Malvagità ParadossaE sono solo agli inizi..... |
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Nickname: Il_capo_dei_cattivi
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La grande saga di una testa inossidabile, indistruttibile e legnosa e dei lampadari più costosi.
Era una fredda domenica di gennaio. L’anno era ancora il primitivo 2005 quando l’uomo doveva, ancora allora, badare alla propria dimora ed a crearsi un posto riservato in cui spendere le proprie faccende personali (quali il riposo, il relax, la lettura, la mattutina asportazione del tartaro ed il decubito da malattia od ozio [ma da quanto io non ozio più ???…. ma giusto per sapere, l’ozio è divertente ???... non ho più il tempo di oziare da un’ eternità… mica mi ricordo.. quasi quasi faccio un blog tutto nuovo sull’ozio…], l’infrattamento, eccetera), lo stoccaggio di inutili effetti personali (tipo: libri, CD [o musica in qualunque sua forma], vestiti, giocattoli [ne compro ancora, che ti credi ?], fotografie, quadri, sculture, oggetti allocati a ricordi, farmaci, calzature, componenti per trasformazioni robotiche, peluche, armature roboanti [eccheminchia sarebbero ???]), e la determinazione di un proprio ego attraverso l’espressione del proprio habitat.
Tale domenica, un uomo dalle spiccatissime doti (mi riferisco alla catalogazione del termine “doti” dell’epoca, quando pure un cefalo di scarse proprietà linguistiche può impunemente avere accesso all’internet pubblicando volgari rigurgiti esofagei di testo ogni giorno o più volte al giorno) si pone davanti alla necessità di protrarre la significativa installazione della fonte di illuminazione ad incandescenza indispensabile per il protrarsi della vita attiva dopo il tramonto della stella sole (noi lo chiameremmo lampadario).
Ecco allora che, sfoderando l’omino tuttologo con il vestito del Faidate, con trapano alla sinistra (sono mancino) ed avvitatore alla tasca (con la destra mi reggo alla scala se no precipito e mi fracasso come un uovo) fisso tasselli, avvito morsetti e provo luminarie (e va tutto bene…).
Ecco che scendendo (reputo per la diciannovesima volta nell’arco dello stesso quarto d’ora) afferro (con la cautela dell’orso bruno che mi abita in questi giorni) la confezione che contiene la striscia di faretti appoggiata poco oltre. Sono gaudente perché si tratta della penultima lumiera di sedici testè installate.
Ma ecco che, ineluttabilmente, imprevedibilmente, fatalmente,inaspettatamente, impensabilmente, irrimediabilmente, essa (tutta competa e montata di faretti, vetri e chincaglierie) fugge dalla presa scivolando…
Scivolando…
Scivolando…
Sì, scivolando proprio sull’ultimo costosissimo faretto. Devastandosi e devastando l’ultimo… vetri qui, vetri lì, vetri la, vetri su, vetri giù, vetri dentro, vetri fuori…
P.S.: Reputo che questa non sia la cosa più significativa della mia giornata, ma voi vi chiederete perché io trovo sempre motivazione per scrivere attingendo dalla mia pochezza ?
P.S. 2 : ho anche rotto l’aspirapolvere nuovo
N.B.: Perché a me sembra comunque una buona giornata ?