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Il totemismo solare e la fecondazione prodigiosa di Perseo. Analisi di una credenza multiculturale.

Post n°54 pubblicato il 11 Novembre 2009 da marcalia1
 

Con la nozione di totemismo siamo già entrati in un'avanzata fase evolutiva della coscienza religiosa.[1] Di fatto, il totem era il parente mistico del gruppo, il capostipite immaginato, sentito biologicamente affine al sangue del clan da cui questo traeva nutrimento.[2] Nel paleolitico antico il momento della morte, come quello della nascita, rappresentava ancora un mistero oscuro, inviolato. Quando un membro del clan decedeva, un'eventuale nascita di poco successiva dové far pensare, attraverso una graduale speculazione, che quel morto fosse ritornato nel mondo dei vivi per il tramite di una nuova creatura. Ma poiché si ignorava il rapporto sessuale come causa di fecondazione, probabilmente la psicologia primitiva, lungo una complicata elaborazione della realtà basata sui sogni e sulle visioni ipnagogiche, fece in modo di ritenere che i defunti in attesa di entrare in qualche modo nel grembo delle femmine per rinascere, dimorassero per un certo tempo nelle pietre, nelle bacche o nell'acqua, nelle mosche o negli alberi e in tutti quei fenomeni ambientali che venivano sentiti appunto come totem, come mitici consanguinei.[3] Solo così aveva senso la completa identificazione dell'antenato progenitore con il totem che aveva reso la donna incinta, attraverso la deglutizione o il contatto di lei con lo specifico totem verso il quale sentiva una partecipazione mistica, pronta finalmente a svelare di fronte a tutto il gruppo il sacro mistero che le abitava dentro. Accettando dapprincipio le teorie espresse da James Frazer in Totemismo ed esogamia (1910), da quelle basi Freud poi svilupperà per proprio conto l'origine del sistema totemico facendolo sorgere infine dalle condizioni del complesso di Edipo; «ma se facendo un passo più indietro», egli scrive nel suo celebre saggio antropologico datato 1913, «si ammette che in origine la donna credesse che l'animale, la pianta, la pietra, l'oggetto, che occupavano la sua fantasia nel momento in cui per la prima volta si è sentita madre, fosse veramente penetrato in lei per poi nascere in forma umana, allora l'identità di un uomo con il suo totem trova realmente giustificazione nella credenza della madre [...] L'origine ultima del totemismo sarebbe dunque nell'ignoranza relativa al modo in cui uomini ed animali procreano e perpetuano la loro specie, e soprattutto nell'ignoranza della parte che il maschio svolge nella fecondazione. Il totemismo sarebbe così una creazione dello spirito femminile, non di quello maschile. Esso trarrebbe origine dalle "voglie" [Frazer: sick fancies, fantasie malate, n.d.r.] della donna incinta».[4]

          L'ancestrale convinzione che le vergini potessero essere ingravidate dal sole non è rara recuperarla nei miti e nelle leggende, come del resto in alcune bizzarre consuetudini etniche. Secondo il folclore magico, la fecondazione sovrannaturale avveniva solitamente a mezzogiorno col favore della siesta canicolare che spingeva l'incubato meridiano ad approfittarsi sessualmente delle ninfe, o al tempo del solstizio d'estate quando il sole, essendo all'apogeo, liberava la sua massima potenza fecondatrice.[5] Il primo caso, ossia la potenza fecondatrice del sole che si esercita col favore del sonno di mezzogiorno, è messo in risalto dal concepimento mistico di Lao-Tse: difatti egli, sotto forma di un puro seme di sole, entrò nella bocca della Dama di Diaspro, la bellissima vergine Yu-niu, mentre costei dormiva per la siesta del mezzodì.[6] Il tema dell'incubato meridiano fecondatore sotto l'azione prolifica del sole, tanto caro a Caillois, non sembra invece attenere specificamente al solstizio d'estate. Nel giorno di san Giovanni Battista (24 giugno) la gente si bagnava (e taluni ancora lo fanno) nei ruscelli, nelle vasche o nelle fonti in modo da ottenere diversi favori, e prima di tutto la grazia della fecondità: ciò dimostra come originariamente fosse convinzione che l'astro solare potesse donare a tutte le fonti e alle sorgenti d'acqua una meravigliosa virtù generativa, proprio specie al solstizio d'estate,[7] giorno di battesimo del sole.[8] Probabilmente non al solstizio d'estate, ma di certo le forze mitiche di due elementi naturali primordiali, l'acqua e il vento, fecero da sfondo eziologico alla nascita di Väinämöinen, l'eroe finnico del Kalèvala:

 

Viveva la bella vergine Luonnotar, figlia di Ilma, negli sconfinati spazi dell'etere; ma le pesavano i suoi giorni soli, nell'aria deserta e senza gioia. Allora discese dall'alto e si lanciò tra le onde. Un soffio impetuoso si levò da oriente, gonfiò il mare, cullò la fanciulla; e vento e flutti la resero feconda. [...] Così nacque Väinämöinen dal seno della vergine Ilmatar [...].[9]

 

          Il residuo trasfigurato del totemismo solare nella fecondazione femminile ha comunque il massimo esempio nella fantastica storia circa la nascita di Perseo. Narra il mito greco che Acrisio, re di Argo, apprese dall'oracolo di Delfi che un futuro nipote lo avrebbe assassinato. Per evitare la letale minaccia rinchiuse la figlia Danae, con la nutrice, in completa oscurità dentro una torre di bronzo (o in una stanza sotterranea buia come una tomba), custodita da cani ferocissimi, impedendole in tal modo di generare; ma l'astuto Zeus, sotto forma di pioggia d'oro, penetrò attraverso il tetto nella torre e si unì alla fanciulla rendendola madre dell'eroe.[10] Il racconto trova il suo corrispettivo nella leggenda che narrano i Kirghisi della Siberia, riguardo ai loro antenati:

 

Un certo Khan aveva una bellissima figlia che teneva chiusa in un'oscura casa di ferro perché nessun uomo la potesse vedere. Una vecchia la serviva. Quando la fanciulla giunse a maturità chiese alla vecchia: "Dove vai tu così spesso?". "Figlia mia", disse la vecchia, "vi è uno splendido mondo. E in questo splendido mondo vivon tuo padre e tua madre e ogni sorta di gente. È là che io vado". Disse la fanciulla: "Buona madre, non lo dirò a nessuno; mostrami questo splendido mondo"; la vecchia condusse la fanciulla fuori dalla casa di ferro, ma quando ella vide lo splendido mondo ebbe un brivido e svenne; e l'occhio di Dio cadde sopra di lei, ed ella concepì.[11]

 

          Appare in tutta chiarezza che la pioggia d'oro nel mito di Perseo Crisogono[12] e l'occhio di Dio della leggenda siberiana rappresentano rispettivamente la luce del sole ed il sole medesimo. La singolarità di questa credenza fecondativa sopravvive perfino nel mito cristiano, secondo un pensiero diffuso durante il Medio Evo sulla concezione di Gesù per «irraggiamento». Il testo apocrifo in latino conosciuto come Vangelo dello Pseudo-Matteo, risalente non oltre il IX secolo, riporta che:

 

Mentre Maria stava presso la fonte a riempire la brocca, le apparve un angelo del Signore e le disse: «Beata tu sei, o Maria, perché nel tuo ventre hai preparato un'abitazione al Signore! Ecco, verrà una luce dal cielo per abitare in te, e per opera tua risplenderà sul mondo intero».

 

          Solitamente la «luce dal cielo» nel passo appena riferito viene faziosamente interpretata dalla classica esegesi cristiana come la luminosa potenza raggiante di Dio attraverso lo Spirito Santo, in accordo al significato etimologico del termine specifico di «dio», che recupera il suo tema nell'indoeuropeo *DEIW[O], connesso alle idee di «luce», di «splendore». Tuttavia è inevitabile supporre che l'arcaica superstizione della fecondazione femminile da parte del sole trovi il suo corrispettivo anche nella leggenda apocrifa del concepimento mistico di Maria (del resto lo stesso Gesù viene comunemente definito Sole di Giustizia e Sole della Salvezza).[13] Interessante è poi notare come in una cavità della Santa Casa di Loreto, celebre luogo di adorazione mariana, tra i vari reperti archeologici figuri anche quello di un uovo di struzzo, simbolo caro ai fabbricatori medievali che talvolta lo inserivano come ornamento delle chiese in Terrasanta, specie al tempo dei crociati. Ebbene, anticamente si pensava che l'uovo di struzzo, deposto dalla femmina sulla sabbia, fosse fecondato dal sole: così, per analogia, esso veniva assunto ad emblema del Verbo Gesù, fattosi carne nel grembo immacolato di Maria, ingravidata dal sole dello Spirito Santo.

          L'opaca reminiscenza dell'antica credenza solare di fecondazione non è declinata con facilità, tant'è vero che fino ad alcuni decenni addietro il divieto di non guardare il sole veniva interpretato alla lettera dalle ragazze cambogiane in età puberale. Esse erano recluse dai famigliari per un periodo indefinito, e per tutto il tempo in cui si trovavano prescritte in questo regime era loro vietato uscire, tranne durante un'eclissi. Propp riporta tra l'altro il racconto tramandato da una delle tribù Zuñi dell'America settentrionale secondo cui un

 

padre, che era un grande sacerdote, consacrò sua figlia al servizio sacro [...] e perciò la tenne sempre in casa lontana dagli sguardi di tutti gli uomini e di tutta la nuova generazione. Ma in questa stanza penetra un raggio di sole, nasce un bambino. Questo bambino viene segretamente allontanato dalla casa e portato nel bosco dove viene allevato da un cervo.[14]

 

          In altre culture, l'isolamento delle fanciulle puberi viene dettata dalla sicurezza per l'intero gruppo umano. Le fanciulle sono considerate come cariche di una forza potente che, se non è tenuta entro certi limiti, potrebbe danneggiare tanto loro quanto tutti quelli che ne verrebbero a contatto. Così, per esempio, le ragazze Zulu dell'Africa meridionale credono che se il sole le vedesse nella propria pubertà, i loro corpi si seccherebbero fino a diventare  scheletri, mentre l'isolamento al buio nell'amaca, tenuta in sospensione tra cielo e terra, nell'America del Sud è considerato un metodo rituale per impedire che le ragazze dopo la prima mestruazione avvelenino le due grandi sorgenti di vita col proprio mortale contagio.


[1] "Il totemismo è la più antica religione che la storia dell'uomo offra al nostro esame, anteriormente alla comparsa delle classi", A. Donini, Breve storia delle religioni, cit., p. 48. Reminiscenze della fase totemica nell'evoluzione religiosa possono incontrarsi anche nei moderni zoonimi parentelari, con l'attribuzione di certi nomignoli ad alcuni animali trattati come parenti. Nella designazione popolare, ad esempio l'allocco è chiamato famigliarmente barbagianni, "zio Giovanni". Sull'argomento si veda, in proposito, Mario Alinei, Barbagianni «zio Giovanni» e altri animali parenti: origine totemica degli zoonimi parentelari, in «Quaderni di Semantica», anno II, n. 2, 1981, pp. 363-85. Più in generale Maurizio Bettini, Nascere. Storie di donnole, donne, madri ed eroi, Einaudi, Torino, 1998.

[2] La parola totam, mutata nella forma di totem nel XVIII secolo, è originaria di un vecchio dialetto algonchino della tribù Ojibwa, e significa "il consanguineo", "il nostro padre" e talvolta "la nostra carne". Il totem, come noto, è il simbolo identificativo di un clan nel quale si riconoscono emotivamente i legami di sangue fra i membri del gruppo. Il totem non è solo una pianta o un animale commestibile al quale gli appartenenti della comunità si sentono legati da un rapporto immaginario. Esso può essere qualsiasi fenomeno atmosferico come il vento (adottato per esempio dai Creek pellerossa o dai Wotjobaluk dell'Australia), la pioggia (Dieri australiani), la neve (tribù nordamericane Miami e Puteouatmis), il fulmine, l'arcobaleno e le nuvole (isole Samoa), il tuono (Omaha e Winnebago pellerossa), oppure geomorfico (rocce, pietre, monti) che diversi studiosi riferiscono ad un periodo ulteriore della fase totemica, quella feticistica; ad ogni modo il totem non ancora implica qualcosa di sovrannaturale, non suppone l'idea di un "dio": è soltanto una sorta di parente fantasticato che tiene unito, attraverso il simbolo, l'intero gruppo umano del clan.

[3] Come probabile residuo di questa credenza totemica, i Greci antichi ritenevano che le anime trasmigrassero da una vita all'altra in forma di insetto: di qui il vero significato di "anima", in greco psykhé, che era originariamente "farfalla".

[4] Freud, Totem e tabù, cit., pp. 171-172.

[5] Roger Caillois, I demoni meridiani, op. cit., Appendice 3, pp. 74-76.

[6] Saintyves, Las madres virgenes y los embarazos milagrosos, op. cit., p. 99. Il "puro seme di sole" può forse alludere ad una stella cadente.

[7] Ivi, p. 31.

[8] "In Abruzzo, il rito del bagno magico purificatorio era assai diffuso e fino a qualche decennio fa il Sangro, il Giovenco, il Gizio, l'Orte, si popolavano di devoti che, all'alba del giorno della festa del sole, si immergevano e  stringevano legami di comparatico in nome di S. Giovanni. Questo rito persiste tuttora con particolare intensità nella Marsica [...]"; Emiliano Giancristofaro, Tradizioni popolari d'Abruzzo, cit., p. 94. "E in Russia", aggiunge un altro studioso di tradizioni popolari, "le donne scendevano vestite nei fiumi immergendo con loro un fantoccio di rami ed erbe che rappresentava il santo"; Alfredo Cattabiani, Calendario, cit., p. 235.

[9] Kalèvala, runi I-II, in Tersilla Gatto Chanu, Miti e leggende della creazione e delle origini, cit., pp. 149-151. Väinämöinen è un abile cantore nato già vecchio ed esperto di incantesimi. Per la capacità di suonare il kantele (strumento a corde simile alla cetra) col quale affascina dolcemente persone, alberi ed animali, è una figura mitica che richiama quella del trace Orfeo nella tradizione greca.

[10] Jean-Pierre Vernant, Perseo, la morte, l'immagine, in L'universo, gli dèi, gli uomini, cit., p. 179 e ss. Dopo la nascita di Perseo, Acrisio rinchiuse il bambino e sua madre in un'arca di legno e li gettò a mare. Ma grazie all'intervento di Zeus i due si salvarono, approdarono a Serifo e qui furono accolti da re Polidette, che allevò Perseo nella propria casa. Cfr. Apollodoro, Biblioteca II,4,1; Igino, Favole, 63.

[11] Riportato ne Il ramo d'oro, cit., vol. III, p. 930.

[12] Per la Walker, op. cit., la pioggia d'oro di questo mito potrebbe alludere all'urina. Urina deriva dal dio Urano, la cui magica minzione, insieme allo sperma ed al sangue, precipitava dal cielo in forma di pioggia per fecondare Madre Terra. Miti primitivi, infatti, presentano i tre fluidi come principi di fertilità. "Zeus scese come 'pioggia d'oro' di urina per fecondare Danae, la Terra, le cui sacerdotesse (le Danaidi) eseguivano specie di incantesimi pluviali facendo passare l'acqua in un setaccio", pp. 1029-1030. "[Le Danaidi] spruzzavano l'acqua sui campi allo scopo di attirare la pioggia per simpatia. Infatti l'otre o l'orcio bucherellato rimase il simbolo della donna saggia [...]", Graves, I miti greci, op. cit., 60,6.

[13] Sul colle Vaticano, là dove sorge oggi la celebre basilica, c'era un santuario dedicato al "Sol Invictus" Mitra, detto petreus, "di pietra": di qui verosimilmente la leggenda della tomba di san Pietro, di cui si fantastica da anni a vuoto (cfr. per es. Margherita Guarducci, a cura di, Le reliquie di Pietro sotto la Confessione della Basilica Vaticana, Libreria Editrice Vaticana, Roma, 1965). Il cristianesimo ha subìto una notevole influenza dal cerimoniale pagano del Sol Invictus. Mitra ad esempio celebrò un'Ultima Cena con i suoi dodici discepoli (ognuno rappresentante di un segno zodiacale) e, in memoria di quest'atto, i suoi seguaci partecipavano ad un pasto sacramentale a base di pane segnato con una croce. Questo banchetto eucaristico era uno dei sette sacramenti della religione mitraica, e veniva chiamato mizd, in latino missa (da cui l'italiano messa). Ma c'è di più. Mitra, che venne definito "il vero Messia", fu concepito da una vergine mortale, e nacque il 25 dicembre in una grotta dove i pastori e i Magi vennero ad adorarlo portando doni. Compì miracoli, ridando vita ai morti e guarendo i ciechi e i paralitici. Fu seppellito in una tomba di pietra, da cui risorse, e ascese al cielo. E dunque Gesù, il Sole della Salvezza, recupera mitologiche affinità con questo dio della tradizione profana. Anche in tal senso, nel punto culminante del suo calvario, è possibile interpretare il grido di Gesù sulla croce come un'invocazione pagana (Matteo 27:45-47): "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia»". In aramaico "Dio mio" avrebbe dovuto essere ilahi, perciò alcuni studiosi suggeriscono che la parola fosse, in effetti, Helios, il nome del dio Sole invocato in corrispondenza all'anomalo oscuramento dell'astro a mezzogiorno. Cfr. Desmond Stewart, The Foreigner, London, 1981. E Picknett e Prince aggiungono (ne La Rivelazione dei Templari, p. 205): «Va ricordato che quello del dio Sole, praticato in Siria fino al IV secolo, era un tipico culto pagano in cui il dio moriva e risorgeva ciclicamente».

[14] Propp, Le radici storiche dei racconti di magia, cit., p. 166. La somiglianza di questa leggenda solare con quella di Perseo suppone una provenienza comune. Anche di Gilgamesh, l'eroe dell'epica sumera-babilonese, si racconta infatti una vicenda affine. Probabilmente la fonte originaria è caldea. I Parsi credevano che i raggi del sole nascente fossero i mezzi più adeguati per ingravidare le giovani appena sposate. A. Loisy, Les mythes babyloniens et les premiers chapitres de la Genène, Paris, 1901. Cfr Saintyves, op. cit., p. 80.

 

 
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Commenti al Post:
rilicenz
rilicenz il 11/11/09 alle 19:09 via WEB
E' un post dottissimo e bellissimo con il quale si accomunano religioni e miti di diversa generazione, fino alla religione cristiana. Complimenti, è quello che posso dire, non essendo una esperta in materia, non posso che prendere atto ed imparare qualcosa. Buona serata Rita
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marcalia1
marcalia1 il 11/11/09 alle 19:25 via WEB
Grazie rilicenz, per le belle parole. A dire il vero non è la mia materia, essendo dottorando di ricerca in anglistica, ma l'antropologia religiosa, specie delle origini, è una disciplina con la quale piace spesso confrontarmi. Auguro anche a te una buona serata. Marco
(Rispondi)
conoscimiecapirai
conoscimiecapirai il 12/11/09 alle 12:24 via WEB
che dirti caro amico, i tuoi post sono sempre molto interessanti, a tratti talmente precisi e come dire "colti", che io misera mortale, faccio persino fatica a commentare... ma li trovo e ho trovato questo molto interessanti, soprattutto perche' arricchiscono di nozioni chi li legge... grazie... dolci sorrisi a te michela
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marcalia1
marcalia1 il 14/11/09 alle 22:11 via WEB
Grazie Michela delle belle parole che hai speso per me. Come ben sai, questi post sono frutto delle mie ricerche private in ambito religioso ed antropologico; quantunque, già per il fatto che tu li condivida, hanno per me (modesto ricercatore) una doppia dose di efficacia. Sorrisi, Marco
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Roby il 21/03/17 alle 14:03 via WEB
Molto interessante il collegamento tra i totem e la fecondazione solare. Per alcuni studi la partenogenesi, il concepimento delle donne senza intervento maschile, era un fenomeno realmente ricorrente nell'antichità in determinate condizioni climatiche (e culturali)
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