ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 19/03/2010

I NUOVI SCHIAVI DELLE SETTE: "NOI PLAGIATI DAI GURU". SONO UN MILIONE. ABUSI SESSUALI E VOLONTA' NEGATE

Post n°3291 pubblicato il 19 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

UN ODORE pungente nell'aria, incenso, forse qualcos'altro, "di certo mi stordiva". Buio, due candeline sull'altare davanti alla foto del guru e a un santino di Cristo. Colpo di gong: il segnale. "Ero in mezzo alla stanza, davanti l'ombra di una persona. Mani che mi frugavano, mi palpavano dappertutto. Urlai, scalciai. Anche il guru urlò: "Sei inadatta! Non ti libererai mai dal tuo trauma!", anche gli altri urlavano, mi schernivano. Per la prima volta capii che non potevo più, che non avrei mai trovato così la felicità". Alessandra si salvò aggrappandosi a quell'ultimo barlume di autocoscienza che la psico-setta non era ancora riuscito a bruciarle via. "Ora mi chiedo come ho potuto cascarci. Per sei anni! Sono una persona colta, ho un bel lavoro. Come ho potuto...". La risposta è semplice: potremmo tutti. Ciascuno di noi, nessuno escluso. "Togliamoci dalla testa che ci caschino solo gli sprovveduti", scandisce Giuseppe Ferrari del Gris di Bologna, l'osservatorio anti-sette della Chiesa cattolica. Sfoglia l'archivio delle segnalazioni: avvocati, dirigenti, impiegati, professori, persino magistrati. Non sono solo gli anelli deboli della società, come molte delle vittime dello squallido guru del "Maya Re" arrestato martedì a Roma, a finire negli ingranaggi della finta spiritualità. Non sarebbero, altrimenti, oltre un milione le persone che in Italia nutrono una galassia di oltre seicento sette religiose, molte innocue, molte no; non sarebbero più numerose le psico-sette dalla facciata appena un po' eccentrica (49%) di quelle sataniste (18%) o stregonesche (18%). Sono italiani medi gli "irretiti", i "plagiati", i "succubi" di oggi. Dal Cesap di Bari, tra i più attivi centri d'assistenza psicologica e legale per vittime di plagio, Lorita Tinelli conferma sconsolata: "Perfino un collega psicologo...". E ancora, don Aldo Buonaiuto della Comunità Papa Giovanni XXIII, l'unica associazione a offrire un numero verde anti-sette sempre disponibile: "Il 70 per cento dei nostri casi riguarda persone istruite, perfino laureati, spesso facoltosi". Vanno sul sicuro i santoni d'accatto, i ciarlatani dell'anima. Le vittime, preferiscono pescarle fra i clienti dei fitness club, dei corsi di shiatsu e di qi-gong, nella classe media consumatrice di salutismo psicofisico. Elena di Milano, ad esempio, è una libera professionista, "mia sorella mi iscrisse a un ciclo di pranoterapia, sembrava tutto normale, poi spuntò la santona, affabile, ci parlava del "terzo occhio", della "luce sopra di noi", era piacevole ascoltarla, ci annunciò che poteva "canalizzare Gesù" dentro di noi, ammetterci a un circolo esclusivo di prescelti pieno di persone importanti, attori, soubrette, nomi famosi... Perché no? Chissà, magari funziona, sembrava un regalo. Cinquanta euro a incontro, non poi tanto, ed era così bello sentirsi circondati di apprezzamento, avvolti d'amore. Solo che, via via, la gentilezza spariva e subentravano prima le prove di perfezionamento, gli esercizi spossanti, poi le sgridate, l'autorità, le imposizioni: ci mettevano contro i nostri cari, ci impedivano di coltivare altre amicizie, io uscivo dalle sedute terrorizzata, piangente, ma non riuscivo a staccarmi, quella minacciava: "se te ne vai Cristo ti abbandona, perderai la vita", ero la reietta, l'apostata. Ci ho messo tre anni a uscirne. E altri tre a liberarmi dal senso di fallimento". In vetrina il discount della felicità, nel retro l'abisso della spersonalizzazione, l'annichilimento della volontà. La parola "setta" è obsoleta, ricorda massonerie e riti fumosi, niente di tutto questo oggi, spiega Massimo Introvigne che da anni studia il fenomeno col suo Cesnur: "Ora vanno fortissimo le religioni neobuddiste giapponesi, il cui motto è genze rijaku, "beneficio immediato". Ecco la lusinga: un benessere spirituale pronta cassa, da bere d'un fiato come una bevanda dietetica". Chi ha detto che siamo una società secolarizzata? Siamo invece una società di "credenti senza appartenenza", di fedeli a caccia di parrocchie easy-fit, assetati di esperienze più che di credenze, più clienti che adepti. È un bisogno crescente di spiritualità, ma semplice, aerobica ed efficiente, non rimandata all'aldilà ma già disponibile nell'aldiqua, di un wellness interiore che le chiese ufficiali non riescono a intercettare, che ti fa finire dritto in braccio a quelli che la criminologia non definisce più sette religiose ma "gruppi distruttivi". L'offerta è smisurata, ossessiva, arriva in tutte le case. Le difese, bassissime. Il fax del Gris sputa la lettera di una rara sospettosa: "Potete dirmi cos'è il "lavaggio energetico emozionale"? Sono una buona cattolica e non vorrei cacciarmi in un pasticcio". Ma chi va a sospettare del crocefisso? Giacomo voleva solo celebrare il suo ritorno alla fede, a ventisei anni voleva cresimarsi, e quel gruppo era un po' strano ma aveva sede in una parrocchia, "però dopo la bella accoglienza iniziarono certi discorsi sui "nemici della fede", sulle tentazioni carnali, me ne andai, cominciarono le persecuzioni: irrompevano in negozio, mi telefonavano a casa di notte, "sei un prescelto, sei un eletto, se abiuri farai una brutta fine". No, non era un corso per cresimandi... ". L'inferno comincia di solito con un gesto consumista, leggero leggero: si sceglie un percorso spirituale come un paio di scarpe sportive, carine, le compro. Il tuffo nel tunnel di Alessandra ad esempio iniziò con un volantino sul bancone di una libreria, un innocente corso di Reiki, "prima lezione gratuita", che male c'è? Accoglienza allegra, luminosa, "ci dipinsero l'esperienza come un paradiso". E via, aprire i cuori e i portafogli, una serata 260 euro, un corso "residenziale intensivo" 1200, e le attività che diventavano sempre più strane, più scabrose, "si parlava quasi solo di sesso", i "lavori" sfiancanti, le notti quasi insonni, così quando arriva il momento dell'esperienza "no-limits", quella del gong, "sei in una condizione di offuscamento mentale". Anna, di Bari, finì nel tunnel per seguire il fidanzato, "se non andavo mi avrebbe lasciato, il guru voleva così, e io per amore avrei fatto ogni cosa, a ventidue anni". In quel gruppo era il guru a fare e disfare la vita di ciascuno. Ubbidire o essere puniti, e la punizione era la "trasgressione creativa". "Cioè: il guru stabiliva con chi il tuo ragazzo doveva tradirti. Un giorno mi disse che dovevo prestarmi per una "trasgressione creativa". Gli dissi: siete matti, e trovai la forza per mollare tutto". Per un atto di coraggio, quanti abbassano la testa ormai incapaci di reagire? All'email di don Buonaiuto arrivano storie come quella di una signora, madre di tre figli, marito medico che sparisce dopo un misterioso seminario a Milano lasciando solo un talismano con un serpente, "la polizia ci ha detto che non si può fare nulla perché è diritto di un maggiorenne... ". Simil-cristiani o para-buddisti, pseudo-scientifici o misteriosofici, il meccanismo è lo stesso, una letale miscela tra tecniche di marketing e arsenale da torturatori di Abu Ghraib. Franca, madre con due figlie, raccontò a Famiglia Cristiana della dieta rivoltante imposta da un sedicente "angelo reincarnato": "Pasta, solo pasta, aggiungendone se non finivo il piatto, mi faceva mangiare anche quella che vomitavo". L'incapacità di ribellarsi sembra inverosimile solo a chi non ha toccato con mano l'infernale inesorabile meccanismo della sudditanza psicologica, come Franco a cui hanno rubato un fratello: "Incontrò questo santone, all'inizio me ne parlava entusiasta, tutto bello, puro, etereo... Avevamo appena avuto un lutto in famiglia, può capitare a tutti, ma se qualcuno si infila nella tua crepa, l'abisso è lì, caderci è un attimo, e non risali più. Quello diceva di essere Dio, niente di meno, e come si fa a tradire Dio? "Se te ne vai il tuo karma soffrirà, evolverai per saturazione!", cosa volesse dire non so, ma mio fratello ne era paralizzato. Non c'è più il reato di plagio in Italia, è vero, ma questa è riduzione in schiavitù, si potrà fare qualcosa". Cosa? Attilio di Verona ha mobilitato anche l'Interpol, ma di suo figlio ventiseienne non sa più nulla. "Due anni fa perse il lavoro. Si mise a cercare su Internet. Trovò questa comunità, sorrisi, crocefissi al collo, cieli azzurri. Non ebbi il cuore di trattenerlo. Mesi di silenzio. Mesi fa, una telefonata: lui, piangente, "papà, dimmi le cose più brutte, ma vienimi a prendere, salvami". Mille chilometri di distanza, li avrei fatti anche di corsa, gli dissi di prendere i documenti e scappare, lo fece: lo ripresero, mi richiamò con una voce falsa: "papà mi ero sbagliato, sto bene", ma ora al cellulare rispondono altre persone e buttano giù". Gli trema la voce. Il far west delle anime ha avuto un altro scalpo. - Isegnideitempi -

 
 
 

SOLENNITA' DI SAN GIUSEPPE: IL SILENZIO DI FRONTE AL MISTERO

Post n°3290 pubblicato il 19 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

È sempre difficile parlare di qualcuno che non parla mai. San Giuseppe è il santo del silenzio; un silenzio che percepiamo leggendo i testi evangelici che lo riguardano; un silenzio che ci interpella. In che cosa consiste il silenzio di Giuseppe? Una cosa è evidente: Giuseppe vive il suo silenzio di fronte al mistero. Tace perché si trova messo a confronto con la totalità del mistero, con la totalità del mistero di Dio che si esprime nel Verbo che si fa carne, che si fa uomo, che si fa presenza; e in quel Verbo, in quella Parola, viene detto tutto, viene espresso tutto. Ma questo atteggiamento, in san Giuseppe non è soltanto una questione di parole espresse o taciute: è un atteggiamento esistenziale, l’espressione di tutta la sua persona. Di fronte alla notizia che Maria, la sua fidanzata, è incinta, Giuseppe agisce nella giustizia umana. Fa tutto ciò che un brav’uomo può e deve fare. Non capisce e decide di ritirarsi. Non ripudia pub­blicamente Maria perché è lui che si ritira, che si allontana da un mistero che non può cogliere, ma del quale avverte, nella sofferenza, la santità. È nel cuore di questo silenzio di giustizia e di dolcezza umane, nel cuore di questo silenzio di un uomo che non capisce, di un uomo che confessa il proprio limite, è nel cuore di questo silenzio che fa irruzione una Parola nuova, una Parola di Dio per lui: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Questa Parola non elimina il mistero; essa non spiega ciò che è realmente accaduto, né come, Questa Parola introduce Giuseppe nel mistero che ha già assorbito Maria. Giuseppe non si trova più di fronte al mistero: è al suo interno. Non è più come il popolo di Israele davanti alla Nube nel deserto: è dentro la Nube, come Mosè o come i tre Apostoli sul monte Tabor. Il mistero cristiano non è tanto qualcosa che non si capisce, quanto qualcosa di umanamente incomprensibile, ma che non si può più negare. Il mistero cristiano coincide con una vocazione, una vocazione che consiste nell’essere presi all’interno del mistero del Verbo di Dio che si fa carne. In questo senso Giuseppe vive un po’ la stessa esperienza della Vergine Maria. Anche Maria, dopo l’annuncio dell’angelo, prima di dire “sì”, si trova ancora al di fuori del mistero. Dopo il suo Fiat, è dentro: non potrà più negarlo, e tutta la sua vita sarà presa in questo Avvenimento e sarà determinata da esso. Anche Giuseppe, prima dell’annuncio che si rivolge a lui, è al di fuori del mistero: esita, ha paura, è sicuramente triste e angosciato. Ma, dopo l’annuncio, la sua vita si lascerà condurre docilmente dall’Avvenimento, senza paura, dolcemente, anche attraverso prove pesanti come la fuga in Egitto. Com’è possibile ciò? Come può una persona cambiare così radicalmente a livello della propria coscienza, della propria libertà, della propria fiducia? È che Maria e Giuseppe ricevono essenzialmente uno stesso annuncio, vale a dire che ciò che accade è opera dello Spirito Santo. Come se l’angelo dicesse loro: «È lo Spirito che realizza ciò che vi viene annunciato; è lo Spirito, non siete voi, che compie ciò che vi viene chiesto». Infatti, è sol­tanto grazie allo Spirito Santo che diventa possibile a degli esseri umani di entrare nel mistero del Verbo incarnato. E questa è la sostanza di ogni vocazione cristiana, della vocazione straordinaria di Maria innanzitutto, ma anche, dopo di lei e grazie a lei, di Giuseppe e di ognuno di noi. Già al momento del battesimo, per ognuno di noi lo Spirito realizza l’entrata nel mistero del Verbo incarnato che riconduce al Padre tutta l’umanità. Spesso si pensa a Giuseppe con una certa commiserazione. «Poverino, ha dovuto subire la vocazione di Maria e starsene lì, al suo fianco, a sottomettersi a un destino che non ha scelto...». Una certa iconografia favorisce questa commiserazione, presentandoci un san Giuseppe non solo anzianotto, ma anche pensieroso, o addirittura addolorato, a fianco della grotta della Natività. Invece, il Vangelo, pur nella sua sobrietà, ci mostra un san Giuseppe in pieno possesso della sua capacità di pensare, di discernere, di decidere e di agire. E dopo l’annuncio che riceve, dopo aver preso coscienza che lo Spirito Santo era all’opera, non esita più. La sua libertà è in perfetta azione di fronte alle circostanze della vita, e lui si impegna a fondo in ciò che valuta essere la cosa migliore e la più giusta: decide liberamente di licenziare Maria in segreto; decide, dopo la morte di Erode, che sarebbe meglio rientrare in Galilea piuttosto che in Giudea. È un uomo libero, che usa la sua libertà. Ma sa anche che Io Spirito Santo richiede un’obbedienza che, lungi dal cancellare la sua libertà, le dà compimento in scelte di verità e di bontà che l’uomo da solo non saprebbe sostenere. La libertà di Giuseppe si esprime come quella di Abramo, così come san Paolo ce l’ha descritta nella nostra seconda lettura: «Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza». La fede che spera, la fede che crede nel presente e per il futuro, la fede come atto che si pone adesso, ma che abbraccia anche il futuro, non annulla la libertà: la vive in una relazione, la relazione con Dio. E una libertà vissuta ed esercitata all’interno di una relazione non è più una libertà che deve bastare a se stessa: vive anche di ciò che l’altro le dona. Così, una libertà che acconsente alla relazione di amore e di obbedienza nei confronti del Signore, permette un’esistenza in cui anche la libertà del Signore può esprimersi. E qual è l’espressione suprema della libertà di Dio nei confronti degli uomini se non la grazia, il dono dello Spirito Santo? Allora possiamo essere sicuri che san Giuseppe non era solo un uomo buono e generoso: era anche un uomo felice, di quella gioia dello Spirito Santo che nessuna circostanza negativa e nessun sacrificio possono sminuire. -  Lepori - donboscoland -

 
 
 

LA MORTE DI ELISA CLAPS: I RESTI RITROVATI IN UNA CHIESA. BASILICATA, MASSONERIA E MANO DI DIO

Post n°3289 pubblicato il 19 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una stretta di mano, una "strizzata" con l'occhio, un caffè offerto al bar, qualche cenetta in compagnia ... questa è la vera faccia della massoneria. Gente bigotta, socialmente ben piazzata, solitamente molto elegante, sguardo sfuggente, tante belle parole e ... sempre a disposizione. Borghesi e pseudo aristocratici, finti ricchi e sacrosanti ladroni, delinquenti e bassa manovalanza operativa, questi sono gli esponenti e gli esecutori della vera massoneria che, come ogni associazione, anch'essa si secolarizza, dunque si adegua ai tempi. Un posto di lavoro in cambio di una bella vettura, un esame medico immediato e gratuito in cambio di 3 cene pagate, una poltrona politica in cambio di alloggi e promesse ... addirittura un taglio di capelli gratis in cambio di un favore, casomai per evitare la fila alle poste. Ben si delinea la massoneria del ventunesimo secolo che, come noto agli attenti ed informati studiosi di tale fenomeno, si discosta largamente da quello che l'immaginario collettivo ricorda. Non esistono più incappucciati, simboli, riunioni segrete, nomignoli quali gran maestro, compagno operaio, fratello muratore ed altri; tutto si concretizza in un solidale scambio di favori, grandi o piccoli che siano; il tutto emerge spaventosamente quando, in un caso come quello della povera e religiosa nostra amica Elisa Claps, la città tace. Con rispetto parlando, senza fare alcuna allusione ed omettendo volutamente nomi e cognomi, essendoci delle indagini in corso, il 12 Settembre del 1993 Elisa scomparve in pieno centro storico, di giorno e dinanzi a tante di quelle facce intrise di ipocrisia e colluse con un sistema marcio, esempio tipico di massoneria pratica e non più solo simbolica! All'epoca dei fatti molti furono a tremare, migliaia di telefonate, passaparola, avvertimenti, intimidazioni, indagini depistate, "incartamenti" scomparsi, strane assegnazioni di posti di lavoro a chi, nella vita, faceva tutt'altro. Perdonatemi il mio estremo cinismo ma, quel 12 settembre 1993 tanta gente occupo avidamente e con terrore il proprio gabinetto in preda ad attacchi di dissenteria. Prima o poi, quando si entra in circoli del genere arriva sempre la telefonatina che chiede di contraccambiare quello o quell'altro favore, casomai fatto 15 anni prima e, quando arriva quel momento, il massone del ventunesimo secolo non può tirarsi indietro. Si ingegna, aguzza la mente, attiva meccanismo spietati e diventa colluso, tace, opera nell'oscurità, diventa omertoso e solidale. Attenzione, questa non è mafia, bensì massoneria. In pochi eletti, sfruttando i favori fatti al popolino, dominano e governano menti, uffici pubblici e privati, forse anche le istituzioni locali e, con fare satanico, mettono in pratica i loro nefasti piani: senza scrupoli. Da più di 15 anni, noi ex giovani e amici di Elisa ci siamo sempre interrogati sulla sua scomparsa.! Decine di volte le trasmissioni televisive ne hanno parlato, tuttavia non è mai emerso nulla di rilevante ai fini delle indagini. Da anni i fratelli di Elisa e la famiglia, di matrice fortemente cattolica, si sono battuti nella disperata ricerca della verità! Tante erano le voci che circolavano in città ma, nonostante in molti avessero "sentito dire", nessuno ha mai avuto il coraggio di parlare. Si narra di misteriose minacce, per altro documentate, rivolte a danno di svariati possibili testimoni all'epoca dei fatti. La stessa amica del cuore di Elisa, a quanto pare ultima persona a vederla, dopo un lasso di tempo rimase ammutolita e non ebbe nulla da dichiarare agli organi di giustizia. Voci di corridoio, sempre all'epoca dei fatti, circolavano negli ambienti vicini alla procura e tanti erano i dubbi addirittura in merito alla metodologia con cui furono svolte le indagini. Troppi i punti interrogativi. Troppi i dubbi irrisolti. Troppa fu la mediocrità nell'abbandonare una famiglia in preda alla disperazione, per aver perso le tracce della propria figlia. Elisa era una ragazza modello, cattolica praticante e seria, diversa da tante delle sue secolarizzate coetanee. Lo strano ritrovamento del suo cadavere, dopo anni di inganni, deve essere giustificato; la Procura ha l'obbligo di indagare seriamente e di arrestare i colpevoli che, nella vox populi, sono noti già da anni. Saranno invenzioni dei potentini? Non credo proprio.! E qui interviene la "MANO DI DIO", casualità, segno del destino, disegno divino? Chi può dirlo. Il corpo della povera elisa viene trovato da un "fratello muratore" (del tutto ignaro, poverino) in un luogo di culto che, volutamente, viene sconsacrato da un decesso voluto dalla massoneria che, come noto, ha come primo ed unico nemico la Chiesa ed i valori che essa da 2000 anni diffonde.! Non vi sembra strano? E questa stessa "MANO DI DIO", se invocata e protetta da tutto il popolo lucano e principalmente dai giovani, riuscirà a far crollare il sistema ed a far saltare fuori la verità. Le tante teste coinvolte devono cadere, oggi più che mai, in periodo elettorale! Chi sa se in qualche comitato elettorale ci sarà qualcuno seduto sul gabinetto in preda a crisi di panico e dissenteria? La Milizia di San Michele Arcangelo esprime la massima solidarietà nei confronti della famiglia di Elisa che, con coraggio, in questi anni non ha mai abbandonato la speranza, così come Nostro Signore ci insegna. - Carlo Di Pietro - Pontifex -

 
 
 

IL PERICOLO DELLE SETTE E' SEMPRE IN AGGUATO. RIPRISTINARE LA PREGHIERA DI LEONE XIII CONTRO SATANA ORMAI SCATENATO

Post n°3288 pubblicato il 19 Marzo 2010 da diglilaverita
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"Satana si é scatenato se si arriva persino a sfiorare con basse insinuazioni persino il Papa": ne é convinto il professor e don Renzo Lavatori, teologo e demonologo. " Da questo punto di vista la Madonna a Medjugorje aveva visto giusto. E' in atto una offensiva del maligno contro la Chiesa, le prova di tutte per screditarla, ma non vincerà. Penso che oggi più che mai sia utile ripristinare la preghiera di Leone XIII a San Michele Arcangelo, efficace arma di intercessione contro Satana". Intanto proprio a Roma, come recente fenomeno di cronaca, é stata sgominata una cricca di presunti malfattori sotto il nome di Maya, una vera setta, che avrebbe spillato soldi, commesso atti di abuso sessuale su bambini e signore adulte. Da che cosa dipende questo dilagare delle sette, pare che nella sola Roma se ne contino ben quarantaquattro?: " questo fenomeno é complesso ed in parte é stato anche un poco sottovalutato. Vi sono sette, come quella della new Age che si basano su visioni angeliche e con un culto solo apprentemente pacifico e sereno, ma che in realtà istiga al paganesimo e alla autosufficienza dell' uomo infondendo un falso desiderio di pace e di onnipotenza. Spesso tra questi signori si nascondono veri malfattori. La New Age é un misto pericoloso che offende fede e ragione allo stesso tempo, ma dietro si nascondono commerci e movimenti di denaro a dir poco discutibili. Poi ci sono quelle sette stile orientaleggiante che credono di infondere con lo yoga un altro finto benessere del tutto illusorio e poi quelle sataniche vere e proprie che in vero sono sempre esistite e sono antichissime, consistenti persino in riti macabri come la uccisione di bambini nati da rapporti sessuali incestuosi". I culti satanici da che cosa dipendono?: " da una fede il più delle volte debole e immatura, superficiale, non sviluppata. A questo si unisce un preoccupante livello di superstizione che costituisce elemento connaturato alle sette ". Il fenomeno delle sette é in dilagante aumento in America Latina e in Messico nel particolare: " vero, in Messico troviamo quella della santa morte. La cosa é apparentemente strana in una nazione cattolica, lo stesso dicasi per il Brasile, ma da quelle parti si associa fede e superstizione e così nascono fenomeni del genere. La situazione non sembra del tutto incoraggiante in Africa dove spesso chi va alla Chiesa poi pratica riti magici". La cosa curiosa é che se questo episodio di Roma fosse avvenuto in un istituto religioso si sarebbero scatenati i fulmini della critica: " vero, ma oggi sparare sulla chiesa cattolica e sul Papa, come si é insinuato, fa tendenza. Satana é scatenato, la Madonna a Medjugorje aveva visto giusto. Penso che sia utile, ma non spetta a noi dirlo,ricordare l'antico esorcismo di Leone XIII contro le forze del male e la intercessione di San Michele Arcangelo". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

GIUSEPPE DI NAZARETH, UN ESEMPIO DA IMITARE

Post n°3287 pubblicato il 19 Marzo 2010 da diglilaverita
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Il mese di marzo è considerato dalla devozione cattolica come il mese consacrato a san Giuseppe. Proprio in questi giorni è uscito nelle librerie per i tipi dell’editrice Segno di Udine il libro di Alfonso Giusti: " San Giuseppe, l’uomo che chiamo Dio papà" al prezzo di euro 15,00. San Giuseppe, essendo stato scelto da Dio per essere la sua immagine verso il suo Figlio unigenito, non è stato stabilito per nessuna funzione pubblica nella Chiesa di Dio, ma solamente per esprimere la sua purezza e la sua santità incomparabile che lo separa da ogni creatura visibile; da ciò deriva che egli è il patrono delle Anime nascoste e sconosciute. Altra è la funzione di San Pietro sulla Chiesa; altre sono le operazioni di San Giuseppe. San Pietro è stabilito esteriormente per la gerarchia e la dottrina, ed influisce sui prelati e sui ministri della Chiesa. San Giuseppe, al contrario, che è un Santo nascosto e senza funzioni esteriori, è stabilito per comunicare interiormente la vita insigne che riceve dal Padre e che scorre poi da Gesù su di noi. L’influenza di San Giuseppe è una partecipazione di quella di Dio Padre in suo Figlio, nel mentre che quella di San Pietro e degli altri Santi è una partecipazione della grazia di Gesù Cristo che scorre sugli uomini e si distribuisce in variegata misura nei suoi membri. Quella di San Giuseppe è una partecipazione della fonte senza regola e senza misura che si effonde da Dio Padre in suo Figlio ; e Dio Padre che ci ama dello stesso amore con cui egli ama questo unico Figlio, ci dona da attingere, da gustare, da assaporare in San Giuseppe la grazia e l’amore con cui egli ama questo stesso Figlio. Negli altri Santi, è una particella ed una misura che Egli ci comunica; qui è senza limiti e senza misura, a causa di quello che è San Giuseppe, e per quello che Dio Padre pone in lui come nella sua immagine universale. Questo Santo è il patrono delle Anime insigni elevate alla purezza ed alla santità di Dio, quanto di quelle che sono intimamente unite a Gesù ed alle quali comunica la sua tenerezza per questo amabile Salvatore, come di quelle che sono applicate a Dio Padre, di cui San Giuseppe è raffigurazione. E’ un Santo nascosto che Dio ha voluto tenere segreto durante la sua vita e di cui si è riservato a lui solo le occupazioni interiori senza condividerle con le cure esterne della Chiesa, un Santo che Dio ha manifestato in fondo ai cuori e di cui Lui stesso ha impresso la venerazione all’interno delle anime. E come San Giuseppe si è dedicato a Dio solo durante la sua vita, Dio ha riservato a se stesso di manifestarlo e di imprimerne la stima, il culto e la venerazione. Come immagine del Padreterno in cui giunge ogni preghiera e che è lo scopo ed il termine di tutta la nostra religione, San Giuseppe deve essere il tabernacolo universale della Chiesa ; è per questo che l’anima unita interiormente a Gesù e che entra nelle sue vie, nei suoi sentimenti, le sue inclinazioni e le sue disposizioni, quest’anima, finché sarà sulla terra, sarà piena di amore, di rispetto, di tenerezza per San Giuseppe ad imitazione di Gesù vivente sulla terra; poiché tali erano le inclinazioni e le disposizioni di Gesù Cristo: egli doveva amare con tenerezza Dio Padre in San Giuseppe, ed adorarlo sotto questa immagine vivente in cui egli abitava realmente. Spetta a noi seguire questa condotta ed andare così a ricercare nostro Padre in questo Santo. E’ in lui che noi dobbiamo andare a vedere, a contemplare, ad adorare tutte le perfezioni divine il cui assemblaggio ci renderà perfetti come nostro Padre celeste è perfetto. Noi impariamo da questo Santo che ci si può accostare a Dio Padre ed essere perfetto sulla terra come Egli lo è in cielo. E poiché in Dio Padre, San Giuseppe è fonte di ogni bene e di ogni misericordia, si dice di questo Santo che non gli si chieda nulla che non lo si ottenga. Tocca ai sacerdoti soprattutto, nei quali Dio risiede nella sua pienezza e nella sua fecondità pura e vergine, comportarsi sul modello del grande San Giuseppe nei confronti dei figli che essi generano a Dio. Questo grande Santo conduceva e dirigeva il Bambino Gesù nello spirito di suo Padre, la sua dolcezza, la sua sapienza, la sua prudenza: così dobbiamo fare per tutti i membri di Gesù Cristo che ci sono affidati e che sono altri "Cristi", in modo che li trattiamo con la stessa riverenza che San Giuseppe aveva per il Bambino Gesù. Siamo dei superiori di Dio nei loro confronti, ma inferiori nelle persone, come San Giuseppe, che si vedeva infinitamente al di sotto di Gesù, benché ne fosse la guida e che fosse stabilito su di lui, in Nome e per conto del Padreterno. Anche per questo abbiamo scelto San Giuseppe per uno dei Patroni della Milizia, come il Santo che Nostro Signore ha incaricato in cielo delle cure apposite dei sacerdoti come, secondo me, lo faceva per farci conoscere la sua bontà. La Santissima Vergine ci dona questo grande Santo per patrono, assicurandoci che egli lo era delle anime nascoste, ed aggiungendo di lui queste parole: Io non ho niente di più caro in cielo e sulla terra dopo mio Figlio. Portando un giorno Nostro Signore ad un ammalato, io ripetevo interiormente queste parole che mi erano messe nello spirito : Dux Justi fuisti: esse mi facevano ricordare che San Giuseppe, essendo stato la guida del Giusto che è Nostro Signore, io dovevo rappresentarlo portando il Figlio di Dio negli stessi sentimenti coi quali egli lo aveva spesso portato durante la sua vita...
I nostri Lettori sanno che noi diffondiamo il retto culto cattolico ai Santi Angeli di Dio ed in modo particolare a San Michele Arcangelo ed a Maria SS.ma, Regina degli Angeli. Essi sapranno anche che San Michele Arcangelo è considerato patrono e protettore della Chiesa Universale. San Michele è tale in quanto difende la Chiesa da Satana e da tutti i suoi accoliti e gli eserciti infernali. E San Giuseppe è il patrono della Chiesa Universale. La sua missione è quella di ottenere immensi favori divini per Essa, poiché la sua intercessione presso Gesù e presso la Regina degli Angeli è più potente di chiunque altro, perché nessuno più di lui è mai stato tanto loro vicino. San Giuseppe, in buona sostanza è il più grande santo tra tutti i santi e gli Angeli, e noi possiamo essere e sentirci orgogliosi di lui e chiamarlo, come fanno ed hanno fatto tanti santi, nostro padre e signore, per cui auguro a questo nuovo lavoro su San Giuseppe, del nostro Segretario Generale Alfonso Giusti, una più ampia diffusione per il bene della vita comune e spirituale di quanti ad esso si avvicineranno, cercando di imitare le virtù del più grande Santo della Storia della Salvezza, ad maiorem Dei gloriam. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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