record conta poco. Eroe caduto dal podio senza nemmeno esserci salito.

E l’Australia s’interroga, seppure ossessionata dalle norme del suo credo sportivo. E’ una punizione giusta quella inflitta a Nick D’arcy, oppure esagerata? Dilemma da pub, ma i semidei in fondo servono anche a questo: esaltare il popolo con i loro successi, educarlo con le loro disgrazie, due facce un po’ cretine di un gioco solo. Comunque sacro.





 
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