ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 30/03/2010

TI AMO!!! AVEVATE RAGIONE: ANCHE IL PRETE HA BISOGNO DI UNA DONNA...

Post n°3344 pubblicato il 30 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ti conobbi per caso sulla riva del mare. Quella spiaggia che per me significava castelli da costruire, buche da scavare, sogni da abbozzare con le conchiglie, pensieri da smussare sotto la forza d'urto delle onde. Nello scoglio del mio cuore si fissò il tuo volto e più non ebbi pace. Sul molo, una vecchia donna – la mia nonna catechista – mi parlò di te per la prima volta. Mi diresse verso i tuoi occhi, mi fece baciare la punta del tuo naso, mi nascose sotto il tuo mantello. Fu amore a prima vista! Un innamorato di passaggio t'avea scarabocchiato una scritta ardente: 'Totus tuus'. A casa parlavo il dialetto, l'italiano era forestiero, del latino non conoscevo ne genitivo, né tantomeno il dativo o il locativo. Ma c'era poesia in quelle sillabe: lo coglievo! Cresciuto a pane, giochi e briciole di sogni… m'avvertivo sempre più geloso, sofferente nel cuore, malinconico sul volto. T'avrei voluta tutta per me! Invece, sfogliando i libri di papà, vedevo che per corteggiarti gli uomini sembravano inventarsi follie: cattedrali di marmo e chiesette di montagna, l'esagerazione di Notre Dame e la maestosità di Chartres. M'arrabbiavo quando tra i corridoi di scuola, durante la merenda, sentivo Simone che parlava di te assieme a Duccio di Buoninsegna, Cimabue, Gentile da Fabriano, Lorenzetti, Giotto e Beato Angelico. Non potevo nemmeno vedere Raffaello, Tiziano e Leonardo da Vinci: con i colori sembravano voler trafugare la mia donna. Loro con i colori: Rossini, Verdi, Perosi e Schubert sistemando delle note su di un pentagramma. Come se non bastasse, passeggiando su vecchie mulattiere con il mio nonno, sentivo che, tra compagni di guerra, si rilanciavano una frase: 'Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade…'. Come se non bastassero i poeti, pensavo tra me! Anche gli alpini poggiavano gli occhi su di te. Più ti guardavo, più m'ingelosivo, più m'innamoravo. Papà mi diceva che di te provava paura il dittatore Tito, il governo ungherese, polacco e russo. Chiedevano di te i musulmani in Mozambico (tra l'altro: ogni giorno ancor oggi t'inviano 'per raccomandata' la XIX sura del loro Corano). Ti volevano in Inghilterra, negli Stati Uniti d'America: i cristiani separati, gli scismatici, i protestanti. Andavo a catechismo e incontravo gente che per te avea perso il senso della misura, gente che giocava con le parole: Ambrogio di Milano, Agostino d'Ippona, Basilio di Cesarea, Cirillo, Gregorio Magno, Anselmo d'Aosta, Tommaso d'Aquino, Bonaventura da Bagnoregio! Ne controllavo uno, se ne presentavano dieci: e tu eri sempre più bella! Eri umile e alta, eri 'più che creatura' (D. Alighieri). Un giorno t'incontrai da sola a danzare tra le pagine di un vecchio libro chiamato Scrittura Sacra: emergevi come una Venere dalle altezze del cielo, passeggiavi tra le fontane e le viuzze della tua Galilea. Colsi l'attimo. Chiesi d'entrare nel tuo cuore: sapevo che da là nessuno m'avrebbe più fatto paura. Tu accettasti. Da quell'istante tu non sei più stata tu. Non sei più stata Maria di Nazareth. Per me sei diventata la Bellezza! 150 anni fa t'han visto colorare il cielo di Lourdes, impreziosire i sogni di Bernardette Soubirous. Lourdes era un pugno di case, fra povere terre, colli pirenaici, sentieri sconnessi e campi sterminati. Son passati 30 lustri ma il peso degli anni non osa incurvare le tue spalle. I capelli son quelli di sempre: argentea ti fece tuo Figlio. Gli aranceti profumati, gli ulivi tremolanti e le stelle parlano di Te. Sulle nude rocce o nel calore degli Inferi! Sempre e solo il tuo nome! Dopo 23 anni d'attesa, oggi te lo dico: Ti Amo, Maria! - don Marco Pozza - donboscoland - Febbraio 2008 -

 
 
 

ATTACCHI DA PARTE DI PIRATI INFORMATICI "SU COMMISSIONE" AL PORTALE PONTIFEX.ROMA: MA IL PROBLEMA E' RISOLTO

Post n°3343 pubblicato il 30 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Come volevasi dimostrare, quando vai a toccare certi argomenti, con persistenza e conclamando a gran voce la verità, cominciano ad arrivare i problemi. In questi 18 mesi di vita, il sito Pontifex.Roma ha subito sovente attacchi da parte di hacker e malintenzionati che, utilizzando degli script, delle injection, delle shell od altro, hanno tentato invano di penetrare i nostri firewall e le nostre misure di protezione. Purtroppo, però, ultimamente siamo stati vittime di ripetuti ed altamente professionali , nonché invasivi, bombardamenti di varia natura informatica. Alle ore 22:00 di ieri sera, difatti, uno dei nostri firewall ha ceduto ed è stata sfruttata una "invisibile vulnerabilità" della progettazione di Pontifex.Roma per inserire del codice dannoso. Essendo Pontifex un quotidiano ed avendo una sitemap ben strutturata, quotidianamente viene visitato, anche più volte al giorno, dai motori di ricerca che, facendo il proprio dovere, indicizzano le informazioni inserite e le rendono ricercabili in tempo reale. Google che, come noto, rappresenta il motore di ricerca più importante al mondo, offre anche un utilissimo servizio di allert che avvisa immediatamente i visitatori e gli intenauti la presenza di probabili virus o codici dannosi all'interno di un sito web. Sempre Google, inoltre, avvisa immediatamente i webmaster e segnala l'abuso, nonché tende a bloccare l'accesso al sito. Avevo personalmente notato qualcosa di strano già verso le 21:30, ma pensavo fosse un problema di navigazione internet ma poi, usando i filtri del browser firefox, mi sono reso conto che Pontifex, per la prima volta in 18 mesi di vita, aveva ceduto. Che dire, dopo tanta preghiera, dopo aver composto una equipe virtuale di amici informatici e collaboratori, tramite skype, ci siamo uniti e siamo riusciti a risolvere il problema. La diagnosi è incredibile, perché l'attacco è stato di notevole gravosità e, lo ripeto da esperto informatico, altamente professionale. Si potrebbe ipotizzare che è stato commissionato da qualcuno, per impedire che Pontifex.Roma continuasse ad essere baluardo cattolico di Fede e Verità. La mano di Dio ci ha aiutato, dunque, non preoccupatevi. Il problema è risolto, la vulnerabilità è stata bypassata, dunque il sito è sicuro al 100%. Ho personalmente provveduto ad avvisare Google dell'avvenuto intervento tecnico e, entro 24 ore, saremo nuovamente raggiungibili da qualsiasi motore di ricerca. Il link diretto www.pontifex.roma.it, comunque, è già perfettamente funzionante. Concludo questo mio breve intervento, ringraziando tutti i visitatori che prontamente ci hanno avvisato via email, ringraziando gli amici informatici cattolici che mi hanno supportato durante questa nottata di duro lavoro, lodando Dio per il suo supporto e dicendo ai nostri "cari amici massoni" che la partita, per il momento è finita 1 ad 1 .... incontro pari.! Serva ben altro per "tappare la bocca a Pontifex". - Carlo Di Pietro -

 
 
 

NEL MISTERO PASQUALE IL RUOLO DI MARIA E' MOLTO IMPORTANTE

Post n°3342 pubblicato il 30 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"La sola che non ha mai rinnegato Cristo é stata Maria": la constatazione, apparentemente normale, é del celebre e noto mariologo professor Stefano De Fiores al quale chiediamo di chiarire il ruolo di Maria nel mistero pasquale. " Nella liturgia di una volta effettivamente si esaltava maggiormente la pesenza di Maria che oggi sembra sfumata. Prima si usava un candelabro triangolare grande con tante candele che progressivamente venivano spente e ne rimaneva accesa solo una. Quella rappresentava la fede di Maria che nel giorno della morte di Cristo in Croce, quando tutto sembra perduto, rimane con Lui, perché mai ha dubitato". E Cristo la indica come Madre: " certo, si potrebbe  dire quasi la stessa cosa di Giovanni, ma anche Giovanni ad un certo punto scappò, Maria invece ha sempre seguito Cristo e creduto in lui, del resto la sua presenza nella storia della Pasqua é molto percepita dalla pietà popolare". Il professor De Fiores cita addirittura Corrado Alvaro: " un autore come lui, a proposito della settimana santa e della devozione mariana, dice con tono elogiativo, che questa é la settimana teatrale del popolo. E il popolo dei semplici, dei fedeli che vivono la fede con devozione pura e che non si pongono i dubbi dei grandi, coltivano questa sana tradizione della e nella pietà popolare molto diffusa specialmente al sud Italia e in nazioni cattoliche come la Spagna, la Polonia e il Messico". Parla della importanza della via Matrix: " dopo la solenne liturgia della adorazione della Croce del Venerdì santo, sarebbe bene ed utile celebrare la via dolorosa o la via Matrix, ovvero il percorso al rovescio compiuto da Maria dal momento della sepoltura sino a casa sua a Betania. Lei torna a casa con il cuore a pezzi, con l'animo dolente, ma non ha perduto la fiducia, proprio perché Maria é la discepola perfetta, colei che ha  detto sì all' Angelo nel giorno della Annunciazione, ha detto sono la serva del Signora, lei é la donna del fiat". In più é madre di misericordia: " certamente e la sua misericordia, il suo amore per il Figlio, si riflette su di noi. Maria rispecchia la infinita misericordia del Figlio che anche sulla Croce ha saputo perdonare. Lei ha perdonato col Figlio, ecco perché nella settimana santa sarebbe bene ricordare l' importante ruolo di Maria, madre nostra e della Chiesa". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

LE CROCIATE? I BUONI ERAVAMO NOI

Post n°3341 pubblicato il 30 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Un saggio revisionista dello studioso Rodney Stark ribalta le tesi classiche sulle guerre di religione Erano i cristiani ad essere aperti e tolleranti e molti musulmani li preferivano ai feroci turchi.

Chi ha visto il film di Ridley Scott Le crociate è stato confermato nell’idea che dall’Illuminismo in poi l’Occidente ha sul tema: a) i crociati erano rozzi e crudeli, mentre gli islamici erano raffinati e tolleranti; b) l’imperialismo europeo attaccò senza provocazione i pacifici musulmani; c) Saldino era un galantuomo e i crociati dei farabutti; d) da allora i musulmani ci odiano con ragione. Questo mucchio di corbellerie è ribaltato nel più bel libro che mai sia stato scritto sull’argomento: Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate (Lindau, pagg. 365, euro 24, 5) di Rodney Stark. Sì, perché è vero l’esatto contrario di tutti i punti summenzionati. Innanzitutto, i musulmani cominciarono a interessarsi alle crociate solo quando l’Occidente le mise loro in testa, cioè alla fine del XIX secolo. Non solo gli arabi contemporanei quasi non se ne accorsero, perché si trattava solo di invasioni periodiche durate poco e per nulla rivolte contro l’islam in quanto tale. Anzi, i musulmani sudditi dei regni latini di Palestina e Siria erano pure contenti perché i cristiani non li consideravano dhimmi (diversamente da quanto facevano i governanti islamici con cristiani ed ebrei) e le tasse che pagavano erano più leggere che nei circostanti regni musulmani. «Per molti arabi, inoltre, le crociate non furono che attacchi sferrati contro gli odiati turchi». Infatti, fu quando arrivarono, a mano armata, i turchi - che massacravano i pellegrini - che ebbero inizio le crociate. Le quali ebbero il merito, per la civiltà europea, di fermare l’espansionismo turco per due secoli, dopo i quali l’Europa si ritrovò a doversi difendere fin dentro casa per i successivi quattro. Per quanto riguarda il Saladino, il romanticume sulla sua figura ammaliò anche il Kaiser, Guglielmo II, il quale depose sulla sua tomba una corona bronzea d’alloro (che poi Lawrence d’Arabia, come tutti gli arabi nemico dell’Impero ottomano, fece sparire). Nel film succitato il giudizio è identico. Eppure, dopo la disfatta inflitta ai cristiani ad Hattin, così il suo segretario, Imad ad-Din, descrisse quel che fu fatto ai templari e agli ospitalieri catturati: «Ordinò che fossero decapitati, preferendo l’ucciderli al farli schiavi. C’era presso di lui tutta una schiera di dottori e sufi, e un certo numero di devoti e asceti: ognuno chiese di poterne ammazzare uno», cosa che Saladino concesse volentieri. Non è vero che mandò liberi tutti gli abitanti di Gerusalemme: metà di questi non poté pagare l’esoso riscatto e fu venduta schiava. Stark dice la sua anche sulla famosa Quarta crociata, quella che conquistò Costantinopoli anziché la Terrasanta. E anche qui rimette le cose a posto. Fin dalla prima spedizione, i bizantini avevano sempre mantenuto un atteggiamento sleale nei confronti dei crociati, tradendoli a più riprese. Addirittura, l’imperatore Isacco II si era alleato col Saladino contro i latini per favorire i greco-ortodossi; presa la Terrasanta, Saladino, secondo i patti, aveva consegnato a questi ultimi ogni chiesa latina. Ora, ancora un volta, la richiesta d’aiuto era partita da Costantinopoli e ancora una volta gli europei avevano risposto. E ancora una volta, giunti sul posto, erano stati traditi. Così, stimarono che l’unico sistema per non essere pugnalati alle spalle era insediare uno di loro a Costantinopoli. Un’altra leggenda nera da sfatare è il massacro seguito alla presa di Gerusalemme da parte di Goffredo di Buglione alla prima crociata: la città conteneva sui diecimila abitanti, dei quali caddero solo duemila. Nulla a che vedere con i massacri indiscriminati compiuti dai musulmani, specialmente quelli di Baibars e dei mamelucchi, che causarono la fine dei regni latini in Oriente. Massacri, per giunta, tutti compiuti in dispregio della parola data: ambasciatori decapitati, i monaci del Monte Carmelo interamente trucidati, eccetera. Il «peggiore massacro dell’intera epoca delle crociate» fu quello di Antiochia, perpetrato dal musulmano Baibars. Eppure, eccone il ricordo da parte degli storici occidentali: «Steven Runciman gli dedica ben otto righe; Hans Eberhard Mayer una; Cristopher Tyerman, che si era dilungato per molte pagine sugli efferati dettagli del massacro di Gerusalemme nella prima crociata, liquida la carneficina di Antiochia in quattro parole; Karen Armstrong riserva dodici parole al resoconto della strage, di cui attribuisce poi la colpa agli stessi crociati, poiché era stata la loro minaccia a creare un “nuovo islam”». Perché fallirono le crociate? Dopo aver fatto presente che i regni latini d’Oltremare pur ebbero la stessa durata degli odierni Stati Uniti, Stark punta il dito sulle tasse: mantenerli dissanguava l’Europa. Circondati dalla marea ostile, lontani migliaia di chilometri da casa, richiedevano continui rifornimenti di uomini e mezzi, nonché spedizioni ricorrenti per difenderli o riconquistarli. La fede (sì, la fede) aveva reso sopportabile ogni sacrificio e ogni defaillance era stata imputata ai peccati dei cristiani. Ma quando un santo come Luigi IX vi fallì (e morì) nel corso di ben due delle spedizioni in assoluto meglio organizzate, i cristiani si chiesero se davvero «Dieu le volt» o non era il caso di lasciare per sempre i Luoghi Santi al loro destino. - di Rino Cammilleri - miradouro -

 
 
 

SETTIMANA SANTA IN INDIA: L'AMORE DI CRISTO VICINO AI DOLORI DEL MONDO

Post n°3340 pubblicato il 30 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In questi giorni della Settimana santa i miei pensieri sono sempre con un paziente malato di meningite da criptococco. Questo tipo di meningite è tipica delle complicazioni che avvengono con l’Hiv ed è la più comune infezione del sistema nervoso centrale con l’Aids. Nella mia vita ho incontrato molti malati di Aids che soffrivano di questa meningite. Questo malato soffre in modo terribile di mal di testa, confusione, irritabilità, quasi cecità, instabilità. Ogni giorno, visitandolo all’ospedale e vedendo il suo corpo sofferente mi accorgo che lui è il Cristo sofferente oggi. Davanti alle sue sofferenze e al suo abbandono l’azione più immediata è quella che ha fatto Maria di Betania, ungendo i piedi di Gesù, per dire: Tu sei voluto, tu sei amato, io voglio che tu viva e abbia la vita. Un’azione buona e piena di amore non viene dimenticata. Anzi, essa dona la vita. C’è un proverbio rabbinico che dice: [Il profumo di] Un buon unguento si diffonde dalla stanza da letto fino al salotto, ma un buon nome si diffonde da un confine all’altro del mondo. L’amore di Maria di Betania e la sua azione per Gesù non è stata dimenticata, ma premiata con la grazia della rivelazione del Signore risorto. Essa è stata la prima donna pasquale a incontrare Gesù risorto. Ho cominciato il 2010 stando fra le sofferenze di molte persone attorno a me. Ho incontrato così tanti uomini e donne che soffrono. Acuni di loro sono morti e altri sono ancora in vita. Ma stando con loro ho anche scoperto che vi sono uomini e donne desiderosi di stare vicini a coloro che soffrono. Il 9 marzo scorso, a tarda sera, ho fato visita a Rinku, che stava morendo nella nostra casa di Shanti Dan” per le donne. Rinku soffriva da lungo tempo. Mi ha colpito che altre donne, anch’esse malate, si sono offerte di prendersi cura dei suoi bisogni. Tutte amavano Rinku e si sono sedute vicino a lei, vigilando ogni suo respiro. Sono rimaste vicine a Rinku con la loro impotenza e la loro profonda tristezza. Non hanno permesso a Rinku di morire da sola. Erano come le pie donne sotto la croce, che guardavano Gesù morire. Rinku è morta il 10 di marzo, in compagnia delle sue amiche. In mezzo alla sofferenza vi sono sempre persone che vengono a dare la vita. È un mistero come il dolore può avvicinare persone l’una all’altra. E molto spesso sono le donne a venire per prime in aiuto e consolare coloro che soffrono. Le donne sono benedette con il dono naturale della compassione. Ho pensato anche al terremoto del 12 gennaio ad Haiti e a cosa significa questo per i missionari e le missionarie della Carità che sono là. Io penso che Dio ci stia parlando anche attraverso questo enorme disastro di vite umane e di beni. Migliaia di persone sono morte e le loro case sono crollate. Sono morti anche molti sacerdoti e religiosi. Eppure nessuna delle suore o dei fratelli è stato ferito; e nemmeno quelli che erano sotto le loro cure al tempo del terremoto. Un sacerdote di Haiti ha detto: Dio ha preservato i missionari e le missionarie della Carità perché possano essere qui per il Suo popolo, in questo momento di grande bisogno. Queste parole del sacerdote mi ricordano nell’Antico Testamento le parole che Giuseppe dice ai suoi fratelli: Dio mi ha mandato avanti a voi per conservarvi in vita (Cfr. Genesi, 45,7). La Settimana santa è un periodo in cui stare con Gesù nelle sue sofferenze e nella sua resurrezione. È un mistero del rimanere nell’amore. Per amore Gesù ha sofferto e per amore Dio lo ha risuscitato dalla morte per preservare la vita di ognuno di noi. Lo stesso Gesù continua a preservare la vita dei bisognosi attraverso ognuno di noi. In questo modo egli ci rende il popolo della Pasqua. Quelle donne che sono state così vicine a Rinku, che l’hanno accompagnata fino all’ultimo respiro; le missionarie e i missionari della Carità che stanno donando se stessi ai bisognosi di Haiti sono le donne e gli uomini della Pasqua. Essi conoscono la gioia di essere vicini alle persone che soffrono, sperimentano le meraviglie del Signore e cantano Alleluja. Auguro a tutti voi una Pasqua piena di grazia, di pace e di gioia nel Signore risorto. * Fratel Yesu Das è un missionario della Carità, l’ordine maschile voluto da Madre Teresa di Calcutta. Lavora alla casa Shanti Dan (“Dono di pace”) a Calcutta Fratel Yesu Das, lo scorso settembre ha predicato gli esercizi spirituali a Cor Unum, radunato a Taipei (Taiwan). - AsiaNews -

 
 
 

MARTEDI' SANTO: A CHE PUNTO E' LA NOSTRA FEDE?

Post n°3339 pubblicato il 30 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il Vangelo della Messa termina con l’annuncio che gli Apostoli lasceranno solo Cristo durante la Passione. A Simon Pietro che, pieno di presunzione, affermava: Darò la mia vita per te!, il Signore rispose: Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte. Poco tempo dopo la predizione si avvera. Tuttavia, poche ore prima il Maestro aveva dato loro una lezione chiara, per prepararli ai momenti di oscurità che si avvicinavano.
Accadde il giorno dopo l’entrata trionfale a Gerusalemme. Gesù e gli Apostoli erano usciti da Betania molto presto e, a causa della fretta, probabilmente non avevano mangiato niente. Fatto sta che, dice S. Marco, il Signore ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: “Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti”. E i discepoli l’udirono.
Al tramonto tornarono al villaggio. Data l’ora avanzata, non fecero caso al fico maledetto; ma il giorno dopo, martedì, nel ritornare ancora una volta a Gerusalemme, tutti videro l’albero, una volta frondoso, che mostrava i rami nudi e secchi. Pietro lo fece notare a Gesù: Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato. Gesù allora disse loro: “Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Levati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato”. Durante la sua vita pubblica, Gesù chiedeva una sola cosa per fare miracoli: la fede. A due ciechi che lo supplicavano di guarirli, aveva domandato: Credete voi che io possa fare questo? – Gli risposero: Sì, o Signore! Allora toccò loro gli occhi e disse: Sia fatto a voi secondo la vostra fede. E si aprirono loro gli occhi. Raccontano anche i Vangeli che in molti luoghi non poté operare guarigioni perché le persone non avevano fede. Anche noi dobbiamo interrogarci: a che punto è la nostra fede? Confidiamo pienamente nella parola di Dio? Domandiamo nell’orazione ciò di cui abbiamo bisogno, sicuri di ottenerlo se è per il nostro bene? Insistiamo nel supplicare di ottenere ciò che ci è necessario, senza scoraggiarci? San Josemaría Escrivá ha commentato questa scena del Vangelo. Gesù si avvicina al fico: si avvicina a te e a me. Gesù ha fame e sete di anime. Sitio! Ho sete!, grida sulla Croce. Sete di noi, del nostro amore, delle nostre anime e di tutte le anime che dobbiamo condurre a Lui, lungo la via della Croce, che è la via dell’immortalità e della gloria del Cielo. Si accostò al fico, ma vi trovò soltanto foglie (Mt 21, 19): che vergogna! È così anche nella nostra vita? Accade anche a noi, tristemente, che facciano difetto la fede e la vibrazione dell’umiltà, e non appaiano né sacrifici né opere? I discepoli si meravigliarono per il miracolo, ma la lezione fu inutile: pochi giorni dopo negheranno il loro Maestro. La fede deve modellare la vita intera. Cristo pone questa condizione: vivere di fede per essere poi capaci di muovere le montagne. Sono tante le cose da rimuovere... nel mondo, ma innanzitutto nel nostro cuore. Tanti ostacoli alla grazia! Fede, quindi; fede operativa, fede disposta al sacrificio, fede umile. Maria, con la sua fede, ha reso possibile l’opera della Redenzione. Giovanni Paolo II affermava che al centro di questo mistero, nel vivo di questo stupore di fede, sta Maria, alma Madre del Redentore (Redemptoris Mater, 51). Ella accompagna costantemente tutti gli uomini lungo i sentieri che conducono alla vita eterna. La Chiesa, scrive il Papa, contempla Maria profondamente radicata nella storia dell’umanità, nell’eterna vocazione dell’uomo, secondo il disegno provvidenziale che Dio ha per lui eternamente predisposto; la vede maternamente presente e partecipe nei molteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singoli, delle famiglie e delle nazioni; la vede soccorritrice del popolo cristiano nell’incessante lotta tra il bene e il male, perché “non cada” o, caduto, “risorga” (Redemptoris Mater, 52). Maria, Madre nostra: ottieni per noi, con la tua potente intercessione, una fede sincera, una speranza sicura, un amore ardente. [Innamorati di Maria]

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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