Creato da RomanaASR il 23/06/2008

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benvenuti nel giardino dei fiori del male...

 

 

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ASPETTANDO IL SOLE

Post n°12 pubblicato il 15 Luglio 2008 da RomanaASR




La tele resta spenta e non la guardo più
ho un nodo in gola che è difficile mandare giù,
fumo un po', sposto via la tenda,
cielo grigio piombo io non lascio che mi prenda,
la nostalgia che sale lentamente come mai io penso a te
mi chiedo adesso dove sei cosa fai, chissà se tu avrai mai pensato a me,
al nostro fuoco che bruciava e mo' è cenere.
Ma tutto passa piano e pure se fa strano io sorrido perché so che oggi non ti chiamerò,
quel che viene venga e mi sta bene
quel che è stato è già passato e mo' il passato se lo tiene,
e piove già da un tot,
la pioggia bagna la mia pelle ma mi asciugherò
perché so che il tempo è ciclico
e so che un po' di tempo è quello che ci vuole
mentre un guaglione sta scacciando il male sta aspettando il sole.

Rit:
Oggi non c'è sole intorno a me
salvami, risplendi e scaldaci,
voglio il sole, cerco nuova luce nella confusione di un guaglione.

E oggi è come ieri ma forse è un'impressione frutto della mente di un guaglione
sarà che non c'è il sole sarà che tutto sembra resti uguale
sarà quel che sarà sono preso male
ma nessuno chiama e non so chi chiamare
cerco di schiodarmi e penso solo a quello che ho da fare
uh Gesù Gesù, sono io la vittima dei demoni che tornano e che vengono a tirarmi giù
i miei cattivi pensieri che mi aspettano braccano,
parlano e parlano
dove sono i raggi che scaldavano un guaglione
dove sono gli altri della mia ballotta mo' che sono nel ciclone
in dopa trovo la mia cura
in dopa mischio le radici e la cultura,
l'energia pura la musica mi detta le parole
caccio queste rime e so che prima o poi ritorna il sole.

Rit.

Vada come vada e va da sé conto solo su di me
e già so che già sai che
Un chico fa quel che s'ha da fare quando amore non c'è
dev... dev... devo imbustare perché in tasca manca money
sempre più difficile restare calmo in questa situazione
sclero, non ne voglio più
parto da zero so che in qualche modo devo andare su
ma... non c'è più luce, solo buio che fa male
non c'è più pace solo rabbia che ogni giorno sale
so bene dove sono e adesso voglio stare qui,
sentire il beat se sei all'ascolto vieni a prendermi
rapiscimi, musica colpisci al cuore
boom cha boom cha però non c'è dolore
distendi le tue mani guaritrici su un guaglione
mentre sta aspettando il sole...

Rit.

 
 
 
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POESIE

Un sorriso

Un sorriso non costa niente e produce molto
arrichisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso dà riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perchè è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso, dategli il vostro,
perchè nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.

Anonimo

 

POESIE

Er Salice Piangente
 
- Che fatica sprecata ch'è la tua!
- diceva er Fiume a un Salice Piangente
che se piagneva l'animaccia sua -
Perchè te struggi a ricordà un passato
se tutto quer che fu nun è più gnente?
Perfino li rimpianti più sinceri
finisce che te sciupeno er cervello
per quello che desideri e che speri.
Più ch'a le cose che so' state ieri
pensa a domani e cerca che sia bello!
 
Er Salice fiottò: - Pe' parte mia
nun ciò né desideri né speranze:
io so' l'ombrello de le rimambranze
sotto una pioggia de malinconia:
e, rassegnato, aspetto un'alluvione
che in un tramonto me se porti via
co' tutti li ricordi a pennolone.

Trilussa

 
 

POESIE

Spleen

Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso  
sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida,
dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala, come
un pipistrello che la testa picchia
su fradici soffitti; e quando imita
la pioggia, nel mostrare le sue striscie
infinite,
le sbarre di una vasta
prigione, e quando un popolo silente
di infami ragni
tende le sue reti
in fondo ai cervelli nostri, a un tratto
furiosamente scattano campane,
lanciando verso il cielo
un urlo atroce
come spiriti erranti, senza patria,
che si mettano a gemere ostinati.
E lunghi funerali lentamente
senza tamburi sfilano né musica
dentro l'anima:
vinta, la Speranza
piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio
pianta, despota, il suo vessillo nero.

               Charles Baudelaire

 
 

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