Ricordate Petronio Arbitro e il suo Satyricon?
L'impietoso affresco del decadente impero romano?
Beh, noi non siamo "arbitri" .. siamo "sarchiaponi"!
Misteriosi animali che tutti dicono di conoscere ..
questoblog
"affresco della decadente Italia" vi dice quello che pensiamo ..
buona lettura!
ULTIME DA SARCHIAPONILAND-SPOT
ULTIME DA SARCHIAPONILAND-NEWS
« sulle "scuse" per l'U... | L'IMPRESENTABILE HA CO... » |
Post n°62 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da a_tiv
Una volta nella sinistra in Italia emergeva un’area di contestazione verso tutto ciò che poteva essere riferito al conformismo, alle tradizioni, ai valori nazionali. Negli ambienti liberali si seguiva con interesse la demolizione dei luoghi comuni, delle ritualità e si comprendevano persino le ragioni di una necessità rivoluzionaria che sbloccasse le rendite di posizione, le caste, i baronati, gli abusi e le discriminazioni. Nel distinguersi, si pensava alla sinistra come a uno spazio in cui si formavano gli opportunisti e si strumentalizzavano le carenze e le necessità delle popolazioni, e dove si cavalcavano i bisogni ed i diritti negati per trarne vantaggi politici o sindacali. In molte circostanze, si è pensato che la sinistra coltivasse il malessere per poterlo canalizzare in politica e sfruttarlo. Ricordiamo il “tanto peggio, tanto meglio” di Togliatti. In tanti pensavano che la sinistra italiana fosse diretta da centrali di controinformazione internazionale, per minare la compattezza dell’occidente libero, e che, nel periodo della guerra fredda, la sinistra comunista lavorasse per favorire le mire imperialiste dell’espansionismo sovietico. Le sintesi, però, portavano anche a pensare che, piuttosto per opportunità e non per scelta, la sinistra fosse inconsapevole portatrice di alcune ricette dell’anticonformismo istituzionale e del disconoscimento di qualsivoglia tentativo di introduzione di gestione di poteri assoluti da parte di servizi o di ordinamenti dello Stato (polizia, magistratura, finanza, editoria). Si è pensato che la sinistra prestasse grande attenzione verso tutte quelle garanzie che nelle democrazie liberali sono a presidio dell’imparzialità della gestione dei poteri nell’ambito della vita civile dei cittadini. E dalla percezione di una sinistra garantista, emergeva anche quella di pensare che fosse contraria, per scelta, per opportunità, per formazione, per principio, all’ordinamento giurisdizionale inteso come una casta autonoma, priva di riferimenti con la società, di assonanza con il senso comune e di collegamenti con il sentimento popolare. La sinistra fino all’inizio degli anni 90 ha usato il garantismo giudiziario come un proprio distintivo di riconoscimento. Mai la sinistra avrebbe acconsentito, senza gridare al complotto, che un Organo Istituzionale, quantunque supremo come la Corte Costituzionale, potesse sottomettere la politica e le scelte del Parlamento al giudizio e alle limitazioni di un servizio dello Stato, benché autonomo. Dinanzi al ribaltamento dei principi, però, non può reggere solo l’antagonismo a Berlusconi, come alcuni provano a sostenere. Non si può, infatti, oggi in Italia pensare di rispolverare i principi del male assoluto che giustifichino le soluzioni assolute. La democrazia ha ragione di essere se la sovranità popolare mantiene la sua supremazia e se il Parlamento, espressione del popolo, abbia facoltà di legiferare senza subire ipoteche e ricatti. Non è pensabile una democrazia ove un magistrato, se non gli va bene una legge, si rivolge alla Consulta - dove sa che c’è una maggioranza che è espressione politica contraria a quella che ha approvato la legge - per farla cassare. Non può che destare inquietudine un Organo Istituzionale che si cimenti a mettere sotto tutela il Parlamento. E’ cambiata la sinistra o è mutato lo scenario politico? Sono cambiati i personaggi o è mutata la strategia della sinistra, dopo aver acquisito il controllo del potere giudiziario? E’ evidente che il presunto garantismo della sinistra sia stato svenduto. La sinistra riscuote un’attività distratta e assolutoria per la sua parte, che diventa, invece, inquisitoria e intimidatoria verso gli avversari politici, e ricambia con l’azione di freno verso ogni tentativo di riforma dell’amministrazione giudiziaria. E’ almeno dal famoso decreto Biondi del 1994 che ogni tentativo di intervenire su temi che riguardino la giustizia e il ruolo dei magistrati e ogni tentativo di modificarne i privilegi, di intervenire sulle carriere, di modificare l’impianto organizzativo della giustizia cozza contro una barriera formata dall’alleanza tra magistratura e sinistra. “La Magistratura è la più grave minaccia allo Stato Italiano”. L’avrebbe detto D’Alema all’ambasciatore USA, stando a quanto rivelato da Wikeleaks. Peccato che per l’unica cosa verosimile detta dal leader PD ci sia stata poi la smentita! Vito Schepisi |
https://gold.libero.it/SARCHIAPONICON/trackback.php?msg=9759853
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
NONOSTANTE IL PRESSANTE INVITO SOPRARIPORTATO, IL DIALOGO ED ANCHE IL DISSENSO SONO BENE ACCETTI, PURCHE’ ISPIRATI DA RISPETTO ED EDUCAZIONE
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: nientesono
il 14/03/2014 alle 13:07
Inviato da: avvbia
il 06/03/2014 alle 21:56
Inviato da: lory457320130
il 27/01/2014 alle 18:54
Inviato da: ecodellacoscienza
il 07/10/2013 alle 16:22
Inviato da: ecodellacoscienza
il 07/10/2013 alle 16:14
DAI BLOG SARCHIAPONICI
AUTOBUS DEL GIORNO BY ROBERTO
BENVENUTI! BY VINCE
C'E' TUTTO UN MONDO BY KIWAI
ENTRO NELL'ANTRO BY PIERLUIGI
ETNEGO BY ELIO
IL LIBERO PENSIERO BY VITO
LA MIA PELLE BY LAMIAPELLE
KLUTI BY MADROCS
LA RIVA DEL MARE BY STEFANO
SICILIA TERRA NOSTRA BY NEREIDI
CHE ITALIA! BY CALIPSOM1
VIVERE BY GINO
UNA DONNA PERDUTACHISSÀ DOVE L'AVRO' MESSA.....
Ti senti
SARCHIAPONE
anche tu?
Allora meriti un
DIPLOMA
e una medaglia!
Preleva la medaglia di
Sarchiapone Onorario
e mettila nel tuo blog,
potrai trovarci con un clik
«non esistono innocenti, ma solo colpevoli che devono essere scoperti»
Il suo illustre collega F.S. Borrelli, nel giugno dello stesso anno, liberalmente argomentava:
«non incarceriamo la gente per farla parlare, la scarceriamo dopo che ha parlato»
Questo è il garantismo dei nostri magistrati.
Signora Carmela, le consiglio di schiarisi le idee sulla corte costituzionale, su come essa viene eletta etc. Ne ha estremo bisogno! Le metto a disposizione un LINK perchè, a parte le sue convinzioni personali che sono più che legittime ma che non condivido se non in minima parte, la realtà sulla Corte è proprio in quel link e in quel che se ne deduce, per chi vuol farlo. Le cose vanno avanti con quel sistema di "lottizzazione" che a mio avviso non ha più senso perchè non è equilibrato, che ovviamente è di parte (sinistra). Dulcis in fundo, sulle toghe rosse c'è in commercio un bel libro "La toga rossa" di Bonini e Misiani, ed. Tropea. Lo acquisti: scoprirà in quel libro cose molto interessanti fra cui questa (faccio un copia e incolla dai miei appunti per praticità), relativa a quel libro:
“Da uno dei tanti scaffali della libreria, salta fuori un volumetto dalla copertina nera e dal titolo significativo: Stato e costituzione in Cina, Mazzetta editore, 1977. Autori Cesare Donati, Franco Marrone, Francesco Misiani. Duecentosettanta pagine. Una ricognizione completa su argomenti quali: "La dittatura del proletariato, la trasformazione del diritto di proprietà, eguaglianza e libertà, il partito comunista, il sistema della giustizia". In appendice, le costituzioni della Repubblica popolare cinese del settembre '54 e del gennaio '75. Quel libro lo scrivemmo dopo un viaggio nell'estate del 1976. Andai in Cina con Franco Marrone. Accompagnammo una delegazione dell'allora Partito comunista d'Italia invitata dal Partito comunista cinese. Eravamo subito dopo la Rivoluzione culturale e riuscimmo persino a esaltare il processo popolare in Cina, di cui avevamo avuto un saggio all'interno di uno stadio dove vennero condannati per acclamazione quattro disgraziati. Avemmo la sfacciataggine di esaltare quel tipo di processo sostenendo che lì si realizzava la partecipazione del popolo all'amministrazione della giustizia. Al contrario di quanto avveniva nelle nostre aule di giustizia, dove i giudici borghesi condannavano i nemici di classe. Ci portarono anche nei centri di rieducazione, dove avemmo modo di parlare con gli intellettuali dissidenti costretti a raccogliere liquami. E anche in quel caso trovammo il modo di sostenere che ci trovavamo di fronte a una forma democratica di rieducazione e reinserimento. A scrivere il libro ci diede una mano Cesare Donati, un intellettuale raffinatissimo, all'epoca vicino a Potere operaio. Rivisto oggi, c'è da vergognarsi , me ne rendo conto.
Ma ci sentivamo nel pieno di uno scontro. Se si perde di vista quel contesto, capisco che nulla ha più senso. Personalmente, poi, di quante corbellerie avevo detto all'epoca ho preso coscienza una quindicina di anni fa. Cominciai a realizzare il tasso di schizofrenia di Toni Negri, fui testimone di alcuni violenti scontri di piazza tra polizia e studenti. E poi, cominciai a pormi molte domande leggendo Pasolini.
Il massimalismo che attraversa Magistratura democratica conosce tuttavia delle articolazioni e, soprattutto, resta e resterà minoritario anche al suo interno. Le divisioni e le scelte di allora finiranno infatti per pesare nei decenni successivi sulle scelte e i percorsi professionali di molti di quei giudici che in quei primi anni settanta discutevano di abbattimento dello "Stato borghese". Gli stessi che, vent'anni dopo, ritroveremo in uffici giudi/.iari importanti. Il Pci è infatti il soggetto politico di riferimento "naturale" dell'ala maggioritaria di Md. Salvatore Senese, Elena Paciotti, Edmondo Bruti Liberati, Nuccio Veneziano, Giancarlo Caselli, Vittorio Borraccetti, condividono non solo una sintonia politica con Botteghe Oscure, ma anche l'idea di un percorso "gradualista" che, sfuggendo a "tentazioni avventuriste", abbia quale obiettivo la riforma di sistema capitalista..”..
Legga bene i nomi in grassetto perché mi pare che le toghe rosse, certe toghe rosse su cui si ironizza, siano ancora in auge! Altrochè!!! Vive cordialità.
Infine le consiglio di leggere, per schiarirsi ulteriormente le idee in fatto di magistratura, un altro libro interessante - "L'ultracasta" - di Stefano Livadiotti, giornalista dell'Espresso (quindi tutto meno che berlusconiano) di cui le cito alcuni dati NON inventati ma ricavati proprio da quelli che il Csm ha nel suo archivio:
"Mediamente un magistrato lavora 1.560 ore all'annno, circa 4,2 ore al giorno, quando arriva al vertice della carriera (peraltro programmata, non certo per meriti ) quandagna circa il quintuplo degli italiani "normali".
Non è dato conoscere la composizione degli stipendi dei magistrati (altrimenti ci sarebbe da ridere per un mese di fila per non alterarsi oltre ogni limite della decenza), come aveva richiesto a suo tempo il ministro Brunetta: gli organi competenti in materia (Csm-Anm) si sono rifiutati di dare quei dati. Alla faccia dell'art. 3 della Costituzione, "cara" signora!
Gli esami per entrare in quella carriera sono una farsa: li superano il 99,6 dei candidati.
Il Consiglio superiore della Magistratura ha persino assolto un giudice sorpreso con un minorenne nei bagni di un cinema - alias "fellatio" . Secondo la sentenza, costata allo Stato, cioè a noi tutti, ben 70 (SETTANTA) miliardi di lire , era innocente perchè tre anni prima aveva sbattuto la testa! Ergo reintegrato nel ruolo e con gli arretrati degli emolumenti a lui competenti. In pratica restituito a questo "integgerrimo" l'onore della carica. Nessuna vergogna da parte di coloro che dovrebbero dare l'esempio.. Da vomito!!!
Nel libro, se lo leggerà, troverà altre vicende al limite dell'assurdo e del grottesco.
Un certo Montanelli - che spero non giudicherà male, disse il 24 ottobre del 1998, in una dichiarazione al Corsera:
"Nella giustizia c'è un dieci per cento di autentici eroi pronti a sacrificarle carriera e vita; ma sono senza voce in un coro di gaglioffi che c'è da ringraziare Dio quando sono mossi soltanto da smania di protagonismo".
Questa è la prefazione al libro di cui sopra. Non sarà stato anche Montanelli uno che non capisce una beata .. di giustizia, un berlusconofobico come lui?
Adesso, dulcis in fundo - aggiungo io che, con recentissime dichiarazioni, a quei gaglioffi se n'è aggiunto un altro di gaglioffo, servile e sudditante psicologicamente più che mai a certa magistratura politicizzata (una specie di do ut des), dopo essere stato graziato per sue vicende giudiziarie proprio da certa magistratura romana, quella che in tempi non sospetti venne denominata porto delle nebbie.. La saluto, buona domenica. Vince198
Puntualizzato quali sono i meccanismi di elezione della corte costituzionale e la loro oggettiva “indipendenza” dal governo (salvo affermare che la Costituzione è sbagliata perché di fatto non garantisce quell’indipendenza dei poteri che proclama), il punto essenziale è altro:
(1) può un magistrato [in quanto parte di un “ordine” (non un potere) autonomo e indipendente] sindacare un altro potere autonomo e indipendente?
(2) può un magistrato [in quanto parte di un “ordine” (non un potere) autonomo e indipendente] stravolgere “in via interpretativa” la VOLONTA’ espressa da una legge formulata dal potere legislativo (Parlamento) costituzionalmente autonomo e indipendente?
Io credo di no!
Poiché la stessa Costituzione è una legge, sia pure di rango superiore, espressione di una volontà “legislativa” del Parlamento e come tale modificabile ed emendabile solo dal Parlamento.
Ecco perché è gravissimo l’abuso della magistratura quando, prevaricando i propri poteri, si arroga il diritto di “interpretare” la legge.-
Questo è quanto ha fatto e fa quotidianamente certa magistratura:
quando delega a un magistrato la valutazione sugli impegni del premier o quando stabilisce (con risibile “volteggio logico”) che la prescrizione di un reato si consumi “non dall’omicidio ma dalla data di sepoltura della vittima” ..
non le sfuggirà il sottile quanto pretestuoso riferimento.
Sono nominati dal Presidente della Repubblica, per un quinto, dalla magistratura, per un quinto, dal Parlamento, per un quinto,
cosa che sulla carta dovrebbe garantire un “imparzialità”(???) il perché non è dato capire, a meno di non voler eccepire il “potere salvifico” del settecentesco palazzo.
Quanto al “dovere” di modificare una legge, dove sia contraria ai principi della Costituzione, non ci sono dubbi.
Altro è “interpretare” la legge
è qui che “casca l’asino” (come direbbe il diversamente laureato) LA LEGGE NON SI INTERPRETA, SI APPLICA.
È questo l’ABUSO fondamentale della magistratura militante.
Abuso teorizzato e propagandato in una infinità di dichiarazioni, libri e documenti dai magistrati sedicenti “democratici”.-
Ma la questione di fondo è proprio “costituzionale”: la Costituzione, tanto – a parole – sacra alla sinistra, prevede la separazione dei poteri e la loro indipendenza ed autonomia reciproca.
La pretesa dei magistrati di “interpretare” la legge – qualsiasi legge – è una violazione lapalissiana della indipendenza e sovranità del potere legislativo del Parlamento.
Alla corte costituzionale (e alla magistratura più in generale) è dato solo un potere di “controllo di legittimità” sulla legge e sulla sua applicazione.
TUTTO IL RESTO E’ GOLPE STRISCIANTE.
Le critiche sono come l'ossigeno sul fuoco...alzano la fiamma, ma non la spengono...
Si presume che il nord sia tutto "lega" e che quelli del sud...
con questo ragionamento ci diamo la mazza sui piedi da noi, considerando che molti extra(stranieri), nel nord, hanno fatto un bel lavoro per chi aveva bisogno di sedersi...
la sinergia aiuta, fin che saremo dei sbaragliati saremo solo arrabbiati
Avendo letto del malcomune, non mi sono permessa di infierire oltre...ne siamo consapevoli tutti.