ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 21/03/2010

LA VENERABILE MADRE SERAFINA MICHELI E GLI ANGELI

Post n°3300 pubblicato il 21 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La venerabile Madre Serafina del Sacro Cuore (al secolo Clotilde Micheli) è la Fondatrice dell’ Istituto “  Suore degli Angeli”. Nasce ad Imer in provincia di Trento, allora Impero Austro-Ungarico, l’11 settembre 1849, secondogenita di Domenico e Anna Maria Domenica Carmelitana Orsingher. Fino a 18 anni vive in famiglia, in ambiente cristiano; i genitori la educano all’amore per Dio e per il prossimo. A pochi passi dalla casa paterna è la pieve di Imèr (Trento), ove la piccola è battezzata il 12 settembre 1849 da don Venanzio Facchini. In queste comunità montane il ruolo della parrocchia è fondamentale, perché vi si organizza il vissuto religioso e sociale del paese; viene curata e alimentata quotidianamente la pietà popolare intessuta di S. Messa, di adorazioni eucaristiche, di rosari, di pellegrinaggi. La Micheli partecipa attivamente di questo universo religioso, espressione di una pratica cristiana domestica. Il 30 luglio 1852 Clotilde riceve il sacramento della confermazione all’età di tre anni dalle mani del vescovo mons. Giovanni  Nepomuceno a fiera di Primiero Tra il 1855 e il 1861 frequenta con profitto le classi elementari del tempo sotto la giurisdizione scolastica austriaca. Il 24 aprile 1859 all’età di 10 anni riceve la prima comunione.   Ella si fa promotrice di diverse iniziative in parrocchia, fra cui, in seguito, la fondazione dell’Unione delle Figlie di Maria. Le pratiche di pietà trasmesse all’Istituto affondano le loro radici in questo ambiente religioso delle montagne trentine. La venerabile vive in questo ambiente ben ancorato alle tradizioni, dove sembrava che nessuna novità avesse il potere di sconvolgere quel ritmo. Questa tranquillità quotidiana,  però, viene scossa il 2 agosto del 1867, quando la giovane Clotilde, diciottenne, insieme a sua sorella Fortunata che poi diventerà religiosa con il nome di suor Maria degli angeli, ha il suo impatto forte con Dio che ne sconvolge la vita. In un impeto di spirito che trabocca in preghiera, riceve e accoglie un messaggio, che sembra documentare più una relazione esclusivamente familiare con Dio, in Cristo, che non la logica di una mente magisteriale che indica un cammino, un progetto di vita. “Era il giorno del perdono di Assisi o Porziuncola e Clotilde travasasi intenta alla più fervorosa preghiera nella chiesa curaziale di Imèr, quando le appare innanzi la Vergine Immacolata, circonfusa di luce e circondata di Angeli. La Santa Vergine manifesta la volontà del Suo Divin Figliuolo e Sua, che sorretta dalla grazia divina, doveva dar principio a un nuovo Istituto. Mio Figlio ed io vogliamo che fondi un nuovo Istituto che si chiamerà delle Suore degli Angeli perché si proporrà di imitare gli Angeli nell’adorare la Santissima Trinità, servendo il prossimo” (TABACCHI Suor Natività, Biografia, pp. 56-57). Negli anni che seguono emerge nell’animo di Clotilde, in maniera incancellabile l’assolutezza di una ascesi esigente e coraggiosa, del primato della volontà di Dio come continuo presente che la interpella e la muove. Man mano  va dispiegandosi in lei il piano di Dio. A questo fa riscontro un nuovo atteggiamento: la disponibilità all’iniziativa di Dio, non con la logica dotta, ma con la ricchezza di un cuore traboccante di amore per la Trinità Santissima. Nel 1870 Clotilde si trova a Padova presso mons. Angelo Piacentini ed in una apparizione la Madonna le rinnova l’invito a seguire Gesù nella fondazione del nuovo Istituto. A novembre del 1876 Clotilde alla morte di mons. Piacentini lascia Padova ed insieme alle sue sorelle Fortunata e Oliva Agnese si trasferisce a Castellavazzo in provincia di Biella presso l’arciprete don Girolamo Barpi, su invito della signorina Giulia Andrich, nipote del sacerdote. Nel 1878 Clotilde lascia Castellavazzo e raggiunge i suoi genitori a Eppendorf, in Germania dove inizia a lavorare presso l’ospedale delle suore Elisabettiane. Il 6 gennaio la mamma muore in Germania ed il papà ritorna ad Imèr dove muore il 30 marzo 1885. Clotilde rientra al suo paese ed il 25 marzo fonda l’Unione delle figlie di Maria. Clotilde nel maggio 1887 intraprende un pellegrinaggio a piedi verso Roma insieme alla nipote Giuditta. A Roma nell’agosto di quell’anno le due donne trovano ospitalità presso le suore Immacolatine, dette Turchine, fondate dalla Madre Fabiano, la quale chiede a Clotilde di vestire il loro abito religioso. Tra il 1888 ed il 1890 Clotilde diventa suora Immacolatina e prende il nome di Suor Annunziata. Viene mandata a Sgurgola d’Anagni dove nel settembre 1890 riceve una lettera di padre Francesco Fusco da Trani che la invita a raggiungerlo in Piedimonte Matese, ove il vescovo del Luogo, mons. Scotti aveva in mente di dare inizio ad una nuova fondazione. La suora però non accetta  il progetto del vescovo, perché non corrisponde al progetto che Dio le aveva rivelato attraverso la Madonna. Abbandonata da tutti, si trasferisce a Caserta, insieme a Suor Scolastica, la consorella che l’aveva seguita quando aveva lasciato le Immacolatine. Per interessamento di padre Fusco e di don Giovanni zimbella, parroco di Santa Filomena in Caserta, si reca a Casella in provincia di Caserta. In seguito, a loro due si uniscono altre tre ragazze del posto. Finalmente il 28 giugno 1891 ella fonda l’istituto delle Suore degli angeli in Briano con il permesso di mons. Enrico De’ Rossi, vescovo di Caserta. La fondatrice assume il nome di Suor Maria serafina del Sacro Cuore. Nei venti anni seguenti la suora fonda una quindicina di case in tutta Italia. Il 24 marzo 1911 Madre Serafina Micheli muore a Faicchio in provincia di Benevento nella casa madre delle Suore degli Angeli. E’ vissuta 61 anni, 6 mesi e 13 giorni. I funerali si celebrarono in modo solenne il 27 marzo 1911. Il papa Benedetto XVI il 3 luglio 2009 ha autorizzato la Congregazione dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio Madre Serafina Micheli.  L’Angelo Custode è presente nella vita della venerabile sin dalla prima fanciullezza. Ella nutre una devozione singolare per l’Angelo Custode e questa devozione inculca continuamente ai componenti della sua famiglia, come più tardi la raccomanderà con insistenza alle sue figlie spirituali. Insegnava a salutare l’Angelo Custode delle persone che incontrava e diceva: Salutate tutti col saluto: Sia lodato Gesù e Maria, ma nel vostro interno, non dimenticate di salutare l’Angelo Custode delle persone con cui  trattate, aggiungendo nel vostro pensiero: Ave, o Principe del cielo. Spesso ripeteva: “L’Angelo Custode mi ha detto, l’Angelo Custode mi ha fatto vedere”. Fa intendere alle consorelle, sue coeve, come l’Angelo era il suo compagno invisibile, una presenza carica di ispirazioni, di richiami, di impulsi, di notizie, di spinte a volte improvvise, a volte di ispirazioni intime. La Fondatrice si intrattiene col suo Angelo  nella preghiera. Sono di sua composizione diverse preghiere all’Angelo Custode, fra cui: “O Angeli Santi, io vorrei pregare come voi. Aiutatemi oggi e sempre nella vita che voglio intraprendere associata alla vostra. Sì, voglio essere vostra imitatrice, vostra compagna. Voi contemplate in cielo a faccia a faccia il Signore. Potessi io quaggiù veder Dio in ogni cosa, amarlo come voi ed esclamare sempre: Santo, Santo, Santo. Io devo essere un Angelo per quelli che mi circondano. Io, come voi, devo condurre le anime al cielo, pregare per loro, edificarle con i buoni esempi, assisterle coi saggi consigli, supplire a ciò che loro manca” (MICHELI Serafina, Manoscritti, pp. 224-225). Nella Valle di Primiero, al tempo della Fondatrice delle Suore degli Angeli vi erano numerose Confraternite, fra cui quella dedicata alla devozione all’Angelo Custode. Ne troviamo riscontro nelle Relationes ad Limina dei Vescovi della Diocesi di Trento. Al capitolo sulle Confraternite presenti nel Trentino leggiamo: “ In hac Dioecesi complures exsistunt Confraternitates sunt: SS. Viatici; SS. Cordium Iesu et Mariae; Annuntiationis B.M.V.; B.M.V. Immaculatae; B.M.V. de Corde Iesu; S. Ioseph; SS. Angelorum Custodium; Sodalitium Filiarum Mariae” ( S. Congregatio Concilio, Relationes ad Limina, Trento, De Confraternitatibus, 25 maggio 1883, n. 12, p. 71, in Archivio Segreto Vaticano). Da una testimonianza del 1929, a circa 20 anni dalla morte della Madre Serafina leggiamo: “ La finalità dell’Istituto fondato dalla Madre Serafina fu duplice: una la potremmo dire tutta spirituale, un’altra, pur riguardando le anime, ha un’esplicazione materiale; anzi la prima vivifica e santifica la seconda. E ciò conforme ai lumi che intorno all’opera della fondazione aveva ripetutamente ricevuto dall’alto. Questo duplice fine può rivelarsi dal titolo stesso dell’Istituto. Volle la buona Madre, sempre in omaggio alle celesti ispirazioni che le sue figlie si chiamassero Suore degli Angeli. E come sorelle degli Angeli la loro vita fosse spesa ad adorare Iddio e nell’aiutare il prossimo. L’adorazione dunque del mistero Augusto della Santissima Trinità è uno dei fini dell’Istituto, anzi, è un mezzo per giungere allo scopo principale che è la santificazione dei propri membri. Questa adorazione è la sublime occupazione a cui le Suore degli Angeli devono far  convergere tutta la loro vita spirituale, come ad un centro di luce e di calore, che deve quindi irradiare ed animare la loro opera di apostolato nel mondo. E perciò volle la pia Madre che con speciali preghiere in ciascuna  della 24 ore del giorno ricordassero questo dovere sublime,per cui compose  una Corona che le Suore dovevano recitare, nella quale al Gloria Patri, 72 volte ripetuto, si alternassero tre diverse giaculatorie disposte in poste di 24 grani, che nel loro mistico significato esprimono quel culto di adorazione e di lode che gli Angeli cantano perennemente intorno al Trono di Dio” (TABACCHI Sr Natività, Testimonianza, 1929). La  Madre Micheli non solo si rivolge all’Angelo per essere accompagnata nella preghiera, ma all’Angelo espone i suoi bisogni e le necessità degli altri. Ella lo interroga su questioni da risolvere, nei casi di  gravi difficoltà ne reclama l’aiuto diretto e immediato come conferma questo episodio accaduto alla sorella Fortunata.” Quando da Castellavazzo (BL) andai per la prima volta in Germania, giunta alla stazione di Eppendorf, non conoscendo la lingua, non riuscivo a trovare la via dove abitavano i miei fratelli. Cominciai a perdermi di coraggio sentendomi come smarrita e presi a piangere e pregare. Vagai lungamente di qua e di là e per quanto mi sforzassi, non riuscivo a farmi comprendere. Quand’ecco ad un tratto scorgo di lontano Clotilde, che,tutta frettolosa, mi viene incontro. Ha le mani sporche di pasta e le vesti dimesse. Mi meraviglio di vedermela innanzi in quel modo e per di più in un momento così opportuno; le chiedo come mai sia venuta, ed ella mi risponde: Stavo facendo il pane, ed avevo appena riposte a lievitare le piccole pagnotte, quando l’Angelo Custode mi ha detto: Corri presto alla stazione, perché è arrivata tua sorella ed è in preda allo sconforto, non sapendo dove andare. Ed ecco che sono subito venuta” (TABACCHI Suor Natività, Biografia, pp. 34-35). Le Suore degli Angeli da lei fondate si dedicano, per specifico carisma, a far conoscere ed amare la Santissima Trinità, come gli Angeli, attraverso l’adorazione di Gesù Eucaristia, con la testimonianza della vita e con l’annuncio esplicito, in umile servizio di carità evangelica. L’evangelizzazione viene operata mediante scelte apostoliche di attività pastorale: promozione integrale della persona ed assistenza a chi soffre. Con la Vergine Maria, le Suore degli Angeli imparano a contemplare e ad imitare Cristo, sorgente e centro della loro spiritualità apostolica. - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

SANTO PADRE: IMPARIAMO AD ESSERE INTRANSIGENTI CON IL PECCATO E INDULGENTI CON LE PERSONE

Post n°3299 pubblicato il 21 Marzo 2010 da diglilaverita
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Commentando all’Angelus l’episodio evangelico dell’adultera, Benedetto XVI ha sottolineato come le parole di Gesù “sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore”,

Impariamo da Gesù “ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone”. L’episodio evangelico dell’adultera è stato evocato oggi da Benedetto XVI per indicare alle oltre 20mila persone preseni in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus, il senso della giustizia divina. La scena descritta nel Vangelo, ha detto il Papa, “è carica di drammaticità: dalle parole di Gesù dipende la vita di quella persona, ma anche la sua stessa vita. Gli accusatori ipocriti, infatti, fingono di affidargli il giudizio, mentre in realtà è proprio Lui che vogliono accusare e giudicare. Gesù, invece, è ‘pieno di grazia e di verità’ (Gv 1,14): Egli sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e smascherare l’ipocrisia. L’evangelista san Giovanni dà risalto ad un particolare: mentre gli accusatori lo interrogano con insistenza, Gesù si china e si mette a scrivere col dito per terra. Osserva sant’Agostino che quel gesto mostra Cristo come il legislatore divino: infatti, Dio scrisse la legge col suo dito sulle tavole di pietra (cfr Comm. al Vang. di Giov., 33, 5). Gesù dunque è il Legislatore, è la Giustizia in persona. E qual è la sua sentenza? ‘Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei’”. “Queste parole – ha sottolineato il Papa - sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto (cfr Rm 13,8-10)”. “Dio desidera per noi soltanto il bene e la vita; Egli provvede alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal male col Sacramento della Riconciliazione, affinché nessuno vada perduto, ma tutti abbiano modo di convertirsi”. “Impariamo dal Signore Gesù – ha concluso - a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone”. - AsiaNews -

 
 
 

L'EPISODIO DELLA DONNA ADULTERA DIMOSTRA LA GRANDE MISERICORDIA DI DIO

Post n°3298 pubblicato il 21 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il Vangelo domenicale ci parla del famoso episodio dell' adultera pizzicata con le mani nel sacco e sulla via della lapidazione. Capziosa e tendenziosa la domanda rivolta a Cristo. "Ma lui sa sempre come cavarsela e il metodo migliore é sempre la misericordia, del resto questo episodio continua sulla via della domenica precedente nella quale abbiamo letto la storia del Padre misericordioso". Che cosa ci dice Cristo?: " che intanto alla fine dei tempi saremo giudicati sull' amore e sul perdono e che nessuno può avere mai la ipocrisia di giudicarsi perfetto al punto da lapidare un peccatore, anche il peggiore. In fin dei conti ognuno ha i suoi bravi scheletri nell' armadio". Questo episodio ci invita a mettere da parte la ipocrisia: " certo. La legge ebraica antica dissociava la regola religiosa dalla legge e non tenava in conto il concetto della misericordia. Cristo non é venuto per abolire la legge, ma per darle compimento, ovvero umanizzarla. Sia ben chiaro, lui non perdona il peccato di adulterio che era e rimane gravissimo, ma invita l' adultera a pentirsi di cuore e a non cadere nell' errore. Tutti, laici, preti o vescovi possiamo cadere in errore, fa parte della nostra fragilità, guai  a sentirci perfetti o crederci giudici supremi degli altri". Insomma Cristo che messaggio lancia?: " uno molto semplice, ovvero dice ai quei signori, pronti alla lapidazione. Questa signora é adultera, ma siete proprio certi che voi non avete mai sbagliato? E se lo siete, allora tirate. Bene, tutti hanno un sussulto nella coscienza e si ritirano in buon ordine a dimostrazione che nessuno può proclamarsi perfetto". Una evidente censura alla iprocrisia: " indubbiamente. Molti di noi sono sempre pronti senza alcuna misericordia a sparare giudizi, più pesanti di pietrate, sui difetti degli altri, senza alcuna remora. Bene, Cristo ci ricorda drammaticamente la nostra condizione che é quella di naturali peccatori e ci dice: evitare la ipocrisia, perché chi più e chi meno nella vita i suoi errori li ha fatti". Oggi dai mezzi di informazione e tv arrivano spesso giudizi affrettati e pesanti come pietre: " penso che questo episodio dovrebbe essere letto anche dai giornalisti e dai tecnici della comunicazione che si indignano per qualche prostituta o per le vicende morali altrui. Una indignazione talvolta lecita, ma che diventa malevola quando tracima in condanna. Bene, certi giudizi, che arrivano talvolta da voci poco autorevoli, rappresentano le pietrate che Cristo evitò alla adultera. Insomma, siamo misericordiosi e accoglienti". - Bruno Volpe - Pontifex-

 

 
 
 

GIUSTA LA CREAZIONE DI UNA COMMISSIONE SU MEDJUGORJE. LE APPARIZIONI ORAMAI RIGUARDANO LA CHIESA UNIVERSALE

Post n°3297 pubblicato il 21 Marzo 2010 da diglilaverita
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Come é ormai noto, la Santa Sede ha istituito una Commissione con l'incarico di studiare e dire una parola si spera definitiva sul fenomeno Medjugorje da molto tempo ormai al centro di accesi dibattiti e opinioni discordanti. La Commissione guidata da un cardinale serio ed attento come Camillo Ruini risponderà direttamente alla Congregazione per la dottrina della Fede. Di questa iniziativa, Pontifex ha parlato e discusso con l'illustre mariologo, il professor e sacerdote Stefano De Fiores.  . Professore, che cosa pensa della creazione di questa speciale commissione?: " la mia idea é che si sia trattato di una eccellente, quanto opportuna inziativa. Sarebbe bene, una volta per tutte, risolvere il problema di Medjugorje in un senso o nell' altro, per evitare pericolosoe ed anche dannose oscillazioni e idee tra chi é favorevole e chi no". La Commissione fa capo alla Congregazione per la dottrina della Fede: " anche  questo mi pare corretto, in quanto il tema Medjugorje non riguarda più solo il Vescovo locale o la relativa conferenza episcopale, ma il mondo intero, viste le dimensioni che il problema ha sollevato. In sostanza il clamore, legittimo o meno, delle visioni é talmente forte che non si può confinare ad episodio locale o limitato". Pensa, visti gli antecedenti, che la Congregazione possa essere ispirata in senso negativo?: " assolutamente no. Intanto per lo spessore intellettuale e la onestà dei membri, tutti molto autorevoli, poi perché questa commissioni operano sempre con coscienza e rettitudine. Ora io non mi permetto di dare suggerimenti, ma credo che sarebbe utile seguire la analisi non solo sui meri documenti, ma ascoltando personalmente i veggenti, eventualmente facendo delle perizie di natura medica per valutare se sono sani di mente o no, in preda a visioni poco chiare. Vero é che in parte questi esami sono stati eseguiti, ma ripeterli non sarebbe male. Credo che fermarsi ai singoli documenti sarebbe riduttivo, meglio una visione globale dell' intero fenomeno". Forse su tutta la vicenda hanno pesato negativamente i rapporti tesi tra i frati cappuccini e la curia: " certo, ma questo non aggiunge o toglie nulla ai messaggi e al fenomeno. Se é reale, verrà fuori". Eppure a Medjugorje avvengono tante conversioni e si ammnistrano molti sacramenti. " uno dei criteri di valutazione é appunto quello dei frutti, cioé dai frutti li valuterete. Ma da solo non basta. Ovvero, la conversione é un momento di grazia e il fatto che avvengano in quel luogo di per sé stesso non significa che siano attribuibili ai messaggi.". Padre Amorth parla di luogo santo: " é una sua opinione rispettabile come tante, ma occorre fare chiarezza. Non condivido la tesi di chi parla di inganno satanico, ma a volte il maligno usa anche questi mezzi subdoli per ingannare. Ci vuole prudenza". Crede che in sé stessi i messaggi siano coerenti con la dottrina della fede?: " analizzandoli direi di sì, anche se io capisco poco quella lingua. Ma lo ribadisco, i messaggi in sé stessi non bastano. Bisogna valutare le persone". Qualcuno ha parlato di possibile business economico: " su questo punto non sono in sintonia. Anche a Lourdes o San Giovanni Rotondo si vendono ricordini o si organizzano pellegrinaggi. L'importante é non speculare  sulla fede. Ma questo é un rischio che si corre dappertutto". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

PEDOFILIA: UN OLOCAUSTO BIANCO CHE FA POCO RUMORE SE NON QUANDO RIGUARDA LA CHIESA

Post n°3296 pubblicato il 21 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il grido di centocinquanta milioni di bambini straziati dovrebbe spaccare la Terra. Invece  fa poco rumore, la pedofilia, quasi nulla rispetto alla devastazione che lascia dietro di sé: un olocausto bianco che non risparmia nemmeno più i neonati nei loro primi giorni di vita. La piaga, dalla parte degli abusanti, non esclude nessuno: professionisti, medici, avvocati, professori... Anche insospettabili padri di famiglia, i cui figli hanno la stessa età dei bambini che loro comprano nei bordelli della Cambogia o di Cuba, usano e poi lasciano lì per il vizio di altri ricchi clienti: avanti il prossimo. Fa troppo poco rumore, la pedofilia. Tant'è che tutto questo può avvenire, e alla luce del sole: basta 'cliccare' - come si dice - in Internet per avere accesso a ogni 'servizio'. E tra i siti ce ne sono una marea che apertamente - ma soprattutto impunemente - fanno apologia di reato in nome di un aberrante 'orgoglio pedofilo'. È un crimine duro da debellare: da una parte le raffinate tecniche informatiche corrono veloci (un sito pedo-pornografico scompare nel giro di pochi minuti senza lasciare traccia, e non conosce confini geografici), dall'altra il giro di miliardi crea una rete internazionale organizzata e potente. È contro tutto questo che conduce la sua guerra don Fortunato Di Noto, il 'prete antipedofilia' partito da Avola (Siracusa) per sferrare il suo attacco alle grandi lobby criminali: oggi vive sotto scorta (e sotto minaccia), dopo aver scovato in 15 anni - e denunciato alle polizie di tutto il mondo - 165mila portali pedopornografici.

Lei, un sacerdote, con l'associazione 'Meter' è ormai la bandiera della lotta alla pedofilia. Come giudica le accusa alla Chiesa di proteggere i preti pedofili?

La Chiesa non ha alcuna paura di dire la verità: esistono anche preti pedofili, come esistono psichiatri pedofili, avvocati pedofili, giornalisti pedofili, panettieri pedofili o magistrati pedofili, ma non è che quindi tutta la magistratura è da mettere sotto accusa. Il problema non è una categoria ma l'uomo: la pedofilia esiste e può interessare abbienti o poveri, analfabeti o docenti universitari, in bassissima percentuale persino le donne. Ma a fronte di rarissimi casi di colpevolezza esistono invece centinaia di migliaia di suore e sacerdoti che spendono la loro vita per l'infanzia abbandonata, ai margini del mondo.

La Rai, tempo fa per la trasmissione 'Annozero' di Santoro, ha comprato un video dalla Bbc interamente ed esclusivamente dedicato ai preti pedofili: un modo discutibile di fare informazione...

A Santoro, attraverso la stampa, ho ricordato che la pedofilia non è un talk show da salotto ma qualcosa di terribile. Perché non fa un lavoro serio e non denuncia le potenti lobby pedocriminali sparse nel mondo? Gli do io le liste con tutti i nomi, e gliele do gratis, non ai prezzi della Bbc... Un'inchiesta vera deve colpire il problema al cuore, non basta occuparsi di una marginale minoranza: lo dice uno che alle autorità ha segnalato anche alcuni preti pedofili.

Che spessore ha realmente il fenomeno?

I dati ufficiali del Viminale parlano chiaro: il 30% degli abusanti sono conoscenti o partner occasionali della madre, il 19% familiari, poi vengono gli extrafamiliari: operatori della scuola, educatori dei circoli ricreativi, allenatori, eccetera, e solo in coda, per l'1%, sacerdoti o catechisti. In 20 anni le denunce in Italia a sacerdoti presunti pedofili sono una quarantina, di cui oltre la metà poi risultati innocenti. Se consideriamo che in Italia ci sono 40mila preti e che quasi tutti si occupano di accoglienza minori, di immigrazione giovanile, case famiglia, orfani, si capisce quanto il fenomeno sia percentualmente irrilevante...

Non lo è, però, dal punto di vista morale: da un religioso si pretende molto di più che da un laico. E quando sbaglia, a noi laici fa più impressione.

Quando ad abusare di un minore è un rappresentante della Chiesa, il crimine è ancora più orrendo perché in contrasto con la missione di chi dovrebbe agire in persona Christi, quindi va condannato senza riserve. Ma questi pochi casi - io ne ho incontrati tre su decine di migliaia di pedofili, e sempre ho trovato piena collaborazione dai vescovi - non devono far dimenticare la stragrande maggioranza di religiosi impegnati con dedizione nel mondo, spesso a costo della stessa vita. Ogni anno decine di missionari vengono trucidati perché proteggono le frange più deboli e indifese delle popolazioni, di questi però Santoro non parla mai. Così come del reale problema...

Quello della pedocriminalità.

Che è l'altra faccia della pedofilia: in Italia l'anno scorso sono scomparsi 1.698 bambini, dati della Polizia di Stato. E nel mondo 2 milioni di bambini ogni anno sono sfruttati a fini pedopornografici on-line. Per non parlare dei 380mila volti di piccoli entrati nel data-base delle Polizie e che nessuno sa rintracciare e salvare.

L'accusa alla Chiesa è di voler insabbiare. Qual è la sua esperienza al proposito?

La Chiesa ha sempre collaborato con le forze dell'ordine, anche nel recente orrendo caso di don Dessì, condannato a 12 anni di carcere. Però qualsiasi indagato ha diritto alla presunzione di innocenza finché non c'è una condanna, e un prete non fa eccezione. Comunque tutti i sacerdoti denunciati hanno sempre avuto il loro processo e, se condannati, sono stati sospesi a divinis e restituiti al laicato: è la Chiesa la prima a non poter accettare un crimine tanto disumano. Ma ricordo anche il calvario di preti ingiustamente accusati e riabilitati dopo immani sofferenze: don Govoni fu prosciolto quando ormai era morto di crepacuore. C'è invece un'altra realtà molto preoccupante: il dilagare di un ingiustificato e violento attacco alla Chiesa cattolica, ad esempio sui banner pubblicitari dei siti Internet, del tipo 'tenete lontani i vostri figli dai preti...'. Una pseudo-cultura senza alcun fondamento: chi fa quelle vignette non ha mai visto, come ho visto io, le vittime degli abusi, forse non sa che cosa vuol dire un piccolo violato a dieci giorni, una bambina lacerata per tutta la vita, se no non si metterebbe a giocare ma lavorerebbe con noi. Santoro lo sa che gli sportelli 'Meter', che danno assistenza alle vittime, sono sostenuti dalla Cei?

Il video della Bbc era molto parziale, dunque inattendibile. Eppure è stato comprato, e con i soldi del contribuente...

Io non so quanto è stato pagato, ma con quei soldi la Rai poteva aiutare i centri in cui si recuperano le migliaia di bambini asiatici abusati dai turisti del sesso italiani. Quel video mostra un documento del 1962. Dico 1962: un documento «superato» nel 1983 e poi seguito da una serie di grandi evoluzioni, tra cui il discorso di Papa Wojtyla ai vescovi americani in cui parla senza mezzi termini di 'crimini contro l'umanità', o il severissimo monito di Papa Ratzinger, che tra l'altro ha prolungato fino ai 28 anni di età della vittima il termine di prescrizione nella giustizia ecclesiastica...

Per lo Stato, invece, dopo 10 anni dall'abuso sul minore c'è la prescrizione: la si fa franca.

Appunto. La Chiesa è molto più severa.
  - Lucia Bellaspiga - donboscoland -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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