Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Arabesque

Post n°99 pubblicato il 08 Novembre 2007 da lauro_58
 
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“Dì la verità, sei sicuro di non aver dimenticato nulla?”
“Ho dimenticato parecchio, quasi tutto direi. D'altronde non si può trattenere acqua in uno scolapasta, ed io sento vivo il senso inesorabile dello scivolare via.”
“Penso che tu ti stia sedendo sulle parole, te ne accorgi?”
“Sedendo sulle parole? Forse … a meno che ciò non presupponga una sedia. Perché la parola “sedia” non mi piace, è sinonimo di staticità! A me invece piacerebbe sedere sul bordo dell’orizzonte, che si riesce sempre solo a vedere e non si raggiunge mai,  oppure dietro lo specchio che riflette l’immagine che gli si disegna davanti come una domanda … sempre, e mai che dia una risposta.”
“Eppure dovresti saperlo quanto sia difficile scorgere le cose, viviamo ai bordi spesso, troppo spesso.”
“Già scorgerle … e trattenerle. Non per sempre, almeno il tempo necessario per percepirne il tocco leggero come un’intenzione di carezza fatta con le punta delle dita. Ma sono brezze leggere e sfuggono rapide.”
“Ed allora cosa intendi fare?”
“Non so, magari provare ad ascoltare. Svoutare tutto ed ascoltare che so … il silenzio. E’ molto rumoroso nel vuoto il silenzio. Poi magari potrei provare ad inseguire la brezza e nuotare nell’acqua invece di trattenerla, sperando che non sia il solito riflesso traverso, capace soltando di farti sprofondare nel salmastro melmoso.”

Arabesque è un riflessodigitale di Lauro

 
 
 
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