Ricordate Petronio Arbitro e il suo Satyricon?
L'impietoso affresco del decadente impero romano?
Beh, noi non siamo "arbitri" .. siamo "sarchiaponi"!
Misteriosi animali che tutti dicono di conoscere ..
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"affresco della decadente Italia" vi dice quello che pensiamo ..
buona lettura!
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Mezza lettera a una signora mezza italiana e mezza no
Post n°466 pubblicato il 12 Maggio 2013 da angeligian
Signora Kyenge, dal momento del suo insediamento come ministro della Repubblica italiana lei ha dimostrato di non amarci. Legittimo, per carità, ma per coerenza uno non dovrebbe accettare di governare un popolo che non ama. Vede, da noi si usa che per educazione, quando ci si reca ospite a casa di un altro, si eviti di criticare l’arredamento o il cibo che gli viene offerto. Lei, che proviene da un’altra regione del mondo, evidentemente queste regole non le conosce e ha cominciato a criticare e a dettare regole nuove più vicine ai suoi gusti. A noi questo comportamento non sta bene perché il nostro paese ci piace così com’è con le sue pietre in croce che ne testimoniano la storia millenaria, con le sue tradizioni che ne raccontano la cultura e con la sua bella lingua (tanto bistrattata ahimè). Lei ha dichiarato di non essere di colore, ma nera. Eh, no! A casa nostra, nella nostra lingua, una persona di colore nero, si chiama negra. Nessuna accezione negativa nel termine, non siamo mica negli Stati Uniti. Se lei avesse voluto informarsi sulla nostra cultura, avrebbe scoperto che una delle più belle canzoni antirazziste si intitola “Angeli negri”. Negri, non neri. E lei, in italiano, è negra senza intenzioni razziste. Perché, vede signora, noi italiani non siamo mai stati razzisti, almeno nel passato, ma oggi lo siamo diventati a furia e a misura che la discriminazione politica nei nostri confronti aumentava, relegandoci al ruolo di ospiti indesiderati in casa nostra. Lo siamo diventati perché le case popolari vengono negate agli italiani poveri, figli e nipoti di chi le ha pagate con le tasse e il sudore, per assegnarle a stranieri appena arrivati che non hanno fatto niente per il nostro Paese. Lo siamo diventati a Milano, dove è prevista la costruzione di 40 moschee, sentine del terrorismo islamico, dove gli zingari protestano perché le villette di Pisapia sono troppo piccole e le vogliono più grandi, dove si spendono i soldi per insegnare ai cittadini a vivere in armonia con gli zingari. Lo siamo diventati a Torino, dove il Comune spende 5 milioni di euro per ristrutturare gli insediamenti rom e taglia i fondi alle scuole e non trova 5.000 euro per le pulizie delle classi. Lo siamo diventati a Trento, dove una legge regionale concede fino a 2000 euro/mese agli extracomunitari senza lavoro, nonostante vivano in case popolari a 300 euro al mese, con contributo al riscaldamento, trasporti gratuiti e buoni pasto, mentre il numero dei disoccupati trentini è di 25.000 unità senza case popolari, senza riscaldamento e senza buoni pasto. Lo siamo diventati da quando nelle scuole i bambini italiani devono privarsi della festa del Natale e del prosciutto a mensa per non offendere la sensibilità religiosa dei musulmani. Lo siamo diventati da quando la giustizia tollera stupri, spacci e omicidi colposi commessi da stranieri e manda in galera per anni Berlusconi e paparazzi. Lo sono diventati i liguri, perché la giunta destina oltre 2 milioni alla formazione di rom e sinti e intanto chiude l’Ospedale di Albenga per mancanza di fondi. Lo siamo diventati da quando l’Emilia-Romagna ha deciso che ogni zingaro debba ricevere 661 euro per NON aver perso né casa né lavoro nel terremoto. Lo siamo diventati in Toscana dove gli immigrati non pagano il ticket ma i malati di tumore invece sì. E così in tutta l’Italia gestita dal politically correct. Signora Kyenge, lei si prepara a governare un popolo a cui si sente di appartenere solo per metà e questo ci offende perché in tal modo lei diventa il mezzo più veloce per ufficializzare la nostra estromissione dal nostro stesso territorio, come del resto le sue priorità più volte ribadite fanno ben intendere. Lei proviene dal Congo, un Paese che vive profonde difficoltà a livello sociale, ambientale, sanitario e economico, nonostante gli aiuti del Monte dei Paschi di Siena, della regione Toscana e dell’Unione europea. E allora, se proprio non le piace come siamo fatti, io la esorto a rivolgere le sue attenzioni all’altra metà di sé stessa, quella congolese, e a lasciare noi alle nostre antiche, italiche miserie … (da un'idea di Grabdi/Idrontino)
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