Creato da marcalia1 il 09/05/2008
Riti e miti della devozione popolare

 

I miei link preferiti

 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

corrado3020080patrizia17loredanabazzimagnifico.pinafauchonoamodio1940aura66croce_editorefbrevborisrasuragiraluugo.albanoarco20giovannadefaziovibrazioneforte
 

Ultimi commenti

Questo puņ suonarti strano, lo sai che puoi raggiungere i...
Inviato da: Philip Hudson
il 17/09/2021 alle 21:33
 
Questo puņ suonarti strano, lo sai che puoi raggiungere i...
Inviato da: Philip Hudson
il 17/09/2021 alle 21:32
 
commento non trovato
Inviato da: ospite
il 20/03/2020 alle 15:07
 
commento non trovato
Inviato da: ospite
il 18/03/2020 alle 15:38
 
commento non trovato
Inviato da: ospite
il 18/03/2020 alle 01:06
 
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Gli dèi della maternità:...Gesù è davvero morto sul... »

SULLE VISIONI MARIANE. Concetto di classe e fede religiosa.

Post n°21 pubblicato il 24 Giugno 2009 da marcalia1
 
Foto di marcalia1

          In generale la fede nel miracolo, dalle apparizioni divine alle Madonne piangenti ed alle statue che si muovono o parlano, si accentua e si esaspera nei periodi di profonda crisi economica e sociale, come ingenua risposta dei ceti disagiati ad un'esistenza più giusta. Qualcosa deve agitarsi nella testa del popolo timorato, qualcosa che lo spinge ad invocare inconsciamente il bisogno naturale di pace e di prosperità. È forse solo una coincidenza se nel 1524-27, quando le truppe di Carlo V invadevano l'Italia, portando con loro, oltre alle inevitabili devastazioni belliche, i germi della nuova concezione religiosa della riforma luterana, si sente parlare dei primi casi di immagini miracolose che aprono e chiudono gli occhi (a Brescia, a Pistoia e nella chiesa del Salvatore a Roma)? Sappiamo che dal giugno 1796 al gennaio 1797, nel momento in cui gli eserciti della Rivoluzione francese incominciano ad occupare gli Stati pontifici, si contano più di cento figure sacre che si animano, muovono gli occhi, piangono lacrime sorprendenti o trasudano umori soprannaturali.[1] L'operazione miracolistica non muta poi di tanto nelle visioni di Fatima del 1917, coincidenti col culmine tragico della I Guerra Mondiale. Alla vigilia delle elezioni politiche del 18 aprile 1948, centinaia di statue e immagini sacre furono viste muovere la testa, versare lacrimare e sanguinare, un po' per tutta Italia.[2] La presunta teofania della Madonna dal 1981 nella località di Kibeho, in Rwanda, non ha bisogno di alcun commento, giacché la nazione africana è da anni coinvolta in sanguinose guerre fratricide e l'invocata intercessione di Maria avviene dunque nel contesto di una situazione storico-politica ben precisa. Siamo di fronte dunque al mistero dell'irrazionale o si tratta piuttosto di un disagio tutto sociale focalizzato sulle paure umane?

          Gli storici sono irrazionali, la Storia invece non lo è. Già, la storia, con le sue tragedie personali e collettive. Persino il povero contadino azteco Cuatitletoatzen, conosciuto come Juan Diego, provò l'esperienza di un'apparizione della Madonna sulla cima del colle Tepeyac: ma siamo nel Messico post-invasione da parte delle truppe di Hernán Cortés (1521), quando la forzata conversione al cristianesimo degli indigeni è già diventata un processo culturale su larga scala. Detta in breve, la visione di Juan Diego sanciva un imperativo religioso determinato dal potere dominante, spingendo praticamente gli amerindi a piegarsi e a servire la volontà del nuovo culto portato dai conquistadores.[3] Oggi la Madonna Nera di Guadalupe rappresenta un sacro emblema della nazione messicana, anzi è la Patrona delle Americhe, amata da milioni di persone, ma essa non è che l'eredità di una precedente devozione verso Coatlique, o la madre degli dèi Tomatin, adorata un tempo in cima ad un colle dove, sopra un altare nero di pietra, si sacrificavano vittime umane. Tomatin è diventata Tonantzin, Nuestra Señora y Madre. [4]

          Il miracolo «visionario» ha coinvolto nel passato quasi sempre persone umili con un basso livello culturale ed intellettivo, in modo particolare pastori e adolescenti semianalfabeti del mondo contadino; ed anche laddove ai giorni nostri si manifesta un evento prodigioso attribuito alla divinità, sembra emergere soprattutto in certi soggetti la questione della fede vissuta con uno spiccato sentimento religioso, come una sorta d'investitura divina. L'intensa propensione all'abbraccio mistico col trascendente conduce al punto da suggestionare nel profondo certe personalità, probabilmente emotivamente fragili e suscettibili, le cui visioni in ogni caso identificano solo automatiche proiezioni psichiche sul piano della realtà di irrisolte inquietudini interiori,[5] spesso condivise e partecipate da ampi gruppi subalterni della società. Ma sorge anche un'altra considerazione più intima, e forse più banale. Se la divinità è davvero onnipotente, perché discrimina gli uomini affidando i suoi messaggi segreti solo a dei prescelti qualunque? E poi perché ogni rivelazione è quasi sempre ammantata dal mistero e dal segreto, appannaggio solo dell'oligarchia vaticana? Non sarebbe più efficace universalizzare l'annuncio fornendo un segno diretto e definitivo del miracolo di fronte a tutti gli individui che invocano il salvamento?[6]

       La Chiesa oppone la sua ragione sostenendo che, per oscuri disegni che non si possono sondare per via razionale, la Madonna sceglie personalmente a chi rivolgersi, ma questa drammatica giustificazione non trova consolazione nella tormentata ricerca spirituale di coloro i quali implorano con dolore la presenza divina, perché suppone l'idea sconfortante che anche nel regno celeste, così come in terra, non siamo tutti uguali e forse alcuni arrogano il presuntuoso diritto di esserlo più degli altri! Quando per esempio nel 1858 la quattordicenne Marie-Bernarde Soubirous, detta Bernadette, ebbe nella grotta di Massabielle a Lourdes le ripetute apparizioni di una «bella Signora» che indossava un velo con una fascia azzurra, da lei denominata Aquerò (ella nel dialetto locale), all'insistente domanda di chi fosse realmente soltanto alla sedicesima visione, proprio nel giorno della festa dell'Annunciazione, l'eterea figura rispose (sempre in dialetto): Que soy era Immaculada Counceptiou. Dobbiamo credere che durante i colloqui intercorsi la presunta Madonna di Bernadette si esprimesse davvero nel vernacolo di un paesino arroccato sui Pirenei, presentandosi buffamente come un evento genetico (concezione senza peccato) e non almeno, a rigor di logica, quale santo frutto di quell'evento, per giunta scadendo anche nelle analoghe improprietà grammaticali condivise dalla pastorella analfabeta la quale, si sappia, aveva tre anni prima sofferto di colera ed era ammalata cronica d'asma? D'altronde, messa sotto torchio, la stessa Bernadette ammise candidamente come le fattezze della donna che solo lei riusciva a vedere collimassero perfettamente con quelle rappresentate dalla statua della Vergine che si trovava nella chiesa di Nevers, e per una coincidenza rivelatrice le apparizioni miracolose di Lourdes emersero sulla scia della campagna condotta da Pio IX contro le «pestilenze» del razionalismo moderno,[7] solamente dopo la proclamazione, si badi, del dogma dell'Immacolata Concezione del 1854 da parte del medesimo papa.[8]

 

 


[1] Cfr. Vittorio Messori e Rino Cammilleri, Gli occhi di Maria, Rizzoli, Milano, 2003.

[2] Cfr. Ambrogio Donini, Breve storia delle religioni, Newton&compton, Roma,1992, pp. 45-46.

[3] Parrebbe superfluo ribadire qui il concetto fondamentale che "le idee dominanti di un'epoca sono state, in ogni momento, soltanto le idee della classe dominante". Karl Marx e Friedrich Engels, Manifesto del partito comunista, II.

[4] Cfr. Ean Begg, The Cult of the Black Virgin, Arkana - Penguin, London, 1996 p. 248.

[5] Agli studi di psicologia cognitiva sono ben noti i fenomeni delle visioni religiose. Queste vengono comprese nei termini della pareidolia e della apofenia, che sono sostanzialmente percezioni consce o inconsce in cui il soggetto tende a trovare forme reali in immagini casuali o disordinate e le interpreta in connessioni immotivate fra eventi del tutto slegati.

[6] È il tipo di cultura religiosa a determinare il miracolo visionario. Il "selvaggio" della boscaglia amazzonica non vedrebbe mai per esempio la Madonna o san Pio, ma trasfigurerebbe le sue paure e i suoi timori con immagini fantastiche attinenti alla sfera magica del suo mondo quotidiano. Del resto ad un cristiano non "apparirebbe" mai un "dio" al di fuori della plasmazione mentale costituita e sedimentata ormai nella propria devozione a Gesù, Maria ed ai santi.

[7] Syllabus complectens praecipuos nostrae aetatis errores, un'accozzaglia di ottanta proposizioni pubblicate in allegato all'enciclica Quanta cura nella ricorrenza della solennità dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre del 1864. Nel Sillabo si condannavano, tra gli altri, le vecchie eresie, l'ateismo, il comunismo.

[8] C'è di più. A livello archetipico, le visioni di Bernadette rappresentano l'espressione più pura della configurazione inconscia della Grande Madre: già solo la complessa simbologia della grotta, col suo richiamo al ventre materno, all'utero ctonio da cui sgorga la Vita, soglia naturale d'accesso verso un'altra dimensione di rinascita, è un'ipotesi di lavoro intellettuale che sovrasta le centinaia di sterili discussioni spese sulle presunte apparizioni di Lourdes.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963