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Il mistero dello Spirito Santo in relazione al battesimo di Gesù. Un'ipotesi dell'archetipo femminino.

Post n°33 pubblicato il 28 Luglio 2009 da marcalia1
 

             Si è voluto interpretare forzatamente lo Spirito Santo come un principio fecondatore del tutto maschile, benché di natura divina; ma tutto ciò non ha alcun senso.[1] Lo Spirito Santo, la terza persona della Trinità, è sostantivo di genere femminile, in quanto trova in ebraico il suo corrispettivo originario: ruach, soffio.[2] Infatti, nel Vangelo gnostico di Filippo (scritto in lingua copta), viene riportato (§ 17):

Taluni hanno detto che Maria ha concepito dallo Spirito Santo. Essi sono in errore. Essi non sanno quello che dicono. Quando mai una donna ha concepito da una donna?

          Negli Atti di Tommaso, così il discepolo invoca lo Spirito Santo: «Vieni, o comunione dei maschi... vieni... santa colomba che porta i gemelli, vieni madre nascosta...».[3] Il concetto venne persino ribadito durante la prima metà del Settecento, quando il pietista tedesco Nikolaus Ludwig von Zinzendorf attribuì connotati materni allo Spirito Santo, chiamandolo «Mamma Colomba». Ma finanche lo stesso Gesù parlando in prima persona si rivolge allo Spirito Santo visto come una donna, anzi nelle sembianze di una vera e propria madre:

Poco fa mia madre, lo Spirito Santo, mi prese per uno dei miei capelli e mi trasportò sul grande monte Tabor.[4]

          Il fatto che lo Spirito Santo sia originariamente di genere femminile (la ruach) può essere dunque la motivazione per cui, nei brani evangelici riguardanti il battesimo di Gesù nell'acqua del Giordano, esso venga rappresentato in forma di colomba, giacché la colomba era stata da sempre un uccello consacrato alle dee pagane dell'amore (aspetti della Grande Madre universale), legate alla sessualità sacra, tra le quali Iside e Astarte (si trattava fondamentalmente del totem lunare di Afrodite, in qualità di Sophia, la Sapienza). A tal proposito scrive Esther Harding, ex allieva di Jung:

Il chiarore della luna che splende nell'alto del cielo e porta luce e saggezza alla terra è spesso personificato e rappresentato da un uccello, solitamente la colomba. La Sophia, la Sapienza Santa degli Gnostici, è di fatto la luce della Madre Celeste assimilata alla Colomba Santa dello Spirito. Per gli Gnostici lo Spirito Santo è femminile, è anzi il femminile nella propria essenza, l'Eros. [...] Ma la Colomba Santa, che è ancora presente nelle chiese e la si venera secondo l'insegnamento cristiano come il Messaggero di Dio, Portatore di Saggezza, sin dal più remoto passato fu conosciuta come il messaggero e l'incarnazione della Magna Mater, Colei che Risplende per Tutti.[5]

          Effettivamente il simbolo di questo candido uccello non aveva paralleli o precedenti nella tradizione giudaica: di conseguenza, nei Vangeli, l'episodio del battesimo impartito da Giovanni[6] potrebbe alludere in realtà ad una consacrazione misterica in nome di un principio femminile pagano (con significato analogo al gesto iniziatico dell'unzione col nardo operato dalla Maddalena, incarnazione terrena della Sophia), piuttosto che ad un rito lustrale eseguito per lavare le colpe di un uomo il quale, secondo le Scritture, era proclamato «Figlio di Dio». Se davvero, come Tammuz, Gesù il Cristo aveva profeticamente rappresentato lo Sposo messianico della Figlia di Sion,[7] allora la sua compagna divina non poteva che essere stata Anath (Asherah, Mari, Miriam), la Vergine Sapienza di Sion che, in forma di colomba, scendeva simbolicamente sopra il consorte al momento del battesimo al fine di legittimare la consacrazione della vittima prescelta secondo il rito sacrificale (reale o mimato) della drammatica passione:

Anath spezzava lo scettro di giunco dello sposo, flagellandolo e pungolandolo affinché il suo sangue portasse frutto. La dea pronunciava l'anatema di morte Maranà tha (1 Corinzi 16,22) [che] è stato molto liberamente tradotto «vieni, o Signore». In realtà stava davvero ad indicare l'imminente morte dello Sposo, trattandosi del solenne anatema rivolto contro tutte le vittime destinate al sacrificio.[8]

Nel Nuovo testamento solo due persone hanno officiato dei riti importanti nella vita di Gesù: Giovanni, che lo battezzò all'inizio del suo ministero, e Maria di Betania, che lo unse alla fine. [...] Entrambe queste figure sono marginali nei Vangeli, ma dovevano avere una notevole autorità per svolgere compiti così significativi nella vita di Gesù.[9]

          Resta comunque il fatto che un essere divino non dovrebbe aver bisogno di essere mondato dal peccato: semmai risulta logico proprio il contrario; se infatti Gesù era «il Figlio di Dio», che senso avrebbe avuto sottostare a tale rito lustrale?[10] Pertanto, alla luce di quanto sostengono i Vangeli, l'ipotesi più verosimile sul battesimo di Gesù è che egli fosse allora uno dei discepoli del Battista, da cui successivamente si staccò per costituire un gruppo proprio.[11] La Chiesa, per giustificarsi a sua volta, interpreta il battesimo di Gesù come segno di umiltà del Salvatore nei confronti dei seguaci, ma è impossibilitata nel poter mettere a disposizione argomentazioni plausibili a sostegno di ciò. D'altra parte nel Vangelo di Giovanni c'è persino una vistosa contraddizione: nel passo 3,22 si trova scritto che Gesù impartiva il battesimo mentre più avanti, nel brano 4,1-2, viene affermato che sebbene Gesù battezzasse più di Giovanni Battista nello stesso capoverso si riferisce altresì che lui, il Cristo, non lo faceva personalmente. Si presume, per ovvie ragioni, che il battesimo venga impartito da un uomo carismatico il quale sia la guida spirituale riconosciuta di una comunità, e di certo risulta difficile accettare l'idea che, a differenza di quanto dà ad intendere la narrazione evangelica, i discepoli lo facessero l'uno nei confronti dell'altro. Per cui, se l'ultima affermazione contenuta nel Vangelo giovanneo risultasse vera, chi avrebbe battezzato gli apostoli ed il resto dei discepoli? Un uomo con più autorità di Gesù? Giovanni Battista?[12]

 

 


[1] Fece scalpore nel 1978 Giovanni Paolo I quando, parlando coram populo in piazza san Pietro, affermò che «Dio è papà, e più ancora madre». I teologi restarono interdetti da quella strana osservazione, perché il Papa non solo ammetteva una quarta persona di genere femminile accanto al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo, ma implicitamente  la riteneva addirittura superiore alla Trinità stessa.

[2] Nel Vecchio Testamento il sostantivo ruach si ripete per circa 400 volte, sempre con significato interscambiabile: alito, respiro, vento, soffio.

[3] Citazione in Marina Warner, Sola fra le donne, cit., p. 77. Sulla colomba come simbolo sessuale della fecondità si veda J.M. Robertson, Pagan Christs, cit., p. 223 e p. 92 (dove si sostiene che in area palestinese solo i samaritani sembra avessero concepito una prima forma di Spirito Santo nelle sembianze di colomba). Comunque il parere degli studiosi, circa il passaggio dal pronome femminile a quello maschile della terza persona della Trinità, è che esso può essersi verificato in occidente per ragioni linguistiche. Marina Warner, op. cit., p. 78, specifica: "Lo spirito di Dio, shekináh, era femminile in ebraico, neutro nel greco pneuma, femminile come sophia (saggezza), femminile in siriaco, ma in latino invece divenne definitivamente maschile: spiritus sanctus", che la psicologia del profondo definisce come "Maschile transpersonale dell'Uroboro patriarcale", ovvero ciò che Jung ha identificato come aspetto-Animus, quale figura spirituale maschile del Femminile. Cfr. Erich Neumann, La Grande Madre, Roma, Bollati Boringhieri, 1981, p. 292 e segg.

[4] Vangelo degli Ebrei, 6.

[5] (The light of the moon which shines from heaven above and brings enlightenment and wisdom to the earth is frequently personified and represented by a bird, usually a dove. The Sophia, the Holy Wisdom of the Gnostics, is, in fact, the light of the Heavenly Mother and is equated to the Holy Dove of the Spirit. For to the Gnostics the Holy Spirit is feminine, is indeed the feminine essence, the Eros. [...] But the Holy Dove, still to be found in Christian churches, and venerated in Christian teachings as the Messenger of God, Bringer of Wisdom, was known to ages long since past, as the messenger and incarnation of the Magna Mater, She Who Shines for All), Esther M. Harding, Woman's Mysteries, New York, Harper&Row, 1971, p. 52. La traduzione è mia.

[6] Il termine battesimo deriva dal verbo greco baptìzein, a sua volta legato ad una vecchia radice indoeuropea *BAF o *BATH, ed implica l'idea di immergere, di gettare in acqua, di lavare. La chiesa apostolica e primitiva conferiva il battesimo per immersione solo agli adulti, unitamente alla confermazione delle mani sul capo, dopo un periodo di catecumenato. Oggi la Chiesa cattolica si limita al rito detto dell'infusione, versando un poco di acqua sulla testa del neonato. Il battesimo poi viene confermato in genere nell'età adolescenziale dal sacramento della Confermazione: il momento centrale della celebrazione nel rito romano è quello della "crismazione" o "unzione" con l'olio benedetto tramite un segno sulla fronte del cresimando, mentre il vescovo simultaneamente recita la formula di circostanza "Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono". L'atto magico-simbolico del sacro segno cattolico sulla fronte, in realtà, riprende la definizione dell'iniziato di Mitra come "soldato" della fede in concomitanza del rituale battesimale; il dotto della Chiesa Tertulliano, in conformità di questo, infatti scrive (nel De praescriptione haereticorum): "Mythra signat in fronte milites suos". Il battesimo di Giovanni comunque non aveva precedenti nel mondo ebraico: somministrato una volta sola esso era un vero e proprio atto di iniziazione che cambiava la vita ed era preceduto dalla confessione e dal pentimento per i peccati commessi. Quest'idea del battesimo come rigenerazione spirituale, che monda l'uomo dal peccato e lo fa rinascere a nuova vita, è entrata nella storia religiosa attraverso i "culti di mistero", molti secoli prima delle origini del cristianesimo: "Sotto forme diverse, dalla semplice abluzione all'immersione totale, dalla purificazione col fumo a quella ottenuta lasciando colare sul corpo dell'iniziato il sangue di un animale immolato, troviamo il battesimo nei culti orfici ed eleusini, nei misteri di Iside, di Adone e soprattutto di Attis e di Mitra: il lavacro con il sangue di un toro, o taurobolio, è stato portato dagli eserciti romani sino alle estreme frontiere dell'impero", Ambrogio Donini, Breve storia delle religioni, cit., p. 288.

[7] Zaccaria 9,9: "Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina". Cfr. Matteo 21,5; Giovanni 12,15.

[8] (Anath broke her bridegroom's reed scepter, scourged him and pierced him for fructifying blood. She pronounced his death course, Mara-natha [1 Corinthians 16.22] [...] has been very loosely translated "the Bridegroom cometh". It really meant the Bridegroom's imminent death; it was solemn curse pronounced over any sacrifical victim),  Barbara G. Walker, The Woman's Encyclopedia of Myths and Secrets, cit., p. 468 e p. 31. La traduzione è mia.

[9] Lynn Picknett e Clive Prince, La Rivelazione dei Templari, cit., p. 197.

[10] I libri sacri dei Mandei dell'Iraq sostengono come l'autorità di Giovanni fosse maggiore rispetto a quella di Gesù, il quale usurpò di fatto il ruolo sacramentale avuto dal primo. I Mandei (dall'aramaico manda, "gnostici", detti anche mandeani o "cristiani di san Giovanni") praticano tuttora il battesimo nelle acque dell'Eufrate, che da essi viene chiamato "il Giordano". I loro testi sacri (il Ginza, il Sidra d'Yahia e l'Hawan Gawaita) affermano sostanzialmente, come il Talmud, che Gesù era un falso profeta presentandolo al tempo stesso come un semplice discepolo di Giovanni. La teologia mandaica attende con ansia l'avvento di un personaggio d'eccezione, chiamato Anosh-Utra, il quale accuserà "Cristo il romano", figlio di una donna che non è "dalla luce", ed in trionfo lo smaschererà come mentitore. La setta dei Mandei, distribuita tra Iraq, Iran e diverse altre parti del mondo, oggigiorno può apparire come una mera curiosità antropologica; eppure, la sua presenza, implica una doverosa riconsiderazione del cristianesimo primitivo e del ruolo magico-rituale dei cosiddetti "battezzatori".

[11] Picknett e Prince, op. cit., p. 233. Gesù sarebbe stato dunque battezzato, in nome di un principio femminile divino, come semplice seguace del Battista e non come "Figlio di Dio". Di conseguenza la frase riportata dal Vangelo di Giovanni 1,27 uno che viene dopo di me (in greco: ho opiso mou erchomenos) andrebbe correttamente interpretata nel senso di uno che mi segue, a indicare così chiaramente che Gesù era un accolito dei seguaci di Giovanni Battista (benché non condivida il senso, ringrazio il Dott. Postai per l'acuta interpretazione filologica del suddetto passo). Del resto lo stesso Gesù iniziò il suo ministero solo dopo essere stato battezzato. In ogni caso, come riporta il Vangelo di Giovanni 1,35-37, i primi discepoli di Gesù provenivano da quelli del Battista. Non è possibile escludere l'ipotesi che lo stesso evangelista Giovanni possa essere stato uno dei suoi discepoli e per rispetto ne avrebbe preso il nome.

[12] La figura di Giovanni Battista sembra ricalcare quella del gigante Mímir. Secondo il mito nordico il dio Wotan ricevette l'iniziazione alla sapienza nella fonte magica Mímisbrunn attraverso Mìmir, che era parente della madre di Wotan (Giovanni e Gesù erano cugini per parte materna). Nel racconto della Saga degli Ynglingar è detto anche che a Mímir venne tagliata la testa dai Vani (anche il Battista, come raccontano i Vangeli, fu decapitato da Erode, su richiesta di Salomè). Per Mímir e Wotan, si veda Gianna Chiesa-Isnardi, I miti nordici, Milano, Longanesi, 1991, pp. 322-323.

 

 
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