Quanto siamo venuti dicendo finora è estremamente importante al fine di ‘pregare il Rosario’. Infatti se manca la comprensione della figura di Maria e della sua collocazione all’interno della Storia della salvezza, se non si è capita l’importanza di prendere nella propria casa la Madre del Signore (“Ecco tua Madre!”) e la necessità della preghiera, si corre il rischio di svuotare di senso il rosario e di ridurlo a sterile ripetizione.
Prima di indicare alcuni modi di pregare il Rosario (tu ne potrai trovare e suggerire altri), vorrei spendere alcune righe per evidenziare l’impegnatività di questa preghiera e come comportarsi con la ripetizione delle Ave Maria.
Il Rosario non è una preghiera facile: più volte è venuta fuori la parola ‘contemplazione’ legata proprio alla recita della corona: scuola di contemplazione. Ora questo livello di vita spirituale è molto elevato ed è il frutto di un lungo cammino. Pensare ai contemplativi significa pensare a persone (uomini e donne) consumate da anni di preghiera prolungata, assidua, anche notturna... Nel nostro caso si vuole sottolineare che il Rosario non è una preghiera facile, ma che ha bisogno di alcune attenzioni, cui accenna anche il Papa nella sua Lettera
Il clima deve essere generalmente un clima di silenzio, di raccoglimento. L’ideale sarebbe recitarlo davanti al Tabernacolo o davanti ad un’immagine sacra. A me piace recitarlo guidando in autostrada o passeggiando in luoghi silenziosi (corridoi, cortili, sale d’attesa...). si staccano i contatti con l’esterno e ci si concentra sulla preghiera. Personalmente trovo molto utile sostare un attimo dopo l’enunciazione del mistero: in genere metto a fuoco la persona o la situazione per cui voglio pregare, abbinandola al mistero proposto. Esempio: recitare il 3° mistero gaudioso (la nascita di Gesù) per qualche mamma che ha avuto o sta per avere un figlio o per le coppie che, pur desiderandoli, non hanno bambini. Oppure pregare per i missionari durante il 2° mistero glorioso (“Andate in tutto il mondo e predicate il mio Vangelo ad ogni creatura”).
L’ascolto della Parola di Dio: “Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l’enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente...” (n. 30)
Non multa, sed multum: tento di insegnare ai giovani a pregare con il Rosario, evitando che diventi una noiosa ripetizione, da cui il cuore è assente. Per cui sono del parere che è meglio recitare uno o due decine bene, con calma, mettendo in atto gli aiuti di cui ho parlato sopra, piuttosto che ‘bruciare’ tutta la corono avendo alla fine la sensazione di non aver fatto nascere una preghiera vera.
Evitare lo strabismo! Strabico è colui che ha i due occhi scollegati, che fissano due cose diverse senza vederne bene nessuna. È un guaio grosso!
Nella recita del Rosario devo concentrare la mente sulle parole dell’Ave Maria oppure sul quadro evangelico che il mistero ha annunciato o sulle persone, situazioni per cui voglio pregare? Non si possono fare 2 o 3 cose contemporaneamente!
Esatto: occorrerà dunque farne una sola e questa generalmente è meditare con Maria il mistero proposto, fissando lo sguardo interiore sulla scena indicata e sui vari personaggi che la compongono (esempio: Gesù che prega nel Getzemani: il tradimento di Giuda, l’abbandono dei discepoli, l’angoscia del Maestro, l’adesione alla volontà del Padre...; la Pentecoste: chi è lo Spirito Santo, come viveva la Comunità cristiana, Maria Madre della Chiesa, i frutti dello Spirito...). La ripetizione delle ave Maria è la forma esteriore della preghiera e ha lo scopo di renderla più calma, distesa. Quando sono in ufficio mi piacere lavorare con un po’ di musica di sottofondo e questo non solo non mi disturba, ma mi rasserena e mi concentra. Le Ave Maria sono come la musica: vanno per loro conteo in forma quasi automatica, ma il cuore e la mente pensano, pregano, sono orientati su Gesù e su Maria.
E ora alcune indicazioni concrete sul come pregare il Rosario.
1.Meditare il quadro evangelico.
Già abbiamo anticipato qualcosa su questo modo, ritenuto il più completo e profondo. Viene annunciato il mistero che riguarda un fatto della vita di Gesù o di Maria e, mentre recito le 10 Ave Maria ci rifletto su. Per aiutarti ti offro qualche esempio.
1° mistero gaudioso: l’Annunciazione
Forse ci sarà qualche espressione del Vangelo che più ti ha colpito: medita su quella! Sarà:
La disponibilità di Maria
La bontà del Padre che ci dona Gesù
Gesù è il Salvatore
Maria è veramente Madre di Dio
“Si compia in me la tua Parola!”
Su ciascuna di queste tematiche puoi riflettere parecchie volte perché sono punti centrali nella vita di fede di ogni persona. Ma questo è solo il primo passo. Devo aggiungere un confronto con la mia vita!
Qual è la mia disponibilità di oggi?
Sono davvero pronto/a a fare la volontà di Dio? Oppure..
Gesù che prende corpo in Maria è lo stesso che ricevo nell’Eucarestia. Come lo accolgo?
Ogni chiamata di Dio è per la nostra realizzazione più grande. Ho parua del ‘progetto di Dio su di me’?
A volte mi capita che la meditazione iniziata durante la prima decina viene protratta per tutto il Rosario. Va benissimo! L’unica regola da osservare è far pregare il cuore.
1° mistero glorioso: Gesù risorge.
La Pasqua è il centro della nostra fede
Gesù vince la morte, frutto del peccato e diventa Signore dell’universo, della storia, quindi anche della mia vita
Gesù appare ai suoi amici, agli Apostoli, alle donne
“Si mise a camminare con loro”, i discepoli in cammino verso Emmaus
Gesù dona la pace e agli Apostoli il potere di perdonare i peccati e lo Spirito Santo
Per la tua vita:
Gesù è davvero il Signore della tua giornata
Mi fido di questo ‘risorto’?
Sono una persona di pace? Ho la pace?
Come celebro il sacramento della riconciliazione?
3° mistero glorioso: la Pentecoste
Tu sai chi è lo Spirito Santo? Questa decina può essere l’occasione per riflettere e riscoprire questa Presenza che avvolge tutta la nostra vita. Infatti lo Spirito Santo è
La presenza di Dio nella nostra vita
Una presenza trasformante, che ci fa creature nuove
La forza e la potenza di Dio in noi: gli Apostoli diventano coraggiosi testimoni
Il costruttore di unità nel mondo e nella Chiesa, nelle Comunità e in noi stessi
Luce nel dubbio e nell’oscurità: guida le scelte di Gesù, quelle della Chiesa primitiva e vuole guidare i tuoi passi.
I frutti dell’azione dello Spirito sono la pace, la gioia, l’amore
2.Il Rosario, specchio della mia giornata
Teilhard de Chardin, in una delle sue lettere, così si esprime: “Nel Rosario tutta la nostra vita si cristianizza attraverso lo sviluppo dell’Ave Maria in noi”. È proprio quello che abbiamo di più quotidiano, di più abituale ad essere ‘cristianizzato’.
Alla fine di una giornata il Rosario diventa il momento della revisione, del colloquio con Maria sui fatti del giorno: cose riuscite, altre andate male, pregi e virtù, limiti e peccato, coraggio e vigliaccheria...; tutto è fatto passare davanti a Lei con serenità e senso di fiducia.
Spesso siamo scontenti, agitati, irrequieti perché non troviamo il tempo per ricuperare la dimensione profonda della nostra esistenza. Il Rosario può diventare l’occasione per guardare ad alcuni fatti, ad alcune realtà della mia vita con maggior coraggio alla luce di Maria; ascoltare quanto ha da suggerire Lei per riprendere il mio cammino.Talvolta forse non sapremo offrire altro che la nostra stanchezza e il tempo della preghiera: anche questo è segno di amore e fedeltà.
Recitare il Rosario è fare comunione con...
Quando ero piccolo, esistevano delle corone del Rosario che erano il sogno di ogni ragazzino. Avevano i grani in vetro con innumerevoli sfaccettature e ogni decina aveva il suo colore: bianco, rosso, giallo, blu, verde. Era il Rosario «missionario»! Ad ogni colore corrispondeva un continente; non imparai mai ad abbinare un continente al suo colore giusto, ma con il passare degli anni mi resi conto della ricchezza di quella trovata «puerile». Pregando le Ave Maria, ti mettevi in comunicazione con i missionari di tutto il mondo, quelli noti e quelli sconosciuti, pregavi per il Regno di Dio sparso su tutta la terra...
La forma della corona è quella di una catena di grani: suggerisce l'idea di un qualcosa che unisce, che crea comunione. Proprio così!
Stando con un gruppo quest'estate, ho visto che lo recitavano in questo modo: prima di ogni decina, uno, a turno, suggeriva un'intenzione. Si trattava di persone in situazioni difficili, amici lontani, coppie in crisi, altri che si preparavano a scelte importanti, le vocazioni, problemi riguardanti il gruppo... ; qualcuno invitava a pregare per i sacerdoti, gli ammalati, gli anziani...
Quale vasta rete di unità si crea! In Maria ci troviamo tutti figli suoi e possiamo presentare a lei le nostre difficoltà, le nostre gioie, il nostro grazie...
Ma c'è di più: attravero le 10 Ave Maria, durante le quali prego per una persona, io cresco anche nella carità: cerco di capire di più i problemi, le sofferenze, la situazione di quella persona; cerco di fare mio il suo mondo, entro in comunione con la sua vita e chiedo a Dio per mezzo di Maria la cosa più grande: che in quella persona si realizzi il progetto di Dio, la sua volontà e sappia dire di sì, sappia accogliere con disponibilità quanto le viene chiesto.
È un'esperienza straordinaria ricordare le persone con le quali si hanno avuto delle tensioni, con cui non si va d'accordo o che facciamo fatica a perdonare. Pregare per costoro è il primo passo verso la Riconciliazione, è avere la forza per andare loro incontro e riprendere insieme la strada.
Penso agli animatori dei nostri gruppi, ai catechisti; per loro il Rosario può diventare l'occasione di ricordare a Maria i ragazzi loro affidati! Questo ci mette nel clima giusto per essere Educatori.
Il Rosario crea comunione! Recitato in gruppo, in famiglia, unisce il gruppo, la famiglia, dà un nuovo modo di stare insieme, di accogliersi, di affrontare i problemi. Si tocca con mano come davvero Maria è la Madre della Chiesa!
Infine, come si può leggere il giornale, ascoltare le notizie della TV senza farle diventare oggetto di preghiera? Ecco un altro inesauribile modo con cui recitare il Rosario. Nulla è banale quando è fatto per amore! Lo so che sovente si tratta difatti e problemi più grossi di noi: affidarli a Maria è segno di umiltà e di fiducia in lei.
4. Bellezza e ricchezza dell’Ave Maria
Modello di una breve predica: l’Ave Maria comincia con le parole dell’angelo Gabriele.
“Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te”. Sono una predica perfetta, anche se breve.
Egli proclama l’essenza di ogni predicazione: “Il Signore è con te”. Ma c’è un secondo motivo: l’Ave Maria comincia dalla Parola di Dio che viene rivolta a noi, ci porta la Parola che infrange il silenzio tra Dio e noi. A volte consideriamo la preghiera come lo sforzo che facciamo per parlare con Dio, per raggiungere un Dio lontano. Invece questa semplice preghiera ci ricorda che non è così. Noi non infrangiamo il silenzio: siamo introdotti in una conversazione che era già cominciata senza di noi. La Parola di Dio crea uno spazio dentro il quale noi, a nostra volta, possiamo dire “Santa Maria, Madre di Dio!”
“Noi non preghiera, siamo pregati!” Le nostre parole sono il riflesso, il prolungamento della Parola rivolta a noi. Le nostre preghiere sono Dio che prega, loda, ringrazia, benedice dentro di noi (Cfr Rom 8,14). I saluti dell’angelo e di Elisabetta a Maria continuano nelle parole che noi rivolgiamo a Lei; la seconda parte echeggia la prima. Così il saluto “Ave Maria, piena di grazia” diventa sulle nostre labbra “Santa Maria”. Elisabetta dice “Benedetto il frutto del tuo seno” e noi diciamo “Madre di Dio”.
Ecco perché questa semplice preghiera è il modello di una breve predica: proclama la buona Novella, ci dona la Parola di Dio, una parola che echeggia nelle nostre parole, una parola che vince il nostro silenzio e ci dà voce.
Una preghiera per la casa e una preghiera per il viaggio: il saluto dell’angelo ci porta alla casa di Nazaret, da dove comincia la storia: “E venne ad abitare in mezzo a noi”.
Il Rosario è spesso la preghiera della casa, della famiglia, della comunità. Ma il saluto dell’angelo non lascia a casa Maria. L’angelo è venuto a turbare la sua vita domestica. Maria è spinta a compiere un viaggio che la condurrà nella casa di Elisabetta, poi a Betlemme, in Egitto, a Gerusalemme. La porterà fino ai piedi della croce. È un viaggio che, alla fine, la eleverà al cielo e alla gloria. Quindi il Rosario è anche la preghiera di quelli che viaggiano.
“Sono giunto ad amare il Rosario proprio come preghiera per i miei viaggi. È una preghiera per gli aeroporti per gli aerei. È una preghiera che recito spesso quando atterro in un luogo sconosciuto e mi chiedo cosa vi troverò e cosa potrò offrire. È una preghiera che recito quando riparto per ringraziare di tutto quanto ho ricevuto.”
Ave Maria: la storia di ognuno di noi. Ciascuna Ave Maria traccia il cammino che ciascuno di noi deve compiere, dalla nascita alla morte; nomina gli unici 3 momenti della nostra vita di cui abbiamo la certezza: siamo nati, viviamo e moriremo.
Il concepimento : le parole dell’angelo promettono fecondità per una vergine (Maria) e per una donna sterile (Elisabetta). La benedizione di Dio ci rende fecondi e ciascuno di noi è il frutto di un grembo che è stato benedetto. È la benedizione di un nuovo inizio, la grazia della freschezza. Unomini e donne, pensati a immagine di Dio, prendiamo parte alla sua creatività. Siamo suoi soci nel creare e ricreare il mondo. E fecondità dice vita in tutte le sue espressioni, compresa l’are, la poesia, la musica... “Benedetto è il Frutto del tuo seno”: di fronte ad aridità, sterilità, futilità siamo chiamati a far germogliare il seme dell’infinita fertilità di Dio
Adesso: il Rosario, attraverso le Ave Maria, invoca non solo il tempo della nascita, ma anche il presente. “Prega per noi peccatori adesso”. È il momento del nostro pellegrinaggio, è ora che dobbiamo andare avanti, sopravvivere, nel nostro cammino verso il Regno. E questo tempo presente è visto come un tempo in cui abbiamo bisogno di compassione, di misericordia. Nella Cappella Sistina, nell’affresco del Giudizio universale, appare un uomo che viene strappato al Purgatorio da un angelo con un Rosario. Questa preghiera ha dato il coraggio per andare avanti e vincere la paura a tanti cristiani perseguitati, che sopravvissuti dopo anni di isolamento continuavano a recitare l’unica preghiera che ricordavano. Ci dà il coraggio del pellegrino
L’ora della nostra morte: di fronte alla morte noi recitiamo il Rosario: da soli non lo possiamo fare e Maria prega per noi. T. Eliot inizia una delle sue poesie con queste parole: “Prega per noi adesso e nell’ora della nostra nascita”. Ciò che desideriamo in ogni momento è sempre una nuova nascita. Ciò a cui aneliamo adesso, da peccatori, non è la misericordia che semplicemente dimentichi quanto abbiamo fatto, ma che faccia anche di questo momento un momento di nascita nuova, di un inizio nuovo. E di fronte alla morte aneliamo alle parole dell’angelo che annuncia una nuova fertilità. Poiché la vita di ognuno di noi è aperta alla novità infinita di Dio, alla sua freschezza inesauribile. E l’angelo ritorna più volte ad annunciare sempre una buona novella.
Il Rosario: la mia storia nella Storia. L’Ave Maria è quindi la preghiera del cammino che ciascuno deve compiere, dalla nascita attraverso il momento presente, fino alla morte. Ma, in definitiva, la nostra vita non ha significato in se stessa, come vita privata e individuale. La nostra vita ha significato in quanto è inserita in una storia più grande che va dalla Creazione al Regno. E questo arco di tempo più lungo è scandito dai misteri del Rosario, che narrano la storia della Redenzione. Abbiamo bisogno di queste due dimensioni, di una storia a due livelli. Ho bisogno dell’Ave Maria individuale, del mio piccolo dramma personale, di fronte alla mia piccola morte personale. Forse la mia morte non significherà molto per l’umanità, ma sarà importantissima per me. Tuttavia occorre andare oltre questo livello puramente personale. Io devo trovare la mia storia inscritta nel dramma più vasto del progetto di Dio. La mia Ave Maria personale deve trovare posto nei misteri del Rosario, alla ricerca di quell’equilibrio necessario per dare senso pieno alla vita.
Conclusione: a pregare il Rosario si impara pregando con il Rosario! Buona strada! - Fonte: Teologo Borel - donboscoland -
Inviato da: diglilaverita
il 30/12/2016 alle 23:44
Inviato da: PAOLA11O
il 30/12/2016 alle 11:57
Inviato da: PAOLA11O
il 27/12/2016 alle 13:29
Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 22/12/2016 alle 18:10
Inviato da: diglilaverita
il 17/10/2016 alle 21:36