Creato da RoHarLu il 01/01/2012
L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

Messaggi di Febbraio 2019

Tutto è semplice nella Luce..

Post n°264 pubblicato il 23 Febbraio 2019 da RoHarLu

 

La nostra natura è Luce, perché la Luce è la prima rivelazione del Creatore.

La nostra natura è Amore, perché quest’ultimo rappresenta l’altro aspetto primario della Sorgente.

Noi siamo Vita, perché è così che chiamiamo la coscienza che si esprime.

Noi siamo Amore, e nessuno potrà mai convincerci del contrario, qualsiasi scelta dovessimo aver fatto, o faremo, per tutto il processo di esplosione/implosione della manifestazione.

Così, quando amiamo, in qualsiasi modo lo dovessimo fare, siamo più vicini al “ricordo” della nostra essenza originaria.

In rispettosa verità, Luce, Amore, Vita, sono pressoché sinonimi, stando ad indicare lo stesso Creatore nelle sue più semplici sembianze.

Quindi, in una qualche forma di concatenazione, il pensiero dell’Amore, e del Cuore che, nella dualità, ne costituisce l’ingresso principale, portano sempre alla genuinità.

Quando si ama tutto appare semplice. Non esistono ostacoli, non esistono complessità, non esistono impedimenti. Tutto diventa, in un attimo, facile.

Anche la vista si acutizza, e, da qualsiasi punto di osservazione dovessimo guardare la realtà che ci concerne, qualsiasi situazione si mostra in una chiarezza quasi disarmante.

A momenti, non riusciamo neanche a comprendere perché per gli altri non sia così trasparente ciò che si presenta, non sia così lineare ciò che si deve innestare, non sia così accessibile il sentiero da percorrere.

In verità, quando si ama, si ama e basta, e nessuna interferenza si frappone.

Per chi non è ancora al massimo del risveglio, per chi ha difficoltà di visione, per chi ha permesso un qualche tipo di appannamento della percezione, tutto questo è difficile da afferrare. Perché vuole “concretezza”, vuole “praticità”, vuole “toccare” con mano.

Il fatto è che la Luce, l’Amore, la Vita, sono le prime “concretezze” del Creatore, laddove l’oscurità, l’annebbiamento, rappresentano di quest’ultimo una sorta di anomalia.

Certo, quando si “accende” la Luce, dopo tempi di assenza, non tutto diventa magicamente facile. Solo diventa comprensibile, riconoscibile. Possiamo vedere le varie implicazioni, le varie sfaccettature dell’oggettività e dell’ambiente che ci circonda. Possiamo vedere dove è lindo e libero, e dove necessita di sgombero e chiarificazione. Possiamo vedere ciò che ci serve, e ciò che occlude la veduta o che interrompe lo spettacolo.

E, di conseguenza, possiamo scegliere. Nella piena libertà. Senza intermediari, senza  altri “eletti”. Solo secondo le nostre preferenze e  predilezioni.

Se ogni creazioni reca in se una qualche serie di “leggi” – e quella che sperimentiamo ha assunto come sue principali la risonanza, l’attrazione, e poche altre – sicuramente ha minime, o nessuna regola. A parte il non ferire, almeno su questo piano. Ma, in questo caso, è l’Amore che ce lo impone.

Perché c’è sempre il modo di fare le cose senza alcuna regola, poiché, come si diceva, quando si ama, tutto diventa talmente semplice che non rimane  posto per qualsiasi altro.  

Pertanto, l’augurio finale è che tutti possano infinitamente amare ed essere amati. Fino all’estremo margine dell’Universo.

E, nel compimento, senza esclusione alcuna.

 

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

Namasté!

 

 
 
 

Il Gioiello dell’Intimità...

Post n°263 pubblicato il 16 Febbraio 2019 da RoHarLu

Essendo la stessa sostanza del Creatore di tutte le cose, e Uno con lui, noi siamo a lui perfettamente concatenati, e, qualunque esperienza dovessimo mai vivere, qualsiasi illusione dovessimo mai abbracciare, questa connessione mai potrebbe venire meno.

Per logica conseguenza, essendo altresì lo stesso materiale di ogni cosa mai “creata”, condividendone origine e processo,  noi siamo esattamente legati a tutte le creature di tutti gli universi che mai siano venuti in essere in qualsiasi tempo, luogo, spazio, dimensione.

Vivendo il gioco della separazione, e dell’oblio di molti tempi, ci siamo sentiti sconnessi da ciò che era ed è, e sempre sarà, il nostro punto d'inizio, come da ogni altra cosa esistente.

Questa esperienza della dualità sta per avere, per questa parte di spazio, il suo compimento, e questo permetterà di riprenderci le connessioni apparentemente perdute, e tutte le nostre appartenenze.

Noi apparteniamo al Creatore, e il Creatore ci appartiene, e questa, oltre ad essere una grande verità, può essere il più grandioso dei sollievi nel nostro peregrinare lungo tracciati perigliosi e assai poco illuminati.

Quel senso di appartenenza che percepiamo, in modo più o meno forte, secondo il gradino conquistato nella scalinata che ci slancia verso il cielo, nei confronti del Creatore, è il medesimo che dovremmo, come per qualcuno accade, avvertire verso ogni essere della manifestazione.

Tuttavia, il ricordo non è ancora pienamente efficiente, così esso viene relegato a pochi aspetti della creazione, i soggetti a noi più vicini, spesso addirittura perche così è espresso e comandato dalla consapevolezza sociale, o le cose che ci appartengono.

Pian piano però, esso assume un significato più vivo nelle nostre realtà, estendendosi alle unità a noi più affini, ai componenti delle nostre famiglie d’anima, che istintivamente, o, per meglio precisare, intuitivamente, riconosciamo, alle nostre anime gemelle.

Certo, l’appartenenza di cui si parla, e che percepiamo come tale, ad esempio, come estremo, nelle relazioni romantiche verso le nostre anime gemelle, poco ha a che vedere con il “possesso” in senso stretto, atteso che, in modo molto naturale, tenderà sempre a garantire a qualsiasi vincolo e/o interazione dovessimo intraprendere o intrattenere, quella sfera di libertà, e conseguente sovranità, che rimane prerogativa di ogni ente per diritto di origine.

In effetti, in questi, come negli altri casi ai quali stiamo accostando il termine, ciò che veramente si “appartiene”, pur persistendo, come si diceva, la totalità del rispettivo potere, è il Cuore. Perché solo quest’ultimo è in grado di donarsi universalmente senza privarsi, e privare alcuno, del benché minimo lembo di autodeterminazione.  

È da quel senso di appartenenza al quale si accenna, che scaturisce poi quell’impressione di intimità che spesso, o quasi sempre, viene colto negli incontri tra elementi affini.

Per questo qualcuno arriva ad asserire che è specificità dell’essere “spirituali” il preferire l’intimità con altre forme di vita, ad altri profili di contatto, per così dire, più superficiali.

In verità, è l’aderenza al Cuore di un altro essere che automaticamente, nell’idea di esperimento unitivo che ne deriva, trascina amorevolmente verso l’intimità.

Cosa, in effetti, non esente da problemi, visto che l’esperienza, collocandosi già più al livello della psiche, o, addirittura della coscienza superiore, potrebbe non essere, di primo acchito, condivisa dai corpi “inferiori” [fisico, mentale, e (perfino) emozionale].

Pertanto, potremmo sentirci “intimi” con qualcuno, anche appena conosciuto, o addirittura con una nostra anima gemella, ma poco in “confidenza” con il suo corpo, la sua mente, le sue emozioni, seppure, in molti casi, soprattutto se entrambe le creature condividono un parificabile livello di crescita, il processo di avvicinamento potrebbe verificarsi in modo più rapido.     

Appunto per questo, dichiarare che l’essere per così dire spirituale preferisca l’intimità, non è in un certo senso perfetto, in quanto, semplicemente, in questi viventi il meccanismo funziona un po’ alla rovescia, secondo ciò che la consapevolezza sociale ha fatto ritenere giusto alle menti incarnate in questa estensione. Nel senso che il ricercatore di autenticità prima avverte l’intimità, quindi permette il resto, più spedito per alcuni, meno agile in altri, secondo le esperienze e i residui convincimenti di ciascuno.

In conclusione, l’augurio è che, nell’attesa di quell’Unità unica e sola che è sempre la compiuta verità, si possa essere quanto più “intimi” possibile con il [Primo] Creatore, e con la più grande frazione di creature che il nostro Cuore riesca a contenere.     

 

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

Namasté!

 
 
 

La Bellezza del Cuore..

Post n°262 pubblicato il 09 Febbraio 2019 da RoHarLu

L’energia è mutamento, trasmutazione, trasformazione. In tutte le direzioni e in nessuna.

Tutto muta davanti agli occhi del Creatore, indipendentemente dalla sua diretta volontà, seppur l’input iniziale gli appartenga indistintamente.

Tutto muta davanti ai nostri occhi, e ad ogni passo, ad ogni fase, ad ogni fotogramma, una parte di quel cambiamento ci appartiene. Indiscriminatamente.

Per il Creatore tutto è bellezza. Satcitananda, Verità [esistenza], Consapevolezza [coscienza], Bontà [beatitudine].

Tutto è bellezza, perché tutto è la sua creazione, anche quella indiretta, opera dei creatori da lui “innestati”.

Per qualche aspetto, questo vale anche per noi.

Seppur siamo intrinsecamente parte del Creatore, e uno con lui in verità, nell’ambito della co-creazione una parte del manifesto è a noi attribuibile. E, come madri - e padri - ci sentiamo profondamente connessi con quella parte, l’amiamo profondamente, e più di quanto a volte riusciamo ad immaginare, e più intensamente di quanto coscientemente riusciamo ad avvertire.

In effetti, l’Amore della creatura comincia probabilmente così, dai suoi piccoli “interventi” nel sistema complessivo delle cose generate. Amiamo i nostri figli perché sono parte di noi, evolvendo, pian piano, nell’amore verso i figli di tutti, perché, intimamente, cominciamo a sperimentare l’Amore di ogni madre. E così, in crescendo, con tutto ciò che “percepiamo” come “nostro”.

Si dice che la bellezza sia nel Cuore/Anima, e che si veda dagli occhi, che ne sono lo specchio. È certamente vero, per questa parte di spazio. Per questo tendiamo ad innamorarci così facilmente, nei modi più compositi, di chi ci permetta, anche solo un attimo, l’accesso alla propria anima. Ed è per questo che li troviamo così belli, che appaiono di così grandioso splendore ai nostri occhi e al nostro Cuore.

Ed è per questo che chi non ha ancora scelto la via del Cuore, non riesce a sostenere così facilmente lo sguardo di un essere che ha scelto la Luce, insieme alla via dell’apertura, della disponibilità, e della gentilezza.

Con il cambiamento in atto, cambiano anche gli atteggiamenti, le movenze, i comportamenti. E cambiano anche i termini con i quali tendiamo ad esprimerci.

La parola Amore, ad esempio, viene al momento considerata “banale”,  a tratti “eccessiva”, dalla gran parte degli esseri non ancora esattamente centrati.

Eppure, dovremmo saperlo, tutto è vibrazione. E una parola così impregnata di valore e significato, grazie anche a tutti gli esseri che glielo hanno infuso, non può che garantire frutti inimmaginabili, nel bene, nell’espansione, nell’unione, a tutto il mondo e a tutti gli esseri.

Se solo ne captassimo la dirompente efficacia, comprenderemmo immediatamente l’inevitabilità del suo impiego in ogni cosa che procreiamo e intraprendiamo, e con ogni essere con il quale abbiamo in un qualche modo a che fare. E con i nostri figli, perché possano espandersi quanto più possibile al ritmo di quella radiosa oscillazione.

Tra l’altro non diremmo mai una non verità, se questo ci dovesse intimorire, perché ogni cosa è Amore, e l’intera creazione appare intrisa d’Amore, e tenuta insieme da questo “collante” universale.

Anzi, lo dovremmo ripetere fin quasi all’eccesso, ai nostri partner, tutti i nostri partner, secondo le modalità di estrinsecazione preferite, perché sappiano che qualsiasi cosa riguardi in un qualche tempo le reciproche interazioni, abbia comunque lì, da quel sacro tremito, la sua origine, anche se, per qualche attimo, ha rischiato di perdersi.

Del resto, nulla è veramente perso nella creazione, e tutto è recuperabile nell’Amore. Anche se si dovesse iniziare di nuovo, indefinite volte.

Mai tuttavia, è necessario ricominciare da capo. Perché, basterà riappropriarsi di quel sussulto originario, e tutto riprenderà a distendersi in quel divino flusso.  E vedremo di nuovo i nostri compagni di Luce e d’anima, i nostri partner, le nostre creature, di una bellezza sulla quale sarà quasi impossibile trattenersi. Perché così coinvolgente da far fermare il nostro Cuore fisico, e fare teneramente venire meno tutte le nostre forze.          

 

Con tutto l’Amore del mondo, e con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

Namasté!

 
 
 

Quando l’Amore si esprime come Volontà..

Post n°261 pubblicato il 07 Febbraio 2019 da RoHarLu

Come recita la Legge dell’Uno, l’Amore è, insieme alla Luce, la prima “distorsione” del Creatore. Noi siamo quello stesso Amore, e portiamo dentro, in qualsiasi modo ci dovessimo raffigurare, un lampo di quell’originario Amore.

L’Amore impregna di se qualsiasi aspetto della manifestazione, e assicura la perfetta connessione di ogni ente, e di ogni realtà che giunga in un modo o in un altro, in un senso o in un altro, a rivelarsi dopo la comparsa dalla Fonte.

L’Amore si esprime in ogni essere, infinitamente, e con indefinite sfaccettature.

Anche in questo piano, non esiste vita che non racchiuda in se una certa quantità di Amore.

Ogni essere lo interpreterà poi nel modo in cui gli verrà meglio, o in quello che ha avuto modo di imparare, e, come si è detto già altre volte, può anche essere divertente vedere come preferirà palesarlo.

Se non abbiamo troppi preconcetti e pregiudizi a decidere per noi e la nostra vita, troveremo sicuramente interessante, e comunque istruttivo, contemplare le varie modalità espressive utilizzate. Che, scopriremo, saranno talmente tante da farci smettere, forse, di credere che non siamo amati solo perché l’oggetto della nostra attenzione dovesse assumere sistemi inevitabilmente e tendenzialmente unici.

In ogni caso, anche nei nostri corpi, dal fisico ai più sottili, le guaine che ci avvolgono, come in una qualche parte di spiritualità vengono intese, quell’Amore viene esposto in maniera differente.

Il corpo fisico lo esprime come attrazione, il corpo mentale come attaccamento, il corpo emozionale come coinvolgimento, il corpo intellettivo come volontà. Fino ad arrivare all’Unione del corpo animico.

È vero che nella dualità i “rivestimenti” cosiddetti inferiori – fisico, mentale, emozionale – sono normalmente preponderanti. Per tale motivo, qualcuno sarà portato a credere di amare pazzamente se solo già percepisca attrazione fisica, qualcun altro sfrenatamente, se dovesse provare un attaccamento smisurato, altro ancora appassionatamente, se dovesse avvertire una coinvolgente emozione.

Il fatto è che il corpo fisico è soggetto ad alti e bassi, anche repentini, determinati da chimica, anomalie, e multiformi irregolarità. La mente è anch’essa soggetta ad alti e bassi, oltre che, in forme degenerative, attraversata quasi senza tregua da dubbi, contraddizioni e titubanze. E così anche l’emozione.

In aggiunta, quegli stessi corpi neanche reggerebbero, come in effetti accade, una corrente vibratoria ininterrottamente elevata – e l’Amore, ai vari livelli, in ogni caso lo è. E questo genera a sua volta altri “bassi”, e indebolimento delle eccitazioni.

Inoltre, tutti i corpi sono in qualche modo collegati. E ciò che sperimenta uno può anche ripercuotersi, seppur in modo molto “personale”, negli altri.

In verità, è quando è interessato il corpo intellettivo, una sorta di psiche superiore, che l’Amore entra a gradi di formulazione più stabili e armoniche, e, presentandosi come Volontà, offre anche maggiori garanzie di attendibilità, continuità e tranquillità, riuscendo altresì a penetrare nell’intimo stesso del Cuore dell’Essere prescelto.

Tutti vogliono essere amati, e sono in tantissimi che vogliono anche amare. Come qualche altra volta si è accennato, qualsiasi cosa ci dovesse avvicinare ad altri, qualsivoglia relazione ci dovesse legare, solo quando si è amati si può parlare di “valore”, ed esclusivamente quando si ama se ne può individuare anche un “senso”.       

Ma quello stato può avere luogo unicamente quando quell’Amore interessa la volontà. Che è poi la porta principale verso l’Unione.

     

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

Namasté!

 
 
 

Il Canto dell’Anima Gemella..

Post n°260 pubblicato il 05 Febbraio 2019 da RoHarLu

Raccontava un Maestro di quando un certo numero di anime di questo Universo, in un tempo lievemente diverso da questo tempo, hanno  espresso congiuntamente l’intento di scendere nelle fitte densità, e intraprendere un arduo viaggio nella dualità più estrema.

Ciò comportò una decisa separazione di se stessi, che portò alla generazione di due parti contrapposte, che poi vennero conosciute come “femminile” e “maschile”.

Ciascuna parte si caricò in maniera naturale di elementi caratteristici propri, dall’intelletto al corpo fisico, passando per l’emozionale e il mentale.

Quella prima volta ebbe un fortissimo impatto nelle assimilazioni delle due parti. Ciascuna si specchiò nell’altra, riconoscendosi, e nell’amarsi, fino all’unione più completa, fu in grado di coinvolgere ogni aspetto di se stessa.

Dopo qualche tempo, ognuna delle due parti, per una indefinita varietà di ragioni, intese continuare in maniera separata il viaggio in quella stessa dualità, frammentandosi ulteriormente alla ricerca di ogni conoscenza concepibile, in grado di arricchire se stessa e, in tal modo, il Creatore dello stesso Universo.

Tuttavia, mai, nessuna delle parti originarie, dimenticò quella prima esperienza di compenetrazione con ogni minuscola frazione di se stessa, che rimase quasi come un quasi appena percettibile riverbero all’interno del proprio Cuore, appropriato rivelatore, a tempo debito, dell’uscio che avrebbe garantito la restituzione dell’Unità smarrita.

Sembra che a spingerci verso la ricongiunzione con l’anima gemella sia principalmente il ricordo di quella “prima volta”. Al di là del romanticismo del quale questa idea è completamente intrisa, la riunione con la propria, o le proprie anime gemelle, rappresenta comunque e sicuramente uno degli strumenti più potenti, nel processo di ritorno alla libertà primigenia e al proprio status di ente sovrano del sistema della manifestazione.

Ed è proprio a causa delle infinite potenzialità “taumaturgiche” nei confronti di se stessi e dell’intero corpo dell’umanità, che questa riunione viene fortemente osteggiata, in tutti i modi possibili e immaginabili, con tutte le tecnologie conosciute o perfettamente ignote, e con tutte le arti di manipolazione e controllo, e condizionamento, che i “controllori”, vale a dire, coloro che hanno temporaneamente scelto il non Amore, e il servizio solo a se stessi, sono in grado di avere a disposizione.

Come si è sottinteso nei passi superiori, i percorsi di ciascuna delle parti “gemelle” non sono univoci. In questa parte di spazio vige il valore del libero arbitrio, così ognuno poteva assumere la direzione che voleva – verso l’alto, verso il basso, a sinistra, a destra, o qualsiasi altra differente ancora – nello svolgimento della propria “crescita” coscienziale.

A volte, un barlume di coscienza, nel ricordo di quella bellezza che fu, riesce a riportarle totalmente aderenti l’una all’altra. Ma questi momenti di contiguità non è detto che trovino perfetta corrispondenza a livello di accettazione e disponibilità.

L’anima gemella è l’altra parte di noi stessi, il riflesso più genuino e, forse, più autentico, di noi stessi. Quindi, per logica conseguenza, se non siamo in grado di amare noi stessi, possiamo “amare” la nostra anima gemella – al di là del desiderio infinito di ricongiunzione che potrebbe albergare nella parte più intima di noi stessi – visto che essa stessa è “noi”? E se non dovessimo essere l’amante migliore che desidereremmo per noi stessi, potrà la nostra anima gemella essere il migliore amante per noi?

Magari, in questi casi, una delle due parti, per “causalità situazionale” è più consapevole dell’altra, e più “pronta” all’appuntamento. Ma i suoi sforzi nel ridestare il ricordo, nel sollecitare il risveglio, non è detto che possano essere perfettamente compresi, e nemmeno compiutamente apprezzati, dall’altra parte, pur nella consapevolezza in entrambi di quella singolare e intima connessione che richiama in modo quasi chiaro la primaria unità.

Così, quelle stesse istanze potrebbero paradossalmente essere foriere di inopportune e poco accette premure.          

Come si diceva, la riconnessione delle anime gemelle, ad ogni livello, dal fisico all’animico, è in questo momento il più straordinario strumento di guarigione, individuale e collettiva. E, per questo, da una parte, immensamente avversato dai controllori,  dall’altra, così auspicabile, così augurabile, per chiunque di noi ha a Cuore l’emancipazione. Anche se la libertà dei propri cuori non può mai essere forzata.  

Ed è per tale motivo che il saluto questa volta è: Che la guarigione, e l’Amore, e la Gioia, dell’anima gemella sia imminente e disponibile per tutti.      

 

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

Namasté!

 
 
 

La Luce della Luce..

Post n°259 pubblicato il 02 Febbraio 2019 da RoHarLu

 

Noi siamo quella Luce che era all’inizio, al primo afflato del Primo Creatore.

Noi siamo quella Luce che esiste sempre ad ogni istante, ad ogni tempo, in ogni azione e in ogni spazio.

Noi siamo Luce e basta. Perché, semplicemente, è lì la porta del ritorno a ciò che È, sempre, e sempre uguale a se stesso.

Per chi ha scelto il sentiero del servizio agli altri per garantire la trasmigrazione delle proprie energie a sempre più delicate e amorevoli frequenze, la Luce è un riferimento più che permanente. Il maestro dei maestri, in effetti. E ciò che illumina ogni tragitto.

E per Luce si intende anche l’appena percettibile luminescenza che può essere scorta ovunque, anche nei punti più bui della comunque sempre splendida  manifestazione. Luce che si connette perfettamente con la fiamma che portiamo dentro, e che invariabilmente ci porta a scorgere la grandezza più imponente che possa esistere, in ogni essere vivente. E la vera nobiltà, quella che non sembra quasi neanche essere rilevata, e ancora meno apprezzata, in ogni essere che ha scelto la Vita.

Chi ha aperto la strada alla trasmutazione del pianeta, e aiutato il suo passaggio verso il ritorno a dimensioni più sottili, ha dovuto scontrarsi molto frequentemente con energie terribili, in lotte drammatiche, che spesso hanno obbligato tutti a compromessi alla fine mal tollerabili, in quanto compressori di quelle libertà che rappresentano infinitamente il diritto essenziale, e inalienabile, e incontestabile, di ogni creatura del Multiverso.      

Questo ha stremato tutti noi, portando la nostra pazienza ,e il nostro grado di sopportazione, alle estreme conseguenze.

Tuttavia, come avviene per ogni cosa in tutte le creazioni, anche questo sta per trovare il suo compimento. Anzi, tutto questo è già finito. Mentre la vera Luce ritorna ad essere la vera regina anche di questa parte di spazio, con tutte le bellezze e magnificenze che essa porta inevitabilmente al suo seguito.

E questo possiamo scorgerlo anche negli esseri che stanno venendo a dimorare su Gaia nell’ultima porzione di era. Splendidi esseri di Luce che, seppur non dovranno combattere come noi in maniera atroce con anomale accozzaglie di oscurità, ritrovandosi già completamente aperti, nei cuori, nelle menti, negli stessi intelletti, malgrado i condizionamenti e le manipolazioni ancora presenti, malgrado le loro stesse famiglie, che loro sono venuti a guarire, e illuminare, saranno i nostri più degni compagni d’anima, e, per certi versi, la nostra piccola ricompensa.

Chi ha scelto la Luce – termine improprio, perché per chi è Luce non si pone nemmeno il problema della scelta, atteso che non riesca a rinvenire, nel proprio Cuore, altre opzioni [accettabili] – trova un enorme sollievo, e nuove meraviglie di ampio respiro, nell’incrociare questi esseri dal Cuore aperto. Così, quando ci ergiamo a loro difensori, e soccorritori, perché ci rendiamo conto che chi ha il Cuore spalancato apre la strada inevitabilmente a tutta l’energia circostante – soprattutto a quella più densa – e particolarmente da parte di quegli esseri con i quali ha scelto di legarsi in qualche modo - la gelosia dell’uno, le ferite dell’altra, il dolore e la depressione, e gli attaccamenti di altri ancora - rischiando così di soccombere a quel cumulo di energie condensate che gli si scaraventano addosso, suscitiamo stupore e perplessità anche nelle persone a loro più vicine.

Perché non comprendono che il nostro essere protettivi riguarda innanzitutto quello splendido lavoro che loro stanno svolgendo nei loro stessi confronti.

E perché, chi ha scelto la Luce tende, sui piani come questo,  a vivere quasi esclusivamente per quei pochi attimi in cui può incrociare la propria anima con altri Esseri dalle ali spiegate e  grondanti d’Amore. Esseri che non trattengono alcunché di quanto viene loro trasmesso, riflettendo ed esplodendo in tutte le direzioni ogni singola particella di Luce che viene loro inviata.

A differenza di come avvenuto finora sulla terra, ciò che occorre cercare, in ogni interazione, in ogni rapporto che potremmo e dovremmo avere con qualunque altro essere, è l’equilibrio. Un equilibrio armonico, atto a garantire un dare-avere continuo e multidirezionale, avvolgente e coinvolgente.

Tutti i rapporti,  le relazioni, le stesse anche superficiali e quotidiane interazioni, falliscono miseramente quando non viene sostenuto l’equilibrio armonico, quando il dare-avere non viene agevolato in maniera corretta e proporzionata.

L’energia ha come costante il movimento. Così, quando scorre da un essere ad un altro – da Cuore a Cuore – necessita sempre di ulteriori impulsi, in variegate direzioni, comprendendo la sorgente e la parte che l’ha originata [alla quale comunque, anche se dovesse essere compulsata verso altri indirizzi e rotte, prima o poi farà ritorno]. Se viene bloccata, se una delle parti in gioco la trattiene per se, le conseguenze non potranno che essere sinistre. Chi continua con gli “impulsi” prima o poi esaurirà le sue scorte – o, se è meno ingenuo, smetterà i suoi sforzi, volgendosi altrove per le sue esigenze di vita. Il lato che tenderà a trattenere, non avrà effetti più vantaggiosi. L’energia che ristagna tenderà ad imputridirsi, proprio come l’acqua stagnante - non trovando più in se alcuna nobile utilità.

Ma, come si diceva, tutte queste tossicità, e anche questo genere di relazioni malsane e poco salutari, stanno per essere nuda memoria anche per questa radiosa Nave cosmica, per divenire presto interessante materiale per qualche manuale di storia antica delle prossime scuole del mondo.

E questo, grazie anche a quegli esseri ai quali accennavamo prima, che hanno scelto, quale senso della propria vita, la liberazione di ogni gioco e di ogni attore, prediligendo a qualsiasi altra alternativa, l’Unione in seno al Creatore.               

 

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

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Namasté!

 

 
 
 

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