IL MIO PICCOLO MONDO

Nonno

La bicicletta andava forte ed in lontananza il campanile di Bruno, la fatica non c’è, lei era fresca di vernice tirata a pennello, poche macchine era l’estate del 1979.

Lui sereno e stanco, io solo e felice, sul suo collo bruciato dal sole le rughe disegnavano rombi quasi perfetti e le gocce di sudore si facevano strada sulla fronte anch’essa con rughe ma orizzontali che ispiravano saggezza e infondevano sicurezza, era solo il terzo filare di cento ma da quando mamma era appena nata e la lettera voleva proprio te Caporale Cantamessa non ti spaventava più nulla, la fatica era annientata dai ricordi di momenti terribili………

Bruno era li davanti a me, era tardi, era già ora di rientrare, erano le diciotto. Io da Bruno lui dal Valon, io in Bici, lui con il Mutur, la mia mente libera da ogni preoccupazione, la sua senza più posto per altre.

Il sole era ancora caldo ma io non sudavo sui pedali e Mombaruzzo era ormai vicino per tutti e due.

Anche i paracarri lo salutavano:”Ciao Giuanen”. La sua voce sottile ricambiava con gioia ed allegria il saluto a tutti.

La nonna sentiva il Mutur ed apriva il cancello, ancora duecento metri ed era riposo. I nostri sguardi incrociati ed allegri di ritrovarsi ed arrivare contemporaneamente a casa, ciao Curen, ciao nonno….. una carezza….

Ora la bicicletta ed il Mutur riposavano sotto il portico, Giuanen e Curen tutti e due verso nonna che sorrideva, intanto all’orizzonte le luci di Alessandria in lontananza brillavano come stelle.

                                                                  Ciao nonno