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L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

 

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Onore a Baby Ram. Da Cuore a Cuore.

Post n°216 pubblicato il 23 Novembre 2017 da RoHarLu

Tutti veniamo dalla stessa Fonte/Sorgente. Tutti siamo Uno.

È solo questione di ricordarlo, rimuovendo blocchi e impedimenti. E riconoscendo le azioni di chi, per disposizione diversa, vorrebbe portarci altrove, pur con il nostro benestare di un qualche genere.

Se questa è la premessa, la funzione di un presumibile maestro è solo quella di schiarire la strada e farla brillare. Di indicarla anche, seppur solo al limite.

Così, la sua presenza nella vita di chi ha scelto il percorso “devozionale”, potrebbe considerarsi molto condizionata, limitata, e, per certi rispetti, vincolata a quella specifica assistenza.

Tuttavia, per come le cose sono, e per come tendiamo a crearle, soprattutto quando in azione è il Cuore, il vincolo che si viene a creare  tra due esseri, entrambi straordinari, non può ridursi solo questo, e non può essere limitato al semplice approvvigionamento di una guida, o di un qualche tipo di navigatore. Perché fin da subito esso manifesta le proprietà di un’attenzione ai confini dell'assoluto per i soggetti coinvolti, per quanto in una estensione e valore tendenzialmente infiniti.

Così, nel tempo e nello spazio, sciolto un voto, un legame, espletata una mansione, non può non attivarsene un’altra. Immediatamente. Perché è lo stesso rapporto Creatore-Creatura, Creatore-Universo, ad assumere in un qualche senso, e più di uno, rilievo.

Quindi, il legame maestro-discepolo non avrà mai fine - perché, come fa a finire l'Amore? - rivivendo per sempre l’un essere nell’altro, al punto che si faticherà a rinvenire estremità, pur rimanendo operanti le relative svariate individualità.

Quando ho rinvenuto in me l’esigenza forte di cercare un maestro, è accaduto perché cercavo disperatamente e ostinatamente Dio, o, perlomeno, un Dio.

Così, per un qualche motivo, ho trovatoBaba. E, grazie a lui, nel ritrovare l’Amore, ho ricominciato la ricerca di Me stesso. E a ritrovare ciò che sempre sono stato.

A distanza di un qualche tempo, e di punti diversi di una ricerca che, so per certo, ma la cosa non mi spaventa, non finirà mai, le cose non sono più le stesse. E tutto ha un sapore universalmente diverso.

Non posso più cercare un Dio, e l’unica cosa che posso permettermi, all’attuale stato della mia conoscenza, è un Amico. Un Amico incorrotto. Perché, forse, è questo ciò che più mi preme ritrovare in me. L’Essere che onestamente sono. Fin dall’origine. E al di là di ogni sogno, ogni abbaglio, ogni inganno.

In quel particolare istante, Sai Baba ha rappresentato fisicamente ciò che il mio Se mentale/emozionale chiedeva e il mio Se Superiore aveva approvato per me. Ha interpretato quella parte, esprimendo esattamente ciò che mi serviva in quell'esclusivo tempo.

È difficile per noi, dal mondo dei nomi e delle forme, concentrarci sul “nulla”, sull’indifferenziato, su un Se superiore che non sappiamo, in questo piano illusorio che spinge alle smemoratezze, che tipo di fattezza possa effettivamente assumere.

Egli ne ha preso una per tutti – tutti quelli che così hanno scelto. Così, tutto sembrava, almeno per un qualche lampo, avere un senso.

Che era poi il senso di chi aveva intrapreso la via del ritorno.

Forse, solo forse, quando rivedrò Baba in Prema Sai, proverò un qualche tipo di angoscia. Perché il ricordo di Sai Baba, della sua forma, nell'illusione, mi farà rimpiangere per un momento il contatto con i suoi passati tratti, seppur intimamente conserverò l'imperativa certezza della sua sempiterna presenza.

Che poi è accaduto un po’ anche con lo stesso Baba, quando una parte di me rivoleva Shirdi, seppur la memoria fosse meno nitida.

Sono tranquillo però, perché tutto, sono sicuro, svanirà in un attimo, nel momento in cui il vortice dell’emozione fonderà il tutto in un’unica soluzione.

Sarà tutto diverso, certo. Ma il contatto con l'Essenza conserva sempre la delicata bontà della pienezza. Pur nell'illusione. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

 

Marius L.  

 
 
 
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