EvaSogni e fantasie |
SE
la cercherei nel colore di un fiore.
E se,
la tua orma smarrissi,
sprofonderei nella sabbia con l’onda.
Se,
il tuo profumo da me s’allontanasse,
nell’aria rovisterei col vento.
E se,
tu,
mio amore,
mio dolce perenne pensiero,
del nulla poi ti travestissi,
fin dentro al buio saprei inseguirti
e, nella notte più profonda,
io farei di te il mio sogno.
VISITA LA MIA PAGINA SEI IL BENVENUTO!!
MI PRESENTO
Sono una persona allegra e solare che ama divertirsi positivamente. Credo fermamente in Dio, credo che senza Dio la mia vita non ha ragion d'essere.
Ci sono persone che rifiutano la fede in Dio perchè trovano umiliante per uomini ragionevoli di ammettere l’esistenza di qualcuno superiore all'uomo. Altri negano l'esistenza di un Dio buono , per manifestare così una "protesta violenta contro il male nel mondo".
Altri ancora, perchè i loro pregiudizi filosofici li hanno convinti che soltano le realtà materiali, le realtà materiali, possono essere conosciute dall'uomo. o perchè negano ogni possibilità di verità assoluta.
Molti propongono le loro aspirazioni altrove, e non riflettono mai seriamente sul problema di Dio; essi "si lasciano soppraffare dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e i loro frutti non giungono a maturazione" (Lc 8,14)
AREA PERSONALE
SIGNORE DA CHI ANDREMO?
Tu solo hai parole di Vita eterna!
Ama, prega, perdona
e non disperare mai,
Dio è con te, in te, i
ntorno a te, fidati di lui,
calma il tuo cuore
e Cristo agirà per te.
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Se hai fede negli angeli la
loro protezione
sarà sempre con te
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Pensando a te Pensando a te, ancora turbata dai nostri discorsi erotici e ostinatamente intenzionata a non cedere alla tentazione, ho chiuso gli occhi e mi sono assopita. Ma dondolata dal vagone, le nostre parole, le tue e le mie confidenze erotiche, sono apparse davanti agli occhi una dopo l’altra, e ti ho visto là, di fronte a me. Ho accavallato istintivamente le gambe e stringendo forte le cosce, mi sono arresa alla tempesta ormonale lasciandomi rapire dei sensi. Con la testa so di potere, mi capita spesso: non devo far altro che abbandonarmi ai pensieri erotici che sai… con le gambe accavallate… gli occhi chiusi… Quelle parole diventano immagini, pulsano forte e alimentano un’esaltante ebbrezza sensuale. Le viscere si contraggono, si contorcono, pulsa il mio sesso, si agita e mi sconquassa … la mia bocca ti cerca. Ora è nitida l’immagine, ti vedo tra sospiri lenti e voluttuosi, sguardo e sorriso compiaciuto, mentre la mia lingua e le morbide ed assetate labbra percorrono il turgido scettro fremente di desiderio. Il tuo volto adesso è serio, i tuoi occhi implacabili fissano sfrontatamente i miei, mi ordinano di omaggiarti come meriti mentre premi e trattieni forte la mia testa contro il tuo fiero fusto, che sta esplodendo. Mi sollevi il viso mentre continui a fissarmi… è un imperativo: il tuo piacere non andrà disperso, neanche una goccia del tuo prezioso nettare dev’essere sprecata. Tieni stretto il mio viso fra le tue mani mentre soddisfo il tuo ego incorporando fino all’ultima goccia. Sei entrato tutto in me, lasciandomi traccia di te. È il tuo sigillo indelebile. E ancora le mie labbra bagnate ti cercano. Sono pronta, sono abile a farcela senza neppure sfiorarmi, mi basta la sola forza del pensiero e con la massima intensità di cui – grazie alla mia strabiliante carica erotica che tanto ti eccita – sono capace, raggiungo l’agognato orgasmo. Orgasmo cerebrale, che fra i diversi orgasmi femminili è uno dei più devastanti. Ma sento che non basta, stavolta no, non riuscirò. Mi serve aiuto. Ne ho bisogno, sono spudoratamente eccitata. La mia intensità erotica è tale da consentirmi, se lo voglio, di raggiungere la vetta anche senza sfiorarmi. Ma c’è troppa gente attorno a me… Non c’è tempo da perdere, sto impazzendo. Pensando a te, mi alzo di scatto e raggiungo il bagno della carrozza treno. Sono chiusa dentro finalmente. In piedi appoggiata alla parete, velocemente abbasso le mutande fino a mezza coscia. Ho fretta. Lo voglio subito, adesso! Finalmente le mie dita raggiungono il centro umido, caldo e scivoloso della mia voglia. La mia intimità, le cui mucose trasudano piacere, mentre rivoli vischiosi scorrono lungo le cosce, non aspetta altro. Sto cercando il mio acme e so che giungerà. Quel bottoncino a me cosi familiare e teso, accrescendo di volume si infiamma sempre più, ogni goccia di piacere mi avvicina all’esplosione che in breve arriva, con un gemito strozzato. Il respiro ora è quasi fermo. Guardo spossata e indifferente la bianca parete di fronte. Mi sento vuota, stanca forse. Volgo lo sguardo e mi vedo allo specchio. Non sento gioia, né tristezza. Sono completamente assente. Mi ricompongo e ritorno in carrozza e stavolta mi assopisco davvero. Pensando a te ho lasciato gli occhiali che avevo appoggiato sul bordo del lavandino del bagno e sempre pensando a te, sono scesa dal treno scordandomeli. Pensando a te, Vita’… m’è risalita la voglia mentre ti scrivo. Pensando a te, accidenti a me. |
La devozione alla Madonna attira la misericordia di Dio. L’amore di tutto il popolo cristiano. «Mese del sole e dei fiori mese di Maria, che corona il tempo pasquale. Dall’Avvento il nostro pensiero aveva seguito Gesù; ora che nella nostra anima è scesa la grande pace della Risurrezione, come non volgerci a Colei che ce lo ha donato? È venuta al mondo per preparare la sua venuta; è vissuta alla sua ombra, fino al punto che non compare nel Vangelo se non come Madre di Gesù, lo segue, veglia per Lui, e quando Gesù ci lascia, Ella sparisce dolcemente. Scompare, ma rimane nella mente dei popoli, perché a Lei dobbiamo Gesù». Come in altre occasioni, Gesù sta parlando dei misteri del regno di Dio. È circondato dalla folla, che lo guarda e rimane in profondo silenzio. Improvvisamente una donna alza la voce ed esclama: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
La profezia contenuta nel Magnificat comincia a compiersi: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata», aveva proclamato la Vergine, mossa dallo Spirito Santo. E in quel momento una donna, con la spontaneità di una persona semplice, ha dato inizio a una lode che non terminerà finché esisterà il mondo. Quelle parole di Maria, pronunciate nel momento della sua vocazione, raggiungeranno il più perfetto compimento attraverso i secoli: poeti, intellettuali, re e soldati, artigiani, madri di famiglia, uomini e donne di età matura e bambini che hanno appena imparato a parlare; in campagna e in città, in cima alle montagne, nelle fabbriche e sulle strade; in situazioni di dolore e di gioia, in momenti solenni (quanti cristiani hanno reso l’anima a Dio guardando un’immagine della Vergine, o formulando con le labbra o solo nel pensiero il dolce nome di Maria!), o semplicemente mentre si gira l’angolo di una strada sul quale si distingue appena un’immagine della Madonna; in tante circostanze, le più varie, migliaia di voci, in lingue diversissime, hanno cantato le lodi della Madre di Dio.
È un coro incessante da tutta la terra, che ogni giorno attira la misericordia di Dio sul mondo, e che non si spiega se non con un esplicito desiderio di Dio. «Già fin dai tempi più antichi», ricorda il Concilio Vaticano II, «la beata Vergine è venerata col titolo di “Madre di Dio” e i fedeli si rifugiano sotto la sua protezione, implorandola in tutti i loro pericoli e le loro necessità». Tutto il popolo cristiano ha sempre saputo giungere a Dio attraverso sua Madre. Conoscendo per esperienza le sue continue Grazie e i suoi favori incessanti l’ha chiamata “Onnipotenza supplice”, e ha trovato in Lei la scorciatoia ‑“il sentiero, che abbrevia il cammino”‑ per giungere a Dio.
L’amore ha inventato vari modi per incontrarla e onorarla. La Chiesa ha sempre promosso e benedetto la devozione a Maria Santissima, “cammino sicuro” per avvicinarsi al Signore, giacché Maria è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con Lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso. E che altro significa il continuo ricorso a Maria, se non un cercare fra le sue braccia, in Lei e per Lei e con Lei, Cristo Salvatore nostro, al quale gli uomini, negli smarrimenti e nei pericoli dì quaggiù, hanno il dovere e sentono senza tregua il bisogno di rivolgersi, come a porto di salvezza e come a fonte trascendente di vita?
Il mese di maggio.
Nel mese di maggio molti buoni cristiani esprimono la loro devozione alla Vergine Maria in diversi modi che animano e illuminano ogni giorno del mese. Rispondono in tal modo alla raccomandazione del Concilio Vaticano II: «Tutti i fedeli effondano insistenti preghiere alla madre di Dio e madre degli uomini, perché, dopo aver assistito con le sue preghiere la Chiesa nascente, anche ora, esaltata in cielo sopra tutti i beati e gli angeli, nella comunione dei santi interceda presso il Figlio suo». E in un altro punto si esorta “ad avere in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di lei, raccomandati lungo i secoli dal magistero della Chiesa”.
La consacrazione del mese di maggio alla Vergine è nata dall’amore, che ha sempre cercato nuovi modi di esprimersi, e come contrapposizione alle usanze pagane che si vivevano in molte famiglie nel “mese dei fiori”. Tra le Cantiche a Maria del Re Saggio ce n’è una che comincia così: «Benvenuto maggio!».
Molti cristiani adottano l’antica consuetudine dello scapolare, o usano salutare ‑ non c’è bisogno di parole, basta un pensiero ‑ le immagini di Maria che si trovano in ogni casa cristiana o che adornano le strade in tante città. Altri vivono quella preghiera meravigliosa che è il santo Rosario, nel quale l’anima non si stanca di ripetere le stesse cose, come non se ne stancano gli innamorati che si amano veramente, e in cui si impara a rivivere i momenti centrali della vita del Signore. Altri ancora si sono abituati a dedicare alla Madonna un giorno della settimana, il sabato come un’occasione per offrirle qualche piccola attenzione e per meditare più intensamente sulla sua maternità». Padre Giulio Maria Scozzaro
Tu Maria, Madre del Redentore, continua a mostrarti Madre per tutti, veglia sul nostro cammino e aiuta i tuoi figli, perché incontrino, in Cristo, la via di ritorno al Padre Comune! Amen. Madre della speranza, a te con fiducia ci affidiamo. Con Te intendiamo seguire Cristo, Redentore dell’uomo: la stanchezza non ci appesantisca, né la fatica ci rallenti, le difficoltà non spengano il coraggio né la tristezza la gioia del cuore. ( GIOVANNI PAOLO II ) |