ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 06/04/2010

CONOSCIAMO LA CAMPAGNA DI MARY'S MEALS

Post n°3381 pubblicato il 06 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Mary’s Meals è una campagna internazionale che avvia progetti per la distribuzione di pasti nelle scuole situate in zone dove la miseria e la fame impediscono ai bambini di ricevere un’istruzione. Mary’s Meals offre un pasto quotidiano ad oltre 375.000 bambini nelle scuole dell’Africa, Asia, America Latina ed Europa dell’Est. Mary’s Meals soddisfa i bisogni immediati di tutti i bambini affamati, assicurando loro un pasto quotidiano e permettendo loro di ricevere un’istruzione che possa essere una via di fuga dalla miseria. Nel 1992, all’epoca della guerra in Bosnia, nasce l’associazione Scottish International Relief (SIR). Due fratelli, Magnus e Fergus MacFarlane-Barrow, rimasti estremamente colpiti dalle immagini televisive del conflitto, decidono di lanciare nella loro contea di Argyll, in Scozia, un appello per richiedere viveri e coperte. Caricato in breve tempo un fuoristrada, si uniscono ad uno dei convogli in partenza dalla Gran Bretagna per portare gli aiuti a Medjugorie, in Bosnia, meta internazionale di pellegrinaggi che avevano visitato anni prima con la famiglia. Compiuta l’operazione, tornano in Scozia, pensando di riprendere la propria attività di itticoltori. Invece, una volta a casa, vedono che nel frattempo gli aiuti richiesti sono continuati ad arrivare in quantità industriale. Magnus decide quindi di lasciare per un anno il lavoro e portare di persona gli aiuti fin quando non saranno cessate le donazioni. Vedendo che queste non accennano a diminuire, ritiene necessario fondare un’associazione di beneficenza. L’associazione inizia presto ad operare in Romania, costruendo case per l’infanzia abbandonata, e in Liberia, aiutando i profughi ritornati in patria a realizzare ambulatori e continuando nel contempo a consegnare aiuti materiali alla Croazia e alla Bosnia. Nel 2002, mentre la SIR è impegnata in una semplice operazione di soccorso in Malawi per fronteggiare la carestia abbattutasi su quel Paese, Magnus incontra una famiglia del posto: un incontro destinato a creare un nuovo settore di attività.
La madre sta per morire di AIDS, sdraiata sul pavimento della sua capanna, circondata dai 6 figlioletti. Dice che non le rimane altro che pregare per i suoi figli, perché qualcuno si possa occupare di loro dopo la sua morte. Sa bene, infatti, che nel solo Malawi l’epidemia dell’AIDS ha provocato 1 milione di orfani. Magnus, allora, si rivolge al figlio maggiore, chiedendogli se abbia un sogno nella vita, e questi risponde deciso:
“Avere cibo a sufficienza e poter andare a scuola”. Tali parole non sono rimaste lettera morta, ma sono state lo spunto per lanciare la campagna di Mary’s Meals, volta a distribuire nelle scuole un pasto quotidiano ai bambini che soffrono di fame cronica. I bambini vengono così incoraggiati a ricevere un’istruzione che possa farli definitivamente uscire, più in là nella vita, dalla trappola della povertà. Quest’idea, semplice ma efficace, si sta affermando sempre più, tanto che oggi l’iniziativa riesce a fornire un pasto quotidiano ad oltre 375.000 bambini in Africa, Asia, America Latina e Europa dell’Est. La nostra sede è situata nel centro di Craig Lodge, nella contea di Argyll (Scozia nordoccidentale), ma stanno nascendo gruppi di sostegno in tutto il mondo. [Info da Medju] -  tratto da http://www.marysmeals.it -

 
 
 

IN ITALIA C'E' UNA MINORANZA CHE E' MAGGIORANZA: LA FAMIGLIA, LA SI ASCOLTI

Post n°3380 pubblicato il 06 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, il rapporto Cisf (Centro internazionale studi famiglia) del 2009 li ha definitivamente spazzati via: le famiglie italiane con figli, sia pure per pochi punti percentuali, sono in Italia una minoranza tra i nuclei anagraficamente definiti. Una minoranza sterminata, ma pur sempre una minoranza. Ecco le cifre fornite dal rapporto: la popolazione italiana è composta da famiglie anagrafiche di cui ben il 53,4% non ha figli. Quelle con figli sono il restante 46,6% del totale. Una minoranza fatta di grandi numeri (perché è la maggioranza della popolazione totale), ma basta analizzare meglio le cifre per scoprire che il 21,9% di questi nuclei ha un solo figlio e che il 19,5% ne ha due. Le famiglie con tre figli sono appena il 4,4% e per trovare gli eroi civili con quattro e più figli bisogna andare a scavare in un esile 0,7%. Lasciamo ai sociologi la spiegazione di questa stratificazione sociale che fa dell’Italia il fanalino di coda per la natalità in Europa, così come uno dei Paesi condannati a un processo irreversibile di invecchiamento i cui effetti si vedranno tangibilmente nei prossimi venti anni. Tutto ciò metterà a rischio la tenuta del sistema, la nostra stessa competitività sui mercati internazionali e renderà sempre più inadeguate le attuali politiche socio­assistenziali.
Qui vogliamo ragionare di politica e, se possibile, non in politichese. A cominciare da una considerazione: ogni minoranza degna di questo nome, deve innanzitutto essere consapevole della propria condizione. È questa la premessa necessaria per un’adeguata azione politica capace di cambiare il corso delle cose. È appena il caso di osservare che se le politiche per la famiglia con figli non sono incisive (passateci l’eufemismo) è proprio il risultato di questa mancanza di coscienza 'politica'. Una minoranza del 46,6% – parliamo sempre di nuclei non di individui – potrebbe (e dovrebbe) cambiare il corso della politica e condizionarne in maniera decisiva le scelte. Basti pensare al solo strumento del quoziente familiare o comunque a meccanismi fiscali effettivamente perequativi, come la leva delle deduzioni e delle detrazioni, per capire quanto potrebbe pesare nel dibattito pubblico un diverso protagonismo delle famiglie.
È indiscutibile che in questa direzione, in Italia, si sia mosso con efficacia e preveggenza solo il Forum delle associazioni familiari, costretto talvolta persino ad alzare la voce perché i palazzi della politica, ma anche i sindacati, si mettessero in ascolto. La società italiana non sembra aver colto la grande novità che il Forum rappresenta nello spazio pubblico, con la sua capacità di 'fare lobby' al di sopra e al di fuori delle logiche di schieramento, così come di interloquire disinteressatamente in nome di quella imponente minoranza silenziosa costituita dalle famiglie. Sulle spalle di questa enorme minoranza – sarà bene ricordarlo – è stato caricato tutto il peso del ricambio generazionale, fattore non secondario per il benessere presente e futuro di tutti noi. Già questa consapevolezza dovrebbe dare forza al protagonismo 'politico' delle famiglie e alla loro capacità di interlocuzione. Se lo Stato e le sue classi dirigenti hanno consentito e incoraggiato, con le loro politiche di fatto antinataliste e con le loro scelte cultural-valoriali di segno individualista, una prospettiva di famiglia (quella anagrafica) senza figli, oggi vanno messi dinanzi alle loro responsabilità. Certo, non possono addossare alcuna colpa a chi continua a desiderare e ad accettare i figli, anche a costo di un sacrificio economico che spinge verso la soglia della povertà. Ecco perché la politica merita di essere messa, da questa minoranza sterminata (la più numerosa che si conti nel Paese), con le spalle al muro. O con noi e con i nostri figli, oppure senza di noi. E in tal caso, sì che sarebbero guai seri per tutti. - Domenico Delle Foglie - Avvenire

 
 
 

PADRE TIMOTHY: DA RICCO VENDITORE DI AUTO A " LEGIONARIO DI CRISTO"

Post n°3379 pubblicato il 06 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Da venditore d'auto nel Nord-Est degli Stati Uniti a Legionario di Cristo innamorato di Maria. Immaginate un marcantonio sui 25 anni che il basket ha trasformato in un colosso, un lavoro sicuro da venditore di Bmw, soldi in tasca, la macchina e la ragazza: questo era Timothy Meehan, di Boston, fino alla fine degli anni '80. «A 19 anni i miei mi buttarono fuori di casa: avevo un lavoro e quindi era ora che provvedessi a me stesso. Quelli, fino ai 24 anni, furono gli anni che vissi fuori dalla Chiesa. Avevo una ragazza già da qualche anno, e attorno ai 24 anni si cominciò a parlare di matrimonio. Non so neanche io perché, ma prima delle nozze mi venne l'idea di vivere una esperienza di missione». Così Timothy prende il coraggio a quattro mani e parte per il Messico. Sarà Tito, un ragazzino messicano cresciuto sotto il mantello della Virgen morita, cioè Nostra Signora di Guadalupe, a cambiargli la vita. «Fu un flash. Tito indossava una camicia senza bottoni, un paio di scarpe senza suola eppure era più felice di me. Quell'esperienza in Messico, coi poveri, mi scioccò totalmente e a dare un senso a quel che mi era accaduto fu l'immagine della Madonna di Guadalupe. Affidai la mia vocazione alla Madonna». La sua ragazza, quando lui le parlò, frenò le lacrime con una frase: «Con Lei (la Madonna, ndr), non posso competere».
La Virgen morenita la rivedrà dieci anni dopo, da sacerdote dei Legionari di Cristo: «Celebrai in Messico una delle prime messe dopo l'ordinazione, in Vaticano, il 1° gennaio 2000. Alzai l'eucaristia durante le messa, il mio sguardo si posò sull'immagine della Vergine, di fronte, su una parete: cominciai a piangere». Padre Timothy è arrivato in Italia nel 1996 per concludere il percorso di formazione che l'ha visto essere ordinato proprio il primo giorno del nuovo millennio ma anche primo giorno dell'anno giubilare. Da allora, dal 1° gennaio 2000, è nel veronese, al servizio, come prevede la Congregazione dei Legionari di Cristo, della diocesi di Verona e Vicenza. Formatore e animatore vocazionale, ospite della trasmissione cattolica «A sua immagine» di Rai Uno, ma anche relatore a convegni internazionali su vita consacrata e cultura della comunicazione, opera tra Verona, Trento e Bolzano e dal 2000 fa direzione spirituale ai pellegrini che vanno a Medjugorje. E sui pullman, ad accompagnarli, ci va tre-quattro volte l'anno. E' così, che in dieci anni, i Legionari di Cristo ed il collegato movimento Regnum Christi, si è diffuso nelle provincie di Verona, Trento e Bolzano: un punto di contatto è rappresentato dal messaggio di Medjugorje. La Vergine dei Balcani ha infatti scelto la piccola parrocchia bosniaca come archetipo delle parrocchie del mondo invitando i pellegrini alla conversione del cuore e a vivere il suo messaggio di pace nelle proprie parrocchie. Ed è proprio a vivere la parrocchia, traducendo il proprio impegno battesimale, che invita il Regnum Christi. Quello, in sostanza, che hanno fatto i 130 «missionari» che hanno scelto il triduo pasquale per fare, con gli auguri nelle famiglie di Roncà, la loro professione di fede.

"Gospa" - [Info da Medju]

 
 
 

ANGELI, DEMONI E IL NEW YORK TIMES

Post n°3378 pubblicato il 06 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per essere fedeli alla loro vocazione i sacerdoti debbono essere come gli "angeli". Lo ha affermato Benedetto XVI che oggi - lunedì dell'Angelo - ha voluto citare le parole dell'antico scrittore cristiano Tertulliano, per il quale Gesù é anche "angelo del consiglio", cioè "annunziatore perché doveva annunziare al mondo il grande disegno del Padre per la restaurazione dell'uomo". Nel breve discorso pronunciato a Castelgandolfo - dove trascorre alcuni giorni di vacanza, il Papa ha così sottolineato che "il termine 'angelo’ oltre a definire gli Angeli, creature spirituali dotate di intelligenza e volontà, servitori e messaggeri di Dio, é anche uno dei titoli pi antichi attribuiti a Gesù stesso" e, ha aggiunto, "come Gesù é stato annunciatore dell'amore di Dio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della carità di Cristo: siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino". Mi piace sottolinearlo - ha scandito - in quest'Anno Sacerdotale". Gesù Risorto sostiene la Chiesa "in mezzo alle difficoltà", ha poi affermato Papa Ratzinger, rivolgendosi ai pellegrini radunati oggi nel cortile della residenza estiva di Castelgandolfo dove trascorrerà qualche giorno di vacanza. "Cristo é resuscitato e vive tra noi", ha ripetuto: "la sua presenza amorosa accompagna il cammino della Chiesa e la sostiene in mezzo alle difficoltà. Con questa certezza nel vostro cuore, offrite al mondo una testimonianza serena e coraggiosa della vita nuova che nasce dal Vangelo".
Ieri in un breve saluto che precedeva la messa di Pasqua in piazza San Pietro (alla quale hanno partecipato oltre 100 mila fedeli) il card. Angerlo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, si era rivolto al Papa con un'antica e significativa espressione, utilizzata nel 1380 da Santa Caterina da Siena e nel secolo scorso anche da Don Orione: "Buona Pasqua Padre Santo, la Chiesa é con te, dolce Cristo in terra". "La liturgia della Chiesa - aveva detto il porporato - ci invita a una santa letizia: anche se scende la pioggia su questa storica piazza il sole risplende sui nostri cuori, ci stringiamo a lei roccia indefettibile della Santa Chiesa di Cristo. Oggi con lei sono i cardinali i vescovi e i 400 mila sacerdoti. É con lei il popolo che non si lascia impressionare dal chiacchiericcio".
Il saluto pronunciato da Sodano é stato un fatto del tutto inusuale reso necessario dalla drammaticità del momento che sta attraversando la Chiesa a seguito dello scandalo degli abusi sessuali che al di là delle sue dimensioni limitate é diventato centrale per l'accanimento con cui i media propongono sempre nuove "rivelazioni" (spesso su episodi che risalgono agli anni '50 o '60). Le affermazioni del promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, padre Charles Scicluna, che su Avvenire aveva rassicurato circa la "marginalità" del fenomeno nella Chiesa Cattolica trovano conferma proprio oggi in un rapporto governativo statunitense sugli abusi: "per oltre il 64 per cento sono commessi da genitori, parenti o conviventi, dunque all'interno delle relazioni familiari; nelle scuole del Paese quasi il 10 per cento dei ragazzi subisce molestie". Per quanto riguarda i sacerdoti cattolici coinvolti il rapporto datato 2008 stima che "siano meno dello 0,03 per cento" sul totale dei criminali che hanno commesso abusi su minori. Lo riferisce la Radio Vaticana che denuncia "una eclatante campagna diffamatoria che, secondo alcuni commentatori, non vuole colpire i preti pedofili ma Benedetto XVI nonostante la sua decisa azione contro 'la sporcizia nella Chiesa’".
In proposito, l'emittente della Santa Sede cita l'intellettuale statunitense George Weigel, per il quale "il Papa é sotto attacco perché afferma l'esistenza della verità", mentre "forze potenti in Occidente" la negano. "La Chiesa - ricorda la nota trasmessa nel radiogiornale internazionale - difende la giustizia, e la prima giustizia é il diritto alla vita, difende la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna". Così c'é chi vede "nelle mancanze di alcuni figli della Chiesa l'opportunità di distruggere gli insegnamenti della Chiesa", escludendola dal dibattito pubblico su temi cruciali; per non parlare poi di "avvocati senza scrupoli che tentano di mettere le risorse del Vaticano alla portata dei tribunali". In questo attacco, rileva Radio Vaticana, "Weigel vede anche il coinvolgimento di settori cattolici che perseguono una rivoluzione mai realizzata: fine del celibato, ordinazione delle donne e diminuzione dell'autorità dei vescovi".
Questa analisi appare in grande sintonia con quella di Benedetto XVI che nella Lettera ai cattolici dell'Irlanda, lo scorso 19 marzo, ha collegato una certa recrudescenza degli episodi di pedofilia in ambiente ecclesiastico a partire dagli anni '60 con il fenomeno della secolarizzazione in qualche modo favorito dal Concilio. "Fu anche determinante in questo periodo - spiega il Papa nel documento - la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo. Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio fu a volte frainteso". Ed accanto a un allentamento della disciplina nei seminari e nei conventi, vi fu anche "una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, ad evitare approcci penali nei confronti di situazioni canoniche irregolari".
Secondo Ratzinger, "é in questo contesto generale che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell'abuso sessuale dei ragazzi, che ha contribuito in misura tutt'altro che piccola all'indebolimento della fede e alla perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti". In questa ottica le parole pronunciate ieri da Sodano in piazza San Pietro con il richiamo alla sacralità delle persona del Papa sono particolarmente preziose a sostegno della lotta di Benedetto XVI contro gli abusi.
E il fatto che dietro l'attacco del New York Times ci sia - con le sue menzogne - proprio l'ex arcivescovo Weakland, che fu capofila dei progressisti nella Chiesa Usa e oggi é un testimonial delle rivendicazioni gay, conferma quanto sensata fosse l'analisi proposta dalla Lettera ai cattolici d'Irlanda. E l'altro personaggio che sta indirizzando i media a trovare in Ratzinger il capro espiatorio di tutto il male compiuto sui bambini, non é forse il teologo Hans Kung, autore negli anni '70 del libro "Infallibile?, una domanda" che ha segnato un forte tentativo di abbattere l'autorità del Papa nella Chiesa.
E infine, mentre non mancano esorcisti come padre Gabriele Amorth che definiscono "demoniaca" sia la pedofilia che la campagna mediatica contro il Papa, come non rilevare che sempre oggi é un attivista gay a contestare pubblicamente le parole di Sodano, come se dopo le polemiche dell'anno scorso sui preservativi sia stato trovato finalmente il punto debole di questa Chiesa? "La sensazione é che dietro queste aggressioni vi sia una mano ben precisa che da sempre ha inteso colpire la Chiesa. Non vi é dubbio che per la sua chiarezza dottrinale e il rigore, il Papa sia sovraesposto e soggetto ad attacchi anche forti. - Salvatore Izzo - lastampa -

 
 
 

GESU' RISORTO APPARE ALLA MADRE

Post n°3377 pubblicato il 06 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Maria ora è prostrata col volto a terra. Pare una povera cosa abbattuta. Pare quel fiore morto di sete di cui Ella ha parlato. La finestra chiusa si apre con un impetuoso sbattimento delle pesanti imposte e, col raggio del primo sole, entra Gesù. Maria, che sè scossa al rumore e che alza il capo per vedere che vento abbia aperto le imposte, vede il suo raggiante Figlio: bello, infinitamente più bello di quando ancora non aveva patito, sorridente, vivo, luminoso più del sole, vestito di un bianco che par luce tessuta, e che si avanza verso di Lei. Ella si raddrizza sui ginocchi e, congiungendo le mani sul petto, in croce, dice con un singhiozzo che è riso e pianto: «Signore, mio Dio». E resta così rapita nel contemplarlo, col viso tutto lavato di lacrime ma fatto sereno, pacificato dal sorriso e dall'estasi. Ma Egli non la vuole vedere, la sua Mamma, in ginocchio come una serva. E la chiama, tendendole le Mani dalle cui ferita escono raggi che fanno ancor più luminosa la sua Carne gloriosa: «Mamma!». Ma non è la parola accorata dei colloqui e degli addii avanti la Passione, né il lamento straziato dell'incontro sul Calvario e dell'agonia. É un grido di trionfo, di gioia, di liberazione, di festa, di amore, di gratitudine. E si curva sulla sua Mamma, che non osa toccarlo, e le mette le sue Mani sotto i gomiti piegati, e la alza in piedi e la stringe al Cuore e la bacia. Oh! allora Maria comprende che non è una visione, che è il Figlio realmente risorto, che è il suo Gesù, il Figlio che l'ama da Figlio ancora. E con un grido gli si getta al collo e lo abbraccia e lo bacia, ridendo nel pianto. Lo bacia sulla Fronte dove non sono più ferite, sulla Testa non più spettinata e sanguinosa, sugli Occhi fulgidi, sulle Guance risanate, sulla Bocca non più enfiata. E poi gli prende le Mani e ne bacia il dorso e la palma, sulle raggianti ferite, e d'un subito si curva ai suoi Piedi e li scopre da sotto la veste splendente e li bacia. Poi si alza, lo guarda, non osa. Ma Egli sorride e capisce. Socchiude la veste sul petto e dice: «E questa, Mamma, non la baci questa che t'ha fatto tanto male e che tu sola sei degna di baciare? Baciami sul Cuore, Mamma. Il tuo bacio mi leverà l'ultimo ricordo di tutto quanto è dolore, e mi darà quella gioia che ancora manca alla mia Gioia di Risorto». E prende fra le sue Mani il volto della Madre e ne appoggia le labbra sulle labbra della ferita del Costato, da cui escono fiotti di luce vivissima. Il viso di Maria è aureolato da quella luce, tuffato come è nel suo raggio. Ella bacia, bacia, mentre Gesù la carezza. Non si stanca di baciare. Pare un assetato che abbia attaccato la bocca alla fonte e ne beva la vita che gli sfuggiva. Ora Gesù parla. «Tutto è finito, Mamma. Ora non hai più da piangere per il tuo Figlio. La prova è compiuta. La Redenzione è avvenuta. Mamma, grazie di avermi concepito, allevato, aiutato in vita e in morte. Ho sentito venire a Me le tue preghiere. Esse sono state la mia forza nel dolore, le mie compagne nel mio viaggio sulla Terra ed oltre la Terra. Esse sono venute meco sulla Croce e nel Limbo. Erano l'incenso che precedeva il Pontefice, che andava a chiamare i suoi servi per portarli nel Tempio che non muore: nel mio Cielo. Esse sono venute meco in Paradiso, precedendo come voce angelica il corteo dei redenti guidati dal Redentore, perché gli angeli fossero pronti a salutare il Vincitore che tornava al suo Regno. Esse sono state udite e viste dal Padre e dallo Spirito, che ne hanno sorriso come del fiore più bello e del canto più dolce nati in Paradiso. Esse sono state conosciute dai Patriarchi e dai nuovi Santi, dai nuovi, primi cittadini della mia Gerusalemme, ed Io ti porto il loro grazie, Mamma, insieme al bacio dei parenti e alla loro benedizione e a quella del tuo sposo d'anima, Giuseppe. Tutto il Cielo canta il suo osanna a te, Madre mia, Mamma santa! Un osanna che non muore, che non è bugiardo come quello dato a Me pochi giorni or sono. Ora Io vado al Padre con la mia veste umana. Il Paradiso deve vedere il Vincitore nella sua veste d'Uomo con cui ha vinto il Peccato dell'Uomo. Ma poi verrò ancora. Devo confermare nella Fede chi non crede ancora ed ha bisogno di credere per portare altri a credere, devo fortificare i pusilli che avranno bisogno di tanta fortezza per resistere al mondo. Poi salirò al Cielo. Ma non ti lascerò sola. Mamma, lo vedi quel velo? Ho, nel mio annichilimento, sprigionato ancora potenza di miracolo per te, per darti quel conforto. Ma per te compio un altro miracolo. Tu mi avrai, nel Sacramento, reale come ero quando mi portavi. Non sarai mai sola. In questi giorni lo sei stata. Ma alla mia Redenzione occorreva anche questo tuo dolore. Molto va continuamente aggiunto alla Redenzione, perché molto sarà continuamente creato di Peccato. Chiamerò tutti i miei servi a questa compartecipazione redentrice. Tu sei quella che da sola farai più di tutti i santi insieme. Perciò civoleva anche questo lungo abbandono. Ora non più. Io non sono più diviso dal Padre. Tu non sarai più divisa dal Figlio. E, avendo il Figlio, hai la Trinità nostra. Cielo vivente, tu porterai sulla Terra la Trinità fra gli uomini e santificherai la Chiesa, tu, Regina del Sacerdozio e Madre dei Cristiani. Poi Io verrò a prenderti. E non sarò più Io in te, ma tu in Me, nel mio Regno, a far più bello il Paradiso. Ora vado, Mamma. Vado a fare felice l'altra Maria. Poi salgo al Padre. Indi verrò a chi non crede. Mamma. Il tuo bacio per benedizione. E la mia Pace a te per compagna. Addio». E Gesù scompare nel sole che scende a fiotti dal cielo mattutino e sereno.

- L'Evangelo come mi è stato rivelato Opera di Maria Valtorta -

 
 
 

6 APRILE: SAN FRANCESCO SAVERIO, LA PAZIENZA DI DIO E IL FUOCO D'UN AMORE SENZA CONFINI

Post n°3376 pubblicato il 06 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per chi vive e annuncia il Vangelo in Giappone oggi è un giorno speciale. 504 anni fa nasceva San Francesco Saverio, un apostolo innamorato di Cristo, il fuoco dell'amore e dello zelo ardeva nel suo cuore sino a bruciare le camice, in dieci anni ha percorso l'intera Asia. In Italia è quasi sconosciuto. Io spero che oggi molti possano accostarsi alla sua figura e alzare lo sguardo sulla chiamata di Dio. La sua vita è stata fantastica, avventurosa, sempre colma di amore. Si direbbe una vita realizzata. Spesso, come diceva Benedetto XVI nell'Omelia dell'Inizio del pontificato, "noi desidereremmo che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore. Tutte le ideologie del potere si giustificano così, giustificano la distruzione di ciò che si opporrebbe al progresso e alla liberazione dell´umanità. Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall´impazienza degli uomini". Dio ha avuto molta pazienza con San Francesco Saverio. Come ne ha con noi. Ogni giorno. Non comprendiamo cosa ci succeda, a che cosa Dio ci stia chiamando. Dubitiamo che Egli sia davvero Amore. E abbiamo paura. "Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura - se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui - paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell´angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla - assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest´amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest´amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest´amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall´esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo - e troverete la vera vita" (Benedetto XVI, ibid.). Ecco, oggi, per tutti, il mio augurio e la mia speranza è che si possa davvero spalancare le porte a Cristo e trovare, come San Francesco Saverio, la vera vita. Poco più di cinquecento anni fa è nato un Santo che ha incendiato l'Asia con l'amore di Dio. Oggi, con lui, può nascere in ciascuno di noi, un Santo capace di incendiare ogni dove siamo chiamati a vivere. Fidanzati, sposati, studenti, anziani, per tutti è pronto lo stesso zelo di Francesco Saverio, l'amore indomito e paziente di Dio che brucia il peccato e fa di ogni istante delle nostre vite un irripetibile atto d'amore. Vivere come Saverio, ognuno nelle particolari situazioni, con il carattere e le attitudini, con le debolezze e i doni che ci appartengono e ci fanno unici e preziosi agli occhi di Dio. Tutto di noi è santo, di valore inestimabile. Non possiamo buttar via nulla, neanche un istante. Questa vita ci è donata per essere vissuta sino in fondo, con Gesù sulle strade del mondo, incendiata nel Suo amore, perduta e ritrovata per l'eternità. Tutto per Cristo perchè Crsito ha dato tutto per noi. E' il segreto, l'unico, della vera felicità, la gioia piena che nessuno potrà mai toglierci.-  Isegnidei tempi -

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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