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L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

Messaggi del 12/05/2019

Il gioco della consapevolezza

Post n°273 pubblicato il 12 Maggio 2019 da RoHarLu

Siamo esseri favolosi. Tutti nessuno escluso. Tutti aggiungono qualcosa alla ricchezza del Creatore, e tutti hanno qualcosa da concepire, ai fini di fare esplodere in tutte le direzioni immaginabili ogni lineamento di manifestazione.

Siamo uno. Siamo uno con il Creatore, come il Creatore, il primo Creatore di questo universo, rimane uno con ciascun Creatore di ogni universo mai ideato. E, tutti insieme, sono uno con il primo Creatore di qualunque cosa mai esistita.

Tutti siamo uno e l'essenza dell'Uno - come dice qualche essere di Luce - è che ognuno di noi è uno nell'altro. Che è ciò che dà ragione alle interazioni, all'Amore in ogni tratto, alla Luce che si infiltra ed è viva ovunque.

Non esistono maestri, non esistono discepoli. Non esiste prima e dopo. È tutto uno, simultaneamente, eternamente, in tutte le direzioni e in nessuna.

Al momento del primo "gemito", un barlume di coscienza apparve da qualche parte di quell'essere che non era neanche tale, che, nello specchiarsi, divenne "consapevole" di qualcosa che era poi una infinitesima frazione di se stesso.

Pertanto, è la consapevolezza la causa dell'inizio e di ogni cosa.

Ed è la consapevolezza a giocare ogni volta un ruolo di primo piano nel gioco infinito di ciò che sempre è.

Perché, ritornando a quanto sopra affermato, "siamo esseri favolosi.. tutti nessuno escluso", la sola differenziazione apparterrebbe proprio alla "consapevolezza", dando vita  alla "compagnia" che ne è consapevole, e a quella che non lo è [ancora].

Così, un maestro direbbe: "Sono un essere favoloso, e ne sono consapevole", laddove chi non ha al momento innescato il seme del risveglio, potrebbe anche farlo, ma suonerebbe solo come un'asserzione vuota, perché priva di intimo significato.

La consapevolezza determina anche la "presenza" di se stessi. È correlata alla "Forza", e reca in se qualsiasi potenziale opzione appaia possibile in ogni circostanza, rivelando e identificando anche la missione dell'essere. Che, nella sostanza, è appunto e precisamente la sua [della consapevolezza] diretta e libera estrinsecazione.

Perché il mandato di un essere consapevole è la naturale emanazione della propria consapevolezza, nella misura in cui tutto ciò che produce, qualsiasi atto, qualsiasi movimento, qualsiasi cenno, ne diventi intrinsecamente impregnato.

Questo potrà garantire anche il possibile "travaso" di quella consapevolezza, senza alcuna forzatura, pressione, o "effrazione", in qualsiasi altro che abbia avviato il ciclo dell'apertura, che in tal modo, quando così deciderà, quando così liberamente vorrà, con un semplice schiocco di dita, potrà farla ardere in se.

Ritrovando ciascun altro in se stesso. Namasté!

 

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuorenel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.  

 
 
 

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