Creato da lauro_58 il 10/11/2006

Next 2.0

A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

« FiumeSe tutto ha un senso ... »

Un miracolo del deserto

Post n°325 pubblicato il 08 Luglio 2013 da lauro_58

.

Dalla terrazza vedo il mare di notte. A piedi nudi sento le mattonelle di gres ancora calde di sole. E’ bello stare a piedi nudi . Quando ho le batterie scariche è come se il calore le rigenerasse un po’. Capita spesso che il giorno di festa dia fondo a tutto quello che ho. Forse la domenica è più facile raschiare il fondo, soprattutto se sono solo e il faccia a faccia con me stesso è simile allo sguardo che indugia sul panorama notturno sul lungomare. La costa puttana e puntiforme è bellissima ed è come se mi carezzasse senza rimorsi dopo avermi demolito.

Per certi versi, tutto sembra recuperabile, ancora in gioco.

Credo che fra le varie assuefazioni e callosità della vita, la consapevolezza di non saper più amare sia una specie di regalo. Amare è molto più importante che essere amati. E’ un diapason, una stella cadente strappata alla ragnatele della notte, è uno stato di grazia. Se non ami non ti scaldi e non scaldi nessuno. C’è poco da fare! Che poi la vita diventi una specie di gita fuori porta dai contorni malinconici, è una questione che non riguarda altri.

Probabilmente sono un uomo malinconico. Potrei levare il “probabilmente” e non direi nulla di sbagliato. Questa consapevolezza me la porto dietro da sempre. Non è una cosa negativa, anzi credo che la malinconia sia un fiore del giorno, uno stato di grazia. Personalmente le cose migliori le faccio nei momenti in cui si fa sentire di più. Un uomo malinconico in fondo cerca solo di amare e di farlo al meglio. Apre le sue porte insomma. Lo fa e basta, sapendo bene che amare non è un diritto, ne un conguaglio o un anticipo.

E’ una specie di miracolo del deserto.

Però un fiore del giorno e un miracolo del deserto non durano insieme. Ma non per sfortuna. E’ sempre così patetico piangere sull’impossibile. Bisogna essere calibrati sulla razionalità degli eventi per non perdere di vista l’orizzonte. Il deserto mi ha espropriato tutto, ogni angolo di prospettiva, ha sostituito il verde con la sabbia, le colline con le dune, eppure non ha mai intaccato la speranza. Vivere ed essere vitali sono cose ben diverse.

Stamattina ho ridato il pallone ad un ragazzino che sbagliando me lo aveva tirato addosso. Secondo me glielo ho reso con quel sorriso del cazzo che ogni tanto faccio e che detesto.  Al suo “Grazie signore” ho avuto un attimo di sbandamento. Mentre si allontanava il suo “Ciao signore” mi ha messo alle corde. Tutte le guerre condotte per una vita non mi impediscono ancora di commuovermi al riconoscimento della tenerezza. Anzi con il passare del tempo ne sono sempre più esposto.

Questo è il deserto. Questa la sua legge e il suo miracolo assieme. Un bambino ti ringrazia e tu speri che il suo sguardo non vada oltre la distesa di sabbia, ma che si fermi li, dentro i tuoi occhi.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/RiflessiDigitali/trackback.php?msg=12182672

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963