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Valandro/Kyenge

Post n°33 pubblicato il 14 Giugno 2013 da Risocita

Non c'è che dire: una manica di ipocriti da nord a sud della penisola, isole comprese, in particolare nel mondo delle caste, sottocaste, castine, castette e affini! Chi non ha pensato, in occasione dell'elezione della Kyenge al ministero per l'integrazione (non ce ne fossero stati abbastanza, ci hanno aggiunto anche questo, tanto per "risparmiare"), "come, una di colore" ops, scusi signora ministra "nera, all'integrazione?!", scagli la prima pietra. Un semplice stupore, nulla di che. Come ci si stupirebbe se in una famiglia autoctona venisse ospitato un caro amico straniero al quale venisse concesso di amministrare nuove regole di convivenza nel nucleo già formato.

Questo, a pelle, cioè finché non ha cominciato a parlare quando sarebbe stato meglio tacere, ed ha taciuto quando avrebbe dovuto parlare: "sono nera, non di colore, lo dico con fierezza"; al contrario, silenzio assoluto sul picconatore nero di Milano e sui "machetatori" altrettanto neri di Londra. Quella frase, se l'avesse pronunciata un italiano nei suoi confronti sarebbe stata condannata come oggi ci si crogiola a condannare la signora Valandro. Quella sua frase a noi è suonata irrispettosa e offensiva, signora Kyenge. Altrettanto offensivo abbiamo trovato il suo silenzio sui due casi citati. Forse non trovava argomentazioni per giustificare la mancanza di integrazione di gente addirittura nata in Europa?

Per concludere, ha pensato bene di lasciare intervenire un suo "gorilla" a frenare un leghista che voleva semplicemente stringerle la mano. Beh, questo non lascia ben pensare sulla tolleranza, l'umiltà, la modestia e la competenza che dovrebbero permeare la mente di una persona incaricata di amministrare l'integrazione razziale, ne converrà... o no?

E' così che dallo stupore si passa all'antipatia, poi al rifiuto, cara signora Kyenge. Nulla a che fare col colore della pelle e col pregiudizio... nostro.

Ora, non vorremmo essere presuntuosi più di quanto ci appaia lei, ma quanti dei cittadini italiani crede che la pensino così? Perché qualcuno ci sarà, creda. E se fossero qualche milione? Cadrebbero miseramente anche le difese d'ufficio della sua cara amica Boldrini. Perché non fare un bel referendum popolare come avvenuto in Svizzera di recente e mettere da parte le demagogie populiste a salvaguardia del buonismo unilaterale a tutti i costi?

E' per questa serie di cose che riteniamo i politici tutti una manica di ipocriti, chi per un motivo chi per altro. Tutti, perché tutti hanno avuto parole di spregio per la signora Valandro, persino i leghisti! Persino lei stessa, la colpevole, appena si son mosse le truppe punitive. Ribadiamo: chi è senza peccato, scagli la prima pietra.

Bene, signora Kyenge, non crede che fra amici, nei bar, nelle riunioni, possano essere usciti apprezzamenti molto peggiori nei suoi confronti. Noi sì. L'unica differenza sta nel fatto che la signora Valandro ha peccato di ingenuità nello sfogarsi su Facebook, in pubblico. Questa è la vera colpa della pasionaria leghista. Una colpa che fa ridere i polli, proprio per l'infantilismo dimostrato.

Il contenuto? Lo stupro? Beh, c'è di che preoccuparsi anche se le statistiche dicono che quelli compiuti da stranieri non superano il 10%. E' vero che la maggior parte avvengono fra le mura domestiche, ma se consideriamo che secondo i dati più recenti gli stupri in Italia ammontano a circa 6.000 l'anno, quel 10% corrisponde a 600. Non ne avevamo bisogno, grazie, e un atto d'ira all'accadimento che vedeva coinvolto un senegalese, può capitare a tutti. Evidentemente alla signora Valandro, no.

 
 
 
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