Il profumo di erba bagnata svegliò Leprotto; era accoccolato nella sua tana, tranquillo, felice e stranamente comodo.
C'era molto spazio intorno a lui, ispezionò il circondario ... era solo.
Papà e mamma leprotto insieme ai due suoi fratelli leprottino e leprottina erano di sicuro già fuori.
Il pensiero tornò ai continui rimbrotti di mamma leprotta.
"Sei sempre l'ultimo a svegliarti ed alzarti, sei troppo pigro, prima o poi ti capiterà di restare solo nella tana ."
La mamma glielo aveva ripetuto tante volte, oggi era successo.
"Oddio il giorno del cambio !!".
Leprotto trasalì quando si ricordò del monito della sera prima dei genitori.
"Domani è il giorno del cambio ragazzi, sveglia all'alba, il cammino è lungo."
Ed invece il sole era già alto e splendente e lui era ancora lì.
Saltò fuori dalla tana, con il cuore che gli batteva forte.
Girò più volte la testa cercando il gruppetto, ma non lo vide.
"OK, sò la strada ... forse ce la faccio a raggiungerli !!"
Il cambio consisteva nel trasloco; la tana era già pronta nel Bosco dalla Radura Gialla, un luogo più sicuro in cui passare la bella stagione, lontano dalle trebbiatrici, dai cani e soprattutto dalle canne tonanti dei cacciatori.
Certo mettersi in marcia ora con il sole alto era pericoloso, faceva caldo ed era facile fare brutti incontri.
Ma Leprotto era intenzionato a raggiungere la sua famiglia e già sentiva le sue orecchie martoriate dai rimproveri della mamma.
Superò la fila di salici, a destra la piana dei papaveri a sinistra il prato di girasoli.
Meglio il prato, si allunga un pò ma i fiori sono più alti e la zona è meno battuta.
Una corsa a perdifiato per attraversare il prato, sembrava non finire mai.
Cuore in gola e fiato corto aveva Leprotto quando, superati i girasoli si trovò a ridosso degli alberi di melograno.
Cercò quello dal tronco spaccato, da lì diritto fino al Fosso dei tre Massi, dove tre pietre sistemate in mezzo all'acqua offrivano un comodo guado.
Dall'altra parte il Bosco dalla Radura Gialla, il fiumiciattolo divideva le coltivazioni dal bosco.
Appena arrivò ai bordi, si accorse che il rigagnolo d'acqua era ingrossato dalle recenti piogge.
Era profondo, impetuoso e non offriva che la pietra centrale come appoggio.
"Basterà un pò di rincorsa, un salto fino a quel masso e poi da lì un'altro fino alla riva dall'altra parte, cosa sarà mai in fondo ! " pensò Leprotto per farsi coraggio.
Così pensò e così fece, qualche passo indietro per prendere la rincorsa e caricare bene le zampe posteriori ed ... ooop, atterrò prorio al centro del masso in mezzo al torrente.
"Più facile di quanto pensassi" questo stava pensando mentre apprestandosi al salto seguente scorse una canna tonante arrivare.
Si acquattò sul masso quanto più possibile per non farsi notare, ma il cacciatore lo vide subito.
Leprotto cercò intorno a lui una via di fuga, ma il torrente era troppo impetuoso, non ce l'avrebbe fatta a salvarsi buttandosi in acqua.
Intanto il cacciatore aveva imbracciato il fucile e stava mirando.
Leprotto allora chiuse gli occhi e spiccò il salto più lungo che poteva cercando di tornare indietro, ma fatto senza rincorsa risultò troppo corto.
Atterrò su uno spezzone di tronco in balia della corrente che lo stava trascinando a valle, e proprio in quel momento prese a girare in una serie interminabile di vorticosi mulinelli.
Ed anche il modo attorno a Leprotto cominciò a girare, mentre il cacciatore, il cielo ed il Bosco dalla Radura Gialla si allontanavano velocemente dal suo respiro affannoso ... dal suo cuore che sembrava volergli uscire dal petto e ... dai suoi occhi sempre più srganati.
Il Bosco dalla Radura Gialla un riflessodigitale di Lauro
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