ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 08/03/2010

CHE "FICO" CHE SONO (OMELIA)

Post n°3232 pubblicato il 08 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?". Ma quello gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai"». (Vangelo di Luca cap. 13 vv.1-9)

Una cena di lavoro tra amici. Si festeggiano trent'anni di carriera di un certo signore. Lui, il golden boy di Beppe Grillo, un po' borioso un po' giustiziere, davanti alla torta con trenta candeline si trastulla dicendo: "Io mi sono fatto da me. Nemmeno Ciriaco De Mita ci credeva". Il problema è la convinzione. Così convinto che lo pronuncia con un pizzico d'orgoglio, di spavalderia e di altezzosità. "Ne sono lieto" – commenta uno dei presenti – guardandolo con un misto di tenerezza e di compassione. "Perché?" – chiede un po' sorpreso il pesante guardasigilli, simbolo della giustizia. "Perché questo solleva il buon Dio da ogni responsabilità" – rispose deciso l'invitato.

Un fico scazzato, un padrone dritto, una lezione da brividi. E oggi il Vangelo ti apposta a terra, ti fa sentire proprio nulla. Pugno di polvere stretto nelle mani di Dio. E sì che sembra una favola: "Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna e venne a cercarvi i frutti". Sembra una favola: invece è la storia raccapricciante di un Dio che si mette alla ricerca dell'uomo. Era appena sorta l'aurora della creazione quando Dio, architetto dalla maestria insuperabile, disegnò i primi passi nel giardino dell'Eden Nascondendo il suo amore in una domanda: "Adamo, dove sei?". Chiede perché chiedere significa prendersi cura, addomesticare, creare legami, tessere relazioni. Chiede perché per Dio la felicità è stare con i propri figli, per questo (e non per smania di protagonismo) ha mandato i suoi profeti allo sbaraglio della storia. Mandati per richiamare il popolo a portare frutti! Ma Dio è veramente un padre sfortunato. Nonostante le sue premure, la sua tenerezza, la sua pazienza sapiente non riesce mai ad ottenere che il figlio cresca bene! Sono tre anni che viene a cercare frutti da quel fico, ma non ne trova. Capisci l'amarezza nascosta nelle sue parole: "da tre anni vengo cercando frutti e non ne trovo. Taglialo!". Taglialo, perché non sono tre anni qualsiasi, sono i tre anni che Gesù ha investito sui sentieri dell'umanità, tre anni in cui il popolo non ha saputo cogliere la novità che soffiava leggera sulla sua storia, tre anni in cui un Amore cercava storie da abbracciare, volti da asciugare, misteri da pennellare. Tre anni in cui respiravi nell'aria un messaggio per tutti: per l'uomo della strada come per la persona colta, per il contadino come per lo scriba, per il pastore di armenti e per il dottore della legge, per il credente come per chi anela a credere. E il padrone chiede di tagliarlo! E' il giudizio secondo giustizia: tagliarlo! Perché il fico s'appropria dei doni della terra gonfiandosi di foglie senza far frutto. Non solo non produce, ma rende improduttiva anche la terra! Ma il vignaiolo, misterioso interprete delle leggi nascosta nelle venature del terreno, chiede ancora un anno di tempo al padrone: "lascialo ancora quest'anno, finché gli zappi intorno e gli metta il concime". Lascialo! Cioè usa misericordia. "Quest'anno" è la durata della nostra storia, che dura sempre ancora un anno per l'intercessione del Figlio. Siamo tutti precari ai quali ogni anno viene rinnovato il contratto. Fosse per gli altri, noi – fichi improduttivi per professione – saremmo già legna da ardere. I nostri simili chiederebbero l'estirpazione. Come quando nel vangelo c'è la zizzania e tutti la vogliono strappare. Tutti, tranne Uno che dice: "Lasciateli crescere insieme". Cioè ti lascia vivo, ti lascia te stesso, ti dà fiducia perché vedi in te dei fichi che tu non sai più dove siano. Ti lascia vivo perché è paziente, perché ogni anno la sua voce risuona per scusarti di fronte al padrone della vigna. Ancora un anno! Poi? Forse lascerà che il padrone ti tagli. O forse ripeterà lo stesso discorso l'anno prossimo, poi il prossimo anno ancora, come uno smemorato vignaiolo che fa finta d'invecchiare. Ancora un anno perché Lui, nonostante tutto, non ti svergognerebbe mai davanti alla storia. Un anno: perché ai suoi occhi cavolo se sei prezioso! terraaridaSei terra infeconda se diventi schiavo dell'abitudine, se ripeti ogni giorno gli stessi percorsi, se non trovi il coraggio di inventare nuove vie, se non rischi l'incertezza per catturare un sogno. Terra sterile se non viaggi, non leggi, se non ascolti musica, se sei triste. Non produci frutti quando abbandoni un progetto prima di iniziarlo, quando passi i giorni a lamentarti, quando non fai domande per paura che appaia il rossore sul volto, quando non apri la mente. "Lascialo ancora un anno" per evitare di morire a dosi, per ricordarti che essere vivo è più che respirare. E' musica, sono passi, è sudore.
"Mi sono fatto da me". Ma dove!? Anche tu, in mia compagnia, sei come il fico del vangelo: vivi solo perché il vignaiolo è paziente, perché continua a zappare, perché non si stanca di concimare sognando sempre domani. Precario io, precario tu... precari ma immeritatamente-raccomandati perché il Padrone ci regala ancora un anno di vita. Un mese. Un giorno. Un'ora. Un secondo. Un millisecondo. Fregatene! E' sempre tempo in più: non scontato! Chiaro il messaggio, trasparente la bellezza. Che non è la ricerca dei frutti (ogni contadino si aspetta che l'albero produca), né la volontà di tagliarlo dopo tre anni che non porta frutto (ogni contadino farebbe altrettanto), tantomeno la decisione di tagliarlo se nemmeno dopo un ulteriore anno portasse frutto (ci mancherebbe). La novità sta nel fatto che ad un fico così sterile e spacciato venga ancora regalata una possibilità. C'è chi pensa: ormai è tardi, la situazione è irrimediabile, la pazienza di Dio è esaurita. E c'è chi pensa: Dio è paziente, c'è sempre tempo. La parabola ci suggerisce un altro atteggiamento, piuttosto: il cambiamento, la conversione è ancora possibile, ma non si può programmare né approfittare della pazienza di Dio. Sarà importante convertirsi? Vedi tu: ti lascia ancora un anno per far cosa?

E per tutti quei momenti in cui la vita è piena di perché, accettate un fiore.
"Vi regalo un fiore, perché dai fiori nasce l'amore;
un fiore, per tutte le volte che venite chiamati sbirri;
un fiore, perché non esistono solo persone che vi disprezzano;
un fiore, perché per guadagnarsi il pane, non basta più solo lavorare;
un fiore, perché le croci di cui è affastellata la vostra memoria recano la dicitura "morti" e non "vittime";
un fiore, per tutte le volte che vorreste reagire ma siete costretti a subire;
un fiore, per tutte le volte che la vostra dignità viene calpestata;
un fiore, per tutto l'odio che vi sputano addosso perché indossate una divisa;
un fiore, per tutte le volte che non vi considerano semplicemente umani;
un fiore, perché purtroppo è il massimo che posso permettermi;
solo un fiore, perché per rendervi l'onore che meritate non basterebbero tutti i fiori del mondo."
GOD BLESS YOU! - Buona settimana - don Marco Pozza - sullastradadiemmaus

 
 
 

PUBBLICITA' INGANNEVOLE: ARRIVA LA SORELLINA DELLA RU486

Post n°3231 pubblicato il 08 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sta per irrompere sul mercato italiano EllaOne la pillola dei cinque giorni dopo.
Spacciata per anticoncezionale d’emergenza, EllaOne sarà un nuovo rimedio per impedire una gravidanza indesiderata entro 120 ore da un rapporto sessuale potenzialmente fertile. Vediamo di cosa si tratta esattamente. Questa pillola contiene una molecola che si chiama ulipristal acetato, un antiprogestinico di seconda generazione. Per i profani è sufficiente sapere che quel composto sintetico si lega ai recettori del progesterone (ormone prodotto dalle ovaie) esattamente come la pillola abortiva RU486. L’azione del progesterone è fondamentale per l’iniziale sviluppo della gravidanza poiché prepara l’utero ad accogliere l’embrione ed EllaOne, legandosi appunto ai recettori di quell’ormone ne inibisce l’azione. Poiché, quindi, contrasta l’annidamento dell’embrione, quella pillola svolge in realtà un’azione intercettiva-abortiva. E non contraccettiva. Non è un caso, infatti, che i primi studi sulla EllaOne siano stati realizzati proprio confrontando la sua azione con quella della RU486. E’ interessante anche analizzare la differenza tra EllaOne e la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, ovvero la contraccezione a base di levonorgestrel. Il più rilevante tratto distintivo si riferisce al periodo di assunzione dei due prodotti. Mentre il levonorgestrel, infatti, deve essere assunto entro 72 ore, la posologia di EllaOne prevede un arco temporale maggiore, ovvero un’assunzione entro le 120 ore (5 giorni). Peccato, però, che nella fisiologia della riproduzione, l’embrione a cinque giorni dal concepimento sia già in utero per annidarsi. Più interessante appare la correlazione tra EllaOne e la RU486.
Entrambe le molecole, infatti, appartengono al gruppo degli antiprogestinici, i quali svolgono la loro azione inibitoria dell’annidamento dell’embrione. La farmacodinamica dell’ulipristal acetato è, peraltro, pressoché identica a quella del mifepristone (Ru486). Parole complicate per dire che si sta spacciando per contraccettivo un prodotto che, invece, ha effetti abortivi. Tutto regolare? Non direi proprio. Com’è noto, la Direttiva europea 2005/29/CE dell’11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno, prevede una severa disciplina in materia. E l’Italia è stato il primo Paese dell’Unione a recepire integralmente quella direttiva, attraverso il Decreto Legislativo 2 agosto 2007, n. 146, il cui art.21, primo comma, lett. a) e b), espressamente prevede che debba considerarsi ingannevole una pratica commerciale non solo quando contiene «informazioni false» ma pure quando «in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, inganni o possa ingannare il consumatore medio», e ciò «anche se l’informazione è di fatto corretta». L’inganno deve riguardare «l’esistenza o la natura del prodotto», ovvero «le caratteristiche principali del prodotto», quali, tra l’altro, «la composizione», «l’idoneità allo scopo» ed i «risultati che si possono attendere dal suo uso».
EllaOne, come si è visto, agisce impedendo il proseguimento dello sviluppo dell’embrione, giacché rende impossibile il suo annidamento nella parete uterina. Non si tratta, dunque, di un effetto contraccettivo bensì di un meccanismo prevalentemente abortivo qual è quello antinidatorio, che si estrinseca dopo l’avvenuta fecondazione, quando è già iniziato il processo di sviluppo di una nuova vita umana. Sul punto, lo stesso Prof. Baulieu – padre della pillola abortiva RU486, e quindi insospettabile sotto il profilo bioetico - ha affermato che «l’interruzione della gravidanza dopo la fecondazione può essere considerata alla stregua di un aborto» (Il Punto sulla RU486, in «JAMA ed. italiana», 1990, 2,12). Anche la logica, del resto, vuole la sua parte. Dal punto di vista etimologico il termine “contraccezione” deriva dall’inglese contra-conception e sta ad indicare l’attività volta ad impedire la concezione, la fecondazione. Ora come può EllaOne pretendere, logicamente, di impedire qualcosa che in realtà è già avvenuto, ovvero la fecondazione? Dopo il concepimento, in realtà, non si è più nell’ambito della contraccezione ma in quello contragestazione, cioè dell’attività che contrasta la gestazione. Impedire l’annidamento significa impedire lo sviluppo di una vita già iniziata. Sempre in tema di logica, è interessante notare che il punto 4.1 delle istruzioni per l’uso di EllaOne, relativo alle «indicazioni terapeutiche», includa tra i casi in cui assumere la pillola anche la «contraceptive failure», ovvero l’ipotesi di mancato funzionamento di un contraccettivo. Come si può, quindi, logicamente immaginare che il rimedio al fallimento di un contraccettivo possa essere un altro contraccettivo? Alla “contraceptive failure” non può che seguire un’azione contragestatoria, ovvero abortiva. Ora, da quanto fin qui evidenziato, risulta evidente che presentare EllaOne come un contraccettivo d’emergenza anziché come un prodotto abortivo, rappresenti una grave manipolazione semantica, tale da integrare una vera e propria pratica commerciale ingannevole, in palese violazione dell’art. 6, primo comma, lett. a) e b) della Direttiva 2005/29/CE, e dell’art.21, primo comma, lett. a) e b) del Decreto Legislativo 2 agosto 2007 n.146, violazione sulla quale, peraltro, dovrebbe intervenire l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. Né si può tacere sulla natura e sull’oggetto dell’inganno. La posta in gioco, in realtà, assume rilievi non indifferenti di natura morale, etica, filosofica, culturale. Usare un contraccettivo non è come abortire. Per questo l’informazione deve essere chiara e obiettiva, affinché una donna possa acquisire la piena consapevolezza della sua scelta e sappia che qualora opti per l’uso della pillola EllaOne non sta evitando un aborto. Lo sta praticando. -Amato, Gianfranco - culturacattolica -

 
 
 

CLAMOROSO LA STORIA DELL'8 MARZO E' UNA BUFALA COLASSALE

Post n°3230 pubblicato il 08 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

C’erano una volta delle operaie tutte lavoro, fede socialista e sindacato; e c’era un padrone cattivo. Un giorno, le lavoratrici si misero in sciopero e si asserragliarono nella fabbrica. Qualcuno (il padrone stesso, a quanto si dice) appiccò il fuoco e 129 donne trovarono atroce morte. Era l’8 marzo 1908, a New York. Due anni dopo, la leggendaria femminista tedesca Clara Zetkin propose, al Congresso socialista di Copenaghen, che l’8 marzo, in ricordo di quelle martiri sociali, fosse proclamato “giornata internazionale della donna”. Storia molto commovente, letta tante volte in libri e in giornali, fatta argomento di comizi, di opuscoli di propaganda, di parole d’ordine per le sfilate e le manifestazioni: prima del femminismo e poi di tutti. Si, storia commovente. Con un solo difetto; che è falsa. Eh già, nessun epico sciopero femminile, nessun incendio si sono verificati un 8 marzo del 1908, a New York. Qui, nel 1911 (quando già la “Giornata della donna” era stata istituita), se proprio si vogliono spulciar giornali, bruciò, per cause accidentali, una fabbrica, ci furono dei morti, ma erano di entrambi i sessi. Il sindacalismo e gli scioperi non c’entravano. E neanche il mese di marzo. Piuttosto imbarazzante scoprire di recente (e da parte di insospettabili quanto deluse femministe) che il mitico 8 marzo si basa su un falso che, a quanto pare, fu elaborato dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda, inventando persino il numero preciso di donne morte: 129… Ma è anche straordinario constatare quanto sia plagiabile proprio quella cultura che più si dice “critica”, che guarda con compatimento (per esempio) chi prenda ancora sul serio quelle “antiche leggendo orientali” che sarebbero il Natale, la Pasqua, le altre ricorrenze cristiane. E, dunque, a qualcuno che facesse dell’ironia sulle vostre, di feste e pratiche religiose (messa, processioni, pellegrinaggi), provate a ricordargli quanti 8 marzo ha preso sul serio, senza mai curarsi di andare a controllare che ci fosse dietro. - di Vittorio Messori -

NIENTE DA FESTEGGIARE: IO STUDENTESSA, NON CREDO NELL'8 MARZO

Caro direttore, che senso ha la giornata della donna? Essere italiani è già di per sé molto difficile. Se poi si hanno quasi vent’anni, un diploma, degli ideali e altre cosette futili di questo genere, figuriamoci. In effetti l’unica categoria messa peggio degli studenti italiani diciannovenni è quella delle studentesse italiane diciannovenni, e io ovviamente ne faccio parte: sono nata nel 1990, ho un diploma di maturità classica, frequento l’università, credo nella ragione e nella libertà dell’individuo, nella giustizia, e in molte altre cose che raramente vedo applicate. Credo nell’uguaglianza sociale e giuridica degli uomini, indipendentemente dalla razza, dalla religione, dal sesso, dalla cultura, e credo che l’articolo 3 della nostra Costituzione non sia stato scritto per non lasciare spazi vuoti. Certo, quando mi si dice che donne e uomini hanno gli stessi diritti, la stessa considerazione, lo stesso trattamento in campo lavorativo, sociale e politico, allora sì che fatico a crederci. Ieri mattina sono stata svegliata dall’arrotino che passava sotto casa, che inizia il suo annuncio rivolgendosi esclusivamente alle donne, casalinghe e devote alla casa. Nel pomeriggio sono uscita e ho aspettato l’autobus di fianco a una supermodella bidimensionale che dall’alto del suo cartellone pubblicitario mi guardava con occhi languidi e espressione poco vispa. Tornata a casa ho sfogliato una rivista e nelle prime pagine ho trovato una ventenne brasiliana mezza nuda che pubblicizzava un’azienda telefonica. Immagino che se avessi acceso la tivù avrei trovato anche di peggio, ma non ho osato verificare. Io non faccio la moralista, non mi deprime vedere ragazze mezze nude e orgogliose del loro bel fisichino mentre io inizio una dieta nuova ogni lunedì, non mi dà fastidio il fatto che loro abbiano trovato un modo semplice e veloce per guadagnare mentre io ho deciso di complicarmi la vita studiando: semplicemente mi vergogno. Mi vergogno perché se questa è la figura della donna adesso, io non mi ci voglio immedesimare, e non voglio essere accomunata a chi si lascia sfruttare in questo modo, gettando via vestiti e dignità. Abbiamo davvero qualcosa da festeggiare? Per quanto mi riguarda definire l’Otto marzo «la festa della donna» è semplicemente un modo più politically correct per dire che gli altri trecentosessantaquattro giorni dell’anno sono la festa dell’uomo. L’Otto marzo non siamo particolarmente privilegiate, non veniamo tenute in maggiore considerazione, non godiamo di diritti extra. L’Otto marzo è un giorno qualsiasi. Però, che bello, ci regalano una mimosa. - * studentessa universitaria - Alice Zentilomo - atempodiblog -

 
 
 

8 MARZO/FESTA DELLA DONNA: AUGURI A TUTTE LE DONNE CHE OGGI NON FESTEGGERANNO

Post n°3229 pubblicato il 08 Marzo 2010 da diglilaverita
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E buon otto marzo alle donne perseguitate, sfruttate, violate, sottomesse, a tal punto da essere private delle loro libertà e facoltà di agire e pensare, da aver rinunciato alla speranza,ai loro diritti, al valore fondamentale della loro identità di genere. Al loro futuro. E al futuro dei loro figli. Perché metterli al mondo, a motivo dello stato di sfruttamento, deprivazione, sottomissione e delle violenze fisiche e psichiche che quelle donne hanno patito e patiscono, equivale a trasmettere loro" la fragilità antropologica" dell’essere umano, raddoppiata per mille. Equivale a rinforzare l’aggressività maligna che rende "l’homo violens" pericolo a se stesso e ai suoi simili. Penso, infatti, al dolore, alla paura, alla disperazione, al malessere, all’angoscia che donne picchiate, abusate,sfruttate, private di ogni elementare diritto di espressione, di acceso alla scuola e alla formazione; illegalmente poste ai margini della società; rese schiave, costrette, con la violenza, a fare sesso; vendute, obbligate ad accettare rapporti matrimoniali che non hanno scelto e, perfino, uccise se considerate inadeguate,indegne, impure, adultere, possono trasmettere ai loro figli. E a come tale doloroso, inaccettabile persecutorio "testimone di vita" possa , nei loro figli maschi e femmine, trasformarsi, per sedimentazione, ovvero insieme alle tante altre sofferenze del mondo: alla fame, alla miseria, alle ingiustizie, alle lotte razziali, ai conflitti interetnici, religiosi, alle guerre ecc., nella miscela esplosiva con la quale sono confezionati i mali del mondo. Ovvero gli odi, le persecuzioni, la volontà di distruzione e di morte dalle quali è afflitto il pianeta. I mali che allontanano ogni possibilità di pace, ogni soluzione di convivenza, di tolleranza, di conoscenza, di comune progresso, di amore tra gli uomini. Mali che nascono alle radici della vita di ogni essere umano allorquando la violenza attraversa "quelle" radici di vita che, proprio le donne e soltanto le donne, rappresentano e sono. Perché le donne sono contenitore della vita umana dopo il concepimento, creatrici di vita. Hanno il potenziale immenso di dare forma alla forma della continuità loro affidata. Un potenziale unico e specialissimo che, in loro, in ciascuna di loro,si unisce a qualità e possibilità intellettualmente, creativamente,spiritualmente paritarie a quelle maschili. Oggi tutti lo sanno anche se questa verità non è riconosciuta, per ragioni di ordine culturale, religioso, politico, in tutte le parti del mondo. Le donne "informano" la vita di ogni essere umano che viene al mondo con "l’imprinting" della prima relazione che ogni madre stabilisce con ogni "nato/a di donna". Le donne accompagnano dal concepimento e negli anni decisivi e fondamentali della crescita, la vita di ciascun essere umano improntandola della loro presenza relazionale, emotiva, affettiva, educativa. Chi maltratta ed offende le donne; chi le perseguita, le schiavizza, ne limita o ne strumentalizza la presenza nel sociale, danneggia esistenzialmente l’intera comunità umana.

 
 
 

FESTA DELLA DONNA: MARIA, LA DONNA PIU' CELEBRE DEL MONDO. LE DOP MODEL PASSANO, LEI RESTA.

Post n°3228 pubblicato il 08 Marzo 2010 da diglilaverita
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Festa della donna. Pontifex ha scelto di celebrarla ricordando la donna per eccellenza, Maria. Ne parliamo con il celebre ed autorevole mariologo, professor e don Stefano De Fiores. Dunque, professore, Maria e la festa della donna: " apparentemente può apparire un accostamento frivolo, ma non lo é per nulla e ritengo valida la vostra scelta". Maria, donna: " e credo che sia la più bella e celebre al mondo. Le top model, le attrici passano, la loro gloria é fugace e passeggera. Maria resta sempre, é appunto la donna perfetta, colei che ha sempre detto sì, con fedeltà e amore. Non a caso pittori, poeti ed artisti si sono occupati di lei. Dunque, ripeto, la idea più sublime della donna, nel giorno di questa ricorrenza, é appunto Maria". Poi un paragone geografico: " Maria non é un' isola, ma un promontorio che ci porta nel mare della grazia di Dio. Mentre una teologia maschilista nel passato la aveva relegata molto distaccata dall' uomo, dal seicento in poi, la stessa teologia ha cambiato rotta e le restituito l'onore e la dignità anche di donna fisica". Perché é la donna perfetta?: " questo argomento lo troviamo nei libri sapienziali, fedele all'alleanza col Signore. Lei non ha mai dubitato, é stata sempre vicina al figlio anche nei momenti più difficili, persino nel momento drammatico dello scandalo della Croce quando tutto pareva finito, un fallimento. Ecco, Maria é colei che tutti dovremmo prendere ad esempio". Poi esiste la non semplice scelta della verginità in tempi nei quali si fa mercimonio del corpo: " assolutamente vero. Vi é stato persino chi é arrivato a dubitare di questo. Ma la verginità ed in genere la scelta casta, sono cose preziose, di chi sa andare contro corrente in un mondo che vive sempre più spesso in modo edonista e frivolo, in cui il corpo non é considerato tempio dello spirito, ma cosa della quale fare addirittura commercio impunemente". Maria  dimostra con autorevolezza che la scelta del vangelo non é per niente maschilista: " infatti per venire al mondo Cristo ha scelto una donna. La Resurrezione viene annunciata per prime a donne. Dunque ogni idea che vede nel Vangelo o nel cristianesimo una religione maschilista sbaglia". Donne in carriera, giusto?: " penso che la donna, senza mai tralasciare o trascurare i suoi doveri di madre e sposa, faccia bene a lavorare e ha ogni diritto al pari degli uomimi. E se facesse carriera grazie ai propri meriti professionali nella società e in politica, bisogna essere contenti. La cosa importante é non fare del lavoro un idolo o un punto costante di riferimento". Insomma, evitare la idolatria del lavoro: " esattamente. Ritengo che Maria abbia sempre bilanciato i doveri domestici con la educazione del figlio. Le donne lavorino, ma non dimentichino mai la loro specificità". Maria inorridirebbe davanti a scelte abortiste: " certamente. Maria se avesse scelto la negazione della vita che é l'aborto, cosa che alcuni candidati alle regionali hanno sostenuto e fanno, non ci avrebbe donato Cristo". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

LA MIMOSA E UN VOLTO PREZIOSO:MARGHERITA

Post n°3227 pubblicato il 08 Marzo 2010 da diglilaverita
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Donna, sei bellissima! Ti chiamerò Margherita, perché è il nome di un fiore che imparai a riconoscere sin da bambino nel prato tra la casa e il torrente. Margherita, come quei petali che mi piaceva strappare quando mi fischiavano le orecchie nell’intento d’indovinare quale volto mi stesse pensando. T’ho pensato perché una mimosa, tutta gialla e tremolante, m’ha rimembrato la tua festa sbocciando nel giardino di casa mia. La festa della donna: cioè della bellezza e della seduzione, dell’incantesimo e della femminilità. Del sorriso, della vita, di Dio. Oggi il mio cuore di sacerdote è in festa per te! Un controsenso per l’umano e malizioso pensare, un dono nella legge del “centuplo quaggiù” voluta da Dio. Pure Lui scelse una donna vergine per offrire al mondo la femminilità. Fece storia “donna” Maddalena che accarezzò i piedi del Maestro a casa di Simone il fariseo. Era donna la Samaritana aspettata al pozzo, l’adultera di fronte alla quale Cristo scriveva per terra, la Donna rimasta agganciata sotto la Croce. Donna fu Ester, Rut e Giuditta, Rachele, Rebecca e Lia. La Bibbia esalta le donne nel suo lento parlare di Dio. Donne che toccano nel profondo: e chi ti tocca diventa profeta per te. E in quei tocchi Dio ti sfiora, ti emoziona, t’accende i passi. Il giorno del mio sacerdozio eri lì, bella e tremante. Ma c’eri anche il giorno dopo. E il giorno dopo ancora. E’ un’amicizia che non spaventa perchè rispetta e conserva le distanze. Consacrato sacerdote avvertii che santità non significa spegnere una passione, bensì convertirla: un prete che uccida l’umano è un analfabeta emotivo. Ti tenni stretta. Distanti e vicini. Ma anche stretti e lontani perché “gli dei muoiono di troppa vicinanza” (R. Caillois). All’inizio ti nascosi per paura che l’uomo sporcasse la tua presenza. Poi, tra gli scaffali della biblioteca, intesi la storia di Bernardo di Chiaravalle con Ermengarda, contessa nobile e potente. Per lei allungava i viaggi, slittava gli appuntamenti, spandeva effusioni affettuose e amorose. Divenne san Bernardo in sua compagnia. Ad Assisi un altro uomo di Dio, Francesco di Bernardone volle vicino Iacopa dei Sottesoli. In punto di morte le chiese dei biscotti. Per sentire la mano che li offriva. Il cuore che guidava la mano. Teresa di Gesù, donna potentissima, a padre Girolamo Graciàn dedicò lettere di appassionato affetto. Nel silenzio dei chiostri, storie fatte di incontri, affetto e amicizia: che architettura d’umanità! Scrive Ermes Ronchi: “se spegni le passioni diventerai solo un eunuco, non un santo”. Tenerezza e castità: un teorema inestricabile! Tu lo sai che non potrò mai dire che per me “amare” significa amare te. Questo lo riservo solo al mio Dio. Ma mi piace vedere che non ne sei gelosa: anzi, sei rassicurata nelle mie intenzioni. Mi conforta avvertire che l’essenziale della castità non è la castrazione o la rinuncia del possesso, ma l’indirizzare tutto verso Dio. Per rinforzare questa vita. Nella casa di Betania, stretto tra Marta e Maria, l’Uomo di Nazareth tenne una lectio magistralis sull’amicizia femminile. Con le donne condivise pensieri, orizzonti e sogni. Una mimosa oggi mi ricorda la tua festa. E il mio sacerdozio. Un sacerdozio che Dio ha posto sulla soglia di una carezza che non trattiene. Per spiegarmi che il cuore abita vicino anche se il corpo è lontano! - don Marco Pozza - sullastradadiemmaus -

 
 
 

FESTA DELLA DONNA: PERCHE' MUMMIFICARSI?

Post n°3226 pubblicato il 08 Marzo 2010 da diglilaverita
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Cementata con eye-liner, kajal e khol, matita, mascara e ombretto (opaco, madreperlato, satinato), cipria, fald e polveri, fissatori, correttori e fondotinta… anche la mia nonna sarebbe potuta scendere in lingerie dalla scalinata di Trinità dei Monti. Ma non sarebbe stata così intrigante come pareva ai miei occhi di bambino...

Perché affaticarsi? Oggi le mimose le troverai ovunque: ai semafori e dalle parrucchiere, nella bottega del fornaio e del carpentiere, fuori dalla chiesa, davanti alla discoteca, ai bordi delle strade. Per ricordarti che oggi è la festa della donna! I Rotoli Sacri – custodi gelosi di mille volti tratteggiati di femminilità – non coltivano mimose. E nemmeno regalano l’appalto a qualche fioraio di passaggio: pennellano quadri solenni. Dal giardino della Genesi alla città dell’Apocalisse è un continuo viaggio tra donne innocenti e seduttrici, ispirate e audaci, fidanzate e mogli, concubine, vedove, seduttrici, prostitute, bellissime, terribili, guerriere, ribelli, ispirate, profetesse, misteriose, introvabili. Invidiabili nella loro bellezza! Sono le donne di Dio: quasi altrettanto numerose degli uccelli tra le fronde degli alberi. Le incroci all’inizio e alla fine. Porgono la luce a Dio, lo guardano crescere, giocare e morire, poi lo risuscitano coi gesti semplici dell’amore, gli stessi gesti dall’inizio del mondo: nelle caverne della preistoria o nelle camere surriscaldate delle maternità poco cambia! Ci son donne artificiali: sono bellissime e accattivanti, attraenti e misteriose, appassionate e tentatrici. Muse ispiratrici! Peccato siano prodigi della tecnica che quando i giornali di gossip smascherano appaiono nuvole tristi di un cielo solo all’apparenza azzurro. Cementata con eye-liner, kajal e khol, matita, mascara e ombretto (opaco, madreperlato, satinato), cipria, fald e polveri, fissatori, correttori e fondotinta… anche la mia nonna sarebbe potuta scendere in lingerie dalla scalinata di Trinità dei Monti. Ma non sarebbe stata così intrigante come pareva ai miei occhi di bambino. Ci son donne “acqua e sapone”: le guardo e m’incantano. La loro dolcezza ti conquista, il loro sguardo t’avvolge, la loro delicatezza ti fa desiderare di proteggerle. La loro intelligenza femminile t’affascina e ti commuove. La loro attenzione, la loro premura semplice e sincera, la loro castità ti prende. Non le toccheresti neanche con un dito. Ti basta guardarle e lasciarle libere d’essere così come sono! Sono troppo belle: i loro occhi ti guardano, ma ti lasciano libero. La loro mano stringe la tua, ma non la trattiene. Il loro amore t’avvolge, ma non ti chiude. - don Marco Pozza - sullastradadiemmaus -

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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