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MATRIMONIO vs PATRIMONIO. Due modi opposti di concepire l'Esistenza.

Post n°36 pubblicato il 30 Luglio 2009 da marcalia1
 

          Noi sappiamo che il matriarcato doveva reggersi sullo ius naturale, nel senso che l'autorità sociale delle donne era basata di diritto sui principi morali ed educativi caratterizzati sempre e solo dalla Madre.[1] Le leggi matriarcali non erano gerarchiche, bensì all'apparenza democratiche, ed ogni forma di qualsivoglia privilegio veniva aborrita (ovviamente non dal punto di vista del maschio). Le norme specifiche che regolavano lo sposalizio riconoscevano comunque alla donna, e questo è un dato fondamentale, il diritto di scegliersi i propri mariti, l'uomo o gli uomini che l'avrebbero accompagnata nel corso dell'esistenza. Non erano dunque i maschi a preferire le donne con cui vivere, ma accadeva il contrario. Esistevano, inoltre, principalmente due tipi di matrimonio: quello esogamico e il cosiddetto beena. Nel primo caso l'uomo prescelto doveva sposare una donna appartenente ad un clan diverso dal suo; la regola del matrimonio beena invece stabiliva che il marito doveva abbandonare la casa in cui era nato per andare a vivere con il clan della moglie (egli veniva perciò accettato dalla nuova famiglia, governata per linea femminile). Il sostantivo husband, che in inglese sta per marito, spiega il secondo tipo di sistema matrimoniale. Questa parola vuol dire letteralmente «colui che è legato o vincolato (band) alla casa (hus)», cioè un servitore o un maggiordomo che sotto l'antico matriarcato sassone, quando i diritti di proprietà erano riconosciuti in linea femminile, curava i beni legali o meno della donna. Un husband non era considerato parte integrante del clan materno ma restava un «forestiero» all'interno della domus governata in senso matrilineare, e non è un caso allora se nell'antica Grecia il virile nume Zeus Xenio veniva riconosciuto come il «dio protettore degli stranieri e dell'ospitalità».[2]

          Non vi è dubbio, d'altro canto, che il matrimonio sacramentale ecclesiastico, di stampo fallocratico e patriarcale, paragonato alla promiscuità sessuale delle fasi più remote della società, abbia costituito un certo progresso di evoluzione spirituale; al tempo stesso, tuttavia, il matrimonio istituito della Chiesa androcratica di fatto ha da secoli condotto la donna sotto l'irrimediabile potestà del marito, relegando sempre di più il suo ruolo alla mera funzione riproduttiva, un ventre consacrato a generare, per diventare vera e propria serva (particolarmente nelle vecchie legislazioni) del maschio padrone e dei guasti sociali da lui provocati: la schiavitù femminile comincia infatti proprio fra la mura domestiche. Il Bachofen al contrario vide nel matrimonio matriarcale e nell'antica posizione sociale della donna il mezzo naturale per domare la natura ferina del maschio, per «educare» la sua indole predatoria e distruttiva. Spesso non attribuiamo giusto peso alle parole che esprimiamo quotidianamente, ma già nei termini matrimonio e patrimonio è possibile ravvisare una concezione ambivalente della vita, da cui emerge una profonda dicotomia sul modo di rapportare la nostra esistenza a quella degli altri. Il matrimonio si regge sopra l'idea spirituale della famiglia, governata da regole pacifiche ed egualitarie, fondata sull'amore, sull'altruismo e il reciproco sodalizio fra i membri. Anche etimologicamente il matri-monio si ricollega, tornando verso il centro focale famigliare, al nucleo essenziale che è rappresentato solo dalla Madre, da colei che è per la vita, anzi da colei che fisicamente ci dona la Vita in silenzio. Il matrimonium, come spiega il Bachofen, non è l'antitesi del matriarcato, bensì la necessaria accompagnatrice, ed anzi riposa proprio sull'idea di fondo di questo regime sociale: «si disse matrimonium, non patrimonium, e allo stesso modo si parlò solo di una materfamilias. Paterfamilias è senza dubbio un termine più tardo. Familia è un concetto puramente fisico e perciò, in primo luogo, valido solo per la madre».[3] Il matrimonio concentra quindi, anche storicamente, la sua funzione sociale solo in rapporto alla donna. Invece il patrimonio, che è il complesso dei rapporti giuridici basati sulla ricchezza economica, suppone al contrario uno slancio nella vita focalizzato all'avidità del possesso, alla proprietà personale dei beni. Il patrimonio, come indica la parola stessa, è l'eredità trasmessa dai padri, non già lascito spirituale, bensì retaggio accumulato di cose concrete e transitorie, cupa maschera dell'ancestrale istinto virile della predazione. In altre parole mentre il matrimonio costituisce lo statuto dell'Essere, il patrimonio sviscera affannosamente il rapace sentimento dell'Avere.


[1] Ulpiano, celebre giurista romano, così scriveva nel 228 d.C.: "La legge naturale è ciò che tutti gli animali hanno appreso dalla natura: non è particolare alla specie umana, ma è comune a tutti gli animali che sono nati sulla terra o nel mare, così come agli uccelli".

[2] Giuseppina Sechi Mestica, Dizionario universale di mitologia, Milano, Rusconi, 1990, sotto la voce corrispondente; cfr. anche Michael Grant e John Hazel, Dizionario della mitologia classica, Milano, SugarCo, 1986, s.v. Zeus. L'attributo di Ξένιος (lett. "ospitale") dato a Zeus è la chiara prova di una reminiscenza inconscia, proiettata nella sfera divina, di questa remota realtà storica in cui l'uomo non era considerato nulla più che un semplice ospite all'interno del "gineceo" matriarcale.

[3] Johann Jacob Bachofen, Il Matriarcato, a cura di Giampiero Moretti, Milano, Marinotti, 2003, p. 22. Questa edizione è solo un'antologia che include i punti rilevanti dell'indagine condotta dallo studioso. Per quanto mi risulta, la traduzione completa più recente in italiano de Il Matriarcato è stata pubblicata in più volumi a cura di G. Schiavoni presso l'Einaudi di Torino nel 1988.

 

 
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Commenti al Post:
TaciMaParlami
TaciMaParlami il 31/07/09 alle 01:45 via WEB
Interessante, molto. Coincidenza: ho toccato anche io quest'argomento oggi, ma da un'altra angolatura. Notte.
(Rispondi)
 
marcalia1
marcalia1 il 31/07/09 alle 11:29 via WEB
Ho visitato il tuo blog in cerca di "quest'altra angolatura" ma non sono riuscito a trovarla.
(Rispondi)
 
 
TaciMaParlami
TaciMaParlami il 31/07/09 alle 15:10 via WEB
:-) qualcuno scirsse una volta ...."l'essenziale è invisibile agli occhi"... c'è, fidati c'è....
(Rispondi)
 
 
 
marcalia1
marcalia1 il 31/07/09 alle 22:52 via WEB
Qualcun altro però ha anche sostenuto che la realtà è dentro ciascuno di noi, anziché nella visibilità fenomenica. Purtroppo io non condivido il solipsismo.
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
TaciMaParlami
TaciMaParlami il 01/08/09 alle 01:30 via WEB
Veramente neache io lo condivido.
Ma sei riuscito a leggere il testo? Volevo simpaticamente indirizzarti...se vai sopra il nero riesci a leggerlo
(Rispondi)
 
 
 
marcalia1
marcalia1 il 01/08/09 alle 10:05 via WEB
Non vi riesco. Dipende dalla mia "negative capability"? Scorgo solo un suffisso, ripetuto nel tuo blog: -mente. E poi, mi imbatto in quello sguardo sfrangiato dal resto, uno sguardo arcaico, uno sguardo profondo come il tempo nei secoli in cui ti vidi: inutile dirti che, guardandolo, è come un morso che fa male dentro. Parli per enigmi, nella laconicità oracolare della dea incarnata: non vuoi prendermi per mano lungo i sentieri del tuo corpo e del tuo spirito. Forse, come ripeti tu, sei solo uno stato della mente. Mente. Mente. Mente. Sostantivo reiterato fino al grado zero della parola. Ti prego, soccorrimi.
(Rispondi)
 
 
 
TaciMaParlami
TaciMaParlami il 02/08/09 alle 12:16 via WEB
Eccomi. Sono dietro di te. Mi percepisci? Delicatamente appoggio la mia mano sulla tua nuca...la lascio scivolare giù per la spalla, il braccio, polso...tua mano. Le mie dita sfiorano la tua pelle e si sovrappongono alla tue, che attendono ormai. Ti porto nel mio mondo. Tra i coriandoli della mia vita. Mi fermo sul nero del mio ultimo post, partendo dall'alto. Aumento la pressione premendo il tuo dito indice, teniamo premuto il mouse e scivoliamo giù, come per illuminare il nero. Ecco che comoe per magia....vedi apparire parole...solo parole. È stato bello accompagnarti...adesso però, non andare.
(Rispondi)
rilicenz
rilicenz il 01/08/09 alle 13:34 via WEB
Neanche io condivido Buona domenica Rita
(Rispondi)
 
marcalia1
marcalia1 il 01/08/09 alle 13:44 via WEB
Bene, allora finora siamo in tre a non condividere la soggettività olistica. Buona domenica anche a te Rita.
(Rispondi)
rilicenz
rilicenz il 04/08/09 alle 08:54 via WEB
buongiorno Marco, vedo che hai fatto amicizia con quelli del mio spazio. E bravo, sono gelosa ah ah. Scherzo ovviamente. Quando parti, sei già in ferie?? Io sono in ferie ma mio marito no, partiamo il 19 p.v. per Parigi, per il momento mi accontento di prendere un pò di sole nei dintorni. buona giornata Rita PS se hai tempo pubblica nuovi post che aspetto con ansia
(Rispondi)
 
marcalia1
marcalia1 il 04/08/09 alle 10:24 via WEB
Buongiorno Rita, sì qualche contatto del tuo spazio è diventato anche mio amico. Le mie ferie? Beh, io faccio toccate e fughe qua e là, anche durante la settimana. Ora cerco di pubblicare qualcosa ed idealmente te la dedico. Ti abbraccio,M
(Rispondi)
 
 
artistictrend
artistictrend il 04/08/09 alle 10:47 via WEB
toc toc...buon giorno dolce angelo...spero che in mezzo a queste belle e ammalianti ammiratrici ci sia posto anche per me...non ti toccherò la nuca ne scivolerò la mia mano sul tuo braccio...ma tu sai quanto reale e vibrante sia il contatto del cuore che che due anime hanno unito nei secoli....
(Rispondi)
 
 
 
conoscimiecapirai
conoscimiecapirai il 04/08/09 alle 10:54 via WEB
mi sei proprio simpatica veramente sei mitica! si taci ma parlami tocca un po' troppo mo' la pesto alla genovese! ahahahahah
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
marcalia1
marcalia1 il 04/08/09 alle 10:56 via WEB
Per favore, non usate il mio blog per scambiarvi messaggi privati. Scrivete attenendovi al contesto del post. Marco.
(Rispondi)
 
 
 
artistictrend
artistictrend il 04/08/09 alle 11:14 via WEB
scusa marco ma quandu ce vo ce vo....e poi tie sai...ma permettimi di ringraziare "conoscimi e capirai" la solidità femminile vedo che esiste ancora...ora ritorneremo al contesto originale del blog..baci
(Rispondi)
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