Creato da Rosa_in_inverno il 21/03/2009

Rosa in inverno

Per essere donna sempre. Di Ornella Pigati

 

 

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La ricerca sulle cellule staminali in Italia e i paradossi legati all'ignoranza

Post n°14 pubblicato il 27 Maggio 2009 da Rosa_in_inverno

Le cellule staminali embrionali sono cellule ancora indistinte definite totipotenti, cioè capaci di evolvere e differenziarsi in qualsiasi tessuto del corpo.

Il biologo James Thomson le isolò per la prima volta nel 1988.

Allora, come oggi, sono prelevate dalle blastocisti (embrioni ai primi stadi di sviluppo), già destinate alla distruzione, in quanto avanzate dalle pratiche di fecondazione assistita.

Il 9 marzo 2009 Barack Obama ha riammesso agli ingenti finanziamenti pubblici la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane. L'evento ha riacceso feroci polemiche anche in Italia, dove le embrionali sono escluse dai fondi pubblici a causa del veto imposto dall'ormai nota "legge 40". Intanto, i nostri scienziati ci lavorano ugualmente e ad altissimo livello (alla faccia degli oscurantisti oppositori), facendosi spedire dall'estero "linee" cellulari embrionali!

La legge 40, infatti, non lo vieta: essa impedisce soltanto l'estrazione di cellule blastomero di un embrione di cinque giorni. Rimangono così inutilizzati migliaia di embrioni che non verranno MAI impiantai in un utero, in quanto residui sovrannumerari delle fecondazioni in vitro, destinati a giacere abbandonati nei congelatori d'Italia.

Nessun individuo nascerà da questi embrioni, ma l'individuo che da essi sarebbe potuto nascere, troverebbe sicuramente una dignità maggiore contribuendo a curare le malattie mortali o invalidanti di qualcuno che già vive.

Gli scienziati lavorano anche sulle cellule staminali adulte o somatiche (prelevate dall'organismo adulto, dal cordone ombelicale o dai feti abortiti), le quali sono cellule multipotenti, cioè capaci di specializzarsi, a differenza delle embrionali, soltanto in un tessuto specifico. Esse possono essere trapiantate e sono in grado di ricostruire in modo sicuro il tessuto difettoso o danneggiato che le riceve. Inoltre, se si tratta di staminali adulte autologhe, cioè prelevate dal paziente stesso, evitano totalmente il problema del rigetto.

Una novità rivoluzionaria è rappresentata dalla possibilità di trasformare "una normale cellula" (ad esempio della pelle) in una cellula staminale embrionale, attraverso un processo di "riprogrammazione" che fa regredire la cellula stessa nel tempo, fino allo stadio embrionale.

Le cellule staminali riprogrammate hanno indotto alcuni a ritenere inutili le staminali embrionali "autentiche", in quanto con esse si ottiene la medesima pluripotenza delle embrionali, senza passare dalla blastocisti. Tuttavia, gli scopritori ricordano che non si sarebbe mai riusciti a riprogrammare le cellule adulte senza i dieci anni di studio delle embrionali e in più domandano: "che senso ha celebrare le staminali riprogrammate "surrogate", che emulano le potenzialità delle embrionali "autentiche", se lo studio di quest'ultime fosse davvero inutile?

Insomma, amici e amiche cari, non importa che ora voi siate sani o malati (poichè malati lo diventerete in quanto soggetti all'invecchiamento che, scientificamente, è una malattia come tutte le altre); quello che dovete sapere è che con le cellule staminali è possibile ricreare qualunque tessuto (e qualche organo, prima o poi, vi servirà), ma agli scienziati italiani vengono negati i fondi per la ricerca.

http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=6342

 
 
 
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IL PROGETTO E LA FONDAZIONE.

Il mio intento ora è di formare una squadra composta dall'equipe del dr. Jonathan Tilly e da quella del prof. Massimo De Felici e creare una fondazione che promuova e sostenga il progetto di ricerca sulle cellule staminali ovariche, al fine di rigenerare l'ovaio. Il progetto è rivolto specificamente alle donne in P.O.F. ma potenzialmente estendibile anche a tutte le altre. 

7/11/2011

La squadra è stata formata, ma sia il prof. Massimo De Felici che il dr. Jonathan Tilly faticano sempre più a reperire fondi per il progetto di ricerca e sperimentazione sulle staminali ovariche. Il freno viene tirato dalle case farmaceutiche,  che non venderebbero più pilloline, cerotti gel e inalatori a base di estro-progestinici qualora l'ovaio potesse essere rigenerato con un semplice intervento in laparoscopia.

Questo è il mondo in cui viviamo. Questo è Il Vero Potere, che per mantenersi al potere non esita a sacrificare la salute e il benessere degli esseri umani.

Rifletteteci e ricordatelo.

8/02/2013

 

 

 

PERCHÈ QUESTO BLOG?

Ho creato questo blog per parlare al mondo di una patologia tanto invalidante quanto sconosciuta: la P.O.F. o menopausa precoce.

Le donne che ne soffrono sono moltissime, ma difficilmente ne parlano, se non tra loro, perchè si sentono menomate nella propria femminilità.

Questo silenzio rende la P.O.F. una malattia "orfana".

Io l'ho adottata, dopo che lei mi ha scelta, ed ho deciso di diventarne testimone.

Perseguo un programma civile e politico di cui i seguenti sono i punti salienti:

- far conoscere la P.O.F. o menopausa precoce al maggior numero di persone possibili;

- sensibilizzare lo Stato, le istituzioni pubbliche e private ed i media riguardo alla necessità:

1) di predisporre centri specializzati per accogliere ed assistere gratuitamente le donne con la P.O.F.;

2) di favorire, incoraggiare e sostenere la ricerca medico-scientifica, in particolare quella sulle cellule staminali, in Italia fortemente penalizzata dai veti imposti dalla legge 40 e dagli ingenti tagli finanziari. 

Invito tutti i visitatori di questo blog a copiarne il link sul loro profilo.

Grazie.

http://blog.libero.it/Rosaininverno/ 

 

 

 

 

 

IL MIO SIMBOLO

Ho scelto come simbolo una rosa rossa. Una rosa rossa che ha mantenuta intatta la propria bellezza, anche nel gelo dell'inverno.

La rosa è, per eccellenza, l'emblema della donna e del suo organo sessuale: la vagina.

Il rosso è il colore del sangue: anche di quello che si perde con il ciclo mestruale che, nella donna in menopausa precoce, scompare.

Il ciclo mestruale, dunque, è una perdita di sangue, ma è la somparsa di quel ciclo a diventare la vera perdita.

E' allora che una donna cerca nuove risorse da esprimere, nuove prospettive da cui guardare e guardarsi, nuove strade da percorrere.

Ma, qualunque sia il percorso che intraprende, ella rimane comunque una rosa rossa. Una Donna sempre.

 

 

 

 

Lettera aperta all'onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni

Cara Maria Antonietta, sono una delle tante giovani donne che, ancora ragazza, ha ricevuto una diagnosi di P.O.F. (Premature Ovarian Failure), ossia di menopausa precoce.

A trent'anni sono stata espropriata della mia identità di donna, della possibilità di procreare e della mia salute.

La P.O.F. è una grave malattia endocrina, che si accompagna sempre ad altre patologie sistemiche, genetiche o di natura autoimmunitaria, provocando un rapido ed inesorbile deterioramento degli organi, dunque un invecchiamento prematuro. Oggi io sono anagraficamente una quarantenne nel corpo di una sessantenne.

La Medicina non dispone di terapie in grado di ripristinare la funzionalità ovarica e in Italia non esistono centri preposti alla presa in carica delle giovani affette da P.O.F. Non solo: questa malattia a tutti gli effetti cronica, non prevede neppure l'esenzione sanitaria.

Superato il primo periodo di disperazione, ho cominciato a studiare Medicina ed ho scoperto le cellule staminali che, secondo alcuni esperimenti condotti da ricercatori statunitensi, potrebbero trovarsi anche nell'ovaio della donna e consentirne la rigenerazione. Un'altro gruppo di ricercatori suggerisce addirittura che la fonte della fertilità femminile si troverebbe nel midollo osseo, ove verrebbero prodotte  cellule staminali progenitrice della linea germinale, che rifornirebbero di ovociti l'ovaio stesso. Se anche una sola di queste teorie si rivelasse fondata,  sarebbe possibile eliminare la menopausa, sia precoce che fisiologica.

In Italia nessuno persegue queste ricerche ed io personalmente, insieme ad altre compagne di viaggio, vorrei farmi promotrice di un progetto specifico, politico e civile,  che garantisse alle "poffate" (come ironicamente tra noi ci chiamiamo) attenzione ed interesse da parte delle istituzioni .

Confidando in un Suo gentile riscontro, La saluto cordialmente, esprimendoLe tutta la mia stima per l'esemplare impegno profuso a tutela dei diritti dei malati e della libertà di ricerca scientifica.

5/02/2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

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