i miei racconti
Scrivo questa è la mia passione nessuno legge mai i miei racconti,così ho deciso di scriverli qui. Ma non mi ritengo una scrittrice,quindi quando leggerete ,siate clementi con le critiche
stai sbirciando la mia anima......dietro una porta socchiusa guardando... la visuale ristretta e scoprire poco alla volta....per gustare, per imprimere, affinchè ciò che accade non sia dimenticato
COME SCRIVO
Ho un'agenda con la copertina simil pelle rossa, le pagine riempite di appunti frasi racconti a volte scrivo talmente veloce che stento a rileggere i pensieri che ho scritto una calligrafia disastrosa che peggiora quando la mente è ispirata, probabilmente il più delle volte scrivo cazzate o frasi da adolescente nonostante i miei trentacinque inverni. Quello che me li rende cari questi pensieri messi su carta è che sono il mio essere. Lì ci sono i miei racconti le mie poesie, la parte romantica la parte folle.
CITAZIONI
Il vero piacere
è legato alla nostra storia personale
e diventa tanto più raggiungibile
quanto più il nostro senso di libertà cresce.
Willy Pasini
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E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare.
Anaïs Nin
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Gli amici rappresentano un mondo dentro di noi, un mondo che non sarebbe mai nato senza il loro arrivo, ed é solo grazie a questo incontro che tale nuovo mondo é nato.
Anaïs Nin
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L'essere normale raggiunge la felicità e crede in essa, vi si aggrappa finchè non va davvero in pezzi, ma un essere anormale raggiunge solo una relativa felicità che è in continua fluttuazione.
Anaïs Nin
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Riflettere è considerevolmente laborioso; ecco perché molta gente preferisce giudicare.
Josè Ortega
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“INTERPRETE DI ME”
Liberamente interpreto... me
mille sfaccettature,
come riflessa in pezzi di uno specchio rotto.
in cui vedo la mia anima,
muta e felice scoprire
ogni dove dalla mente
al corpo,
senza remore solo emozioni
in un andare e venire restando
ferma. immobile, riflessa.
BACIO
il sottile piacere di un bacio
sfiorato a fior di labbra
poi più intenso.
più profondo
tanto da non essere
un bacio semplice
ma un incontro d'anime.
che ballano la stessa danza
prima una di fronte l'altra
poi una dentro l'altra.
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Post n°42 pubblicato il 17 Febbraio 2011 da follediavoletta
Son qui a scrivere di notte, sigaretta e caffè entrambi fumano, mi sembro quello della pubblicità ma non bevo decaffeinato, no proprio non rinuncio ai piaceri anche se fanno male e poi cavolo un caffè e caffè se gli togli la caffeina è come un uomo senza palle,e diamine di decaffeinati ne faccio volentieri a meno piove adoro la pioggia m' immerge in quelle malinconiche riflessioni che ultimamente fanno compagnia alle mie giornate .stavo leggendo un libro poi mi sono messa a riempire le pagine vuote alla fine con i miei pensieri ,come un adolescente che riempie il diario con scritte infantili i personalizzo i libri che leggo,e poi eccomi qui a battere sui tasti mettendo in fila ben poco dei miei pensieri aprendo per chi legge un piccolo spiraglio su chi scrive
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Post n°41 pubblicato il 25 Maggio 2010 da follediavoletta
Quella che andrò a raccontarvi ora è la mesta storia del Re coglione che all'origine portava un altro nome. Senza pensar di farne vilipendio o vile pegno di quello stemma infausto che sventola sulla sua testa cercherò di narrarne una trama onesta. La corte intera gli faceva festa a ogni cantone ma varcato che ne ebbe il suo portone tutti gridavano ma che coglione! A chiamarlo con tal nome, la reale corte e sin la plebe ne era avvezza, non solo per quella forma strana che il re ne aveva in testa. Così ovunque lo si appellava nonostante il re coglione di chissà quali poteri si vantava e, ignaro della beffa che si consumava a manca e a destra, continuava a credere di essere un re glorioso e di poter aver gran fama mentre di bocca in bocca si spargeva la sua infamia. Più passava il tempo, più egli se ne convinceva poiché nessuno mai glielo diceva, nemmeno di quel nome per cui era noto e vi assicuro non a torto! Spiacente non ne conosco la risposta! Sì, perché quel che non sapete, brava gente, è che il re come la vide di lei coltivò in segreto una passione! La dama che si rese conto di questa sua passione lo portò nel bosco a ballare una paranza con un seguito che fu da mal di panza! Sì, signori e signorine belle che di risate ve ne fareste a crepapelle se dovessi raccontarne la miseria che re coglione teneva fra le gambe! Sarebbe caduta la sua boria se ne fosse descritta la piccola cicoria che di qualcuno si potrebbe chiamar pisello ma di lui neanche fagiolo di un baccello! La dama allora non proferì parola e finse di creder a ogni sua parola ma già da allora cominciò a riderne da sola del re coglione del baccello e della carriola! Intanto già il popolo mormorava dei suoi segreti a corte, pare infatti che la regina ora lo menasse forte tanto che il nome coglione girava per tutte le porte e più il re pensava che lo si rispettasse meno la derisione lo lasciava... perché la finzione del rispetto a uno che nasce coglione non desta alcun sospetto! - si disse allora la dama; ma questo è un asino che raglia! E spaventata a tal cospetto, vide fondato ogni suo sospetto! Vi chiederete voi ed io narrando di rivelare mi diletto che non se lo levò mai più dal posteriore per quanto camminasse da signore... Bello dritto e fuori il petto ma della postura rigida ora ne sapete il suo segreto! E in quale film averne fama? Nel mago di Oz signori e signore ebbene Si! Faceva lo spaventapassere ! Ahahah :-)
signori la morale è questa che chi nasce con tale testa coglione era e coglione resta! Signore per voi un'altra morale: anche chi nasce dama resta tale!
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Post n°40 pubblicato il 29 Aprile 2010 da follediavoletta
La musica alla radio l'aveva svegliata come ogni mattina, dalla persiana socchiusa trapelava un raggio di sole che illuminava la testata del letto. Si stiracchiò nascose la testa sotto il cuscino, non doveva lavorare aveva dimenticato di staccare l'allarme della radiosveglia, ormai ogni tentativo di riaddormentarsi era inutile si alzo preparò il caffè e portandosi dietro la tazza fumante apri l'acqua della doccia mentre era sotto il getto d'acqua calda, si ricordò dell'invito che aveva ricevuto giorni fa, era per quel pomeriggio, una mostra fotografica chissà chi tra le sue conoscenze l'aveva spedito non c'era mittente. Si vesti con cura cercò in giro per la casa il'invito, sembrava essersi volatilizzato poi lo trovò l'aveva lasciato in un libro, sorrise leggendolo..." fermo immagine di vita" questo il titolo della mostra, il nome del fotografo non gli diceva niente, continuava a pensare chi l'avesse invitata ma non gli venne in mente nessuno. Uscì per un giro di shopping, un panino veloce in centro era una bella giornata non aveva voglia di starsene in casa e protarse il giro fino all'ora della mostra. Arrivò alla mostra che era stata allestita in un'ex fonderia, le travi del soffitto lasciavano cadere fili d'acciaio quasi invisibili, alla base ad altezza d'uomo erano fissate le stampe tutte in bianco e nero con sfumature di grigi molto particolari. Girò per la sala silenziosa osservando le foto in giro nessun faccia conosciuta fra i pochi presenti, le foto ritraevano immagini di donne alcune erano dei nudi artistici paesaggi e vecchi edifici a un tratto si paralizzò davanti ad una foto che ritraeva una donna in un letto il lenzuolo tenuto all'altezza del seno occhi felici sorridenti continuò a fissare quella foto fin quando la sua mente non accettò di ammettere che era lei. Si appoggio alla parete si guardò in giro come a verificare se qualcun altro nella sala stesse guardando quella foto. Lei ritratta quindici anni prima non riusciva a crederci, non si capacitava come quella foto fosse finita in una mostra e un fremito per il corpo le riportò alla mente lui Fez, passione giovanile cominciata e finita nel tempo di poche settimane ma tanto travolgente e coinvolgente da non poter mai evitare di confrontarlo con chiunque altro avesse frequentato dopo. Si allontanò dalla foto, le aveva messo addosso ai fremiti, pensava com'era possibile, poi comincio a girare per la mostra chiese del fotografo le dissero che sarebbe arrivato a breve. Si finse interessata ad acquistare un'opera la fecero accomodare in una sala d'attesa. Che cosa avrebbe detto a quell'uomo pensò. Certo non se ne sarebbe andata senza portarsi via la sua foto e senza aver scoperto come l'avesse avuta. L'idea d'esser messa in mostra così nel suo intimo la disturbava l'attesa durò poco la porta si aprì si volto e quello che vide finì di sconvolgerla Fez era lui nonostante gli anni passati non poteva non riconoscerlo anche lui restò bloccato sulla porta per un attimo in silenzio poi si avvicinò e le sorrise. Parlò per primo -"sei davvero tu non avrei sperato tanto dall'invito." Lei trovò le parole. Le tremava persino la voce -Allora sei stato tu ?certo ora è tutto chiaro adesso, volevi vedessi la foto? -No, volevo vedere te, ti ho cercato sai ritrovarti non è stato facile Poi la mostra nella tua città, ho trovato il modo per avvicinarti e farti una sorpresa spero gradita andiamo vieni. La invitò ad andare con lui una passeggiata voleva parlargli le chiese di aspettarlo doveva solo sbrigare una cosa quando tornò, aveva una cornice impacchettata. - è giusto che ora la tenga tu. Le disse Uscirono dalla fonderia attraversarono il giardino che li portava al parcheggio e salirono sull'auto di lui, mentre guidava lei lo guardava. Non era cambiato il viso aveva maturato i tratti, sottili rughe segnavano gli occhi il fisico asciutto come anni fa il colore ambrato della pelle le mani lunghe e sottili. Chiuse gli occhi per un attimo sospirò il suo corpo ricordava quelle mani si senti attratta come allora quando era bastato uno sguardo a rivelargli quando lo desiderasse. Gli raccontò che dopo esser ritornato nel suo paese aveva lavorato tanto ma non aveva mai abbandonato il suo amore per la fotografia. Così dopo tempo qualcuno l'aveva notato e così aveva iniziato a girare il mondo per le mostre fotografiche il ricordo di te gli disse non mi ha mai abbandonato nonostante gli anni e nuove storie sei sempre viva dentro di me e ogni tanto ripenso a se avessi accettato di venir via con me, oggi dove saremo. Lei lo ascoltava in silenzio il suono della sua voce era molto sensuale...le chiese di lei poi sorrise dicendogli: dimenticavo che non ami parlare di te per tirarti fuori qualcosa ci voleva un bel lavoro persuasivo non sei cambiata i tuoi occhi la stessa luce. Per me sei ancora la stessa che mi diceva fai l'amore con me fallo adesso ricordi il luogo non faceva differenza eri davvero speciale. Non credi che l'età possa avermi dato giudizio, che il tempo mi abbia cambiato, sono passati quindici anni. gli rispose lei. Ti guardavo in quella sala, ero nascosto ti osservavo dalla telecamera di sorveglianza il tuo modo di camminare, il tuo sguardo quando hai visto la foto, ho zumato sul tuo viso non ho trattenuto l'emozione che mi ha dato vedere la tua espressione come allora bellissima e impertinente lo stupore, non riesci a nascondere quello che provi ricordo ancora la tua freddezza nel dirmi che era solo sesso e che non avresti sconvolto la tua vista per quello. Così ho sempre pensato a te, a cosa poteva essere se non fossi stato costretto ad andare via, se tu fossi venuta via con me, se e ma non portano lontano la vita è andata a vanti ma il destino ha voluto che venissi qua dov'eri te è stato un caso ma sapevo che vivevi qui e non potevo non rivederti. Aveva parlato in fretta la voce calma, Così seppe anche lui in quest'anni l'aveva pensata strano che una storia così breve lasciasse segni per anni e rivedersi ora la faceva sentire confusa, quel desiderio riaffiorava in entrambi come se il tempo l'avesse tenuto serbato intatto. Si fermarono in un ristorante mentre cenavano lui le sorrise dicendo è la prima volta che mangiamo insieme non abbiamo mai trovato il tempo se non per starcene rinchiusi da qualche parte.... La cena proseguì ricordando di loro poi l'argomento passò al presente e si ritrovarono a ridere e scherzare. Dopo la cena uscirono dal locale l'aria della sera le aveva dato un po' di sollievo, sentiva il calore invaderla ogni volta che lui la guardava o la sfiorava. Si fermarono al muretto del bel vedere la città illuminata e ancora in movimento nonostante l'ora tarda da lassù era stupenda. Gli si avvicinò la fisso negli occhi e la baciò rispose al bacio strinse le mani intorno alla sua vita e si rese conto che il tempo non aveva cancellato niente del ricordo di lui il bacio fu all'inizio tenero quasi sfiorato poi divenne irruento si senti spingere verso il muro stretta fra le sue braccia chiese solo che quella notte durasse il più possibile. Si stacco, i suoi occhi riflettevano la luce della luna rimase a guardarlo in silenzio. Lui le sussurrò resta con me stanotte e le afferrò la mano si lascio guidare fino al suo albergo. Entrarono nella stanza appoggiò su una sedia il ritratto e rimase ferma tutto era accaduto in fretta che non riusciva ancora a rendersi conto se fosse reale o solo frutto della sua immaginazione. Lui le cinse la vita, la guidò verso il letto la fece stendere le sfilò le scarpe continuava a guardarla. Si sbottonò la camicia e la lanciò via, le fece per avvicinarlo lui la trattenne sul materasso alzo il tallone allungo le mani sotto la gonna e sfilò una calza, la portò ai suoi polsi e li lego alla testata del letto, prese a sfilargli l'altra calza si abbasso per baciarla e lei capii che voleva bendarla fece resistenza, fammi guardare gli disse, no sussurro lui" dopo". La bendò, dal sottile nylon della calza ora vedeva solo un fioco luccichio di luce e la sagoma di lui sfumata dal nero. Senti le dita di lui che sbottonavano la camicetta il tocco sulla pelle le procurava tremiti sentiva il suo respiro, la liberò del reggiseno le sfilò la gonna uno strappo secco e veloce la liberò del perizoma, percepì il respiro di lui sui seni le mani che li avvicinavano le dita che premevano i capezzoli. Le labbra percorrevano il ventre verso il basso senti la lingua sull'inguine poi le labbra e quando la punta della lingua le sfiorò il clitoride ebbe un fremito più forte. Le leccava gli umori che l'attesa gli aveva provocato, la testa di lui fra le gambe invadeva il suo corpo di un piacere immenso, i gemiti aumentarono inarco la testa indietro alzando un po' la schiena la lingua di lui la penetrava come un piccolo pene, scendeva giù lambiva l'ano ritornava dentro, nella stanza la sua voce smorzata dal piacere arrivò l'orgasmo, gridò strinse le gambe lui le riaprì e ricomincio, gli chiese di slegarla, lui la ignorò continuò, orgasmi di cui non teneva il conto arrivavano ormai non pensava più si lasciava trasportare dal piacere passivamente abbandonata a quella sublime tortura. Un altro orgasmo e gridò di nuovo più forte lui si avvicinò all'orecchio le sussurrò mi sei mancata tanto ora solo tocco con mano quanto sei dentro di me. La baciò un bacio profondo il suo sapore le invase bocca. La slegò e la sbendò finì di spogliarsi ed entrò in lei con lo sguardo fisso nel suo, quando il piacere la portava a chiuderli lui le diceva guardami ....le mani appoggiate sul materasso si teneva alzato e la guardava i gemiti si confondevano e lui ogni volta le chiudeva la bocca con baci le succhiava la lingua insieme l'orgasmo furioso li prese rimasero attaccati stretti lui le carezzava i capelli scompigliati ripetendogli quanto fosse bella così. Piano mentre lei era supina lui si mise su di lei senti il suo membro rinvigorito premere sulle natiche scivolò da sotto a lui e andò a succhiarlo discese con la lingua sui coglioni li succhiò forte mentre lo stringeva fra le mani senti il respiro di lui farsi più accelerato riprese il membro fra le labbra e iniziò a muoversi alternando movimenti lenti a movimenti veloci ogni alta che arrivava alla cappella alzava lo sguardo, mentre gli girava la lingua intorno lo guardava e lui gli diceva piccola strega. Con la voce smorzata dal piacere continuò in quel modo fin quando senti il seme invadergli la bocca succhio ancora guardandolo gustandosi la visione del suo viso contratto dal piacere si sdraiò accanto a lui lo baciò ora lei dava a lui il suo sapore, uno accanto a l'altro riposarono senza parlare, non avevano da dire bruciate dalla passione le parole non uscivano bastavano gli sguardi che si scambiavano lo sfiorarsi così comunicavano. Si strinse di nuovo, lei capi portò la mano giù al membro le sorrise. non sei cambiato per niente in questo gli disse. La volto di spalle e gli rispose straghetta non sembri dispiaciuta anzi. Ora il membro premeva all''ano entro piano poi affondò il ritmo si fece veloce le mise una mano sotto la pancia e la spinse ad alzarla dal letto, le teneva i fianchi e si spingeva dentro sempre più, spostò una mano la attorciglio nei capelli e fece in modo che lei lo guardasse spinse ancora di più non riusciva a reggersi bene se non la tenesse lui sarebbe scivolata via godevano insieme il piacere aumentava sentiva i suoi umori scivolarle lungo le gambe quando il ritmo si fece quasi violentò arrivò l'orgasmo grida gemiti si confusero si rilasciò su di lei e la baciò sfiniti ormai furono vinti dal sonno ............. Quando lei Apri gli occhi il sole era alto si guardò intorno vide il suo ritratto sulla sedia senti scorrere l'acqua in bagno la mente realizzò dove fosse ripensò alla notte passata, come un automa si rivesti prese un rossetto dalla borsa e sullo specchio dell'entrata scrisse Addio prese il ritratto le sue cose e uscì. Camminò parecchio prima di prendere un taxi per andare a recuperare la sua macchina addosso ancora il suo odore. Uscito dal bagno, vide il letto vuoto si guardò intorno, il ritratto non c'era più capì prima ancora di leggere sullo specchio, pensò che davvero non fosse cambiata, non si poteva tenere legata a meno di non legarla davvero.
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Post n°39 pubblicato il 06 Marzo 2010 da follediavoletta
Quel giorno decise di prolungare la sua passeggiata, si diresse verso la banchina, deserta a quell'ora del mattino soffiava un venticello freddo, le sferzava il viso scompigliandole i capelli.I profumi dell'imminente primavera venivano dalla pineta, misti all'odore di terra bagnata, un gabbiano le volò accanto, sorrise la mente corse a lui, a come le mancava il suo odore, il sapore dei suoi baci era passato del tempo continuava a sentirlo ma non c'era più stata occasione di rivedersi, la vita procedeva con i ritmi soliti. Vide una panchina si tolse la giacca, l'appoggio sopra la panchina si stese osservava il cielo limpido seguiva le evoluzioni dei gabbiani, il loro chiamarsi stridulo...intanto continui flash back invadevano i suoi pensieri.Scosse la testa non voleva pensarci non le piaceva sentirsi schiava di quella passione, sempre padrona di se stessa non aveva mai permesso di lasciarsi sopraffare dalle emozioni, chi la conosceva la definiva misteriosa e fredda, non era un modo di fare ma solo un comodo modo per tenersi lontana dal dolore poche cose contavano nella sua vita e uno di questi era preservare se stessa aveva imparato a farlo presto e aveva portato avanti la sua vita così.Il suo lato pubblico immacolato e irreprensibile, calcolatrice in ogni gesto ogni sguardo, il suo intimo solo suo, due facce della stessa medaglia che non potevano essere più diverse. Ora il terreno sotto i piedi le tremava non voleva ammetterlo a se stessa lui gli mancava, continuava assorta la sua passeggiata quando scorse un uomo che veniva verso da lei, continuò a camminare, solo quando fu più vicina, lo osservò bene, la camminata, i tratti si voltò intorno incredula pensava che la sua testa avesse creato un'illusione lui era lì, conosceva quel posto ma come poteva trovarsi lì nello stesso momento.Si avvicinò fermandosi a pochi passi da lei, il suo pensiero, la sua ossessione si era materializzata lì, sorrise non poteva essere colta in fallo non voleva che lui s'accorgesse di quanto era debole di quanto era dipendente di quella passione smodata che aveva per lui.Vane eresie lui lo sapeva lo sentiva se ne cibava, come lei si sfamava della sua ossessione.Parlò per prima doveva spezzare la tensione "come mai qui?" gli chiese. La sua risposta fu banale, ma la colpì come una fiammata. Sai perchè sono qui... per te! Un brivido le attraversò la schiena, un crampo all'inguine, il suo corpo ricordava quelle mani il suo essere straordinariamente passionale spregiudicato.Si avvicinò, la mano sul collo, le dita sfioravano il viso non parlava la guardava era una sfida sapeva quanto lei era debole davanti al suo sguardo. Infatti, lei non resisté molto, si mosse per baciarlo lui le tenne i polsi la fermò, continuando a sostenere il suo sguardo poi fulmineo la attirò a se e la bacio, un bacio dolce, lentamente le lambiva le labbra la strinse forteLei avrebbe voluto entrargli nella mente, capire cosa pensava in quel momento se avesse capito che si era messa sulla difensiva i se le affollavano la mente, furono spazzati via velocemente da quel bacio, ora non le importava ne come ne perché era lì, bastava che ci fosseLe prese la mano, e parlandogli all'orecchio le sussurrò vieni con me in quella barca non posso aspettare di arrivare in albergo, si guardò in torno la spiaggia deserta da lontano un uomo con il cane tropo lontano per poterli vedere, vicino alla banchisa piccoli scafi in rimessa intorno solo il fruscio del vento, la risacca delle onde del mare.Non fece resistenza si lasciò condurre fino alla barca, la porta della cabina era aperta. Entrarono si guardarono intorno, un ambiente spartano, il pannello dei comandi, attrezzi e un divanetto logoro un tavolo, lo vide armeggiare con le tende fece il giro, le chiuse tutte tranne quelle che davano sul mare, girava per la cabina, cercava qualcosa quando vide cosa aveva in mano capì, tremo di desiderio quando si avvicinò a lei, in mano aveva delle corde le sfiorò le labbra . Sorrise annuendo, prese a spogliarla velocemente, gli sfilo l'abitino si fermò a guardarla in sottoveste, compiaciuto, si abbasso con le mani fece scivolar via il panty di pizzo, si alzo gli slaccio il reggiseno lasciandoli libero il seno e abbasso le spalline in modo che fuoriuscisse dalla scollatura della sottoveste. Si spostò per guardarla meglio, le disse "sei terribilmente provocante così". Si passo la mano sulla patta del pantalone evidenziando il gonfiore che c'era, un brivido lungo la schiena la scosse. La fece avvicinare al timone le lego i polsi dietro la schiena e poi al timone, le portò uno sgabello si sedette sopra appoggio le mani sui ginocchi le allargo le gambe e lego le caviglie allo sgabello tutto il suo preparare le aveva messo addosso una frenesia sentiva gli umori colarle era seduta sull'orlo dello sgabello si sentiva in bilico non sapeva cosa avesse in mente.La cosa la eccitava gonfia ed ebbra di piacere aspettava, lo guardava mentre si spogliava senza fretta, seguiva i movimenti del suo corpo mentre si liberava dei vestiti, lui seguiva il suo sguardo rimase nudo davanti a lei il suo sguardo cadde sul membro eretto poteva immaginarne il calore, il palpitare.Il fuoco di quel desiderio ardeva costantemente e bastava un suo respiro per farlo diventare un incendio, fiamme lambivano le sue tempie, quando si sarebbe avvicinato, si chiedeva.Contemporaneamente ai suoi pensieri si avvicino le baciò le labbra, poi scese sul collo si soffermò all'incanalatura fra i seni la lingua scivolava succhiò un capezzolo poi lo strinse tra i denti, lei si mosse abbasso la testa per raggiungere la sua. Lui la guardo e le impose di rimanere ferma. Continuò a scendere con le labbra che sfioravano al pelle, arrivò all'inguine comincio a baciarla all'interno delle cosce sentiva il suo respiro tra le gambe ma lui volutamente ci girava intorno. Cominciò a fremere ma nella posizione in cui era, non poteva muoversi ... aspetti? gli disse. Lui ignorò le sue parole continuò a leccarle l'interno coscia facendo in modo che il desiderio aumentasse si propagasse poi, affondò il viso tra le gambe senti la lingua entrare e leccare i suoi umori gocciolanti ansimando tirò indietro la testa chiuse gli occhi si lascio andare alle sensazioni che la lambivano i gemiti, aumentavano, le sembrava che non avesse voce le parole morivano in gola, godeva di lui della sua bocca.Ogni volta che un orgasmo lo assaliva, tentava di stringere le gambe per protrarre quel piacere ma lui non sembrava curasene e continuava a leccare succhiava avido, dove non aveva la lingua, teneva le dita alternava continuamente l'invasione della lingua con l'intrusione delle dita era spossata, comincio a implorarlo di slegarla gli chiedeva di scoparla non ne poteva più.Si sposto da lei, le bacio la bocca le sciolse le caviglie e le mani la prese di peso dallo sgabello e la distese sul divano. Si stese accanto a lei carezzandogli il viso e i capelli scompigliati, la bacio lentamente si spostò sopra entrò in lei, comincio a muoversi. La guardava, si avvicinava alla bocca soffocava i suoi gemiti con baci profondi un amplesso dolce in contrasto con quanto lei aveva appena vissuto su quello sgabello. Non si meravigliò mentre lo pensava, ogni cosa di lui era unica niente di prevedibile, si lasciò trasportare da quelle sensazioni gli stringeva le gambe intorno ai fianchi inarcava la schiena, le braccia intorno al collo per tenerlo il più possibile vicino... raggiunsero insieme il piacere rimanendo abbracciati ascoltando il rumore del mare che lambiva gli scogli dietro la barca, il vento era aumentato,rumoreggiava sbatteva le vele arrotolate contro l'albero ,avvolti da una piacevole quiete rimasero a lungo abbraciati cullati dai loro respiri.
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Un ticchettio d'orologio |
Post n°37 pubblicato il 01 Marzo 2010 da follediavoletta
Il movimento del treno cullava i suoi pensieri, tante volte aveva viaggiato in treno, questa volta non era solo un viaggio, era un irragionevole desiderio. Non sapeva davvero cosa l'avesse spinta ad accettare quel l'invito. Rifletteva sulla curiosità di scoprire quanto lui fosse simile a ciò che si era immaginata, in tutto questo tempo la loro conoscenza si era limitata allo scriversi, parlarsi al telefono e si erano visti in CAM. Costatare con mano quelle emozioni che la mettevano sottosopra ogni volta che solo pensava a lui, viverle in carne e ossa, ritrovarsi a chiedersi come poteva desiderare tanto un uomo come mai l'era capitato... La voce del controllore la scosse dai sui pensieri,l'uomo si affretto subito a scusarsi pensava che dormisse. Certo non poteva immaginare che dietro quell'aria distesa c'erano un garbuglio di emozioni e pensieri,e che il suo stare composta e assopita celava un animo in fermento agitato da sensazioni, attimi, lunghe attese.
Sguardi s'incrociano, le bocche si avvicinano respiri si confondono, le mani si cercano lui la sfiora leggermente la sua pelle vibra eccitata,lei gli sussurra ti desidero, toccandogli il torace si abbassa percorrendo il suo corpo con le labbra "Ti desidero", gli ripete sempre più sussurrato. Gioca con il suo corpo alza lo sguardo, le sue mani gli sfiorano i fianchi, le labbra sospirano sulla pelle calda di lui piano lo spinge verso il letto lo fa stendere lentamente gli sale sopra, si mette a cavalcioni un gesto veloce di lui gli strappa il perizoma che aveva ancora addosso,sorridendogli si sfila piano e poi gli cattura le mani con le sue sopra la testa e inizia a muovere il bacino, occhi lucidi di desiderio sfacciati tengono testa al suo sguardo. Come d'accordo preso una volta nei pressi della stazione ognuno per la sua strada, non amava i saluti e aspettare il treno con lui affianco non le sarebbe piaciuto, portava il suo odore addosso, aveva tra le gambe la sua saliva mista ai suoi umori al suo seme voleva tenersi il calore del suo corpo addosso fin quando le fosse possibile tenere il ricordo del contatto. Sali sul treno un ultimo sguardo alla stazione e vide che lui non aveva mantenuto il patto era lì la guardava il loro sguardi s'incrociavano di nuovo mentre il treno lasciava la stazione ...
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Post n°36 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da follediavoletta
Ho dato adito di attraversarmi l'anima di entrare e restarci di trovare il nascondiglio di ogni mio groviglio libero arbitrio lascio al mio intimo desiderio volerne di più non poterci rinunciare qualcosa di prezioso non descrivibile attende la sua massima espressione circondato da complici attenzione dedite a serbare ogni sensazione come in un archivio invisibile posto dentro di noi ritrovo ogni piccolo particolare |
Post n°35 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da follediavoletta
Mattinata gelida seduta su un masso osservo il volo lineare dei gabbiani il loro sfiorare la fredda acqua immobile ...i pensieri vagano per i fatti loro, aspiro un'altra boccata di fumo sto per andar via quando la mia attenzione è catturata da una donna che è arrivata raggiunta la riva si ferma davanti all'acqua che quasi le sfiora i piedi. |
Post n°34 pubblicato il 16 Novembre 2009 da follediavoletta
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Inviato da: ursblanche
il 02/02/2010 alle 17:42
Inviato da: piccoloebello1
il 01/02/2010 alle 13:21
Inviato da: omny6
il 06/11/2009 alle 13:38
Inviato da: Nemesi75
il 31/08/2009 alle 23:59
Inviato da: pgmma
il 28/08/2009 alle 14:56