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Riti e miti della devozione popolare

 

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Ch c pozze fa. Una poesia in vernacolo napoletano di Rita Licenziato

Post n°35 pubblicato il 29 Luglio 2009 da marcalia1

Esco una volta ancora dal binario antropologico-religioso per pubblicare stavolta una bella poesia di Rita, napoletana d.o.c. In fondo la dialettalità evoca un mondo arcaico in disgregazione, se non addirittura macerato dall'impeto massificante della modernità. Richiama altresì la dimensione del mito, quale espressione autoriflessiva della propria cultura, della Weltbild di un popolo. La poesia dialettale, quando non si rifugia smaccatamente nel registro privato della quotidianità, fa paura: perché è denuncia, ribellione, non-accettazione dell'ordine stabilito come prevaricazione esistenziale. In altre parole, la poesia dialettale è il grado zero di una straordinaria dignità.

 

 

Ch c pozz fa

So sugnatric

Vurria ca tutt quant fssm

Flic

Comm a viver

Rint a nu paravis

Aro nun ce stess

A famm, l'odio

A ro e  ccreatur

Putesser correr

Cu na facc aller

E giuca ca pall

Senz a paur

E firni sott'a

Na machina

Ma già o sacc

Chest nun se po ave'

E allor

M'accuntent e scrivr

Sti parol

Ca me fann vere

O munn nu poc cchiu rosa

 

 

 
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