ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 16/03/2010

PERCHE' GLI ANGELI CUSTODI NON SI AFFLIGGONO DEL MALE CHE CI PERSEGUITA

Post n°3277 pubblicato il 16 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Incessantemente chino sull'uomo per difenderlo, stimolarlo e ispirarlo, l'angelo custode si rattrista forse per quello che affligge il suo protetto: perdite materiali, insuccessi professionali, incidenti, malattie, vecchiaia, incostanze, mancanze, peccati? Accompagnando l'uomo in tutte le sue vie, l'angelo custode non ha talvolta di che rattristarsi? Qual'è l'atteggiamento dell'angelo di fronte al problema che è un tormento segreto per i credenti insufficientemente illuminati e un ostacolo per gli increduli nel loro cammino verso la verità: vale a dire il male, nelle sue diverse manifestazioni, che c'è nel mondo? Come reagisce l'angelo all'obiezione frequente: "Se Dio esistesse non permetterebbe il male. Il male c'è, quindi Dio non esiste?". Qui si presenta un dilemma. O l'angelo soffre per le nostre prove e quindi non gode una felicità perfetta, o il nostro angelo custode non piange con quelli che piangono, rimane indifferente come un egoista e freddo di fronte ai mali che ci affliggono e quindi gli manca la comprensione e la simpatia. La soluzione data da San Tommaso a questo problema apparentemente insolubile ci apre profonde prospettive sul mondo degli angeli e sulla vita umana. «Gli angeli - afferma San Tommaso - non provano dolore né dei peccati né delle pene degli uomini. Nel mondo avviene soltanto ciò che è conforme alla divina giustizia e che da lei è tollerato, per cui gli angeli e gli altri beati aderiscono totalmente all'ordine della divina giustizia. Ma perché allora Dio permette il male? Perché non può fare altrimenti? Certamente no. Egli è onnipotente. Gli basterebbe un nonnulla per prevenire il delitto di un assassino o le persecuzioni di un tiranno o per abbattere un prepotente dittatore ecc. Se Dio tollera un male è sempre e unicamente per ricavarne un bene, a breve o a lunga scadenza. San Tommaso spiega questo stile divino con un esempio molto semplice: il comportamento di un navigante il cui battello, carico di merci, rischia di affondare in mezzo al mare in burrasca. Il navigante non vuole gettare in mare la mercanzia, ma lo vuole nell'imminenza di un grave pericolo di morte. Questa perdita si risolve per lui in un guadagno. Ha la vita salva! Da un male ricava un bene. Sacrifica il meno, la mercanzia, e salva il più, la vita. Agisce saggiamente. Ostinandosi a voler salvare la sua merce, perderebbe il battello e la vita. Così agisce Dio, quando tollera le malattie e le epidemie, i terremoti e le inondazioni, i delitti e le guerre, le colpe morali, i sacrilegi, le apostasie degli individui e dei popoli: se non impedisce questi mali - e lo potrebbe fare facilmente - è perché la sua sapienza e la sua potenza ne ricaveranno un giorno o l'altro dei beni più grandi. Dagli oscuri abissi della miseria umana, la misericordia di Dio sa trarre tesori imprevedibili. Questo lo sanno bene gli angeli, perciò non si affliggono delle nostre pene. Non è dunque affatto per indifferenza che gli angeli non si rattristano davanti alle disgrazie e alle colpe dei loro protetti, ma in ragione di una conoscenza più penetrante di questi mali. La loro serenità non deriva da ignoranza, ma da una scienza superiore. Mentre l'occhio dell'uomo si ferma alla scorza rugosa delle prove, senza discendere nella profondità né considerare l'avvenire, lo sguardo dell'angelo custode attraversa la scorza, entra nell'interno e penetra l'avvenire. Nel seme gettato in terra egli discerne già la spiga. L'angelo partecipa della scienza di Dio che con un solo sguardo abbraccia tutte le cose, passate, presenti e future. In una pagina magnifica, degna di Sant'Agostino, Pio XII raffronta le vedute limitate degli uomini con la scienza infinita di Dio, della quale partecipano gli angeli: "Tutti gli uomini sono quasi fanciulli dinanzi a Dio, tutti, anche i più profondi pensatori, i più sperimentati condottieri dei popoli. Essi giudicano gli avvenimenti con la veduta corta del tempo che passa e vola irreparabile. Dio li guarda invece dalle altezze e dal centro immoto della eternità. Essi hanno davanti ai loro occhi l'angusto panorama di pochi anni; Dio invece ha davanti a sé il panorama universale dei secoli. Essi ponderano gli umani eventi dalle loro cause prossime e dai loro effetti immediati; Dio li vede nelle loro cause remote e li misura nei loro effetti lontani. Essi vorrebbero la giustizia immediata e si scandalizzano dinanzi alla potenza effimera dei nemici di Dio, alle sofferenze e alle umiliazioni dei buoni. Ma il Padre celeste che nel lume della sua eternità abbraccia, penetra e domina le vicende dei tempi, al pari della serena pace dei secoli senza fine, continua e continuerà a far sorgere il suo sole sopra i buoni e i cattivi, a guidare i loro passi di fanciulli, con fermezza e tenerezza. È solo necessario che si lascino condurre da Lui e confidino nella potenza e nella saggezza del Suo amore per loro". Fra Giovanni della Croce è gettato dai suoi fratelli carmelitani in un carcere del convento di Toledo. Gesto esecrabile, dal quale tuttavia Dio saprà ricavarne meraviglie! Fu precisamente nella sua oscura prigione di Toledo che ricevette le grazie di luce e di amore che lo condussero al più alto grado della vita mistica. Dopo la sua liberazione egli parlava dei suoi carcerieri come di benefattori insigni. La sua unione intima con Dio gli permetteva di partecipare in qualche modo a quella visione profonda che gli angeli, aderendo ai disegni di Dio, hanno degli avvenimenti e che serve loro per comprendere che se Dio permette un male, non è che per ricavarne un bene maggiore. Immaginiamo Ignazio di Loyola ferito gravemente all'assedio di Pamplona da una pallottola francese che gli spezza una gamba. Cerchiamo di rappresentarci le reazioni dei suoi amici. "Che disgrazia - avranno esclamato alcuni - ecco una brillante carriera interrotta..". "Che fortuna - avranno pensato altri - è una liberazione! Toccato dalla grazia il capitano Inigo Lopez (questo era il suo nome) si impegnerà in una carriera incomparabilmente più nobile e più utile agli uomini che il mestiere delle armi!". Come i nostri angeli custodi, così i santi del cielo e quindi i nostri defunti, liberati dalle fiamme del purgatorio ed entrati nella luce di Dio, conservano la serenità dinanzi al mali temporali e ai peccati degli uomini. Sulle prime questo atteggiamento imperturbabile sembra inumano ed incomprensibile. Si dirà: una madre entrata in paradiso come potrà non rattristarsi delle prove dei figli rimasti sulla terra? Non parteciperebbe alle loro preoccupazioni materiali? Non soffrirebbe per i loro peccati? Non fremerebbe vedendoli sulla via della perdizione? È necessario ripeterlo: la serenità dei cittadini del cielo dinanzi ai mali che affliggono gli abitanti della terra non è il frutto dell'ignoranza, né dell'indifferenza di chi, divenuto ricco, dimentica la sorte dei suoi compagni di via. È piuttosto il frutto di una scienza più profonda e di un amore più illuminato. Poiché la loro volontà è totalmente unita a quella di Dio, gli eletti entrati nella sua pace non provano né contrarietà né sofferenza alla vista delle vicissitudini degli uomini. La loro intelligenza, essendo immersa in quella di Dio, vede nelle prove degli uomini lo svolgimento dei disegni di Dio che sono tutti adorabili. Una mistica inglese, Giuliana da Norwich, preoccupata del problema del male e della sofferenza, comunicava le sue inquietudini a Nostro Signore. Egli la tranquillizzò, invitandola a confidare nel suo amore e nella sua onnipotenza: "Alla fine vedrai che tutto era bene". "Alla fine": ecco la parola chiave che illumina il problema del male. L'angelo vede la fine. L'uomo, che si avvale solo della ragione, ignora questa fine e insorge contro la sofferenza. Il credente, dotato di una fede debole, la sopporta malvolentieri, mentre il cristiano dalla fede viva crede in uno sbocco felice. Più vigorosamente crede, tanto più partecipa - senza mai uguagliarla - alla serenità imperturbabile degli angeli davanti al male. La pace profonda è una caratteristica degli amici di Dio. Essa risiede nell'intimo della loro anima e traspare dal loro viso e dal loro sguardo". [ ... ma gli Angeli esistono davvero? Ed. Medjugorje ]. "il Burattinaio" di Carlo Maria di Pietro - Pontifex -

 
 
 

SEMINATORI DI ODIO CONTRO I SACERDOTI CATTOLICI

Post n°3276 pubblicato il 16 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

E’ evidente che è in atto una campagna scandalistica mondiale contro la Chiesa Cattolica. L’accanimento mediatico su alcuni vergognosi casi di pedofilia da parte di alcuni indegni membri del clero viene messo sulle prime pagine anche se i fatti sono successi oltre 50 anni fa ed i protagonisti sono belli e sepolti da gran tempo! Il turpe fenomeno della pedofilia riguarda molto di più il mondo laico delle famiglie, delle scuole statali o delle associazioni sportive che il mondo ecclesiale. Inoltre la pedofilia riguarda tutte le religioni dai testimoni di Geova ai mormoni ai mussulmani agli ebrei, ecc… Probabilmente la più bassa percentuale di pedofili si trova proprio tra le file del clero cattolico! E’ interessante notare i vari filoni anticattolici: dapprima sono stati pubblicati libri in cui si affermava che Cristo aveva relazioni sessuali con la Maddalena e per quasi un anno siamo stati sottoposti a tale bombardamento… poi si è passato al filone contro Pio XII e sui suoi silenzi sugli ebrei durante la seconda guerra mondiale… poi si è passati alla pedofilia e nel frattempo si sta aprendo il nuovo filone dei mafiosi associati ai preti… Se si frequentano le librerie si nota un fenomeno facilmente osservabile: sono sempre più editi libri che propagano l’ateismo e intentano un attacco diretto alla religione in genere e al cristianesimo in particolare. Recentemente fermandomi alla grande libreria Feltrinelli di Largo Argentina a Roma osservavo che lo scaffale "Religione" sarebbe stato più onesto ribattezzarlo "Contro la Religione", anzi ancora più onestamente "Contro la religione Cattolica", perché dei tanti libri sull’Islam, sul Buddismo con il tanto osannato Dalai Lama o sull’Ebraismo non c’era alcun testo critico su queste religioni invece oltre metà dei libri presenti era avverso alla dottrina cattolica. Ovviamente chi vuole uccidere una persona deve sparare non alle gambe o alle braccia ma deve mirare direttamente al cuore, per cui chi vuole combattere la religione cattolica deve cercare di colpire anzitutto i sacerdoti ed i vescovi, iniziando dal Papa e finendo fino all’ultimo curato di campagna. I giornali hanno riportato la notizia che alla libreria Coop ambasciatori, nel cuore di Bologna, è stato allestito un settore con tanto di etichetta di riconoscimento per libri di contenuto anticlericale dove si va dalla Bibbia atea alla storia criminale del cristianesimo, tutto Odifreddi e tutto su cardinali e cortigiane e scandali del vaticano (politici, finanziari, sessuali) insieme ai reportage sull’Opus Dei. Immagino che pandemonio mediatico sarebbe esploso se il settore della libreria bolognese invece che contro la Religione Cattolica fosse stato esplicitamente contro gli ebrei o contro gli omosessuali, sarebbe successo uno scandalo internazionale perché guai a chi tocca gli ebrei o gli invertiti!!! Comunque è certo ed evidente che da alcuni anni c’è una mirata e ben orchestrata strategia ideologica partita in sordina dalla Spagna di Zappatero e portata avanti dalla Massoneria internazionale, da alcune associazioni ateistiche, dalla lobby omosessualista, da gruppi di estrema sinistra e da alcuni quotidiani e case editrici alla ricerca di guadagni facili per denigrare tutto il Cattolicesimo in Italia e nel mondo e così limitarne l’influenza sulle masse. La campagna è stata orchestrata alla grande con ingenti mezzi finanziari e cose del genere le può organizzare solo il sionismo internazionale che a causa del suo enorme potere finanziario che fa il bello e cattivo tempo anche con la politica americana… E’ interessante in Italia il caso di Claudio Rendina che per anni ha scritto libri divulgativi sulla città di Roma e adesso si è messo a scrivere libri anticlericali di basso livello culturale ed in tal modo contraddice la sua fortuna letteraria (ed economica) perché se non fosse stato per i papi e per il clero, Roma non sarebbe mai stata quello che è a livello artistico, urbanistico e sociale ed il signor Rendina non avrebbe potuto scrivere mai gran parte dei suoi libri sulla Città eterna e così farci tanti bei soldini.. in altre parole Rendina sputa nel piatto dove mangia!!!. Senza la Chiesa, Roma sarebbe come oggi è Atene e nel Colosseo ci sarebbero probabilmente le pecore a pascolare!!! Aspettiamo per la par condicio un libro di Rendina sui santi vissuti nel passato e recentemente a Roma e gli dovrebbe essere molto facile scriverlo perché certamente possiede un enorme materiale a riguardo a meno che il suo editore oppure il quotidiano anticattolico " Repubblica" dove egli scrive non sia più interessato a cercare invece nei vespasiani della Citta del Vaticano per fare ideologici libelli anticattolici! - Don Marcello Stanzione -Pontifex -

 
 
 

RENDO OMAGGIO ALLE DONNE D'AFRICA

Post n°3275 pubblicato il 16 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una suora saveriana, Teresina Caffi, ad un convegno così presentò la testimonianza sul ruolo della donna in Africa:

La donna era in ospedale pestata dal marito. Le asportarono la milza. Sembrava potesse farcela. "Riuscirai a perdonargli?", le ha chiesto Lucia. "Se non gli perdono io, chi gli perdonerà?". Morì poco dopo, quasi all'improvviso.

Rendo omaggio con questo mio intervento alle donne d'Africa, alle donne dei Paesi dei Grandi Laghi.
Alle donne che risalivano dal lago alle sei del mattino, con la gerla già piena di sabbia bagnata, con cui riempire un fusto per una casa in costruzione. Capaci di alzare la testa da sotto il peso e salutare con un largo sorriso. I primi spiccioli della giornata.
Poi via, per i campi lontani dalla città, scalze, la gerla con la zappa sulle spalle. E magari anche l'ultimo nato, da deporre all'ombra, mentre si chinano sotto il sole a coltivare.

Rendo omaggio alle donne al lavoro nei campi, spazio di libertà e creatività ove far crescere e moltiplicare la vita; che raccolgono e sbucciano la manioca, ne riempiono la cesta e tornano insieme liete camminando per chilometri sotto il sole delle due.
E poi il fuoco da accendere, il cibo da preparare per tutti, il profumo che inonda l'aia e tutti che attendono da loro il cibo. E vederli mangiare tutti con gioia ed orgoglio. E finalmente sedersi a mangiare, magari in cucina.

Rendo omaggio alla loro intelligenza volta a proteggere la vita, al loro provvedere ad ogni cosa. Alle donne al mercato, finalmente sedute, che vendono il sovrappiù per procurare un po' di pesce, di sale, un vestito ai figli e magari anche qualcosa di bello per loro. Basta così poco perché facciano festa.

Rendo omaggio alla loro bellezza luminosa, regale, ignorata, che la fatica spegne presto, ma solo in apparenza.

Rendo omaggio a queste donne, che trovano il tempo per prendere il quaderno e andare a imparare a scrivere, e capire così che non è vero che sono meno intelligenti, alla festa di leggere le prime parole, il libro dei canti, la lettura in chiesa.

Rendo omaggio a queste donne regine ad ogni maternità. Che sanno chiamare Désiré (Desiderato) anche il nono figlio e che ai metodi delle "nascite desiderabili" ricorrono piuttosto per averli, i figli.

Rendo omaggio alle donne morte nel dare la vita, con semplicità, come in un'avventura di cui sapevano da sempre il prezzo.

Rendo omaggio a queste donne per le umiliazioni nascoste, i tradimenti subiti, le speranze deluse, la capacità di stare per amore dei figli. Per le volte che qualcuno ha detto loro che erano inferiori, serve, incapaci, per tutte le decisioni subite senza essere interpellate.

Rendo omaggio a loro, soprattutto per questi lunghi anni di guerra, a loro che portano il peso dell'impresa quasi impossibile di nutrire la famiglia.
Al coraggio delle loro riunioni clandestine in città, non in nome di chissà quali alternative politiche, ma dei loro figli e dei loro mariti resi merce di scarto dall'arruolamento forzato, dalla mancanza quotidiana di cibo.
A loro che hanno per mesi rifiutato di mandarli a scuola. A loro che hanno marciato il seno scoperto per dire l'inutilità del loro dare la vita, di fronte ai continui massacri. A loro che si sono vestite a lutto, che hanno scioperato da ogni attività, che vendono le merci in casa per non pagare al mercato la tassa dello "sforzo di guerra", la guerra contro il loro popolo.

Rendo omaggio ai loro piedi che fanno chilometri e chilometri per trovare da qualche parte del cibo che costa meno, che accettano l'umiliazione di varcare la frontiera a comprare, tassato, un cibo prodotto nel loro paese, purché i figli mangino. Rendo omaggio alle loro mani callose che conoscono fin da piccole il lavoro, che sanno condividere con la vicina il niente che hanno.

Rendo omaggio al loro grembo offeso da una guerra fatta contro di loro per uccidere il futuro di un popolo. Rendo omaggio alle donne infettate di HIV spesso scientemente come tecnica di guerra. Rendo omaggio alle ragazze umiliate alla stessa maniera mentre andavano all'acqua o al campo e di colpo diventate solo buone per la strada. A queste donne usate e umiliate. A quelle che hanno preferito morire atrocemente pur di non essere violate.

Rendo omaggio alla loro capacità di danzare, malgrado tutto, alla nascita del figlio della vicina o negli incontri liturgici, ultimi spazi di libertà rimasti. Alla loro capacità di ridere mai del tutto spenta.

Rendo omaggio alla loro fede nel Dio quotidiano che lotta con loro e mediante loro per proteggere la vita, armata debole e enorme della vita contro gli eserciti di morte.

Rendo omaggio a Colui che le ha inventate per dire oggi che la vita si guadagna, si difende, si protegge con la vita. A questa Eucarestia continuamente da esse celebrata nella fatica di una vita data.

Le loro storie, chi mai le racconterà? Ma da qualche parte, un libro è scritto, che conosce ogni loro passo.
Non sono tutte sante. Ma conoscono che l'amore è fatica, l'amore fa male, come diceva madre Teresa.
Un messaggio, una scelta concreta?
Accettare che l'amore ci faccia male, consumi il nostro tempo, la nostra vita, le nostre forze, la nostra pace. Accettare di essere tribolati per amore. Il resto sono parole, sentimenti. -

Tratto da: Apparizioni della Madonna in Africa - Nostra Signora di Kibeho- atempodiblog -

 

 
 
 

IL DEMONIO COME ESSERE PERSONALE. UNA VERITA' DI FEDE.

Post n°3274 pubblicato il 16 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Un sacerdote che non credeva al potere del demonio. Poi un’esperienza scioccante. Oggi è esorcista ufficiale della diocesi di Verona. Conosciamo don Gino Oliosi

Monsignor Gino Oliosi: un sacerdote avanti con gli anni, dal quale emanano un equilibrio e una pace che si colgono subito, appena lo contatti. Due qualità importanti che, però, sulle prime possono sembrare opposte al ruolo che egli svolge per incarico del vescovo di Verona: quello di esorcista. Una persona, cioè, che ha a che fare con quel mondo oscuro, perverso, delle manifestazioni diaboliche ne, diciamo la verità, ci si creda o meno, ti paura a tutti. Perché, se è vero che possiamo anche scherzare sulla esistenza del Maligno fino quando resta più o meno celato, è ben più difficile ignorarlo quando si manifesta in quelle forme eclatanti che sono la vessazione, l’infestazione, l’ossessione o, addirittura, la possessione. Ciò che mi incuriosisce è la sua esperienza di prima mano in un campo, come quello del demoniaco, oggi messo in discussione da tanti anche all’interno della Chiesa. Voglio capire e sentire che cosa ha da dire al proposito a noi tutti, ma anche a tanti suoi fratelli nel sacerdozio che, in questo anno sacerdotale, sono stati chiamati a riflettere in modo particolare sul loro ruolo e a riscoprire con pienezza la loro identità. Quando gli chiedo come si sia avvicinato a questo mondo, mi racconta che egli stesso ha percorso un cammino di presa di coscienza progressiva del problema. Al proposito, ha bene impressa nella memoria la prima tappa. Giovane sacerdote, studioso di teologia nei fermenti del Concilio, nel 1964 era stato chiamato a reggere uno dei più venerati e noti santuari della diocesi di Verona, quello della Madonna della Corona, incastonato, a strapiombo, nelle rocce del monte Baldo. Era questo un ruolo che comprendeva in contemporanea, per tradizione, anche quello di esorcista. Ma poiché egli aveva rifiutato quest’ultimo, il vescovo aveva assegnato il ruolo ad un altro sacerdote che esercitava, quando era necessario, in una cappellina costruita appositamente all’esterno del santuario. Qui, un giorno, per sottoporsi al rito, era giunto un giovane, inviato dal famoso psichiatra prof. Trabucchi. Il tutto era iniziato alle nove e mezzo, ma poiché alle undici ancora non era finito, don Gino aveva preso la strada della cappellina per curiosare come andasse. Ricorda bene come, camminando, dentro di sé se la prendesse con quelle "manie" di credere ancora che il demonio compisse cose di quel genere. Ma ricorda altrettanto bene quale sia stata la sua sorpresa quando, appena messo piede in cappellina, il cosiddetto indemoniato - che non lo poteva vedere perché dava la schiena all’ingresso - con voce alta e rauca aveva iniziato a gridare: «Quel prete che entra vuole sapere se io esisto o no!». È facile immaginare quale shock gli abbiano provocato quelle parole che avevano letto nel suo pensiero. Un tarlo che non lo avrebbe più abbandonato, una spinta ad approfondire negli anni, fino alla chiamata ufficiale, nel 2001 a sessantotto anni, da parte del vescovo, prima in cattedrale, ed ora nel Santuario della Madonna di Dossobuono. È un ministero, mi dice don Gino, che va esercitato in seno alla Chiesa e con molta prudenza. In collaborazione, poi, con medici esperti della psiche umana per operare un discernimento corretto e non scambiare per possessione disturbi di altro genere. Ma anche con il sostegno di credenti - una decina - che si preparano con preghiera e digiuno e che sostengono il sacerdote durante il non facile esorcismo ufficiale. Sette sono i posseduti che ha incontrato in questi anni. Per quattro di questi c’è stata una liberazione totale. Tra di essi, una giovane mamma di due bambini che aveva avuto contatti con sette sataniche durante l’università e che ha ritrovato, insieme alla sua famiglia, la pace e la gioia di vivere. Ma in realtà, questo aspetto più eclatante del suo ministero non è ciò che a don Gino sta più a cuore comunicarmi. Tutto ciò, sottolinea, non è che la punta di un iceberg che attira l’attenzione ma che distrae da ciò che è più importante e che consiste nella massa sommersa. Il vero guaio è la perdita della credenza, anche di molti cattolici, sacerdoti compresi, nella esistenza del demonio come essere personale che crea grandi pericoli e apre voragini nelle quali rischiamo di precipitare. C’è, infatti, tutto un filone della teologia e anche della esegesi che vorrebbe vedere nel demonio della Tradizione solo una personificazione del male presente nell’uomo. Ma non è questa la posizione ufficiale della Chiesa, come dimostrano i documenti conciliari che contengono ben diciotto volte il riferimento a Satana come essere personale e influente sugli uomini. E come attesta anche il Catechismo della Chiesa, sia nella versione più ampia, sia nel compendio. Il demonio è un angelo, cioè una creatura spirituale creata libera di scegliere l’amore di Dio oppure di rifiutarlo come purtroppo ha fatto, ribellandosi a Lui. E come purtroppo continua a fare anche con l’altra creatura libera a cui Dio ha dato vita: e, cioè, l’uomo. Nei confronti del quale il diavolo opera, cercando di indurlo al medesimo peccato di superbia e di ribellione. Creare divisione è il suo obiettivo. Divisione tra l’uomo e Dio, divisione dell’uomo in se stesso, divisione dagli altri uomini. E, dunque, portare odio al posto dell’amore, individualismo al posto dell’unità, caos al posto dell’armonia, morte al posto della vita. Disgregare la personalità, chiuderla a Dio e ai fratelli. Dietro il peccato originale, rammenta don Gino, non c’è solo la volontà dell’uomo e il gioco della sua libertà; ci sono anche l’istigazione e l’influsso di Satana. Una antica storia che, in realtà, si ripete ogni volta che l’uomo si trova ad esercitare la sua libertà. Certo, rispetto ad allora, oggi, nel tempo della Chiesa, c’è un fatto nuovo e straordinario: la venuta di Gesù, la sua morte e la sua risurrezione. Questa sua incarnazione, infatti, ha avuto proprio lo scopo di portare alla luce il male, di stanarlo, di svelarne l’origine - che è il cuore dell’uomo, ma anche Satana, costretto a fuggire davanti a lui molte volte nei Vangeli - e di sconfiggerlo con un gesto d’amore tale da operare la redenzione. Quest’ultima, tuttavia, mentre ci apre i canali della Grazia salvifica e ci reintegra nuovamente e fin da ora nelle file del Regno di Dio, non ci sottrae alla lotta e al possibile influsso di Satana e dei suoi satelliti. Al centro della vita del cristiano, dunque sia ben chiaro, sottolinea don Gino - non c’è il demonio ma c’è Gesù Cristo, con la luce della sua risurrezione. Luce alla quale noi possiamo accedere non solo nel ricordo, tramite la Scrittura, ma nella realtà, tramite i sacramenti. Questo tuttavia non deve farci dimenticare la Croce e, cioè, la lotta contro il male che ha anche un nome - Satana - che Gesù stesso ha dovuto affrontare e sconfiggere. E noi, con lui, al suo seguito. È tutto questo scenario cristiano, mi fa osservare, che ha liberato l’Occidente dalla paura dei demoni. Ma ora è questo stesso Occidente che, secolarizzandosi, favorisce il riemergere collettivo della paura. La quale, cercando soluzioni nell’esoterismo, nella magia, in una scienza idolatrata, finisce per indebolire la coscienza e la libertà di decisione, favorendo l’influenza satanica. Nessuna paura, dunque, del diavolo, nessuna predica che minacci castighi e inferno, perché la signoria alla fine è di Dio e perché l’uomo che vive in rapporto d’amore con il suo Creatore e Padre è anch’egli certo della vittoria. Però, al contempo, piena consapevolezza dell’ostacolo costante che egli cerca di frapporre alla espansione del Regno di Dio e alla conversione di ogni uomo. Piena consapevolezza che, evidentemente, devono per primi raggiungere i sacerdoti destinati a guidare e a formare il Popolo di Dio. Non si possono prendere le cose alla leggera in questo campo: «Non riconoscere l’esistenza del demonio e, di conseguenza, non presentarlo adeguatamente nella catechesi, significa correre il rischio di perdere la consapevolezza della natura profonda della fede e di non avere una visione adeguata su chi è Dio e chi è ogni uomo, ma anche su che cosa è la storia, con i suoi conflitti e le sue contraddizioni». Per questo è buona cosa che ogni sacerdote conosca bene il testo del Nuovo Rituale. Perché se è vero che, per la parte che riguarda gli "esorcismi ufficiali", è riservata a coloro che il vescovo ha prescelto, è anche vero che esso esorta a promuovere quelli che vengono chiamati "esorcismi invocativi", cioè tutto quell’insieme di iniziative che fanno prevenzione, mantenendo il cuore in contatto con Dio. Tra cui, per esempio, il valore della preghiera in generale e del Padre Nostro in particolare: "liberaci dal male". E poi, ancora in un serio ricupero del percorso sacramentale: battesimo e cresima frequentemente richiamati alla coscienza, sostenuti dalla confessione almeno mensile e dalla eucaristia. È quello che don Gino con semplicità, ma con fermezza, propone ai tanti che vanno da lui sempre più numerosi, spinti dalla paura del male fisico e morale dal quale si sentono assediati. E che, seguiti con amore e pazienza, avviati sulla via della Tradizione, ricuperano lucidità mentale e capacità progressiva di esercitare al bene la loro libertà. In una parola, ottengono quella guarigione del cuore che il Vangelo ci assicura. - Brichetti Messori, Rosanna - culturacattolica -

 
 
 

MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DI MEDJUGORJE AD IVAN DEL 15 MARZO 2010

Post n°3273 pubblicato il 16 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

 

Non ci sono le parole per descrivere la bellezza e l’attesa dell’incontro, per ogni incontro con la Madonna sempre ci prepariamo con la preghiera del Santo Rosario.
Pregando questa sera con voi il rosario e quando si avvicinano le 6 meno venti, io comincio a sentire la sua vicinanza nel mio cuore.
Anche questa sera, posso riferire che questa sera la Madonna è arrivata prima che io mi sono inginocchiato, è venuta molto felice e gioiosa ed è venuta con tre angeli.
Ha salutato tutti noi con il suo saluto materno, sia lodato Gesù cari figli miei.
Poi ha detto queste parole:

"Cari figli io desidero che anche voi oggi siate il mio fiore. Innaffiate questo fiore con la preghiera, innaffiate la vostra anima con la preghiera. Desidero cari figli che pregate anche per tutti quei fiori che sono spenti appassiti e per tutte le anime che stanno morendo.
Pregate cari figli, pregate pregate "

Poi la Madonna per un lungo tempo ha pregato con le mani distese sopra tutti noi specialmente sopra i sacerdoti qui presenti. Ci ha benedetto tutti con la sua benedizione materna. Il veggente ha raccomandato tutti voi i vostri bisogni e le vostre famiglie LA Madonna ha continuato a pregare sopra tutti noi. Ho pregato con lei padre gloria poi è seguita una conversazione privata con la Vergine. Dopo questa conversazione la Madonna scompare nel segno della luce e della croce. Ci ha salutato dicendo "andate in pace cari figli miei". Voglio sottolineare in questo messaggio di stasera per esempio l’amore che si vede dai suoi occhi dal suo viso, il suo sorriso, la sua bellezza non si può spiegare. - medjugorje.altervista -

 
 
 

NOVENA DELL'ANNUNCIAZIONE DI NOSTRO SIGNORE DAL 16 AL 24 MARZO

Post n°3272 pubblicato il 16 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

1. - «Entrando da lei (l’angelo) disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te"» (Lc 1,28).

Sia benedetto, o Maria, il saluto celeste che l’Angelo di Dio Ti rivolse nell’Annunciazione.

- Ave Maria

2. - «…Ti saluto, o piena di grazia» (Lc 1,28).

Sia benedetto, o Maria, la grazia sublime di cui l’Angelo di Dio Ti dichiarò piena.

- Ave Maria

3.- «L’Angelo le disse: " Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù"» (Lc 1,30-31).

Sia benedetto, o Maria,il lieto annuncio che l’Angelo di Dio Ti recò dal cielo.

- Ave Maria

4.- «Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore"» (Lc 1,38).

Sia benedetto, o Maria, il saluto celeste che l’Angelo di Dio Ti rivolse nell’Annunciazione.

- Ave Maria

5. - «Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).

Sia benedetto, o Maria, la perfetta adesione con cui rispondesti alla Volontà di Dio.

- Ave Maria

6. - «La vergine concepirà e partorirà un figlio» (Is 7,14).

Sia benedetto, o Maria, l’angelica purezza con cui accogliesti nel tuo seno il Verbo di Dio.

- Ave Maria

7. - «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1,4).

Sia benedetto, o Maria, il beato momento in cui il Figlio di Dio si vestì della tua carne.

- Ave Maria

8. - «A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1,43).

Sia benedetto, o Maria, l’attimo sublime in cui divenisti Madre del Figlio di Dio.

- Ave Maria

9. - «Il Signore è mia luce e mia salvezza» (Sal 27,1).

Sia benedetto, o Maria, il tanto atteso momento in cui iniziò la salvezza umana con l’Incarnazione del Figlio di Dio.

- Ave Maria

- Ave Maria, piena di grazia.

- Il Signore è con Te!

Preghiamo

O Dio che tramite l’annuncio dell’Angelo ci hai fatto conoscere l’incarnazione del tuo Verbo nel grembo verginale di Maria, Ti preghiamo di guidarci fino a Te per i meriti della Passione e della Croce di tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo e per l’intercessione dell’Immacolata sempre Vergine Maria, sua e nostra tenera Madre. - piccolifiglidellaluce -

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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