ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 03/03/2010

SONO MATURI I TEMPI DI UN QUINTO DOGMA MARIANO?

Post n°3205 pubblicato il 03 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Da quando il Venerdì Santo Gesù, parlando dalla croce sulla quale stava per morire, disse all'apostolo Giovanni “Ecco tua madre”, il ruolo materno di Maria è stato un elemento fondamentale della fede e della devozione cristiane. Le rappresentazioni del dolore di Maria in opere d'arte come la Pietà di Michelangelo hanno suggerito una profonda verità emozionale: quando un credente si confronta con un grande dolore o una sofferenza intensa può rivolgersi a Maria, nostra madre spirituale, per ricevere consolazione, perché lei ha sperimentato questa grande sofferenza. Le grandi apparizioni mariane, soprattutto a Lourdes nel 1858 e a Fatima nel 1917, suggeriscono agli attenti osservatori della vita mistica che Maria continua a rimanere accanto ai “piccoli”, ai bambini, a incoraggiarli e a condividere con loro un messaggio di conforto ed esortazione materna. Nel corso dei secoli, la riflessione teologica della Chiesa è arrivata a dare titoli speciali e particolari a Maria, per spiegare meglio chi è e perché merita la nostra devozione filiale. Finora la Chiesa ha proclamato quattro dogmi sulla Madre di Gesù: (1) il suo ruolo materno nella nascita di cristo, il Figlio di Dio, che la rende davvero Madre di Dio (“Theotokos”, Concilio di Efeso, 431); (2) la sua Perpetua Verginità (Concilio Lateranense I, 649); (3) la sua Immacolata Concezione (Pio IX, proclamazione “ex cathedra”, 1854); (4) la sua Assunzione in cielo (Pio XII, proclamazione “ex cathedra”, 1950). Da ormai quasi un secolo, c'è un movimento piccolo ma in crescita all'interno della Chiesa che sostiene la proclamazione di un quinto dogma mariano sul ruolo della Beata Vergine come Madre Spirituale di Tutta l'Umanità. Il 25 marzo, il Forum vaticano della rivista “Inside the Vatican” e il St. Thomas More College, in un incontro vicino a Piazza San Pietro, inviteranno un gruppo internazionale di Vescovi e teologi per discutere sull'ipotesi che sia il momento giusto per pronunciare una quinta definizione solenne o “dogma” sulla Vergine Maria.

Un secolo di storia

Il movimento che chiede un quinto dogma mariano sul ruolo della Vergine Maria nella nostra salvezza ha ormai 90 anni. Il leader ecumenico cattolico belga Cardinale Désiré-Joseph Mercier l'ha avviato negli anni Venti del XX secolo, con il sostegno di padre Massimiliano Kolbe. Da allora, più di 800 Cardinali e Vescovi hanno chiesto a vari Papi una definizione infallibile sullo speciale ruolo materno di Maria nella salvezza dell'umanità. Oltre a questo, i promotori di questa devozione hanno raccolto più di 7 milioni di richieste da parte di fedeli di tutto il mondo. I Papi che hanno promulgato i due dogmi mariani moderni, il Beato Pio IX (1846-1878) e Pio XII (1939-1958), hanno riconosciuto in modo positivo il ruolo che hanno giocato le richieste dei membri della gerarchia ecclesiastica e dei laici nei loro pronunciamenti su Maria. Nel 2009, Cardinali e Vescovi di ogni continente hanno chiesto a Benedetto XVI di prendere in considerazione la promulgazione del dogma sulla maternità spirituale di Maria nei suoi tre aspetti essenziali di coredentrice, mediatrice di tutte le grazie e avvocata. Si è giunti a ciò dopo che cinque Cardinali hanno scritto ai Vescovi di tutto il mondo pregando di richiedere al Santo Padre un quinto dogma mariano. I cinque porporati sono il Cardinale Telesphore Toppo, Arcivescovo di Ranchi (India); il Cardinale Luis Aponte Martínez, Arcivescovo emerito di San Juan (Porto Rico); il Cardinale Varkey Vithayathil, Arcivescovo di Ernakulam-Angamaly (India); il Cardinale Ricardo Vidal, Arcivescovo di Cebu (Filippine); il Cardinale Ernesto Corripio y Ahumada, Arcivescovo emerito di Città del Messico. Alcuni Vescovi, soprattutto in Occidente, considerano una definizione mariana potenzialmente controproducente per l'ecumenismo. Due dei cinque Cardinali che nel 2009 hanno scritto ai Vescovi del mondo, Telesphore Toppo e Varkey Vithayathil, hanno risposto pubblicamente a questa obiezione dichiarando che proclamare tutta la verità sulla Madre di Gesù non farà altro che favorire l'unità cristiana basata su un'unità di verità e fede, unita alla rinnovata intercessione di Maria, Madre dell'unità, come risultato di una proclamazione papale del suo ruolo come madre spirituale universale. Giovanni Paolo II ha usato il titolo di coredentrice almeno in sei occasioni durante il suo pontificato. Benedetto XVI, senza usare questo titolo, ha ripetutamente sottolineato la dottrina della coredenzione mariana o “co-sofferenza” con Gesù, in particolare nei Messaggi per la Giornata Mondiale del Malato e nella sua preghiera del 2008 a Nostra Signora di Sheshan per le popolazioni sofferenti della Cina.

Inizi

Riflettendo sugli inizi di questo movimento per un altro dogma mariano, vale la pena di sottolineare che il Cardinal Mercier (1851-1926), Arcivescovo di Malines (Belgio) dal 1906 alla morte, è stato un leader ecclesiastico fondamentale della sua epoca. Oltre all'eroica leadership che ha dimostrato durante la I Guerra Mondiale, ha ospitato il famoso dialogo cattolico-anglicano noto come Conversazioni di Malines e ha ottenuto l'istituzione della festa liturgica della Beata Vergine Maria, Mediatrice di Tutte le Grazie, con la sua Messa e il suo Ufficio. Il suo mentore spirituale è stato il beato monsignor Columba Marmion. L'esercizio spirituale quotidiano che il Cardinal Mercier raccomandava è valido ancora oggi. Il porporato scriveva: “Vi rivelerò il segreto della santità e della felicità. Ogni giorno per cinque minuti controllate la vostra immaginazione, chiudete gli occhi alle cose sensibili e le orecchie a tutti i rumori del mondo, per entrare in voi stessi. Nella santità della vostra anima battezzata (che è il tempio dello Spirito Santo), parlate allo Spirito Divino, dicendoGli: 'O Spirito Divino, amore della mia anima, Ti adoro. Illuminami, guidami, rafforzami, consolami. Dimmi cosa devo fare. Dammi i tuoi ordini. Ti prometto di sottomettermi a tutto ciò che Tu desideri da me e di accettare tutto quello che Tu permetti che mi accada. Fammi solo conoscere la Tua Volontà'”. “Se fate questo, la vostra vita scorrerà felicemente, serena e piena di consolazione, anche tra le prove. Nelle difficoltà vi verrà effusa la Grazia, dandovi forza per sopportarle, e arriverete alla Porta del Paradiso pieni di meriti. Questa sottomissione allo Spirito Santo è il segreto della santità”. E' stata questa sottomissione allo Spirito Santo, ovviamente, il tratto caratteristico della vita di Maria, soprattutto al momento dell'Annunciazione (25 marzo), quando disse “Si compia in me la Tua parola”. Tra i partecipanti all'incontro del 25 marzo ci saranno l'Arcivescovo Ramon Arguelles di Lipa (Filippine), presidente della Società Mariana-Mariologica delle Filippine, e il sacerdote carmelitano Enrique Llamas, presidente della Società Mariologica di Spagna. Sarà presente anche la dottoressa Judith Gentle, teologa anglicana, autrice e membro della Società Mariologica Nostra Signora di Walsingham del Regno Unito. La sessione del mattino sarà rappresentata da brevi presentazioni degli oratori, che discuteranno sull'appropriatezza di un quinto dogma mariano in questo momento, mentre la sessione pomeridiana sarà costituita da un dialogo tra gli oratori, la stampa e il pubblico su questo tema. - Robert Moynihan - Zenit -

 
 
 

IL FALSARIO DELLA SINDONE? DOVEVA ESSERE SUPERMAN!!!???!!!

Post n°3204 pubblicato il 03 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Un´indagine di Tornielli sul «sacro lino»: se è un manufatto medioevale chi l´ha realizzato aveva incredibili conoscenze mediche e scientifiche.
Ipotizziamo per un momento che davvero la Sindone sia un manufatto di epoca medioevale - come riscontrato dalla datazione al radiocarbonio - e dunque un clamoroso quanto sacrilego falso. Ipotizziamo pure che il suo sconosciuto autore, questo abilissimo falsario, abbia cosparso il telo con pollini di sicura provenienza mediorientale, con fiori che sbocciano a Gerusalemme in primavera, perfettamente congruenti con quelli che saranno ritrovati nei sedimenti fossili del lago di Genesareth. Ipotizziamo che vi abbia aggiunto tracce di aloe e mirra, nonché lo abbia «impolverato» con un tipo di carbonato di calcio (aragonite) del tutto simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme, e sia riuscito anche a procurarsi due piccole monete coniate nel 29 dopo Cristo sotto Ponzio Pilato da mettere sugli occhi del cadavere. Ammettiamo ancora che lo straordinario truffatore abbia esplicitamente richiesto, a chi lo aiutava nell´impresa, di realizzare sul telo una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada, un´altura vicino al Mar Morto. Anche ammettendo tutto questo, però, il nostro ipotetico truffatore rimane una figura piuttosto evanescente. Nel Medio Evo nessuno poteva avere le nostre conoscenze archeologiche e storiche sulle modalità della flagellazione romana e della crocifissione. La memoria delle circostanze e delle tecniche utilizzate nel I secolo per castigare i condannati alla morte in croce era del tutto perduta mille anni dopo. L´eventuale falsario medievale non avrebbe potuto raffigurare Cristo con particolari in aperto contrasto con l´iconografia della sua epoca. Ad esempio la corona di spine, che sul lenzuolo è del tipo «a casco», mentre la tradizionale iconografia ce la presenta come una corona aperta sopra. O il fatto che nella Sindone vi siano i segni del trasporto sulle spalle della sola trave orizzontale, il patibulum, mentre la tradizionale Via Crucis rappresenta sempre il Nazareno mentre porta la croce tutta intera. O ancora il particolare dei chiodi infissi sui polsi e non sul palmo delle mani come si vedono invece in tutta l´iconografia. L´autore dell´eclatante «falso» avrebbe poi dovuto immaginare o prevedere con notevole anticipo l´invenzione del microscopio, avvenuta alla fine del XVI secolo, per poter aggiungere elementi invisibili ad occhio nudo, i quali sarebbero stati scoperti soltanto diversi secoli dopo: i più volte citati pollini mediorientali, terriccio, il siero, gli aromi per la sepoltura, l´aragonite con lo stesso tasso di impurità che si riscontra nelle grotte di Gerusalemme. Tutti elementi invisibili all´occhio del pellegrino medioevale, destinatario del presunto inganno. Lo stesso falsario, la cui esistenza stiamo ora ipotizzando, avrebbe dovuto anche conoscere in anticipo la fotografia, inventata com´è noto solo nel XIX secolo, e pure l´olografia realizzata negli anni Quaranta del XX secolo. Avrebbe dovuto saper inoltre distinguere tra circolazione sanguigna venosa e arteriosa, studiata per la prima volta nel 1593, vale a dire molti anni dopo la comparsa del telo sindonico, nonché essere in grado di macchiare il lenzuolo in alcuni punti con sangue uscito durante la vita e in altri con sangue fuoriuscito post-mortem. Avrebbe inoltre dovuto sapere rispettare, nella realizzazione delle colature ematiche, la legge della gravità, che è stata scoperta soltanto nel 1666. Che dire, dunque? Come minimo, questo nostro ipotetico falsario medioevale doveva essere dotato di poteri paranormali. Un vero «superman», in possesso di conoscenze scientifiche, mediche, anatomiche, storiche e archeologiche che sarebbe riduttivo definire al di fuori del comune. Avrebbe dovuto avere capacità e mezzi davvero eccezionali per produrre l´immagine sul telo. Com´è concepibile che un uomo di tale sovrumana intelligenza, di ingegno così elevato, inventore con così largo anticipo del microscopio, della fotografia, dell´olografia nonché scopritore della legge di gravità, sia rimasto completamente sconosciuto ai suoi contemporanei come pure ai posteri, dato che non ne conosciamo il nome? E perché mai una persona così straordinariamente intelligente, che si era spinta persino a «spolverare» la Sindone con minerali simili a quelli presenti nelle grotte di Gerusalemme, così raffinata da saper riprodurre, fin nei particolari più piccoli, gli usi e i costumi della Palestina del I secolo, avrebbe commesso un errore madornale e grossolano: quello di servirsi per la sua falsa reliquia di un telo tessuto fresco fresco in epoca medioevale? Come si concilia la diabolica intelligenza del nostro falsario superuomo, capace di procurarsi i pollini tipici della primavera palestinese, capace di riprodurre le macchie di sangue dimostrando conoscenze di un anatomopatologo moderno, con una «svista» di tali dimensioni? Un perfezionista con qualità sovrumane sarebbe dunque caduto su di un´ovvietà, dimostrandosi all´improvviso non più un mostro di bravura, ma di sbadataggine: invece di procurarsi del tessuto antico, coevo all´epoca di Gesù, invece di cercare stoffe del I secolo sulle quali sbizzarrirsi per riprodurre l´immagine del corpo crocifisso, si sarebbe accontentato di servirsi di una Sindone appena tessuta. Ma c´è di più. Siccome è indubbio che quel lenzuolo abbia avvolto per un numero determinato di ore un cadavere, sarebbe stato impossibile per lo spregiudicato falsario omicida - sì omicida, perché doveva ammazzare il povero Cristo usato come modello allo stesso modo in cui era stato ammazzato Gesù - riuscire a trovare una vittima il cui volto fosse congruente in diverse decine di punti con le icone di Cristo diffuse nell´arte bizantina. Egli avrebbe soprattutto dovuto pestare a sangue il suo malcapitato modello in maniera adeguata, in modo da ottenere determinati gonfiori del viso riprodotti nelle icone. Ne avrebbe probabilmente dovuti uccidere parecchi prima di raggiungere il suo scopo. Non dunque un falsario assassino, ma un falsario serial-killer. Non soltanto un mostro di bravura, ma un mostro e basta, capace di riprodurre sul cadavere della sua vittima, colpevole soltanto di assomigliare a Gesù, particolari difficilmente ottenibili, come i pollici ripiegati all´interno del palmo e la posizione più flessa di una gamba rispetto all´altra. Anche procurare alla vittima, ormai deceduta, una ferita del costato con una lancia romana, facendone uscire sangue e siero separati, non è assolutamente un esperimento facile da compiere. Altrettanto arduo sarebbe stato mantenere il cadavere avvolto nel lenzuolo per una trentina di ore impedendo il verificarsi del fenomeno della putrefazione. Infine, sarebbe stato impossibile togliere il corpo dal lenzuolo senza il minimo strappo o il più lieve spostamento che avrebbero alterato i contorni delle tracce di sangue. Possiamo dunque concludere che la realizzazione artificiale della Sindone ci appare impossibile ancora oggi, o meglio ancor di più oggi, come onestamente riconosceva al termine della sua vita il professor Luigi Gonella, affermando «la Sindone è un oggetto che non dovrebbe esistere», e nessuno di coloro che hanno creduto di smascherare il presunto «falso» è mai riuscito a ottenere un´immagine davvero simile per ricchezza di particolari. - Andrea Tornielli -

 

 
 
 

IL BATTESIMO IMPLICA NOMI CRISTIANI. A FIN DI BENE, I PARROCI EVITINO DI BATTEZZARE BIMBI CON NOMI RIDICOLI

Post n°3203 pubblicato il 03 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

" Effettivamente negli ultimi tempi é invalsa la moda, poco sensata, di attribuire ai bimbi nomi stravaganti e niente affatto intonati alla religione cristiana. Se li si vuole battezzare cristianamente, allora si usi la coerenza e i parroci, applicando il diritto canonico, evitino con buone maniere, di amministrare il battesimo in queste condizioni": lo afferma il professor Don Manlio Sodi, salesiano, Presidente della Pontificia Accademia Teologica ed anche direttore della Rivista Italiana di Liturgia. Spiega il professor Sodi: " a volte le medicine servono a fini di bene. Il medico pietoso, fa la piaga verminosa e non capisco per quale capriccio a certi bimbi si mettano nomignoli assurdi, tanto da negargli persino la gioia dell'onomastico. Il battesimo significa adesione alla religione cristiana e deve, lo precisa anche il diritto canonico, avere nomi rispondenti alla religione che si abbraccia". Che devono fare i parroci?: " intanto una sana opera di prevenzione. Ovvero, poiché il battesimo non viene da un giorno all'altro, cerchino di fare dissuasione sui genitori sul nome da mettere al bambini e se proprio scelgono quello stravagante lo usino come diminutivo o secondo nome. Ma che male ha fatto questo piccino che poi da grande avrà un appellativo lunatico"?. Dunque i parroci possono rifiutare il battesimo?: " in casi estremi e davanti alla irragionevolezza dei genitori con buon senso e tatto, sì. Certe volte le medicine servono a fin di bene anche se amare. Oggi assistiamo alla cosa assurda di animali con nomi di santi e uomini con nomi di cani, roba stramba". Siamo in Quaresima. Lei é un noto e apprezzato liturgista, come devono essere le liturgie?: " intonate certamente al tempo penitenziale che viviamo. Ovvero, prevalga sempre la sobrietà nei toni, nelle parole e negli ornamenti e assolutamente niente fiori sugli altari". Che cosa significa nel concreto la Quaresima?: " da un punto di vista biblico teologico é un cammino che ci porta verso la gloria della Pasqua, ecco perché questo tempo non va sprecato, ma arricchito da esercizi di pietà popolare come la via Crucis, e da esercizi di penitenza che fortificano gli animi e la fede". Poi aggiunge: " credo che sia davvero molto giusto ed anche opportuno, sottolineare la ricchezza straodinaria della liturgia in questo periodo tanto fecondo e bello dell' anno liturgico". In che cosa consiste?: " prenda la liturgia delle ore.Le preghiere dei salmi sono bellissime ed intense,la rivisitazione dell' Esodo attuale, la lettera agli Ebrei molto adatta. Ma anche nelle messe siamo adeguatamente combinati". Ovvero?: " il lezionario nelle celebrazioni feriali ci fortifica in forma sapienziale e rende ancor più chiara la idea spesso dimenticata della Quaresima come cammino verso la meta e dunque pellegrinaggio per la preparazione. Lo stesso lezionario invita alla carità fraterna". Nelle celebrazioni festive, essendo il ciclo C, si nota un costante invito alla riconciliazione e al battesimo, dunque alla conversione. Insomma, anche nella liturgia, come sempre, si evince la sapienza e la saggezza della Chiesa". Una domanda: sull 'altare possono comparire oggetti estranei al calice e al pane?: " no, assolutamente". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

SIGNOR GIUDICE, NASCONDA A MIA FIGLIA QUEL NONNO MUTO: ISTNZA CHOC IN UNA CAUSA DI SEPARAZIONE

Post n°3202 pubblicato il 03 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

« Che mia figlia non viva nella casa del nonno, paralizzato e muto per una sindrome neurologica. È troppo triste, troppo afflittivo per un bambino, assistere a certe situazioni». È, in sostanza, la richiesta di un padre separato al tribunale. Dunque in quel laboratorio di diritti e affetti che sono le divisioni fra coniugi, in cui vengono alla luce prima che altrove questioni che altrimenti si discutono fra le mura di casa, emerge una nuova domanda che pretende di essere affermata giuridicamente: il diritto a non vedere la malattia e la sofferenza. Qualcosa di ulteriore rispetto al «diritto a morire» teorizzato nella battaglia per l’eutanasia: la pretesa di non far vedere quegli stati di vita, che ai sani possono apparire inaccettabili. O almeno questa pretesa comincia con i bambini, vestendosi di premura paterna: che la bambina non entri in quella casa dove il nonno, cui pure vuole bene, ora non risponde, non parla. Benché privo di una sofferenza fisica evidente, il silenzio degli stati vegetativi o delle sindromi analoghe è giudicato insopportabile; si va dal giudice, perché non sia mostrato ai figli e ai nipoti. Questa premura di genitori è singolare. Vuole nascondere la sofferenza di un vecchio, renderla come inesistente. Invisibile, come se quell’uomo fosse già morto. Ma davvero, censurando una parte fondamentale della vita, gli adulti proteggono i figli, o invece non proteggono se stessi da ciò che agli occhi loro, e non del figlio, è intollerabile? Sembra paradossale: in un tempo in cui tutto è visibile anche ai bambini, dalla pornografia alla violenza, prende forma un ultimo tabù: la malattia, l’invalidità, e quell’area grigia dell’assenza da sé, che a molti sembra una morte da vivi. L’ultimo tabù, l’inguardabile, l’osceno, è la malattia, e tanto più quella che paralizza, allontana – ineludibile primizia della morte. Eppure, chiunque non sia più un ragazzo ricorda di essere stato portato al capezzale dei nonni, di averli visti magari in agonia; di avere avuto in casa un vecchio reso assente e bisognoso di tutto dalla demenza. Veramente quel vedere ci ha danneggiato? No: ci ha mostrato che esistono anche la sofferenza e la fine, dunque ci ha spiegato qualcosa, della vita, di fondamentale. Certo, accanto ai bambini una volta c’erano adulti che sapevano stare di fronte alla sofferenza. Che, pure nella paura e nel dolore, avevano la memoria di un senso; che rendeva la fine dei vecchi, e non solo quella dei vecchi, non assurda. La speranza cristiana, magari neanche pienamente confessata ma respirata da sempre, in una naturale osmosi, alleviava e faceva umanamente tollerabili le invalidità e le agonie. Dolore, ma non insensato e cieco: e dunque le stanze dei malati potevano ben essere aperte ai bambini. Che proprio da quei momenti erano, e sono ancora provocati a farsi delle domande: per che cosa si vive e si muore, e cosa ne è di un nonno amato, quando sembra addormentato per sempre, e non riconosce più chi gli è caro. Domande che ne generano altre, che bruciano, che sfidano. Che fanno diventare grandi. Ma forse oggi si preferiscono figli inebetiti dal rumore, storditi dai consumi. e il più a lungo possibile ignari della sofferenza, del limite che, in quanto uomini, hanno scritto addosso. O forse sono i padri che, avendo perso la memoria di un senso, stanno atterriti davanti a certe stanze di malati. Lì dentro si è insediato, tenace, assurdo, il dolore: una faccenda che, senza speranza, è atroce. Per questo vogliono che i loro figli non entrino, che i loro figli non vedano. Porte chiuse. Tabù. Signor giudice, che mia figlia non veda quel nonno assente, lontano, muto. A cui io, signor giudice, non tollero di stare davanti.

Istanza choc nella causa di separazione. «Ma si viola la Costituzione»

Luisa ( nome di fantasia, ndr ) gioca, fin da quando è nata, salendo sulle gambe del nonno materno nel suo letto. Gli fa scherzetti per poterne ridere insieme. Ci va in giro seduta sulle sue ginocchia quand’è in carrozzella. E qualche volta fa anche finta di dargli da mangiare, lei stessa, col sondino. Ha così insistito, e per così tanto tempo, che ora lui in qualche modo ( usando cioè solamente le dita delle mano sinistra) riesce a dipingere coi colori della piccola nipotina, che ha tre anni e mez zo. Per lei – semplicemente – il nonno parla diversamente, si nutre diversamente, comunica diversamente: niente di più, niente di meno. I piccoli non si formalizzano mai troppo sui dettagli. Basterebbe vederli e sentirli quando sono l’uno con l’altra. Anzi, basterebbe guardare i sorrisi nelle decine di foto che li ritraggono l’una accanto all’altro negli ultimi tre anni. Vivono in una città dell’Emilia Romagna. La mamma di Luisa si sta separando dal marito: una separazione non indolore, né consensuale. E intanto si è dovuta trasferire con la bimba proprio dai suoi genitori. Ma il marito coi suoi avvocati adesso hanno deciso di spingersi a presentare una richiesta che non ha precedenti: « Per meglio comprendere l’intera situazione – scrivono, motivandola, al Tribunale nel loro ricorso – giova ricordare » che il nonno di Luisa « è disabile al cento per cento da anni, essendo afflitto da una grave malattia » . E « pur comprendendo il dramma umano di una famiglia che coabita con situazioni di tale gravità – bontà loro –, è pur vero che tale ambiente non è il più idoneo a far crescere una bambina di soli tre anni e mezzo, che ha bisogno di vivere in un ambiente armonioso e meno afflittivo, cosa che per altro ha sempre fatto, vivendo nella casa dov’era nata e cresciuta ed è giusto torni a vivere, tant’è che la bambina nonostante la giovane età, mostra già segni evidenti di disagio » . Un colpo bassissimo. E se è vero che in genere sono pochi i coniugi che se ne risparmiano nelle separazioni giudiziali, lo è almeno altrettanto che stavolta la richiesta del marito e dei suoi due legali si sia spinta a ignorare almeno due principii addirittura costituzionalmente tutelati. Quello sottolineato nell’articolo 2 della Carta: «La Repubblica (...) richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale » . E quello nell’articolo 3: « Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali » . Così, dai legali del nonno e della nonna di Luisa è già stato depositato un esposto al Consiglio dell’Ordine degli avvocati – contro quei loro due colleghi – proprio per « aver violato principii della nostra Carta costituzionale tutelati dal nostro ordinamento, oltre che secoli di civiltà » , con quanto sostenuto nel ricorso. « Se il disabile grave non è un nonno, ma un genitore o un fratellino? – si legge nel lungo esposto – È legittimo che un avvocato, avallando le inusitate istanze del proprio cliente, chieda l’allontanamento e l’affidamento del minore ' sano' ad altra famiglia o magari ai servizi sociali? » . Oppure, ancora: « Può un avvocato proporre istanza per l’allontanamento dai giardini pubblici dei disabili perché la loro vista è ' afflittiva' per i bambini? » .
La piccola Luisa, nel frattempo, non sa niente di carte bollate e battaglie fra separandi: lei continua a giocare allegramente col nonno che, pur essendo cieco e avendo la completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo ( a parte quelli della mano sinistra e della bocca), è lucido, sveglio e ben presente a se stesso. E siccome lui aveva già scritto qualche anno fa un libro ( dettandolo faticosamente un po’ alla volta), la nipotina ha deciso d’allestire una piccola ' mostra' coi disegni realizzati insieme al nonno, visto che fra l’altro anche lei ormai ha deciso di disegnare solamente usando... le dita. - Pino Ciociola -I segnideitempi -

 
 
 

LA RICERCA SULL'INFEDELTA': I PIU' INTELLIGENTI NON TRADISCONO, CHI LO FA E' MENO EVOLUTO

Post n°3201 pubblicato il 03 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Davvero più un uomo è infedele, più è fesso? Sul serio i monogami hanno un quoziente intellettivo più alto dei playboy? Se è vero, in Italia siamo messi male. Se la teoria del professor Satoshi Kanazawa venisse confermata, fornirebbe una possibile (seppur parziale) spiegazione degli attuali guai nazionali. Si potrebbero serenamente incolpare gli uomini della nostra classe dirigente (cioè quasi tutta la nostra classe dirigente). Sono in maggioranza donnaioli, qualcuno si appassiona ai trans, sono comunque poco fedeli. A volte se ne vantano; spessissimo vengono giustificati e ammirati. Il maschio femminaro (nell'inconscio collettivo e ultimamente anche nel conscio) è percepito come più potente e abile dei monogami; in molti casi viene scelto come capo. In troppi casi, viene blandito con offerte di femmine (magari consenzienti, ma non in un ruolo entusiasmante) che diventano merce di scambio tra grandi fedifraghi. Purtroppo, sostiene Kanazawa, oggi come oggi meno un uomo è fedele, meno è intelligente. Il suo ultimo saggio (pubblicato sulla rivista Social Psychology Quarterly) sarà probabilmente impopolare dalle nostre parti, ma tant'è. Il professore di psicologia dell'evoluzione alla London School of Economics sostiene che gli uomini sono sempre stati «leggermente poligami». Ora però in molti «entrano volontariamente in una relazione sessualmente esclusiva». Il che è una «novità evolutiva». Sono i più intelligenti ad adottare queste novità; e a diventare «più evoluti» (gli eroi delle riviste e dei siti di pettegolezzi non sono tanto evoluti, allora; qualcuno/a lo sospettava). Conclusione di Kanazawa: gli uomini che non riescono ad adattarsi, che cedono alle tentazioni e tradiscono sono probabilmente più stupidi. Mentre i più svegli «sono in grado di capire il valore della fedeltà» (non ci sono molti maschi svegli nei reality, e in altri ambienti; anche questo lo temevamo). Kanazawa non diventerà un'icona culturale dei latin lover, è evidente. Ma susciterà qualche simpatia tra le donne non impeccabili. L'equazione «infedele uguale scemo» al femminile non funziona. Alle donne è sempre stato chiesto di essere fedeli a un unico compagno; anche nelle società poligame (d'ora in poi chi ha molti fidanzati o ha tradito il marito potrà spiegare «ho fatto un salto evolutivo», perché no, può darsi). E la diversità di genere, per il noto studioso, esiste eccome. Tra le sue opere precedenti spicca «Why Men Gamble and Women Buy Shoes», perché gli uomini giocano d'azzardo e le donne comprano scarpe, su come l'evoluzione ha creato diversi comportamenti e reazioni dei due sessi. Acclamato su poker e scarpe, Kanazawa ha avuto meno consensi quando si è occupato di aspetto fisico. Il suo saggio sul «perché la gente bella ha più figlie femmine» è stato smontato da uno statistico della Columbia University; e le chance in più di avere femmine per le coppie bellone sono state ufficialmente ridotte dal 26 all'8 per cento. Ma intanto: in attesa di venire smentito su intelligenza e fedeltà da qualche scienziato seduttore, Kanazawa, nel suo ultimo saggio, mette di cattivo umore anche i monogami di centrodestra. Analizzando i dati dell'American National Longitudinal Study of Adolescent Health, ha scoperto che i giovani intervistati sicuri di essere «molto liberal» hanno un quoziente intellettivo medio di 106; mentre quelli che si definiscono «molto conservatori» non superano una media di 95, insomma non risulterebbero furbissimi (forse sono quelli che in Italia mandano a presentare le liste, vai a sapere). - Maria Laura Rodotà - Isegnidei tempi-

 
 
 

C'E' UN GIUDICE A STRASBURGO: ACCOLTO IL RICORSO DELL'ITALIA SUL CROCEFISSO NELLE SCUOLE

Post n°3200 pubblicato il 03 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza che, il 3 novembre 2009, aveva sostanzialmente bocciato la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche. Il Governo italiano aveva presentato il 29 gennaio un ricorso ribadendo che "il crocifisso è uno dei simboli della nostra storia e della nostra identità" e che "la cristianità rappresenta le radici della nostra cultura, quello che oggi siamo". La Corte europea dei diritti dell’uomo aveva sostenuto che l’esposizione del crocifisso nelle aule della scuola pubblica costituisce violazione dell’articolo 2, del Protocollo 1, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (diritto all’istruzione), valutato congiuntamente con l’articolo 9, che tutela la libertà di pensiero, coscienza e religione. Secondo la Corte di Strasburgo, l’obbligo all’esposizione del simbolo della confessione cristiana limita non solo il diritto dei genitori a educare secondo le loro convinzioni i figli, ma anche il diritto degli alunni di credere in altre confessioni o di non credere affatto. Spetterà ora alla Grande Camera pronunciarsi nei prossimi mesi con un verdetto definitivo ma non obbligatorio sulla sentenza espressa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Nel commentare la notizia il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Angelo Bagnasco, ha detto: "Un atto di buon senso da tutti auspicato perché rispetta quello che è la tradizione viva del nostro Paese e riconosce un dato storico oggettivo, secondo cui alla radice della cultura e della storia europea c'è il Vangelo, che è riassunto in Gesù Crocifisso". "La presenza del crocefisso - ha aggiunto il porporato a Genova, a margine di un incontro pubblico sulla scuola, secondo quanto riferito da "Avvenire" - è importante, l'importanza dei segni fa parte dell'antropologia, perché l'uomo è anima e corpo non puro spirito o un'idea astratta: attraverso la corporeità tutti noi esprimiamo i nostri sentimenti e i nostri valori, che sono nel cuore e resterebbero invisibili se non fossero espressi attraverso segni visibili". "Il crocifisso - ha concluso il Presidente della CEI - esprime il centro della nostra fede cristiana e la sintesi dei valori che hanno ispirato la cultura di libertà rispetto della persona la dignità dell'uomo che sta alla base dell'Occidente". "L'accoglienza da parte della Corte di Strasburgo del ricorso presentato dal governo italiano è un segnale interessante, che dimostra come attorno al crocifisso si sia creato un consenso ben più ampio di quello che ci si sarebbe immaginati", ha spiegato dal canto suo il portavoce e Sottosegretario dell'episcopato italiano, mons. Domenico Pompili. Tale consenso, ha aggiunto , "conferma la non adeguatezza di alcune posizioni volte a strumentalizzare segni che hanno innegabilmente a che fare con le radici culturali dell'Europa e con la fede di milioni di persone, che in tale segno si riconoscono". In una nota diffusa nel pomeriggio il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Ezstergom-Budapest e Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopale d’Europa, ha sottolineato la necessità "che le questioni religiose vengano affrontate a livello nazionale, secondo il principio di sussidiarietà, in quanto la sensibilità religiosa e la stessa percezione del principio di laicità varia da Paese a Paese". "Ritengo – ha aggiunto – che sarebbe un atto di grande saggezza se la Grande Camera, nel suo riesame, accettasse questo fatto, che sono certo ridarà fiducia nelle istituzioni europee ai numerosi cittadini europei, cristiani credenti e laici, che si erano sentiti profondamente lesi da questa sentenza". Il buon senso della Corte Europea dietro la vittoria italiana sul crocefisso. Zenit - I segnideitempi -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2010 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 
 

ARTICOLI DI FEDE MOLTO BELLI

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963