ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 18/03/2010

QUESTA SERA GIOVEDI'/ORA SANTA: UN'ORA DI PREGHIERA CON GESU' NEL GETSEMANI

Post n°3286 pubblicato il 18 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La devozione dell'Ora Santa ha la sua origine nella preghiera che Gesù fece nell'Orto degli Ulivi (o Getsemani), la vigilia della sua morte, nella notte tra il giovedì e il venerdì santo. Questa forma di preghiera è stata chiesta da Gesù stesso alla sua diletta discepola Margherita Maria Alacoque. La santa riferisce la rivelazione, nella sua autobiografia, con le seguenti parole: «Stavo un giorno in orazione e considerando attentamente l'unico oggetto dell'amor mio nell'Orto degli Ulivi, immersa in una profonda tristezza; e sentendomi accesa dal desiderio di aver parte alle sue angosce, Gesù mi disse amorevolmente: "E' qui che internamente ho sofferto più che in tutto il resto della mia passione, vedendomi nell'abbandono del cielo e della terra, carico dei peccati di tutti gli uomini... "Tutte le notti dal giovedì al venerdì ti farò partecipe alla stessa tristezza mortale che volli provare nell'Orto degli Ulivi, e questa tristezza ti condurrà, senza che tu lo possa comprendere, a una specie di agonia più dura da sopportare della morte. "E per unirti a me, nell'umile preghiera che presenterai al Padre mio in mezzo a tutte quelle angosce, tu ti alzerai fra le undici e mezzanotte, per prosternarti, per un'ora, con me, con la faccia a terra, sia per calmare la collera divina, chiedendo misericordia per i peccatori, sia per addolcire, in certo modo, l'amarezza che sentivo per l'abbandono dei miei apostoli, che mi obbligò a rimproverarli di non aver potuto vegliare un'ora con me. Durante quest'ora tu farai quello che ti insegnerò"». La sera o la notte del Giovedì santo è il momento più indicato per compiere la pia pratica dell'Ora Santa, davanti all'altare della reposizione, unendosi alla preghiera e all'agonia del nostro Salvatore nell'Orto degli Ulivi e alla sua perenne immolazione nel sacramento dell'Eucaristia. Il Getsemani è il cuore della nostra spiritualità, è il passaggio obbligato per una crescita di spirito. Gesù nel Getsemani si trova davanti ad una realtà più grande di Lui: è Gesù uomo, in tutta la sua umanità perfettissima e perciò infinitamente sensibile. Si trova a lottare con il grande avversario che si chiama morte, male, peccato. E' una lotta che non riesce a combattere da solo e chiede aiuto ai suoi amici. Dice loro di vegliare e pregare con Lui perchè si accorge che sta crollando sotto quel peso enorme. Gesù sente la sua umanità che geme, non può farcela, chiede conforto ... ma i suoi amici dormono. Ma noi non giudichiamoli: la bestiaccia li ha storditi, è uno scontro troppo importante e satana sa che quello è l'impatto finale e per questo fa di tutto per isolare Gesù. E' solo, si sente venir meno, il peso è troppo grande. E' un peso nello spirito che si ripercuote anche a livello fisico e Lui si sente veramente morire. Quando si accorge che sta venendo meno, Lui si aggrappa al Padre "Padre, se è possibile allontana da me questo calice" E' come se dicesse non ce la faccio, la mia umanità non ce la fa, però ... " ... non la mia ma la Tua volontà sia fatta" Ecco la vittoria di Gesù! Lui non ha mai vissuto quello che sta vivendo nell'orto, non ha mai chiesto aiuto a nessuno durante la sua vita, ha sempre aiutato tutti. Ma, in questo caso, è Gesù uomo, che ha bisogno di noi, che chiede aiuto. E' scomparsa la potenza del miracolo! Il Padre gli manda l'Angelo. E' la risposta concreta del Padre che sembra voglia dirgli "Non posso risparmiarti, ti ho mandato nel mondo per questo" Il Padre nostro è un Papà forte! E Gesù beve il calice con le ultime forze che ha. Cosa beve? Beve la volontà del Padre ed accetta la sofferenza, la morte, l'amarezza di tutti gli uomini, la desolazione, tutto ciò che è male; ma nella volontà del Padre c'è la Vita che è più forte della morte, una pace che è più forte della disperazione perchè in quel calice c'è anche il Padre che si comunica al Figlio così come il Figlio si era comunicato poco prima agli apostoli. E gesù beve in quel momento una potenza di vita tale che gli permette di rialzarsi, di andare incontro ai suoi amici. E' tornato Gesù di sempre, anzi è più potente di prima. Lo vediamo immediatamente dopo che dice alle guardie che vanno ad arrestarlo "Chi cercate?" "Gesù Nazareno" "IO SONO" Quando Gesù dice "IO SONO" tutti indietreggiano e cadono per terra. Da Lui è emanata una potenza di Grazia tale che tutti coloro che non sono in Dio, vengono abbattuti come da una ventata. E' Gesù che conferma quello che aveva detto: "Do la mia vita perchè la voglio dare, non perchè voi me la togliete" Come ha fatto Gesù-uomo a sostenere tutto il peso della passione, dopo il sudore di sangue avuto nell'orto?! Era fisicamente distrutto sin dall'inizio! La sua passione è qualcosa di terribile! La flagellazione, il peso enorme della croce ... Come poteva sostenere tutto ciò?! In Lui c'è "IO SONO", il Padre e la potenza del Padre! Solo con questa potenza porta avanti il suo compito sino sulla croce quando dice "Padre tutto è compiuto!" e poi dice "Padre, perchè mi hai abbandonato?" Il Padre si è ritirato! ..... Perchè!? Perchè quel corpo, ormai martoriato, ha svolto la sua missione, tra poco Lui lo rifarà, più splendido, lo farà risorgere con una potenza di luce infinita. Cosa significa questo per noi? Se Gesù-uomo non avesse avuto la volontà totale di aderire alla volontà del Padre, cosa sarebbe accaduto? Tutti i disegni, i progetti del Padre si sarebbero vanificati! Gesù-uomo ha fatto, nonostante tutto il suo soffrire terribile, una scelta. Egli non sconfigge il nemico sulla croce ma nel Getsemani! Lo sconfigge quando dice "Padre non la mia, ma la Tua volontà!" Il quel momento il Figlio vince ed il Padre scende in Lui e gli dona tutta la Sua Potenza! Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù di essere messi alla sua destra ed alla sua sinistra e Lui chiede: "Siete pronti a bere il calice che io berrò?" Siete cioè pronti a fare la volontà del Padre come la farò io fino a sudare sangue, a lasciarmi distruggere, a lasciarmi uccidere? Se siete disposti a questo, voi regnerete con me! Queste parole di Gesù sono rivolte anche a noi! E' un passaggio obbligato della vita: prima o poi ci verrà presentato il "calice" e noi dovremo scegliere. Bere o rifiutare! Qual'è il nostro "calice"? E' diverso per ognuno di noi. Ci sono tanti modi per morire nello spirito! Può essere una malattia, una grande umiliazione, un fallimento, un tradimento, una grande sofferenza interiore .... Davanti a tutto ciò, io riesco a dire "Padre non la mia ma la Tua volontà sia fatta" o Gli dico "Perchè!? Perchè proprio a me? Che male ho fatto?" Bevo o rigetto il "calice"!? Il "calice" è un qualcosa che ad un certo momento abbiamo davanti a noi e non lo vogliamo, ne abbiamo bevuti altri, ma questo proprio ci ripugna. In quel momento non dobbiamo andare in giro cercando appoggi o giustificazioni o compassioni, dobbiamo convincerci che tutto ciò che ci accade è sotto controllo. Se quel "calice" mi è stato messo davanti, un motivo c'è, ed il Padre lo ha permesso! Ma allora? Dio? Non mi ami come dici?! No! Dio, Padre, è Amore purissimo, non può far nulla che sia spiacevole, ma la "mia" realtà è quella che è, ed il riscatto del mio peccato deve avvenire necessariamente se voglio "rinascere a vita nuova". Se in quel momento dico il mio "Sì" entro nel mondo dello Spirito ed accade quanto Gesù a detto a Nicodemo "Se non morirete e non rinascerete non entrerete nel Regno dei Cieli" Se non moriremo nello spirito e nel nostro "io", Dio non potrà entrare in noi! Dobbiamo fare il vuoto dentro di noi, far spuntare quella potenza di Luce che è nel nostro Spirito, ma questa non potrà mai emergere se non eliminiamo tutte le nostre incrostazioni! Il nostro Spirito è soffocato dalla nostra umanità, dalla nostra materialità! Dobbiamo liberarci dell'odio, delle passioni, degli egoismi, degli orgogli ... di tutto ciò che blocca il nostro spirito e non lo lascia libero di emergere. Il Getsemani è la massima scuola di spirito, ognuno di noi deve prepararsi! Se riesco a dire il mio "Sì", entro nella pace, nella serenità, perchè in me nasce una potenza nuova, la potenza del Padre, donata in cambio del mio "Sì". Ogni volta che dico Sì al Padre, in me scende lo Spirito! E' l'Annunciazione! Se, invece, non lo dico, mi perderò in una serie di ma... perchè .... però ..... Non accetto e di conseguenza mi inasprisco, non rinasco, non vive in me la gioia. -la-spiritualita-che-nasce-dal-getsemani -

 
 
 

QUEI FIGLI CONTESI ANCHE NELLE CONVIVENZE/ SONO 150MILA I BAMBINI VITTIME DI SEPARAZIONI E DIVORZI

Post n°3285 pubblicato il 18 Marzo 2010 da diglilaverita

I bambini contesi sono un dramma che riguarda anche le convivenze. In Italia sono 150mila i ragazzi coinvolti nelle vicende di divorzio e separazione dei propri genitori: di questi, 10mila sono nati dalle cosiddette coppie di fatto. L’altra faccia di un dramma che troppo facilmente viene nascosto, quello dei «bambini con la valigia», è stato denunciato ieri dall’associazione degli avvocati matrimonialisti italiani. I numeri relativi al 2009 parlano di 160mila nuovi separati, 100mila nuovi divorziati e 20mila convivenze more uxorio , cioé sotto lo stesso tetto, che sono terminate causa rottura. Complessivamente, sono stati 100.252 i figli coinvolti nelle separazioni (dei quali 66.406 minorenni) mentre 49.087 sono stati i figli coinvolti nei divorzi (in questo caso i minori sono stati 25.495). «Eppure il conflitto tra mamme e papà, anche in casi come questi, dovrebbe essere l’eccezione e non la regola – osserva il presidente dell’associazione, l’avvocato Gian Ettore Gassani –. Anche se divisi, i due genitori dovrebbero continuare a seguire il percorso educativo dei figli nati dalla propria unione. Invece non è così, anzi, va sempre peggio». I figli sono tutti uguali, si tratti di bimbi nati dentro il matrimonio oppure no. Identiche dovrebbero essere le possibilità di diventare grandi in contesti il più possibile sereni, senza scontare eventuali errori e responsabilità del mondo degli adulti. « Siamo testimoni di situazioni di sempre maggior disagio per chi è vittima di traumi del genere – argomenta Gassani –. E non esistono differenze tra i figli di chi convive e di chi è sposato. Anzi, chi non ha vincoli giuridici da rispettare tende a muoversi, nei confronti dei figli, con ancora maggiore disinvoltura». Le conseguenze psicologiche e sociali sono le più disparate: si va dai bambini in cura presso gli psicologi a quelli che finiscono per commettere azioni di bullismo. «Ma è il retroterra a essere ancora più preoccupante: ormai ci si può separare direttamente online, scaricando un modulo prestampato. Ci si divide in modo clandestino, o quasi, e a pagarne il prezzo sono bambini in molti casi ignari di tutto». L’istituzione dell’affidamento condiviso, sebbene sia formalmente applicato, su questo punto mostra evidenti lacune, poiché anche dopo separazioni e divorzi il 70% dei genitori continua a delegittimarsi reciprocamente incurante della presenza dei figli. «Urgono normative che impongano ai genitori comportamenti responsabili che siano finalizzati alla piena tutela degli equilibri dei figli» osserva l’associazione degli avvocati matrimonialisti, che arriva a prevedere «sanzioni effettive in ambito penale per chi ostacola il diritto di visita dell’altro genitore o arriva addirittura a plagiare il minore». Dal punto di vista delle tutele, l’Italia resta il fanalino di coda in Europa ed ora è necessario, conclude Gassani, « una prova di responsabilità sia da parte di chi deve fare le leggi sia da parte di chi è chiamato a farle rispettare». - Diego Motta -

 

 
 
 

ALLARME ALCOLISMO IN ITALIA: OLTRE 500MILA I MINORI A RISCHIO

Post n°3284 pubblicato il 18 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Un italiano su 10 esagera nel consumo di alcol e sono oltre 9 milioni i bevitori "a rischio". E’ quanto emerge dal recente rapporto sul consumo di alcol in Italia condotto dal ministero della Salute. L’allarme riguarda soprattutto i minori: sono oltre mezzo milione i ragazzi, tra gli 11 e i 15 anni, che consumano abitualmente bevande alcoliche.

Sui dati più significativi di questa indagine ascoltiamo al microfono di Emanuela Campanile il dott. Ugo Ceròn, psicologo della Comunità Papa Giovanni XXIII nel settore delle tossicodipendenze:

R. – Io terrei presente soprattutto questo dato che emerge anche dal rapporto e che ci differenzia rispetto agli altri Paesi europei: in Italia l’età di prima assunzione è piuttosto precoce, intorno ai 12 anni, diversa rispetto alla media europea che è di 14 anni. Credo che dobbiamo considerare dove vivono questi ragazzi intorno ai 12 anni: vivono prettamente aggrappati al loro tempo e a quello delle loro famiglie e in alcuni ambienti di svago con i propri compagni. Le famiglie hanno un ruolo importante nel cercare di trasmettere un’educazione consapevole nei confronti delle bevande alcoliche. Il consumo di alcolici all’interno della popolazione adulta è spesso all’interno di un territorio a rischio. Quindi è ovvio che le ragazze che crescono in ambienti con adulti con questo tipo di comportamenti, possano assumere questo tipo di comportamento. D’altra parte, a 12 anni è facile che questo tipo di atteggiamento sia molto più legato all’esigenza di creare una coesione sociale, un sentirsi parte di un gruppo attraverso una sostanza che è la sostanza d’ingresso al mondo dello sballo, dell’alterazione, proprio perché gode di questa maggior tolleranza e maggior accettazione a livello sociale.

Nel rapporto a finire sotto accusa sono soprattutto le nuove mode del bere, importate dall’estero e seguite e da molti giovani. Ma cosa chiedono i genitori, sempre più preoccupati da questa emergenza? Emanuela Campanile a Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Movimento Italiano Genitori (Moige):

R. – Nell’ottica della prevenzione è necessario che vengano riconosciute delle risorse finanziarie per sviluppare dei programmi di informazione e di sensibilizzazione nelle scuole rivolte ai giovanissimi, perché non esiste prevenzione laddove non esiste un investimento che aiuti i ragazzi a comprendere quelli che sono gli stili di vita corretti, anche in ottica di consumo alcolico. Noi, già da tempo, chiediamo l’innalzamento del divieto di vendita degli alcolici dai 16 anni – qual è l’attuale normativa italiana – ai 18 anni. In attesa che avvenga questo a livello legislativo, è però necessario che venga rispettato il divieto della vendita di alcolici ai minori di 16 anni. Purtroppo quello che accade è che nei luoghi di intrattenimento dei nostri figli - penso ad esempio alla baby discoteche, che fanno tanto discutere - vengono venduti alcolici. Noi vogliamo che i nostri ragazzi siano tutelati dal punto di vista dei luoghi di intrattenimento e quindi possano andarci tranquillamente senza, però, che venga loro offerto alcool o altro.

D. - Oltre alle responsabilità delle istituzioni, anche i genitori devono fare la loro parte in famiglia?

R. – Il dovere dei genitori, anche qui, è quello di mantenere fermo il punto, perché è chiaro che alcuni modelli si apprendono in famiglia. E’ importante, ad esempio, che i genitori sappiano che fino ai 16 anni, il fegato dei nostri figli non ha gli enzimi per detossificare l’alcool. Quindi non cadiamo nel tranello di dire: "Va bene un goccino di vino a tavola con i genitori…". E questo perché ci sono alcune regole, imposte dalla natura, alle quali non si sfugge. E’ importante, quindi, dare il buon esempio in famiglia, essere chiari nei divieti. Bisogna essere fermi da questo punto di vista e far loro comprendere che è legato proprio ad una maturazione dell’organismo, per cui consideriamo che quello che beve un ragazzino di 12 anni è dieci volte più pericoloso che se lo bevesse quando ha il sistema completamente maturo e in grado di detossificare l’alcool. E’ importante che chiaramente anche il genitore faccia la propria parte. - Radio Vaticana - Isegnideitempi -

 
 
 

IL RACCONTO DEL MIRACOLO CHE HA PERMESSO LA BEATIFICAZIONE DI CHIARA LUCE

Post n°3283 pubblicato il 18 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non c'è stato neppure il minimo dubbio da parte dei medici nell'ammettere, sia pure con la prudenza del caso, un intervento "soprannaturale" nella guarigione di un ragazzino di Trieste. Ecco il momento chiave che ha permesso di avviare con decisione il processo di beatificazione di Chiara "Luce" Badano, la ragazza di Sassello che era stata portata via a soli 19 anni da un osteosarcoma, ma che aveva affrontato la malattia con una forza di volontà eccezionale e un'assoluta fede, tanto da stupire anche chi la conosceva bene e da accendere una venerazione che si è estesa oltre i confini della Liguria. Venerdì il vescovo di Acqui Terme (sotto la cui giurisdizione ricade la parrocchia di Sassello), Pier Giorgio Micchiardi, aveva annunciato ufficialmente che il prossimo 25 settembre Chiara Badano, già dichiarata Serva di Dio e venerabile, sarà beatificata. Ora emergono i particolari, gli elementi fondamentali della vicenda che ha convinto le commissioni, incaricate di valutare il caso di Chiara, a concedere il benestare per far procedere la causa di beatificazione. Il nodo ruota intorno al "miracolo" attribuito a Chiara nella guarigione di un sedicenne di Trieste, la cui identità è nota solo a chi si è occupato direttamente del caso. A confermare alcuni aspetti è la stessa Postulatrice della causa di canonizzazione, Mariagrazia Magrini: «La storia non era mai stata riportata per rispetto della famiglia - spiega - ma ora che il ragazzo è diventato un uomo, alcuni particolari cominciano ad emergere, pur con certi limiti. Il ragazzino era stato improvvisamente colpito da una meningite nel 2001 e ricoverato d'urgenza nell'ospedale infantile di Trieste. I disperati tentativi di salvarlo erano falliti, rendendo vano anche il trasferimento in un altro centro. Fu la mamma del ragazzo a non demordere, parlando con il fratello, aderente al movimento dei Focolarini». Con la scienza alla resa, l'unica via di speranza restava confinata nella fede. «Lo zio del giovane propose di chiedere l'intercessione di Chiara Badano, della quale conosceva la storia, per arrivare ad una grazia divina. Dopo una notte trascorsa in preghiera, il giorno successivo il ragazzo iniziò a migliorare. Va sottolineato un aspetto importante: le cause della guarigione non devono essere ricollegabili alle terapie perché si possa iniziare a parlare di un miracolo». È il problema che si è verificato poco tempo fa nel caso di papa Giovanni Paolo II, la cui beatificazione ha incontrato degli ostacoli proprio perché non si è sicuri dell'influenza dei farmaci nel miracolo a lui attribuito. «La causa viene esaminata dalle commissioni formate da medici, teologi e vescovi. Perché il processo vada avanti è necessario prima di tutto che i medici ammettano che la guarigione non è dipendente in alcun modo dall'intervento della scienza. È sempre difficile che nemmeno un medico abbia il minimo dubbio. Nel caso del ragazzo di Trieste, invece, tutti i medici ammisero che le terapie non avevano funzionato, erano unanimemente concordi sull'impossibilità della guarigione: avevano di fronte un caso gravissimo, con cinque organi vitali già compromessi. E quindi l'unica possibilità per giustificare la ripresa era l'intervento soprannaturale. Poi tocca ai teologi esaminare ciò che è accaduto e la fase della preghiera. Infine i vescovi effettuano un'analisi finale di tutta la documentazione». Il ragazzino non conosceva Chiara. «Neppure la famiglia la conosceva. La proposta partì dallo zio, che faceva parte del movimento e aveva seguito la vicenda di Chiara. Il ragazzo non ricorda nulla dell'accaduto». - Giovanni Vaccaro - ilsecoloxix -

 
 
 

MIRACOLI A MEDJUGORJE? PRONTA AD INDAGARE UNA TASK FORCE DEL PAPA

Post n°3282 pubblicato il 18 Marzo 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il Vaticano indaga sulle apparizioni mariane di Medjugorje e il Papa ha deciso di affidare al cardinale Camillo Ruini, già Vicario di Roma e presidente della Cei, la guida di una commissione internazionale d’inchiesta. La notizia è stata confermata ufficialmente ieri dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. La commissione è composta «da una ventina di membri» e al termine dei suoi lavori riferirà i risultati del proprio studio alla Congregazione per la dottrina della fede. Lombardi ha chiarito che «non è la commissione stessa che prende delle decisioni, delle pronunce definitive, ma essa offre il risultato del suo studio, un suo voto – come si dice in termine tecnico – alla Congregazione che poi adotterà le decisioni del caso». C’era stata all’inizio delle apparizioni una commissione diocesana, la quale aveva poi passato la mano alla Conferenza episcopale della Jugoslavia, che però non era riuscita a pronunciarsi sulla soprannaturalità o meno dei fenomeni. Per questo «i vescovi di Bosnia ed Erzegovina hanno chiesto alla Congregazione per la dottrina della fede, a Roma, di prendere in mano la situazione». Il portavoce vaticano non ha detto nulla sulla composizione del gruppo guidato da Ruini. Secondo quanto apprende Il Giornale, tra i membri della commissione vi sono i cardinali Vinko Pulijc, arcivescovo di Sarajevo; Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria; Julián Herranz, già presidente del Pontificio consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi. È stato chiamato a farne parte anche Tony Anatrella, gesuita e psicologo francese, insieme con altri esperti di mariologia. Tra i membri vi sono pure dei laici. Ma la notizia più significativa è l’assenza, nell’elenco delle circa venti persone scelte guidate dal cardinale Ruini, dell’attuale vescovo di Mostar, Ratko Peric, fermamente contrario al riconoscere l’autenticità delle apparizioni e convinto che nulla di soprannaturale accada nel paesino dell’Erzegovina. Non è possibile fare previsioni sui tempi necessari per raggiungere un verdetto, ma l’intenzione di Ruini è quella di non perdere tempo e di arrivare a una prima sintesi alla fine del 2010. L’ex Vicario di Roma non ha posizioni pregiudiziali sul caso Medjugorje: il suo segretario – oggi vescovo – Mauro Parmeggiani, vi si era recato con alcuni pellegrini, e lo stesso cardinale ha vicino a sé persone emotivamente coinvolte nel fenomeno. Il punto di partenza imprescindibile è però quello della contrarietà espressa da entrambi i vescovi che si sono succeduti alla guida della diocesi di Mostar dall’inizio delle apparizioni, al contrario di quanto accadde ad esempio a Lourdes, dove fu proprio il vescovo diocesano a riconoscere l’autenticità delle visioni di santa Bernadette Soubirous. Il vescovo di Mostar all’epoca delle apparizioni, Pavao Zanic, era arrivato a definire Medjugorje «la più grande truffa nella storia della Chiesa». Ma nell’aprile 1991, la Conferenza episcopale jugoslava era stata molto più cauta e aveva utilizzato nella sua dichiarazione la classica espressione prudenziale, non essendo in grado né di approvare né di bocciare, segno che se non vi erano elementi sufficienti per dire «sì», non vi erano nemmeno prove che si trattasse di una truffa come sostenuto invece dal vescovo: «Sulla base delle ricerche sin qui compiute, non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali». Secondo diverse testimonianze, invece, Papa Wojtyla sarebbe stato personalmente convinto dell'autenticità. Le presunte apparizioni, iniziate il 24 giugno 1981, continuano ancora, seppure limitatamente, per alcuni dei veggenti che assicurano di incontrare la Madonna a un’ora determinata del giorno, dovunque si trovino. Maria si definisce «Regina della Pace», ha iniziato ad apparire in una parrocchia, gestita dai frati francescani, e il paese di Medjugorje, che è piuttosto arduo raggiungere ancora oggi, ha attirato milioni di persone, nonostante le pubbliche sconfessioni dell’attuale vescovo Peric. Nel 1998, l’allora Segretario della Congregazione per la dottrina della fede, Tarcisio Bertone, chiarì che i pellegrinaggi erano permessi, «a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa». Tante persone testimoniano di aver riscoperto la fede e di essere tornate cambiate da Medjugorje. - Andrea Tornielli -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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