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Famiglia Arcobaleno - II - Aleksey - Parte 2

Post n°14 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da famigliaarcobaleno

 

Attenzione, se é la prima volta che leggi questo racconto, ti consiglio prima di leggerti le parti precedenti, ovvero:

Famiglia Arcobaleno - I – Prefazione
Famiglia Arcobaleno - I – Presentazione
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 2
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 3
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 4
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 5
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 6
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 7
Famiglia Arcobaleno - II - Aleksey - Parte 1



Questo é il seguito del racconto. Buon Divertimento!

 

Mi risvegliai in una stanza nudo e dolorante. Non ero da solo. C’erano altri ragazzo insieme a noi. Dovevamo esserci all’incirca altri 3 ragazzi oltre a me e mio fratellino. Inoltre c’erano altri 8 adulti, o almeno mi sembra di averne visti così tanti. Erano tutti nudi o indossavano degli asciugamani. Su alcuni letti c’erano gruppi di adulti con uno o due ragazzi. Ciò che udivo erano lamenti. Due degli adulti avevano delle telecamere. Riprendevano tutto quello che succedeva nella stanza. Poi di nuovo buio.

Quando mi risvegliai di nuovo mi ritrovai nel letto con un altro ragazzo che come uno zombie mi toccava. Due adulti che erano attorno a noi dicevano cosa doveva fare, e nel frattempo ci toccavano. Sentivo tanto dolore, volevo gridare, ma poi di nuovo buio.

Al nuovo risveglio ero in angolo della stanza. Questa volta era mio fratello che era sul letto, e...oddio, stavano abusando di mio fratello. Cercai di muovermi per andare da mio fratello, alzandomi inciampai su un altro ragazzo che era steso a terra. Uno degli adulti si avvicinò mi fece una iniezione. Il buio si impadronì nuovamente della mia mente.

L’ennesimo risveglio fu causato da enormi dolori nel fondo schiena. Mi ritrovai di nuovo su un letto, legato con delle corde, circondato non so da quanti adulti, tutti nudi. Tutti giocavano con il loro giocattolo,ed uno era dietro di me, e mi faceva tantissimo male. Quando realizzai che stavano abusando di me, di nuovo scese per me il buio.

Un raggio di sole scaldò i miei occhi che per istinto si aprirono. Ero sdraiato su un letto. Mi voltai al lato sinistro e vidi che mio fratello stava dormendo di fianco a me. Ruotai gli occhi dall’altra parte, e vidi un armadio che mi sembrava di riconoscere. Anche la scrivania di lato mi era familiare. Impiegai un paio di minuti per realizzare che eravamo nella mia camera. Avevo la testa che sembrava stesse scoppiando dal dolore, ma anche tante altre parti del corpo mi facevano male. Raccolsi un po di forze e mi avvicinai a mio fratello. Quando tolsi il lenzuolo,realizzai che era nudo, e ricoperto da molteplici ferite. Non erano ferite profonde, ma erano tante. Aveva segni sui polsi, evidentemente era stato legato. Le ferite sulle spalle facevano presumere che fosse stato picchiato o forse frustato. Il fondo schiena era ancora peggio. Inorridii dal vedere le condizioni in cui era mio fratello. Mi alzai dal letto per andare in bagno, e passando davanti allo specchio vidi che le mie condizioni non erano migliori di quelle di mio fratello. Ritornai nel letto, mi sdraiai a lato di mio fratello, e lo abbracciandolo cominciai a piangere. E piangendo mi riaddormentai.

Non so quando tempo dormii, comunque fui risvegliato dalla voce della donna che avrebbe dovuto essere nostra madre.

Sveglia ragazzi, per quanto tempo volete rimanere ancora a dormire? Dormite da oramai più di 30 ore”

Sia io che mio fratello aprimmo gli occhi e guardammo in direzione della fonte del rumore femminile.

Ma cosa é successo? Ho dolori dappertutto! Non riesco nemmeno ad alzarmi” disse mio fratello

Dai non lamentarti troppo, entro qualche giorno tutto ti passerà” disse la donna che nel frattempo si era andato da mio fratello e lo aiutava ad alzarsi.

Andarono insieme nel bagno, e lo aiutò a fare i suoi bisogni e a farsi la doccia. Dopo che lo fece uscire dal bagno, lo spalmò con una crema. Quando ritornarono nella camera, mio fratello si sdraiò di nuovo nel letto, e capii che adesso era il mio turno.

Dopo che anche io ritornai nel letto, ci diede delle pillole, credo degli antidolorifici, e ci lasciò a riposare.

Dopo un’ora mi sentii molto meglio. Aprii di nuovo gli occhi, e vidi che mio fratello mi guardava senza dire niente. Appena si rese conto che ero sveglio, mi abbraccio e si mise a piangere.

Dai Roman, é tutto finito. Quei bruti non ci faranno più del male” dissi a mio fratello mentre gli accarezzavo i capelli biondi e rimanendo abbracciati per almeno 10 minuti.

Roman, adesso é arrivato il momento di alzarci. Andiamo giù,e vediamo se c’é qualcosa da mangiare”

OK, Aleksey. Ho una fame da lupi”

Aspetta che prendo degli indumenti da metterci”

Dopo esserci rivestiti, andammo in cucina, dove erano seduti ertrambi i nostri genitori.

Ah, finalmente ci siamo svegliati. Vostra madre ha preparato qualcosa da mangiare. Sedetevi. É già tutto pronto. Di sicuro in questi giorni non avete mangiato tanto.

Ci sedemmo, e mangiammo tutto quello che ci fu servito a tavola. Credo che negli ultimi giorni non avevo mangiato affatto, o almeno non ricordo di averlo fatto. I nostri genitori rimasero a fissarci, e ci lasciarono finire di mangiare.

Allora, vedo che vi state mettendo di nuovo in forma. Vedrete che domani potrete andare di nuovo a scuola. Avete perso 2 giorni di scuola, ma non vi preoccupate, abbiamo detto che siete a letto con la febbre.” disse l’uomo mentre si alzava e camminava su e giù perla cucina.

Comunque se non ve la sentite, potete rimanere anche domani a letto. Comunque sia domani andate solo a scuola e poi rimarrete a casa. Per tutta la settimana non dovete lavorare.” Disse la donna seduta a fianco di mio fratello.

Quei bastardi non ci avevano detto che vi avrebbero tenuti anche lunedì, e che vi avrebbero fatto stancare così tanto. Comunque li abbiamo minacciati di denunciarli e ci hanno dato il triplo di quanto pattuito. Con questo fine settimana, ci avete fatto guadagnare un bel po di soldini.” disse l’uomo che nel frattempo si era riseduto.

Ma sapete quello che ci hanno fatto? Sapete quello che abbiamo dovuto subire?” dissi io dopo che l’uomo finì di parlare.

Ma che vuoi che sia, tanto prima o poi lo avresti fatto. Nel vostro caso, lo avete fatto e ci avete fatto incassare tantissimi soldi.” disse l’uomo guardandomi negli occhi.

Ehi, naturalmente non dovete farne parola a nessuno. Se volete, potete anche non lavorare la prossima settimana. In definitiva con quello che ci hanno dato dovreste lavorare almeno 5 anni mendicando sulla strada. Ma naturalmente prima o poi dovete fare il vostro lavoro” disse al donna guardandoci fisso.

Posso dormire con Aleksey?” Disse mio fratello con voce bassa

Certo, puoi dormire con lui. Ma prima usate di nuovo la crema su tutto il corpo. Vedrete che vi sentirete meglio” Disse la donna, e ci congedò facendosi salire in camera mia.

Dopo essere entrati in camera, Roman andò alla finestra e fissó le luci che venicano dalla strada.

Aleksey, pensi che lo rifaranno di nuovo?”

No, non ci pensare. Ti prometto che non lo rifaranno più. Nessuno ci toccherà.” dissi mentre mi avvicinavo a mio fratello. “Prima che altri bruti ti tocchino un capello dovranno vedersela prima con me” aggiunsi mentre lo abbracciavo.

Ma se i nostri genitori lo hanno fatto una volta, di sicuro lo rifaranno di nuovo. Hai sentito? Hanno pagato tanti soldi, e loro pensano solo a quelli” disse mio fratello abbracciandomi stretto.

Non so come, ma non ci faranno più del male. Comunque se domani riesci ad andare a scuola non dire niente di quello che ci é successo. Se ti chiedono qualcosa, di che siamo caduti dalla bicicletta e ci siamo fatti entrambi male. Se hai l’ora di ginnastica, cerca di non andarci. Non farti vedere nudo da altri.”

Ok, fratellone. Farò quello che tu mi dici”

Vedrai, una soluzione la troveremo.”

Che ne dici di spalmarci la crema e poi di andare a letto?”

Buona idea. Il sonno ci porterà le forze di cui abbiamo bisogno”

Durante la notte mi ritrovai proiettato di nuovo in una camera buia. Sentivo dei lamenti, e sentivo gente che mi toccava dappertutto. Non ero solo. Ero con altri ragazzi, e adulti. Gli adulti ci spogliavano, ci toccavano,ci palpeggiavano. Poi uno mi legò, mi fece girare, e sentii un dolore allucinante. In quello stesso momento mi svegliai in preda allo spavento, terrorizzato e sudato. Anche mio fratello si era svegliato urlando. Anche lui aveva fatto un sogno simile al mio.

Ci abbracciammo, e ci sdraiammo nuovamente, e mentre tremavamo, ci riaddormentammo.

Appena svegliati, decidemmo di farci una doccia e scendere giù in cucina. Anche se non in piena forma, decidemmo comunque di andare a scuola.

Entrato nella mia aula, mi sedetti subito al mio posto. Non ero nelle condizioni di parlare con altri, e non volevo che si accorgessero che non stavo bene. Durante l’intervallo, tutti uscirono fuori. Solo io rimasi seduto a leggere. Era da giorni che non avevo studiato, ed avevo tanto da recuperare.

Andrea era uscito dall’aula con il suo compagno di banco, ma vedendomi che ero rimasto seduto da solo, si congedò dal suo amico, e venne verso di me.

Ciao Ale, é da qualche giorno che non ti sei fatto più vedere. Tutto bene? Non hai una bella cera.”

Grazie, sono rimasto a letto con la febbre, ma adesso sto già meglio.”

Anche tuo fratello non si é fatto vedere in giro” disse Andrea mentre si sedeva di fianco, e parlando a voce molto bassa continuò “nemmeno al paese dove lavorate non vi siete fatti vedere... hm... comunque l’importante é che adesso sei di nuovo tra noi”

Sì, adesso va decisamente meglio, anche se non so quanto tempo abbiamo bisogno per rimetterci a posto”

Beh, comunque raccontami quello che vuoi, ma a me non la dai a bere che eravate a letto con la febbre” disse Andrea. Dopo di chè si alzò per andare al suo posto, dato che la campanella di fine ricreazione aveva suonato.

L’ultima ora avevamo ginnastica, e chiesi al nostro insegnante di essere esonerato, dato che non stavo bene. Quindi rimasi nel cortile della scuola ad aspettare che mio fratello uscisse. Non volevo che ritornasse a casa da solo. Mentre leggevo le parti che avevo perso di geografia, mi resi conto che un’ombra si era materializzata al mio fianco. Voltai lo sguardo verso l’ombra, e vidi che Andrea si stava sedendo sulla mia stessa panchina.

Non dovresti essere con gli altri a fare esercizi?”

L’insegnate ci ha detto di giocare a pallacanestro, e come tu sai, quel tipo di sport non é proprio il mio forte. Dato che eravamo in numero dispari, gli altri sono stati felici nel vedere che io non volevo partecipare”

Effettivamente Andrea giocava molto bene a calcio, ma pallacanestro era una frana. “Si, altrimenti le 2 squadre avrebbero litigato per farti giocare in quella avversaria!” dissi ad Andrea con un sorriso

Finalmente, un sorriso é sbocciato dalle tue labbra...Ale, se hai dei problemi, puoi parlarne con me. Vedo che non hai tanti amici, o meglio, forse non ne hai nessuno. Ogni ragazzo ha bisogno di un amico con cui confidarsi. Tutti abbiamo dei problemi, anche se a volte sono solo delle cavolate. Solo parlandone con i tuoi amici puoi uscirne fuori!”

Guardai negli occhi di Andrea, e gli dissi “I miei problemi non possono essere risolti. È tutta la mia vita un problema, e adesso mi sto preoccupando anche per mio fratello. Ma tu purtroppo non puoi aiutarmi. Cerca di capirmi”

OK, forse io non posso aiutarti, ma forse puoi parlamene. Magari riesco a darti delle dritte. Chissà”

Io posso anche parlarne con te, ma quello che sentirai non ti farà piacere. Sei sicuro che vuoi stare ad ascoltarmi. Inoltre, mi prometti che non ne parlerai con gli altri?”

Ti prometto che non farò parola a nessuno, se non prima mi autorizzi tu. Non so cosa di tanto grave possa avere un ragazzo della nostra età, ma io sono qui ad ascoltarti.”

Fu così che decisi di confidarmi con Andrea raccontandogli dei miei genitori che in realtà non erano i miei veri genitori, del lavoro che eravamo costretti a fare, e soprattutto di ciò che ricordavo dell’ultimo fine settimana. Mentre gli raccontavo degli ultimi dettagli, gli feci vedere una parte dei segni che avevo oramai stampato sul mio corpo, alzandomi in parte la mia T-Shirt. Andrea mi lasciò raccontare senza interrompermi, ogni tanto annuendo di capire ciò che dicevo, ed ogni tanto vedendo nei sui occhi momenti di comprensione a momenti di rabbia.

Quando finii, rimanemmo a fissarci per un paio di minuti. Negli occhi di Andrea leggevo tanta rabbia mista a dolore.

Grazie per esserti aperto a me. La storia è talmente incredibile che non credo possa essere un frutto della tua fantasia. Comunque,come ti ho promesso non ne farò parola ad altri. Anzi capisco che non posso parlarne ad altri,altrimenti ti ritroverai con altri guai. Comunque dobbiamo trovare una via d’uscita”

Non so come uscirne fuori. Grazie per essere stato ad ascoltarmi. Adesso devo andare. Mio fratello è appena uscito.”

Nel frattempo una massa bionda di capelli si avvicinava a noi. Era Roman che ci aveva visto e ci stava vendendo incontro.

Ciao fratellone, ciao Andrea, cosa fate seduti qui? Non fa un troppo freddo per stare qui in pantaloncini?”

Ops, devo scappare negli spogliatoi, prima che li chiudano. Ciao ragazzi, ci si vede”

Vedo che il tuo sorriso è sempre stampato sul tuo viso. Mi fa piacere. Dai, andiamo a casa” gli disse mentre mettevo la mia mano destra sulla spella del mio fratellino, e ci incamminavamo verso casa.



Continua...


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