IL TRAGHETTATORE...

E' da qualche tempo che avevo intenzione di scrivere un articolo riassuntivo di quello ch'è da anni  il mio viaggio introspettivo. Mi è sembrato di aver appreso abbastanza da poter scrivere il Capitolo Primo: LA RIORGANIZZAZIONE DI SE STESSI. Questo titolo nasce perché, presa coscienza del mio "nuovo" essere, ho conseguentemente e necessariamente dovuto "rivedere" i filtri dei miei sensi,  rendendoli più o meno penetrabili, a seconda delle situazioni che la vita mi "ripropone", ma cha non posso più "affrontare" come facevo a 20-30 anni(oggi ne ho quasi 40). Avete presente la rimappatura della centralina di un'automobile,beh, allo stesso modo, ho dovuto riprogrammare il mio cervello per poter tornare a vivere "decorosamente", dopo essere finito con la testa nel fango per un lunghissimo periodo. Mi ricordo quando mi affacciai per la prima volta alla Psicoterapia, di due concetti molto profondi. Il primo cita: "Io sono OSPITE di questo mondo, non l'ho creato io per le mie esigenze e piaceri, quindi..." ed il secondo:" Appena nati si è più o meno sani(tranne che per alcuni casi), ma con gli anni e la crescita, sono molteplici le cicatrici che compaiono sui corpi, segni indelebili di ferite più o meno profonde e dolori più o meno forti". Non vorrei approfondire la prima citazione,  perché questa magari andrebbe consistentemente ad allungare la pubblicazione(dovrei introdurre il concetto della felicità e poi lo studio della depressione ecc.), ma analizziamo e approfondiamo il secondo concetto, quello del bimbo che crescendo è sottoposto alle intemperie della vita che inevitabilmente gli provoca dolore e ferite. Il bimbo/uomo deve comunque continuare a vivere con quello che del corpo e della psiche gli rimane, quindi, si deve RIORGANIZZARE utilizzando le NUOVE risorse a sua disposizione. Faccio un esempio pratico,  nel caso fossi stato poco chiaro. Immaginiamo che per via di un incidente stradale o una malattia moderna, un uomo debba essere costretto a privarsi di un arto, una gamba. Se prima di quell'incidente, giocava a calcio, correva sui prati,  saliva le scale si arrampicava sui monti ecc, nel dopo incidente sarebbe costretto ad un NUOVO modo di vivere. Dovrebbe riorganizzare la giornata, il modo di affrontarla. La medicina, le protesi lo aiuterebbero, ma non potrebbero mai del tutto sostituire perfettamente ciò che ha perso. Una sedia a rotelle in certi casi, l'intelligenza della gente che lo circonda in altri, ma soprattutto una diversa ottica delle cose e la consapevolezza delle nuove reali possibilità, restituirebbero al "malcapitato", una vita dignitosa, decorosa e non direi una vita peggiore, ma semplicemente DIVERSA. Ci tengo a sottolineare quest'ultimo concetto, perché parlando in Primis, mi rendo conto che alcuni cambiamenti forzati, portano a crescite e riadattamenti sbalorditivi. L'ex giocatore di calcio a cui portano via una gamba, potrebbe utilizzare il tempo che prima dedicava all'allenamento e alle partite, alla lettura di libri ad esempio, e magari col tempo acculturandosi come prima non faceva,  potrebbe scrivere su un giornale locale e riempire i VUOTI con altri tipi di soddifazioni. Chiaramente i miei, sono esempi di spunto, ma spero che il mio pensiero arrivi dritto alle vostre menti. La mente si, proprio questo il motivo  per cui nasce questo post. La mente a detta di molti è un ORGANO(lesue facoltà, risiedono nel cervello) del corpo e come tale si può ammalare. Se mettiamo insieme i vari pensieri da me espressi e considerate che anche la mente può subire danni e ferite, quelle emotive ad esempio, esaurimenti, traumi ecc, non pensate che il concetto della RIORGANIZZAZIONE possa valere anche per essa? Cari amici, l'evoluzione degli esseri umani, avviene nelle maniere più disparate e a volte sono involuzioni anche se non scriverò: AHIME'! Non dirò che i cambiamenti sono peggiorativi, perché nelle difficoltà e nelle menomazioni che la vita ci costringe, se riusciamo a vedere le cose in maniera diversa, a farci forza, a vivere comunque, a crescere, che ci abbiano tolto una gamba o il nostro cervello abbia subito un trauma, dobbiamo semplicemente RIORGANIZZARE NOI STESSI, la nostra vita, affilando nuove armi, utilizzando nuove strade, trovare sempre e comunque il modo più consono alle nostre NUOVE possibilità per una VITA che sempre e comunque vale la pena "VIVERE".

(MICHELE DELLA DUCATA)