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LA RACCOLTA DI INDUMENTI USATI

Post n°19 pubblicato il 17 Febbraio 2010 da scandalialsole0
Foto di scandalialsole0

Non si differenzia solo la spazzatura, ma anche gli indumenti usati. Da mesi, a Nola (NA), è stato avviato il servizio di raccolta differenziata degli indumenti usati. Per le strade della città sono stati posizionati vari cassonetti in cui potranno essere conferiti sia indumenti usati che accessori usati (scarpe, cinte, borse, ecc.). Coerentemente con gli scopi sociali, gli indumenti e gli accessori riutilizzabili vengono destinati ad iniziative benefiche e di solidarietà. L’incentivazione della raccolta differenziata, in particolare degli indumenti usati, rientra tra le finalità perseguite dall’amministrazione comunale. La raccolta degli indumenti usati consente infatti di ridurre il conferimento dei rifiuti solidi urbani nei pubblici cassonetti con un risparmio percentuale proporzionale sui costi riconducibili allo smaltimento. L’iniziativa ha inoltre degli scopi sociali che sono altrettanto importanti. Tramite la raccolta degli indumenti usati si raccolgono capi d’abbigliamento che dovrebbero essere in uno stato che ne consenta il riutilizzo. Il vestiario e gli altri oggetti devono essere puliti, asciutti, privi di macchie o buchi, senza necessità di essere riparati. E il problema è proprio in questo. Noi siamo abituati a consegnare gli indumenti a società che propongono, con le stesse finalità, il ritiro a domicilio. Ma avete mai letto bene i volantini che ci troviamo, in periodi fissi, nelle nostre buche della posta? Al novanta per cento non troveremo mai l’indirizzo dell’associazione o della cooperativa responsabile della raccolta e, caso raro, quando c’è un numero di telefono non risponde mai. Sono gruppi non convenzionati o dotati delle necessarie autorizzazioni, si deve diffidare  di loro anche perché l’unica beneficenza che fanno e solo a se stessi. Infatti, a volte, dietro queste raccolte fatte casa per casa, con l’utilizzo anche di lavoratori a nero, ci sono delle vere e proprie società che rivendono, nei mercatini rionali e comunali, gli indumenti così raccolti. Questo è successo l’altra settimana quando, in un mercato cittadino, una signora ha ritrovato la pelliccia sintetica che, mesi prima, aveva donato ad una raccolta porta a porta. E si devono sensibilizzare anche i fruitori di queste raccolte. Io personalmente ho visto anche alcuni di loro che, dopo averli sporcati, se ne disfacevano facilmente solo perchè sporchi di fango o polvere (tanto te li danno puliti tutti i giorni). Le finalità primaria della raccolta dei vestiti nei cassonetti deve essere di carattere sociale e ambientale.  Deve servire a sostenere progetti di solidarietà e contemporaneamente deve essere una forma di riciclaggio. Ma senza far uscire, da meandri bui, le solite “pantegane” umane che si arricchiscono sulla pelle della povera gente, sfruttando la nostra sensibilità sociale.

ULTIM'ORA:

Indagini ancora in corso hanno seguito per mesi i camion di queste organizzazioni evidenziando l’incredibile. Rivendono, nei mercatini rionali e comunali, gli indumenti in buono stato. Evadono l’Iva con un  giro di società collegate tra di loro. Smaltiscono senza differenziare gli abiti che non hanno potuto vendere. Depositano queste stoffe illegalmente in discariche o le abbandonano per la strada. Gli investigatori hanno anche scoperto che il tutto era avallato da medici compiacenti che davano false certificazioni alle società per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla raccolta di indumenti. Su tutto il territorio campano la rete è complicatissima e gli investigatori hanno dovuto sudare le mitiche sette camice per raccapezzarsi. Le indagini continuano e si prevedono ulteriori sviluppi.

 
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