Cornici Vuote

Sollievo - di Gionni b.

Dal ponte di una nave estiva
- dove non sono-
mi vedo mentre mi guardo.

Io sono quello al balcone
di una casa in remota collina
fra agavi arse

appoggiato al balcone miniato.

Mi piace perché
non si muove al vento.
Non è una vela , grazie.

C’è del vino all’altezza e
una rosa di legno
che indica libeccio.

Arrivano gli occhi
punto punto.
Avessi un telegrafo

scriverei una lettera
di sollecitudine e respiro
per il tuo destino,
se ne hai.

Manca una linea, tesoro,
per chiedere aiuto.

La nave si abbassa verso il cielo
che è più giù di noi

lo sapevi?

Ti auguro spiagge barocche. Una notte
nella pelle di un altro
e la dimenticanza che medica e consola.

Io sono grasso. Non potrei galleggiare
nella scia di verde
albicocca salmastra

Non posso venire. Naviga tu.
Io preferisco il sonno e me stesso.

Che già lo so che tanto

non siamo niente.

Che sollievo.