Creato da follediavoletta il 26/06/2009

i miei racconti

Scrivo questa è la mia passione nessuno legge mai i miei racconti,così ho deciso di scriverli qui. Ma non mi ritengo una scrittrice,quindi quando leggerete ,siate clementi con le critiche

CITAZIONI

Il vero piacere
è legato alla nostra storia personale
 e diventa tanto più raggiungibile
 quanto più il nostro senso di libertà cresce.

                               Willy Pasini 

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E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare.

                                 Anaïs Nin

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Gli amici rappresentano un mondo dentro di noi, un mondo che non sarebbe mai nato senza il loro arrivo, ed é solo grazie a questo incontro che tale nuovo mondo é nato.

                                 Anaïs Nin

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L'essere normale raggiunge la felicità e crede in essa, vi si aggrappa finchè non va davvero in pezzi, ma un essere anormale raggiunge solo una relativa felicità che è in continua fluttuazione.

                                 Anaïs Nin

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Riflettere è considerevolmente laborioso; ecco perché molta gente preferisce giudicare.

                                Josè Ortega 

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“INTERPRETE DI ME”

                                               Liberamente interpreto... me

 mille sfaccettature,

come riflessa in pezzi di uno specchio rotto.

in cui vedo la mia anima,

muta e felice scoprire

ogni dove dalla mente

al corpo,

senza remore solo emozioni

in un andare e venire restando

ferma. immobile, riflessa.


 

 

BACIO


 

il sottile piacere di un bacio
sfiorato a fior di labbra
poi più intenso.
 più profondo
tanto da non essere 
un bacio semplice 
ma un incontro d'anime.
 che ballano la stessa danza 
prima una di fronte l'altra 
poi una dentro l'altra.                  
 

 

 

 

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L'uomo

Post n°43 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da follediavoletta
 
Foto di follediavoletta


 

Quando attraversava il corridoio, non passava inosservato nonostante la moquette non desse possibilità di udire passi, lei si accorgeva che lui arrivava dal profumo che le inebriava le narici,fin dal primo giorno che l'aveva incontrato in ascensore ,quando i loro sguardi si erano immersi uno nell'altro per un attimo, era ossessivo  il pensiero di lui ,si era accorta del modo in cui lui la guardava ,come se volesse con il solo sguardo oltrepassare la divisa che indossava, il fortuito caso aveva voluto che alloggiasse proprio al suo piano lo vedeva spesso . Ogni volta che entrava nella sua camera sentiva il profumo che la invadeva aveva iniziato a fantasticare su chi fosse...e poi la fantasia le era sfuggita  di mano arrivando a  pensare al calore di un suo abbraccio a come sarebbe stato esser presa da lui.

 

Entrando ,si guardò in giro ,una camera ordinata da uomo meticoloso sulla mensola un libro di Grishman nessun altro oggetto personale in vista, leggermente fece scivolare l'anta dell'armadio scoprendo una fila di camice sulle grucce di nuovo più forte il profumo la rapì chiuse gli occhi portandosi al viso la manica di una camicia chiuse gli occhi aspirò le parve di arrivare a percepire oltre al profumo l'odore del corpo di lui quando riaprì gli occhi vide riflesso nello specchio lui che la guardava il suo sguardo diverso dagli  incontri del corridoio una luce calda lo illuminava,le sorrise lei si scostò dall'armadio senti il viso in fiamme, cercò parole di giustificazione ma non trovò altro che dire mi scusi torno dopo passandogli vicino si senti afferrare per il braccio una stretta forte che la fece fremere," non così di fretta signora  sono molto colpito dal fatto di non esserle indifferente" le disse, mentre gli stringeva le braccia intorno alla vita, lei ammutolita riusciva solo a fissarlo ,si ritrovò le labbra di lui avide sulle sue senza nemmeno poter proferir parola  il cervello in fiamme il corpo fremente si abbandonò a quel bacio incurante del resto ....

 

Continuava a baciarla sentiva le mani che intrufolatosi tra i bottoni le accarezzavano i seni quando si strinse ancora senti il suo membro premerle sulla gamba le sbottonò la divisa la fece scivolare giù quando vide le calze autoreggenti e l'intimo che indossava sorrise

 

Lei alzo il sopracciglio ricambiò il sorriso e gli sbottonò piano la camicia la tolse e accarezzò il suo petto con le dita e con le labbra si abbasso gli slacciò le scarpe gliele tolse lo liberò di ogni cosa celasse la sua pelle ,repentino lui una volta nudo afferrò il filo del perizoma tirandolo le sfregava il clitoride poi con un gesto veloce lo strappò la liberò del reggiseno le lascio solo le scarpe e le calze la guidò verso la poltrona la fece sedere sul bordo s'inginocchiò e prese a leccarla piano, la lingua completamente aperta le sfiorava la figa, assaporava gli umori che erano abbondanti lo desiderava era fremente sul bordo della poltrona la testa di lui fra le gambe la lingua leccava e penetrava ogni parte si soffermava  a succhiarle il clitoride vorace ritornava a invaderla dentro ancora si muoveva verso l'ano si teneva ai braccioli ansimava e gemeva era in estasi scossa da brividi in un susseguirsi di orgasmi  senza freno la lingua nell'ano le dita che spingevano dentro implorava d'esser presa lui gli portò le dita alle labbra lei le succhio erano intrise del suoi umori quando arrivò un altro orgasmo le morse , alzò la testa la guardò dicendogli :

 

"avida non aver fretta hai ancora tempo per godere..."

 

Quelle parole accelerarono i battiti...

 

 non si sposto continuò a leccarla

 

sembrava che le forze la abbandonavano ..chiuse gli occhi e si sporse ancora di più dalla poltrona fremeva gemeva scossa dal piacere che gli procurava la sua lingua affondata dentro..

 

 

 
 
 

Di notte

Post n°42 pubblicato il 17 Febbraio 2011 da follediavoletta

 

Son qui a scrivere di notte, sigaretta e caffè entrambi fumano,

 mi sembro quello della pubblicità ma non bevo decaffeinato, no proprio non rinuncio ai piaceri anche se fanno male e poi cavolo un caffè e caffè se gli togli la caffeina è come un uomo senza  palle,e diamine di decaffeinati  ne faccio volentieri  a meno

piove  adoro la pioggia m' immerge in quelle malinconiche riflessioni che ultimamente fanno compagnia alle mie giornate  .stavo leggendo un libro poi mi sono messa a riempire le pagine vuote alla fine con i miei pensieri ,come un adolescente che riempie il diario con scritte infantili i personalizzo i libri che leggo,e poi eccomi qui a battere sui tasti mettendo in fila ben poco dei miei pensieri aprendo  per chi legge un piccolo spiraglio su chi scrive

 

 

 
 
 

Re Coglione

Post n°41 pubblicato il 25 Maggio 2010 da follediavoletta

 

Quella che andrò a raccontarvi ora è la mesta storia del Re coglione che all'origine portava un altro nome. Senza pensar di farne vilipendio o vile pegno di quello stemma infausto che sventola sulla sua testa cercherò di narrarne una trama onesta. La corte intera gli faceva festa a ogni cantone ma varcato che ne ebbe il suo portone tutti gridavano ma che coglione! A chiamarlo con tal nome, la reale corte e sin la plebe ne era avvezza, non solo per quella forma strana che il re ne aveva in testa. Così ovunque lo si appellava nonostante il re coglione di chissà quali poteri si vantava e, ignaro della beffa che si consumava a manca e a destra, continuava a credere di essere un re glorioso e di poter aver gran fama mentre di bocca in bocca si spargeva la sua infamia. Più passava il tempo, più egli se ne convinceva poiché nessuno mai glielo diceva, nemmeno di quel nome per cui era noto e vi assicuro non a torto!
In moglie aveva una regina di vedute strette e sedere largo che se davvero fosse stata dama lo sarebbe per la sua forma quadra! Tal regina ebbe in dono dalla sua fava madrina una bacchetta con la quale al re batteva in testa per asservirlo ad ogni suo volere levandogli di botto ogni potere ma per non fargli intendere la cosa alle botte ne alternava la carota che un dì scomparve misteriosamente.
Che fine fece la carota? Chiedetelo alla regina quando si siede storta!
Girava il re coglione dentro la sua carrozza che era di un colore assai bizzarro similmente ad un verde catarro e il popolo a gridare che tamarro! Passando col suo carrozzone gonfiava la coda come un pavone convinto di aver scelto un bel colore e destarne a corte l'ammirazione e triplicavano le risa alle sue spalle che anche a lui gliene dicevano di balle!
Che bel colore oh mio signore la sua carrozza! ! Diceva il ciambellano fingendo di invidiarne quella scorza che dal verde catarro cangiava in piscio di cozza! 
Ma che colore ha il piscio di cozza?

Spiacente non ne conosco la risposta!
Che a descriverne la tinta non son buona tanto orrenda era quella carriola! La peculiarità che il re coglione aveva era quella di credere di esser un uomo probo e onesto, saggio e tutto d'un pezzo ma la sua vera arte era di raccontarne tante e tutte balle grosse quali mai si videro fra le sue gambe e l'unico senso dell'onore era solo quello di un povero coglione! Mentiva su tutto e tutti senza alcun pudore persino sulla sua vita ne cantava di belle e buone, solo la regina non fiatava fingendo di credere ad ogni balla che sparava. Forse perché dentro lo compativa o forse perché fuori dal regno non usciva che diversamente ne avrebbe sentite troppe e anche sul suo conto se ne sparlava forte. Poiché il re coglione anche sulla regina ne diceva tante e brutte tutte quante! La regina dall'alto del suo dire la verità forse non volle mai sentire ma da tempo ormai sapeva che al suo fianco un re coglione aveva e soltanto con la sua fida amica diceva che il re non teneva manco una minchia!
Arrivò nel regno una gran dama nulla sapeva di questa sua fama e nel gran cuore che lei ne aveva del re coglione ne ebbe compassione.

 Sì, perché quel che non sapete, brava gente, è che il re come la vide di lei coltivò in segreto una passione!
E da quel dì la seguiva ovunque ella si trovava rincoglionendosi ad oltranza così da re coglione per variare lo si chiamò minchione!

 La dama che si rese conto di questa sua passione lo portò nel bosco a ballare una paranza con un seguito che fu da mal di panza! Sì, signori e signorine belle che di risate ve ne fareste a crepapelle se dovessi raccontarne la miseria che re coglione teneva fra le gambe!

Sarebbe caduta la sua boria se ne fosse descritta la piccola cicoria che di qualcuno si potrebbe chiamar pisello ma di lui neanche fagiolo di un baccello! La dama allora non proferì parola e finse di creder a ogni sua parola ma già da allora cominciò a riderne da sola del re coglione del baccello e della carriola!

Intanto già il popolo mormorava dei suoi segreti a corte, pare infatti che la regina ora lo menasse forte tanto che il nome coglione girava per tutte le porte e più il re pensava che lo si rispettasse meno la derisione lo lasciava... perché la finzione del rispetto a uno che nasce coglione non desta alcun sospetto!
Ma torniamo ora alla nostra dama che seguiva in ogni balla la sua trama.
Lo vide un giorno dietro un vetro nella sua regale camera con un capello che non era una corona, ma in cima aveva paglia oddio!

- si disse allora la dama; ma questo è un asino che raglia!

 E spaventata a tal cospetto, vide fondato ogni suo sospetto!
Ci vuole poco a indovinar l'intreccio di un re coglione vista la sua vera dimensione... Chi nasce servo non sarà mai padrone. E schiavo ne rimase nella sua testa che la gran dama aveva fatto fessa nell'illusione che di lui era innamorata persa! 
Privo sin dal principio di ogni sorta di potere ella lo prese clamorosamente per il sedere e con gesto svelto levato che gli ebbe quello scettro glielo infilò per bene nel di dietro! Che fine fece il re coglione?

Vi chiederete voi ed io narrando di rivelare mi diletto che non se lo levò mai più dal posteriore per quanto camminasse da signore...

Bello dritto e fuori il petto ma della postura rigida ora ne sapete il suo segreto! 
Pare infine a che qualcuno intuendone l'arte nel recitar gli diede una piccola parte e se memoria nel dire non m'inganna lo vidi con il solito capello fatto di paglia a muoversi in mezzo ad un campetto con un bastone a sostituire nel retro quello scettro... 
Ma che parte potrebbe fare un re coglione?

E in quale film averne fama?

 Nel mago di Oz signori e signore ebbene Si!

 Faceva lo spaventapassere ! Ahahah :-)

 

 

signori la morale è questa che chi nasce con tale testa coglione era e coglione resta!

Signore per voi un'altra morale: anche chi nasce dama resta tale!
Riferimenti a fatti, persone e coglioni vari non sono assolutamente casuali! 

 

 

 
 
 

La mostra

Post n°40 pubblicato il 29 Aprile 2010 da follediavoletta
 

 

La musica alla radio l'aveva svegliata come ogni mattina, dalla persiana socchiusa trapelava un raggio di sole che illuminava la testata del letto. Si stiracchiò nascose la testa sotto il cuscino, non doveva lavorare aveva dimenticato di staccare l'allarme della radiosveglia, ormai ogni tentativo di riaddormentarsi era inutile si alzo preparò il caffè e portandosi dietro la tazza fumante apri l'acqua della doccia mentre era sotto il getto d'acqua calda, si ricordò dell'invito che aveva ricevuto giorni fa, era per quel pomeriggio, una mostra fotografica chissà chi tra le sue conoscenze l'aveva spedito non c'era mittente.

Si vesti con cura cercò in giro per la casa il'invito, sembrava essersi volatilizzato poi lo trovò l'aveva lasciato in un libro, sorrise leggendolo..." fermo immagine di vita" questo il titolo della mostra, il nome del fotografo non gli diceva niente, continuava a pensare chi l'avesse invitata ma non gli venne in mente nessuno. Uscì per un giro di shopping, un panino veloce in centro era una bella giornata non aveva voglia di starsene in casa e protarse il giro fino all'ora della mostra.

Arrivò alla mostra che era stata allestita in un'ex fonderia, le travi del soffitto lasciavano cadere fili d'acciaio quasi invisibili, alla base ad altezza d'uomo erano fissate le stampe tutte in bianco e nero con sfumature di grigi molto particolari.

Girò per la sala silenziosa osservando le foto in giro nessun faccia conosciuta fra i pochi presenti, le foto ritraevano immagini di donne alcune erano dei nudi artistici paesaggi e vecchi edifici a un tratto si paralizzò davanti ad una foto che ritraeva una donna in un letto il lenzuolo tenuto all'altezza del seno occhi felici sorridenti continuò a fissare quella foto fin quando la sua mente non accettò di ammettere che era lei.

Si appoggio alla parete si guardò in giro come a verificare se qualcun altro nella sala stesse guardando quella foto.

 Lei ritratta quindici anni prima non riusciva a crederci, non si capacitava come quella foto fosse finita in una mostra e un fremito per il corpo le riportò alla mente lui Fez, passione giovanile cominciata e finita nel tempo di poche settimane ma tanto travolgente e coinvolgente da non poter mai evitare di confrontarlo con chiunque altro avesse frequentato dopo.

Si allontanò dalla foto, le aveva messo addosso ai fremiti, pensava com'era possibile, poi comincio a girare per la mostra chiese del fotografo le dissero che sarebbe arrivato a breve. Si finse interessata ad acquistare un'opera la fecero accomodare in una sala d'attesa. Che cosa avrebbe detto a quell'uomo pensò. Certo non se ne sarebbe andata senza portarsi via la sua foto e senza aver scoperto come l'avesse avuta. L'idea d'esser messa in mostra così nel suo intimo la disturbava l'attesa durò poco la porta si aprì si volto e quello che vide finì di sconvolgerla Fez era lui nonostante gli anni passati non poteva non riconoscerlo anche lui restò bloccato sulla porta per un attimo in silenzio poi si avvicinò e le sorrise.

Parlò per primo -"sei davvero tu non avrei sperato tanto dall'invito."

Lei trovò le parole. Le tremava persino la voce

-Allora sei stato tu ?certo ora è tutto chiaro adesso, volevi vedessi la foto?

-No, volevo vedere te, ti ho cercato sai ritrovarti non è stato facile

Poi la mostra nella tua città, ho trovato il modo per avvicinarti e farti una sorpresa spero gradita andiamo vieni.

La invitò ad andare con lui una passeggiata voleva parlargli le chiese di aspettarlo doveva solo sbrigare una cosa quando tornò, aveva una cornice impacchettata.

- è giusto che ora la tenga tu. Le disse

Uscirono dalla fonderia attraversarono il giardino che li portava al parcheggio e salirono sull'auto di lui, mentre guidava lei lo guardava. Non era cambiato il viso aveva maturato i tratti, sottili rughe segnavano gli occhi il fisico asciutto come anni fa il colore ambrato della pelle le mani lunghe e sottili. Chiuse gli occhi per un attimo sospirò il suo corpo ricordava quelle mani si senti attratta come allora quando era bastato uno sguardo a rivelargli quando lo desiderasse.

Gli raccontò che dopo esser ritornato nel suo paese aveva lavorato tanto ma non aveva mai abbandonato il suo amore per la fotografia. Così dopo tempo qualcuno l'aveva notato e così aveva iniziato a girare il mondo per le mostre fotografiche il ricordo di te gli disse non mi ha mai abbandonato nonostante gli anni e nuove storie sei sempre viva dentro di me e ogni tanto ripenso a se avessi accettato di venir via con me, oggi dove saremo.

Lei lo ascoltava in silenzio il suono della sua voce era molto sensuale...le chiese di lei poi sorrise dicendogli: dimenticavo che non ami parlare di te per tirarti fuori qualcosa ci voleva un bel lavoro persuasivo non sei cambiata i tuoi occhi la stessa luce.

 Per me sei ancora la stessa che mi diceva fai l'amore con me fallo adesso ricordi il luogo non faceva differenza eri davvero speciale.

Non credi che l'età possa avermi dato giudizio, che il tempo mi abbia cambiato, sono passati quindici anni. gli rispose lei.

Ti guardavo in quella sala, ero nascosto ti osservavo dalla telecamera di sorveglianza il tuo modo di camminare, il tuo sguardo quando hai visto la foto, ho zumato sul tuo viso non ho trattenuto l'emozione che mi ha dato vedere la tua espressione come allora bellissima e impertinente lo stupore, non riesci a nascondere quello che provi  ricordo ancora la tua freddezza nel dirmi che era solo sesso e che non avresti sconvolto la tua vista per quello.

Così ho sempre pensato a te, a cosa poteva essere se non fossi stato costretto ad andare via, se tu fossi venuta via con me, se e ma non portano lontano la vita è andata a vanti ma il destino ha voluto che venissi qua dov'eri te è stato un caso ma sapevo che vivevi qui e non potevo non rivederti.

Aveva parlato in fretta la voce calma, Così seppe anche lui in quest'anni l'aveva pensata strano che una storia così breve lasciasse segni per anni e rivedersi ora la faceva sentire confusa, quel desiderio riaffiorava in entrambi come se il tempo l'avesse tenuto serbato intatto.

Si fermarono in un ristorante mentre cenavano lui le sorrise dicendo è la prima volta che mangiamo insieme non abbiamo mai trovato il tempo se non per starcene rinchiusi da qualche parte.... La cena proseguì ricordando di loro poi l'argomento passò al presente e si ritrovarono a ridere e scherzare.  

Dopo la cena uscirono dal locale l'aria della sera le aveva dato un po' di sollievo, sentiva il calore invaderla ogni volta che lui la guardava o la sfiorava. Si fermarono al muretto del bel vedere la città illuminata e ancora in movimento nonostante l'ora tarda da lassù era stupenda. Gli si avvicinò la fisso negli occhi e la baciò rispose al bacio strinse le mani intorno alla sua vita e si rese conto che il tempo non aveva cancellato niente del ricordo di lui il bacio fu all'inizio tenero quasi sfiorato poi divenne irruento si senti spingere verso il muro stretta fra le sue braccia chiese solo che quella notte durasse il più possibile.

Si stacco, i suoi occhi riflettevano la luce della luna rimase a guardarlo in silenzio. Lui le sussurrò resta con me stanotte e le afferrò la mano si lascio guidare fino al suo albergo. Entrarono nella stanza appoggiò su una sedia il  ritratto e rimase ferma tutto era accaduto in fretta che non riusciva ancora a rendersi conto se fosse reale o solo frutto della sua immaginazione. Lui le cinse la vita, la guidò verso il letto la fece stendere le sfilò le scarpe continuava a guardarla. Si sbottonò la camicia e la lanciò via, le fece per avvicinarlo lui la trattenne sul materasso alzo il tallone allungo le mani sotto la gonna e sfilò una calza, la portò ai suoi polsi e li lego alla testata del letto, prese a sfilargli l'altra calza si abbasso per baciarla e lei capii che voleva bendarla fece resistenza, fammi guardare gli disse, no sussurro lui" dopo".  La bendò, dal sottile nylon della calza ora vedeva solo un fioco luccichio di luce e la sagoma di lui sfumata dal nero. Senti le dita di lui che sbottonavano la camicetta il tocco sulla pelle le procurava tremiti sentiva il suo respiro, la liberò del reggiseno le sfilò la gonna uno strappo secco e veloce la liberò del perizoma, percepì il respiro di lui sui seni le mani che li avvicinavano le dita che premevano i capezzoli. Le labbra percorrevano il ventre verso il basso senti la lingua sull'inguine poi le labbra e quando la punta della lingua le sfiorò il clitoride ebbe un fremito più forte. Le leccava gli umori che l'attesa gli aveva provocato, la testa di lui fra le gambe invadeva il suo corpo di un piacere immenso, i gemiti aumentarono inarco la testa indietro alzando un po' la schiena la lingua di lui la penetrava come un piccolo pene, scendeva giù lambiva l'ano ritornava dentro, nella stanza la sua voce smorzata dal piacere arrivò l'orgasmo, gridò strinse le gambe lui le riaprì e ricomincio, gli chiese di slegarla, lui la ignorò continuò, orgasmi di cui non teneva il conto arrivavano ormai non pensava più si lasciava trasportare dal piacere passivamente abbandonata a quella sublime tortura.

Un altro orgasmo e gridò di nuovo più forte lui si avvicinò all'orecchio le sussurrò mi sei mancata tanto ora solo tocco con mano quanto sei dentro di me.

La baciò un bacio profondo il suo sapore le  invase  bocca.

La slegò e la sbendò finì di spogliarsi ed entrò in lei con lo sguardo fisso nel suo, quando il piacere la portava a chiuderli lui le diceva guardami ....le mani appoggiate sul materasso si teneva alzato e la guardava i gemiti si confondevano e lui ogni volta le chiudeva la bocca con baci le succhiava la lingua insieme l'orgasmo furioso li prese rimasero attaccati stretti lui le carezzava i capelli scompigliati ripetendogli quanto fosse bella così.

Piano mentre lei era supina lui si mise su di lei senti il suo membro rinvigorito premere sulle natiche scivolò da sotto a lui e andò a succhiarlo discese con la lingua sui coglioni li succhiò forte mentre lo stringeva fra le mani senti il respiro di lui farsi più accelerato riprese il membro fra le labbra e iniziò a muoversi alternando movimenti lenti a movimenti veloci ogni alta che arrivava alla cappella alzava lo sguardo, mentre gli girava la lingua intorno lo guardava e lui gli diceva piccola strega.

Con la voce smorzata dal piacere continuò in quel modo fin quando senti il seme invadergli la bocca succhio ancora guardandolo gustandosi la visione del suo viso contratto dal piacere si sdraiò accanto a lui lo baciò ora lei dava a lui il suo sapore, uno accanto a l'altro riposarono senza parlare, non avevano da dire bruciate dalla passione le parole non uscivano bastavano gli sguardi che si scambiavano lo sfiorarsi così comunicavano.

 Si strinse di nuovo,  lei capi  portò la mano giù al membro le sorrise.

 non sei cambiato per niente in questo gli disse.

La volto di spalle e gli rispose straghetta non sembri dispiaciuta anzi.

Ora il membro premeva all''ano entro piano poi affondò il ritmo si fece veloce le mise una mano sotto la pancia e la spinse ad alzarla dal letto, le teneva i fianchi e si spingeva dentro sempre più, spostò una mano la attorciglio nei capelli e fece in modo che lei lo guardasse spinse ancora di più non riusciva a reggersi bene se non la tenesse lui sarebbe scivolata via godevano insieme il piacere aumentava sentiva i suoi umori scivolarle lungo le gambe quando il ritmo si fece quasi violentò arrivò l'orgasmo grida gemiti si confusero si rilasciò su di lei e la baciò sfiniti ormai furono vinti dal sonno .............

Quando lei Apri gli occhi il sole era alto si guardò intorno vide il suo ritratto sulla sedia senti scorrere l'acqua in bagno la mente realizzò dove fosse ripensò alla notte passata, come un automa si rivesti prese un rossetto dalla borsa e sullo specchio dell'entrata scrisse Addio prese il ritratto le sue cose e uscì.

Camminò parecchio prima di prendere un taxi per andare a recuperare la sua macchina addosso ancora il suo odore.

Uscito dal bagno, vide il letto vuoto si guardò intorno, il ritratto non c'era più capì prima ancora di leggere sullo specchio, pensò che davvero non fosse cambiata, non si poteva tenere legata a meno di non legarla davvero.

 

 

 
 
 

Raccontando

Post n°39 pubblicato il 06 Marzo 2010 da follediavoletta

Quel giorno decise di prolungare la sua passeggiata, si diresse verso la banchina, deserta a quell'ora del mattino soffiava un venticello freddo, le sferzava il viso scompigliandole i capelli.I profumi dell'imminente primavera venivano dalla pineta, misti all'odore di terra bagnata, un gabbiano le volò accanto, sorrise la mente corse a lui, a come le mancava il suo odore, il sapore dei suoi baci era passato del tempo continuava a sentirlo ma non c'era più stata occasione di rivedersi, la vita procedeva con i ritmi soliti. Vide una panchina si tolse la giacca, l'appoggio sopra la panchina si stese osservava il cielo limpido seguiva le evoluzioni dei gabbiani, il loro chiamarsi stridulo...intanto continui flash back invadevano i suoi pensieri.Scosse la testa non voleva pensarci non le piaceva sentirsi schiava di quella passione, sempre padrona di se stessa non aveva mai permesso di lasciarsi sopraffare dalle emozioni, chi la conosceva la definiva misteriosa e fredda, non era un modo di fare ma solo un comodo modo per tenersi lontana dal dolore poche cose contavano nella sua vita e uno di questi era preservare se stessa aveva imparato a farlo presto e aveva portato avanti la sua vita così.Il suo lato pubblico immacolato e irreprensibile, calcolatrice in ogni gesto ogni sguardo, il suo intimo solo suo, due facce della stessa medaglia che non potevano essere più diverse. Ora il terreno sotto i piedi le tremava non voleva ammetterlo a se stessa lui gli mancava, continuava assorta la sua passeggiata quando scorse un uomo che veniva verso da lei, continuò a camminare, solo quando fu più vicina, lo osservò bene, la camminata, i tratti si voltò intorno incredula pensava che la sua testa avesse creato un'illusione lui era lì, conosceva quel posto ma come poteva trovarsi lì nello stesso momento.Si avvicinò fermandosi a pochi passi  da lei, il suo pensiero, la sua ossessione si era materializzata lì, sorrise non poteva essere colta in fallo non voleva che lui s'accorgesse di quanto era debole di quanto era dipendente di quella passione smodata che aveva per lui.Vane eresie lui lo sapeva lo sentiva se ne cibava, come lei si sfamava della sua ossessione.Parlò per prima doveva spezzare la tensione "come mai qui?" gli chiese.

La sua risposta fu banale, ma la colpì come una fiammata.

Sai perchè sono qui... per te!

Un brivido le attraversò la schiena, un crampo all'inguine, il suo corpo ricordava quelle mani il suo essere straordinariamente passionale spregiudicato.Si avvicinò, la mano sul collo, le dita sfioravano il viso non parlava la guardava era una sfida sapeva quanto lei era debole davanti al suo sguardo. Infatti, lei non resisté molto, si mosse per baciarlo lui le tenne i polsi la fermò, continuando a sostenere il suo sguardo poi fulmineo la attirò a se e la bacio, un bacio dolce, lentamente le lambiva le labbra la strinse forteLei avrebbe voluto entrargli nella mente, capire cosa pensava in quel momento se avesse capito che si era messa sulla difensiva i se le affollavano la mente, furono spazzati via velocemente da quel bacio, ora non le importava ne come ne perché era lì, bastava che ci fosseLe prese la mano, e parlandogli all'orecchio le sussurrò vieni con me in quella barca non posso aspettare di arrivare in albergo, si guardò in torno la spiaggia deserta da lontano un uomo con il cane tropo lontano per poterli vedere, vicino alla banchisa piccoli scafi in rimessa intorno solo il fruscio del vento, la risacca delle onde del mare.Non fece resistenza si lasciò condurre fino alla barca, la porta della cabina era aperta. Entrarono si guardarono intorno, un ambiente spartano, il pannello dei comandi, attrezzi e un divanetto logoro un tavolo, lo vide armeggiare con le tende fece il giro, le chiuse tutte tranne quelle che davano sul mare, girava per la cabina, cercava qualcosa quando vide cosa aveva in mano capì, tremo di desiderio quando si avvicinò a lei, in mano aveva delle corde le sfiorò le labbra .

 Sorrise annuendo, prese a spogliarla velocemente, gli sfilo l'abitino si fermò a guardarla in sottoveste, compiaciuto, si abbasso con le mani fece scivolar via il panty di pizzo, si alzo gli slaccio il reggiseno lasciandoli libero il seno e abbasso le spalline in modo che fuoriuscisse dalla scollatura della sottoveste. Si spostò per guardarla meglio, le disse "sei terribilmente provocante così". Si passo la mano sulla patta del pantalone evidenziando il gonfiore che c'era, un brivido lungo la schiena la scosse. La fece avvicinare al timone le lego i polsi dietro la schiena e poi al timone, le portò uno sgabello si sedette sopra appoggio le mani sui ginocchi le allargo le gambe e lego le caviglie allo sgabello tutto il suo preparare le aveva messo addosso una frenesia sentiva gli umori colarle era seduta sull'orlo dello sgabello si sentiva in bilico non sapeva cosa avesse in mente.La cosa la eccitava gonfia ed ebbra di piacere aspettava, lo guardava mentre si spogliava senza fretta, seguiva i movimenti del suo corpo mentre si liberava dei vestiti, lui seguiva il suo sguardo rimase nudo davanti a lei il suo sguardo cadde sul membro eretto poteva immaginarne il calore, il palpitare.Il fuoco di quel desiderio ardeva costantemente e bastava un suo respiro per farlo diventare un incendio, fiamme lambivano le sue tempie, quando si sarebbe avvicinato, si chiedeva.Contemporaneamente ai suoi pensieri si avvicino le baciò le labbra, poi scese sul collo si soffermò all'incanalatura fra i seni la lingua scivolava succhiò un capezzolo poi lo strinse tra i denti, lei si mosse abbasso la testa per raggiungere la sua. Lui la guardo e le impose di rimanere ferma. Continuò a scendere con le labbra che sfioravano al pelle, arrivò all'inguine comincio a baciarla all'interno delle cosce sentiva il suo respiro tra le gambe ma lui volutamente ci girava intorno. Cominciò a fremere ma nella posizione in cui era, non poteva muoversi ... aspetti? gli disse. Lui ignorò le sue parole continuò a leccarle l'interno coscia facendo in modo che il desiderio aumentasse si propagasse poi, affondò il viso tra le gambe senti la lingua entrare e leccare i suoi umori gocciolanti ansimando tirò indietro la testa chiuse gli occhi si lascio andare alle sensazioni che la lambivano i gemiti, aumentavano, le sembrava che non avesse voce le parole morivano in gola, godeva di lui della sua bocca.Ogni volta che un orgasmo lo assaliva, tentava di stringere le gambe per protrarre quel piacere ma lui non sembrava curasene e continuava a leccare succhiava avido, dove non aveva la lingua, teneva le dita alternava continuamente l'invasione della lingua con l'intrusione delle dita era spossata, comincio a implorarlo di slegarla gli chiedeva di scoparla non ne poteva più.Si sposto da lei, le bacio la bocca le sciolse le caviglie e le mani la prese di peso dallo sgabello e la distese sul divano. Si stese accanto a lei carezzandogli il viso e i capelli scompigliati, la bacio lentamente si spostò sopra entrò in lei, comincio a muoversi. La guardava, si avvicinava alla bocca soffocava i suoi gemiti con baci profondi un amplesso dolce in contrasto con quanto lei aveva appena vissuto su quello sgabello. Non si meravigliò mentre lo pensava, ogni cosa di lui era unica niente di prevedibile, si lasciò trasportare da quelle sensazioni gli stringeva le gambe intorno ai fianchi inarcava la schiena, le braccia intorno al collo per tenerlo il più possibile vicino... raggiunsero insieme il piacere rimanendo abbracciati ascoltando il rumore del mare che lambiva gli scogli dietro la barca, il vento era aumentato,rumoreggiava sbatteva le vele arrotolate contro l'albero ,avvolti da una piacevole quiete rimasero a lungo abbraciati cullati dai loro respiri.

 

 

 
 
 

Tic..Tac

Post n°38 pubblicato il 06 Marzo 2010 da follediavoletta
 
Tag: poesia

Un ticchettio d'orologio
segna il tempo che si consuma
ritmo caro è continuo quasi impercettibile.
quadri vestono le bianche pareti
colorano intimamente
fabbricano il sentirsi a casa
un libro socchiuso
metà da finire
attende d'esser letto
musica che accarezza le tempie stanche
dal troppo rimuginare
su stantie problematiche
occhi chiusi danno alla mente
viaggi empatici
sentire emozioni
latitanti nell'animo
cortecce assenti
mostrano il nudo legno
anime incomprese
mostrano la loro grandezza
a occhi sapienti

 
 
 

Desiderio

Post n°37 pubblicato il 01 Marzo 2010 da follediavoletta
Foto di follediavoletta

Il movimento del treno cullava i suoi pensieri, tante volte aveva viaggiato in treno, questa volta non era solo un viaggio, era un irragionevole  desiderio. Non sapeva davvero cosa l'avesse spinta ad accettare quel l'invito. Rifletteva sulla curiosità di scoprire quanto lui fosse simile a ciò che si era immaginata, in tutto questo tempo la loro conoscenza si era limitata allo scriversi, parlarsi al telefono e si erano visti in CAM. Costatare con mano quelle emozioni che la mettevano sottosopra ogni volta che solo pensava a lui, viverle in carne e ossa, ritrovarsi a chiedersi come poteva desiderare tanto un uomo come mai l'era capitato... La voce del controllore la scosse dai sui pensieri,l'uomo si affretto subito a scusarsi pensava che dormisse. Certo non poteva immaginare che dietro quell'aria distesa c'erano un garbuglio di emozioni e pensieri,e che il suo stare composta e assopita celava un animo in fermento agitato da sensazioni, attimi, lunghe attese.

 

Porse il biglietto al controllore frettolosa, voleva ritornare ai suoi pensieri, richiuse gli occhi, ricordava cosa si dicevano, le lunghe chiacchierate, il suo sorriso accattivante, la sua faccia da schiaffi,un uomo che riusciva a rendere ogni conversazione interessante di qualunque cosa si parlasse,che riusciva a farla ridere e soprattutto la sua mente l'aveva sedotta, aveva il potere di accrescere il desiderio  portarlo al limite dell'ossessione ,il desiderio di possesso era forte...non scemava, in tutto quel tempo niente aveva smosso quell'uomo dalla sua mente

 

La sua voce al telefono profonda calda...  il caro accento, sorrise ripensando a quando aveva cantato ....assorta ancora nel pensarlo si accorse che il treno rallentava, stava entrando in stazione si diresse verso la toilette, aveva le mani sudate le bagnò sotto l'acqua gelida, si schizzò un po' d'acqua in viso si guardò nello specchio sorridendosi e si preparò a scendere.

 

Era già allo sportello prima ancora che il treno si fermasse si resa conto che tremava l'agitazione l'aveva presa doveva tranquillizzarsi non voleva che niente avesse guastato quel momento, fece un rapido sospiro si guardò riflessa nel vetro, vide il suo sopracciglio destro alzarsi, segno che ciò che vedeva le garbava, si senti pronta e terribilmente eccitata l'umido nei suoi slip, lo diceva chiaramente.

 

Scese dal treno, sulla banchina si guardò intorno, il treno che aveva preso lui doveva già essere arrivato da un po', scrutò i visi dei passanti ma non lo vide.

 

Lui intanto da dietro una colonna la guardava, vedeva i suoi occhi cercarlo tra la gente, rimase immobile a fissarla. Quando la vide voltarsi verso di se si scostò da dietro la colonna, i loro sguardi s'incontrarono sul suo viso apparve un sorriso che lui avrebbe riconosciuto tra milioni, si mossero contemporaneamente una volta a pochi centimetri l'uno dall'altro si fermarono e continuarono a fissarsi nessuna parola usciva dalle loro labbra, complici uguali...celati ognuno nell'animo dell'altro.  Lei come per rendersi conto che fosse reale gli toccò il viso con le dita, quel gesto provoco in lui una scossa, le prese il polso la tiro verso di se e la baciò. Incuranti di tutto ciò che li circondava, si baciarono lì. Stretta contro la colonna dal corpo di lui, si lasciò andare a tutto il suo desiderio, troppo aveva atteso niente l'avrebbe fermata ricambiò il bacio con la stessa intensità.  Quando quel bacio tanto agognato li sfamò, si staccarono lentamente, le afferrò la mano e la condusse fuori dalla stazione. Mentre camminavano, parlavano, lui si fermò prese dalla tasca interna della giacca una piccola rosa blu ormai striminzita dalla loro stretta, gliela porse e gli sfiorò le labbra. Camminavano per il centro della città lei sentiva il desiderio impadronirsi dei suoi sensi, voleva quell'uomo che gli aveva invaso i sogni notte dopo notte. Entrarono in un vicolo si fermarono davanti ad una pensione, non c'erano parole da dire, i loro sguardi parlavano la stessa lingua. Dopo la registrazione salirono di corsa le scale che portavano alla loro camera, entrarono, i loro corpi si avvinghiarono ripresero a baciarsi ancora più intensamente. Quasi come se volessero entrare uno nell'altra attraverso le loro bocche, cosi le mani impazienti cominciarono a frugare sotto i vestiti, e le sue dita arrivarono nella fica calda e umida, lei senti il suo membro premerle contro. Dopo aver avuto quel contatto di pelle lui, la scosto, piano lentamente la frenesia che gli aveva colti rallentava diventando un desiderio vivido di cogliere ogni attimo di non sciupare niente. Comincio a slacciarle i bottoni della camicetta, la lascio scivolare sul pavimento appoggio le labbra sul seno e sbottonò la chiusura della gonna che cadde a terra lasciandola solo con l'intimo e le autoreggenti, si scostò la guardava il suo sguardo percorreva ogni centimetro di quella pelle desiderata ora, ne sentiva il profumo, il sapore l'aveva lì per se. Lei si avvicinò cominciò a spogliarlo lo portò verso il letto dopo avergli tolto la camicia, gli sfilò i pantaloni e l'intimo. Guardava voleva fissarlo nella mente il suo corpo memorizzarne i tratti.

 

 Sguardi s'incrociano, le bocche si avvicinano respiri si confondono, le mani si cercano lui la sfiora leggermente la sua pelle vibra eccitata,lei gli sussurra ti desidero, toccandogli il torace si abbassa percorrendo il suo corpo con le labbra "Ti desidero", gli ripete sempre più sussurrato. Gioca con il suo corpo alza lo sguardo, le sue mani gli sfiorano i fianchi, le labbra sospirano sulla pelle calda di lui piano lo spinge verso il letto lo fa stendere lentamente gli sale sopra, si mette a cavalcioni un gesto veloce di lui gli strappa il perizoma che aveva ancora addosso,sorridendogli si sfila piano e poi gli cattura le mani con le sue sopra la testa e inizia a muovere il bacino, occhi lucidi di desiderio sfacciati tengono testa al suo sguardo. 
I respiri si fanno più affannosi, i corpi si muovono all'unisono, i corpi si accarezzano. Scende lasciva la bocca ancora percorre il suo corpo inizia dalla guancia, passa all'orecchio al pomo d'Adamo alla gola i suoi fremiti la eccitano ancor di più, arriva ai capezzoli, li cattura, prima uno poi l'altro, li mordicchia, li aspira, li succhia con voracità e il suo respiro si fa più pesante, il suo torace si alza e si abbassa con più decisione, le labbra del suo sesso umido e caldo avvolgono delicatamente il membro duro non è ancora dentro di lei fa scivolare l'umido tempio sul membro, gli piace sentirlo sotto di se, preso da lei.
Improvvisamente con un colpo di reni fa forza; inverte le parti, la rigira sulla schiena Allarga le gambe invitante, lo desidera, vuole accoglierlo dentro di se gli mostra sfacciatamente il tempio da invadere il volto illuminato da una brama, godere delle intense emozioni che gli da. Inizia ad accarezzare il suo corpo con la bocca, cattura con le mani i seni gonfi ed eccitati, li palpeggia con cura, con dolcezza, ma anche con decisione li stringe strizzando tra le dita i capezzoli li cattura con piccoli morsi, li bagna con piccoli colpetti di lingua la sua pelle calda e sudata aspetta, desidera, anela... si guardano la stanza pregna dei loro odori, i respiri si fanno più corti, gli aliti si fondono. Entra improvvisamente e i bacini si muovono come un unico corpo, insieme gridano - Ti voglio! Le unghie si ficcano nella carne di lui graffiano la schiena, non sente dolore, i corpi si muovano all'unisono selvaggiamente. Quando le bocche s'incontrano sembra vogliano sbranarsi, quando il piacere esplode contemporaneo le dita di lui sono morse. Si sposta da lei scende al suo tempio invaso dal proprio seme, lo lecca lo succhia, va a baciarla. Un misto di sapori si mescolano sulle labbra riscende, la gira a pancia in giù mentre lei trattiene dentro le sensazioni appena vissute. Le morde i glutei, la lingua gli solletica l'ano lo lambisce lo succhia, sente che entra mentre le dita solleticano il clitoride immersa in quel turbinio di piacere avverte la pressione delle dita che entrano nell'ano, giocano violano. Affonda, il suo viso nel cuscino pervasa rapita, ormai non ragiona più, subisce il piacere come una tortura irrinunciabile. Sente che sta per arrivare un altro orgasmo il respiro affannoso sussurra mi fai impazzire poi solo gemiti che si susseguono riesce a girarsi al contrario e dirige le sue labbra sul membro un altro orgasmo serra le labbra lo succhia vorace poi scivola con la lingua sui coglioni li succhia tra le mani stringe il membro tornato duro e pulsante continua a succhiare mentre lui succhia la penetra con la lingua ingoia i suoi orgasmi .... Avvolge la mano nei capelli di lei, la allontana dal membro, lentamente la fa metter a carponi, la schiena piegata il viso sul materasso, lei si abbandona si lasci dirigere.  Ritorna a succhiarle l'ano, lei geme affonda ancor di più il viso nel materasso, le mani stringono il lenzuolo. Lo vuole dentro glielo sussurra... entra prendimi la voce le trema. Senza preavviso lui la penetra con foga, lei getta un grido, si è sentita lacerata il suo accarezzarle il clitoride i suoi colpi trasformano quel piccolo dolore in un intenso piacere che la scuote da dentro. Frasi oscene le scivolano dalle labbra. eccitano lui ancor di più aumentano il desiderio... i movimenti. Sente il suo membro contrarsi dentro pulsare sembra che gli raggiunge le viscere i coglioni gli sfiorano le natiche forte il piacere aumentano battiti e respiri sente il seme invaderla caldo depositarsi dentro di lei il corpo di lui scivola su di lei sente l'alito caldo prodotto dal respiro affannato sul suo collo si gira di lato per baciarlo, guarda il viso stravolto più bello che abbia mai visto e sorride.

Come d'accordo preso una volta nei pressi della stazione ognuno per la sua strada, non amava i saluti e aspettare il treno con lui affianco non le sarebbe piaciuto, portava il suo odore addosso, aveva tra le gambe la sua saliva mista ai suoi umori al suo seme voleva tenersi il calore del suo corpo addosso fin quando le fosse possibile tenere il ricordo del contatto.

Sali sul treno un ultimo sguardo alla stazione e vide che lui non aveva mantenuto il patto era lì la guardava il loro sguardi s'incrociavano di nuovo mentre il treno lasciava la stazione ...

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Libero arbitrio

Post n°36 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da follediavoletta

 

Ho dato adito  di attraversarmi l'anima 
di entrare e restarci
di trovare il nascondiglio 
di ogni mio groviglio
libero arbitrio
lascio
 al mio intimo desiderio
volerne di più
 non poterci rinunciare 
qualcosa di prezioso non descrivibile
attende la sua massima espressione 
circondato da complici attenzione 
dedite a serbare ogni sensazione 
come in un archivio invisibile 
posto dentro di noi
ritrovo ogni piccolo particolare

 
 
 

Intimità spiata

Post n°35 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da follediavoletta

 Mattinata gelida seduta su un masso osservo il volo lineare dei gabbiani il loro sfiorare la fredda acqua immobile ...i pensieri vagano per i fatti loro, aspiro un'altra boccata di fumo sto per andar via quando la mia attenzione è catturata da una donna che è arrivata raggiunta la riva si ferma davanti all'acqua che quasi le sfiora i piedi. 
Strano di solito questo luogo è deserto ecco perché l' ho scelto per il mio rito quotidiano, oggi invece sono in compagnia la guardo con la punta della scarpa gioca con la sabbia umida, non vedo il suo viso è di spalle mentre continuo a guardare nella sua direzione mi accorgo che si è voltata e guarda alla sua destra guardo anch'io una sagoma di un uomo si sta avvicinando verso di lei il suo viso che fin ora non avevo visto s'illumina con un sorriso ricambiato dall'uomo ormai vicino...le prende il mento con una mano lo alza e la bacia si abbracciano, penso che ormai sono di troppo, in quel posto prendo la strada del ritorno mi volto indietro e mi accorgo che la spiaggia è deserta la coppia è scomparsa alla mia vista attenta a non scivolare tra le sterpaglie umide della pineta prendo l'auto e vado via...
Chissà perché il ricordo della coppia in spiaggia mi è in testa ancora stamattina, mentre guido verso quel posto mi chiedo saranno lì anche stamane, o è stata solo una coincidenza averli incontrati lì ieri?
Arrivo lei è già lì, preferisco non andare in spiaggia, la guardo fra i cespugli della pineta non si è accorta della mia presenza fuma nervosa si guarda in torno, mi tengo nascosta alla sua vista e continuo a guardarla ecco ora si volta guarda dall'altra parte lui è li sta avvicinando... stesso copione del giorno prima il bacio l'abbraccio, poi la prende per mano vengono verso di me fortunatamente non si accorgono della mia presenza tra le sterpaglie li vedo inoltrarsi nella pineta curiosa li seguo a distanza, Si fermano davanti ad un capanno per gli attrezzi, fatto di legno lui ha le chiavi apre il lucchetto la fa entrare dentro, ancora uno sguardo intorno e poi entra anche lui.
Comincio a dirmi che ho esagerato a seguirli certo che posto inconsueto per un incontro hanno scelto, la curiosità vince sul buon senso mi dirigo silenziosa verso il capanno gli giro intorno cercando uno spiraglio da dove guardare l'interno un buco tra le assi di legno mi permette ciò, li vedo mentre si baciano lui la tiene stretta le braccia quelle lei sono abbandonate sui fianchi come se fosse totalmente soggiogata dai sensi. 
Si scostano lui le sfila il cappotto e toglie il suo soprabito le accarezza i capelli le sfiora il viso si fissano non staccano gli occhi dai i loro visi, la dolcezza di quei gesti vienetramutata in brama quando lui tenendoli la testa la fa abbassare, lei gli apre i pantaloni comincia a succhiargli i coglioni stringendo in mano il membro le mani di lui intrecciate nei capelli la dirigono nei movimenti c'è una tensione forte fra loro sono come rapiti una dall'altro non gli interessa ciò che li circonda la freddezza sterile di quel luogo non la vedono, solo appagare il desiderio gli interessa, si cercano con le mani le labbra... i corpi sembrano affamati si stringono li vedo strofinarsi ansimanti come serpenti in una danza d'amore, si staccano solo quando lui la fa voltare le sistema le mani su un ripiano tra cianfrusaglie le alza la gonna gli sposta il perizoma di lato e la penetra un unico lento colpo assestato profondamente sento i gemiti di lei mentre i movimenti diventano penetrazioni lente e profonde miste ad altre rapide e appena accennate i loro respiri accelerano i gemiti si confondono mentre il ritmo diventa regolare fino all'orgasmo di lei che si palesa con un grido soffocato dalle mani di lui che le coprono la bocca, gli morde le dita mentre lui continua a muoversi dentro ancora forte per poi scivolare fuori bagnato dal piacere di lei... si porta verso l'incavo posteriore più stretto pronto a possederla analmente lei sempre nella stessa posizione muove le natiche per facilitare l'entrata, mugolii di piacere emette mentre la cappella gli entra nell'ano ...quando è dentro lei abbassa la schiena è quasi piegata su se stessa mentre lui la possiede piano accompagnando i suoi movimenti solleticandole il clitoride con le dita o penetrandole la fica, altri intensi orgasmi la scuotono, ormai ha il viso stravolto i capelli scompigliati e una luce di piacere negli occhi, riesco a vederli quando lei si volta di lato per poterlo guardare intanto lui sfila il suo membro dopo averle procurato ancora un altro orgasmo le solleva il volto le dita gli sfiorano le labbra il viso di nuovo quella dolcezza nelle carezze e di nuovo lascivo le spinge la testa in basso verso il suo membro ancora in erezione la bocca di lei si avvicina, inizia a leccarlo a baciarlo a succhiarlo avidamente fino a quando non viene invasa da fiotti di piacere che succhia avidamente fino al culmine, assaporandone ogni goccia leccandosi infine anche le labbra con uno sguardo intenso e lussurioso...lui la fa alzare le bacia le labbra le succhia la lingua con la stessa avidità con cui lei gli aveva succhiato il membro ...stanno per ricomporsi ...
Mi allontano silenziosamente ho spiato la loro intimità e la cosa mi ha infiammato il cervello ora è tempo che li lasci soli. 

 
 
 

....

Post n°34 pubblicato il 16 Novembre 2009 da follediavoletta

 
 
 
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