Angelo Ribelle
La Via Che Conduce All'Inferno E' Lastricata Di Buone Intenzioni? Piacere, Io Sono Il Pavimentatore...
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Post n°212 pubblicato il 07 Ottobre 2013 da Solo_Vita
Invocare le stelle, cercare Qualcuno lassù, accontentarsi addirittura di un sms della persona sbagliata, per lo stesso folle principio che ci fa stare meglio assumendo un farmaco errato, purchè ci sia un qualche molecola da far penetrare nelle viscere: nel momento in cui non si riesce a suscitare alcuna reazione nel prossimo, tanto vale indurla chimicamente in sè stessi. Fare centinaia di chilometri immersi nel liquido amniotico della notte pur di trovare un sassolino da gettare nello stagno, perchè a tutto si resiste, fuorchè al silenzio. Non spaventano gli Appennini, nulla può la Grande Pianura con la sua capacità di ingoiare tutto come una supernova. Essere convinto di aver incrociato quegli occhi dappertutto: nell'atmosfera ovattata di un sogno, lungo la riva profumata di mosto di un lago che sembra mare, nella luce stropicciata di un'alba che succede ad una notte insonne, nella zona commerciale di una operosa, diligente ed inutile città, nel viale di cipressi che taglia in due la cresta della collina. Scattare foto a quanto di bello Iddio ha donato a questa terra rossa e fertile, sognando ancora una volta di potertele mostrare dicendoti soddisfatto - vedi, eri comunque con me-. Dovrebbero scriverlo sul bugiardino dell'amore che gli effetti collaterali non si attenuano col passare del tempo. Buona fortuna. |
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INFERNO, CANTO V, VV. 127-138
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lanciallotto, come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
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