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Le Foibe e gli esuli dimenticati per anni

Post n°324 pubblicato il 09 Febbraio 2012 da a_tiv
 

Il Giorno del Ricordo è stato istituito solo 8 anni fa. Cosa è stato prima? Perché nessuno ne parlava?
Per una scrittura più onesta della storia d’Italia, bisogna pur dire che c’è stata l’azione di chi si è mostrato abile solo ad usarla.  


E’ solo l’ottavo anno che l’Italia celebra il Giorno del Ricordo. E’ stato istituito con Legge n.92 del 30 marzo 2004. Al Governo c’era Berlusconi. La sinistra era all’opposizione. L’apertura della pagina della storia sulle Foibe, e sull’esodo degli italiani dalle loro terre nei territori della Venezia Giulia, della Dalmazia e dell’Istria, rispetto al silenzio omertoso e colpevole sulle vicende che avevano coinvolto le popolazioni italiane a Trieste e nei territori limitrofi, ha rappresentato per l’Italia repubblicana e democratica il segnale del cambiamento di un’epoca. E’ stato un primo passo verso una scrittura più onesta dei primi anni dell’Italia che chiudeva con il passato fascista.
L’Italia libera che apriva il suo libro di storia, affrancato dalla penna rossa che fino a quel momento aveva cancellato interi periodi e tante vicende scabrose consumate a danno di tante famiglie. La storia di terre italiane e soprattutto di donne, di uomini, di anziani e di bambini, con gli stessi diritti di tutti gli altri, trattati come oggetti scomodi da nascondere, perché erano individui che facevano paura per i loro ricordi e per le loro testimonianze.
Erano state accuratamente tenute nascoste in Italia, anche le violenze e la pulizia etnica compiuta dalle milizie comuniste di Tito a danno della popolazione italiana. L’informazione popolare, la Rai, la scuola, i convegni, la cultura aveva accuratamente occultato, per compiacere il partito comunista italiano, la cacciata delle famiglie dalle case e dalla loro terra in Istria, a Fiume, a Pola, in Dalmazia. I nostri fratelli erano stati uccisi o cacciati, allontanati dai loro interessi, dalle loro radici, dai loro affetti, dalla loro vita e nessuno ne parlava, nessuno protestava, nessuno sollevava problemi, nessuno manifestava, nessuno intonava inni, nessuno indossava magliette con le foto dei simboli di quella tragedia. Nessuno sapeva della nave Toscana che nel 1947 sbarcava a Venezia proveniente da Pola, con a bordo gli esuli italiani e le loro modeste masserizie con le quali speravano di ricostruirsi un futuro. Nessuno sapeva del treno di esuli in transito per Bologna a cui i sindacalisti della Camera del Lavoro (Cgil) impedirono di avere acqua e cibo e di scendere dai convogli.
Era stata tenuta nascosta la confisca dei loro beni, sottratti con la forza dalla milizia titina, sopprimendo e cacciando questa povera gente: vittime per cose più grandi di loro, di cui non avevano colpa. I loro piccoli averi facevano così da bottino di guerra dei vincitori che si vendicavano sulla gente inerme. Sui vinti. E questi poveri uomini che, mortificati, minacciati, depredati, decimati e scacciati, guardavano all’Italia per un giusto riscatto umano, per la comprensione, per il bisogno, per i sentimenti di fratellanza, ne ricevettero invece indifferenza, anzi fastidio. Era l’Italia dove la violenza politica che è fatta di radicamento ideologico, di condizionamento psicologico, di luoghi comuni, d’immagini, di propaganda, di parole d’ordine, si era sostituita a quella autoritaria del regime abbattuto, alla guerra, ai lutti, alle sofferenze della popolazione civile.
Scriveva l’Unità: “Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall'alito di libertà che precedeva o coincideva con l'avanzata degli eserciti liberatori”. (L’esercito liberatore era quello di Tito e gli esuli erano gli italiani scacciati da Fiume, dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia).
Gli esuli sono stati sparsi, tenuti nascosti, poco tollerati e senza che alcuno si mostrasse disposto a riprendere e mettere ordine nei loro ricordi, né di raccogliere le denunce e le testimonianze. Nessuno sapeva, poi, delle foibe. Nessuno delle tragedie che facevano da cornice alla cacciata della popolazione italiana ed alla cancellazione di tutto ciò che era italiano, né di ciò che era accaduto nelle terre italiane, sottratte ai civili come bottino di guerra. Nessuno che prestasse attenzione alle tante storie di uomini scomparsi nel nulla. Scomparire costituiva l’alternativa che era stata lasciata a questa povera gente che aveva scelto di scappare e di rifarsi una vita in Italia.
Con il primo governo di alternativa alla sinistra, dopo la beve parentesi del 1994, nei primi anni del terzo millennio, anche sulla Tv di Stato, cadeva finalmente il silenzio. L’informazione e gli approfondimenti avevano così dovuto cedere alla Storia, alle testimonianze, ai ricordi di chi era sopravvissuto anche alla congiura del silenzio. Non è stato più possibile nascondere la viltà e le complicità di alcuni protagonisti cinici e scellerati di quella tragedia. E’ stata diradata quella coltre di nebbia che nascondeva la storia e che aveva mortificato le sofferenze dei protagonisti di quelle tristi vicende. Gli italiani hanno potuto sapere del terrore che aveva spinto gli italiani a fuggire dalle terre occupate da Tito. Hanno potuto conoscere quella parte della storia che era rimasta saldamente cucita, come una divisa, sulle sagome dell’opportunismo e dell’ipocrisia della sinistra italiana.
Le Foibe. Solo da pochi anni gli italiani hanno iniziato a sentir pronunciare questo nome, alcuni senza saperne il significato, senza saperne cogliere la sostanza, senza abbinarlo ai fatti drammatici che avevano collegato queste fessure nelle rocce carsiche di quei territori con la pulizia etnica, con le sparizioni, con l’uccisione di migliaia di uomini colpevoli di essere italiani.
Ancora oggi in molte scuole non si dice niente agli studenti di cosa siano state le foibe e quanto siano menzognere quelle storie che parlano di liberazione dal nazifascismo, nascondendo tutte le viltà che si sono celate dietro l’abbattimento di una dittatura sanguinaria e feroce.
Quante viltà ci sono state nel nascondere le ipocrisie di chi provava a costruire per l’Italia un altro regime con altri sanguinari protagonisti ed altre vittime.

La storia fatta di silenzi, di falsificazioni, di mistificazioni, non è maestra di vita. Ma nascondere la storia delle viltà è come esser vili due volte!

Vito Schepisi

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Commenti al Post:
lamiapelle
lamiapelle il 10/02/12 alle 14:06 via WEB
una tragedia troppo a lungo dimenticata. Grazie Vito per il post
 
Vince198
Vince198 il 10/02/12 alle 14:36 via WEB
Purtroppo la storia è scritta, come noto, dai vincitori e costoro si guardano bene dal citare episodi a loro poco graditi e che li metterebbero sotto cattiva luce, Vito. Qui in Friuli la storia delle foibe (le più conosciute sono 52) è non tanto nota, quanto e soprattutto sentita profondamente, vissuta e pagata sulla pelle, spesso, di persone del tutto innocenti.
Così, del resto è sempre avvenuto in tutte le guerre.
Finalmente, proprio dalla sacrosanta istituzione di questa giornata del ricordo di otto anni fa, noi possiamo andare, con tutti i crismi dell'ufficialità, alla foiba di Basovizza - sopra Trieste, dove circa 20anni fa si inginocchiarono Cossiga e Scalfaro in segno di rispetto per quei circa 2.900 infoibati ad opera dei titini, aiutati da comunisti locali - per ricordare un prozio di mia moglie - Ermano, giovinetto di appena 17anni, infoibato nel 1945 poco dopo il 25 aprile senza colpa alcuna, preso nottetempo a casaccio fra gente terrorizzata e messo a morte, legato con filo di ferro, colpo di pistola in testa la primo della fila che tirava giù gli altri legati a lui.
Venne riconosciuto, per alcuni particolari (un orologio da polso e occhiali) da un parente di mia moglie.. Lo porteremo, quel povero ragazzo, tutti noi sempre nel cuore e per sempre.
 
astrale50
astrale50 il 10/02/12 alle 15:19 via WEB
non se n'è parlato per anni, tutto silenzio su questa orrido periodo, non è definibile una brutta pagina di storia visto che occorrerebbero numerosi tomi per raccontarne il peggio. mia nonna è nata in slovenia, anche se non l'ho mai conosciuta, ci ha tramandato racconti di vita orribili e criminali. Cosa c'è dietro a tanti anni di silenzio? i titini non potevano parlare altrimenti sarebbero stati trucidati durante la dittatura comunista di Tito.Oggi è tardi.
 
astrale50
astrale50 il 10/02/12 alle 15:25 via WEB
non solo uomini venivano uccisi.....buttavano nei crepacci moltissime donne senza un pretesto, chi capitava a tiro veniva trattato come nell'antica Sparta,la differenza è millenaria e quei bambini erano solo malformati. per provenienza ed origini sono di quelle parti ma con tutta onestà odio ancora la popolazione dell ex Jugoslavia
 
stefy_203
stefy_203 il 10/02/12 alle 17:54 via WEB
La storia purtroppo viene sempre raccontata dai vincitori....questa tragedia delle foibe è una dimostrazione di quanti orrori siano stati taciuti (per opportunità)...nel 1945 finita la guerra ...vicino alla casa dei miei nonni si nascosero in una stalla tre soldati tedeschi in fuga....si erano pure affezionati a questi giovani ragazzi spaventati e terrorizzati....purtroppo sono stati presi dai partigiani di paese e uccisi con la forca...non erano pericolosi...stavano scappando...questo per dire che non ci sono stati buoni e cattivi ma ognuno ha fatto la sua parte....quando sento la parola "partigiano" lo associo a questo ricordo purtroppo...buon fine settimana...
 
daijiro1
daijiro1 il 10/02/12 alle 20:51 via WEB
La storia delle foibe è stata nascosta per anni, troppi anni, perchè faceva comodo e paura a molta gente,troppa gente, che con il silenzio di altri è rimasta impunita. Tuttora, probabilmente, non sono state scoperte nemmeno tutte e ci sono varie discordanze sul numero degli infoibati (che brutta parola!!)sia italiani che yugoslavi. La nostra regione è terra di confine da una parte con l'Austria e dall'altra con la ex Yugoslavia, ed è stata proprio quest'ultima a volere invadere, a guerra finita, Trieste rivendicanola come territorio yugoslavo. C'è mancato poco che scoppiasse una guerra. Senza contare poi l'espulsione con confisca dei beni degli italiani residenti da generazioni in territorio slavo, gli esuli appunto. Troppi anni nel dimenticatoio...e tuttora sembra non essere abbastanza conosciuta dalle nuove generazioni.
 
aspettando_un_sogno
aspettando_un_sogno il 11/02/12 alle 16:38 via WEB
non ho parole...
 
saverio.ancona
saverio.ancona il 11/02/12 alle 17:19 via WEB
Quanta difficoltà, anche nella scuola, perchè la verità avesse parola. Buon w.e., Saverio
 
DgVoice
DgVoice il 11/02/12 alle 18:18 via WEB
Un saluto dalla tua RAdio! David, Staff RAdiodgvoice
 
Quintana5
Quintana5 il 11/02/12 alle 20:57 via WEB
Parlando di dimenticanze non va taciuta quella ipocrita del Sindaco di Milano Pisapia, che ha alle commemorazioni ha dichiarato che è stata una tragedia troppo a lungo dimentica. Peccato che lui fu uno dei 15 a votare contro l'intitolazione di una piazza alla questione foibe. Nel suo discorso ha ancora una volta detto che la foibe furono una conseguenza della guerra fascista (ma perché prima di parlare non si documenta?) e non ha minimamente accennato ai responsabili degli eccidi. Un po' come se ad una commemorazione dell'Olocausto uno dicesse che inique condizioni di pace portano i popoli alla follia. Senza nominare mai il nazismo!
 
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