Blog
Un blog creato da m.delladucata il 23/02/2011

IL TRAGHETTATORE...

Internet ha molto da offrire a chi sa ciò che cerca, ed è in grado di completare la stupidità di chi naviga senza bussola.

 
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

 

« BOMBA CHIRURGICA: LA RIO...L'INNO D'ITALIA, LA ST... »

150 ANNI DI UNITA', LE LEZIONI DELLA STORIA.

Post n°15 pubblicato il 17 Marzo 2011 da m.delladucata
Foto di m.delladucata

A 150 anni da quel 17 marzo 1861, quando a Torino si riunì il primo Parlamento del Regno d'Italia, sarebbe ora che tutti finalmente ci sforzassimo di imparare da quegli eventi (al di là di ogni fuorviante mitizzazione o demonizzazione) il senso politicamente alto e moralmente profondo del concetto di popolo. Infatti, nonostante il passare del tempo e il succedersi delle generazioni, siamo ancora ben lontani da quel comune sentire che ci dovrebbe fare percepire la democrazia solidale come patrimonio essenziale ed indispensabile per tutti. Certo, dopo tanti secoli di divisioni e di regimi autoritari, era difficile che le grandi rivoluzioni sortissero rapidamente i mutamenti auspicati, anche in considerazione della controffensiva dei potenti di sempre che, nonostante tutto, erano ancora in grado di vanificare sul nascere ogni tentativo di cambiamento. Basta pensare, per esempio, all'abolizione della feudalità che, invece di trasformare il volto del meridione e soprattutto della Sicilia, si rivelò un autentico bluff a tutto vantaggio proprio degli ex feudatari che, come avvenne a Mussomeli, continuarono a spadroneggiare nelle loro ex terre tramite uomini di fiducia che ne difendevano gli interessi a scapito della popolazione (famosa controversia sugli usi civici del 1843). Comunque, nonostante tutto, anche in questo paese le idee liberali riuscirono a poco a poco a fare il loro cammino e a radicarsi non solo tra i giovani colti e di buona famiglia (amici di Paolo Emiliani Giudici) (foto a sinistra) ma anche tra i popolani più avveduti, i quali non mancarono all'appello al momento opportuno. Infatti, quando giunsero a Mussomeli le prime notizie sullo scoppio della rivoluzione palermitana del 12 gennaio 1848 un'enorme folla accorse nella piazza grande, dove si formò un poderoso corteo che, sfilando in processione col busto di papa Pio IX si diresse alla Madrice, dove l'arciprete in pompa magna intonò il Te Deum di ringraziamento. Evidentemente, la vittoriosa rivoluzione del '48 fu percepita e vissuta come la realizzazione di un sogno da lungo tempo accarezzato senza, però, tener conto dell'antica consuetudine di egoismi e di rivalità che, ancora una volta, si sarebbe rivelata deleteria per l'Isola. Infatti, dopo appena sedici mesi dall'insediamento del parlamento e del governo siciliano, l'indipendenza appena conquistata si dissolse come neve al sole e la Sicilia, lungi dall'iniziare una vera stagione di progresso, si trovò a subire le gravissime conseguenze dell'instabilità politica e della precarietà sociale. Infatti, questo alternarsi di regimi in così poco tempo, finì coll'alimentare in vari centri diffidenze e rancori tra i cittadini che lasciarono il segno per la loro inaudita violenza. Emblematico, a tal riguardo, il tristissimo caso di Mussomeli dove l'infelice Carmine Dareno, reo soltanto di essere stato funzionario fedele e scrupoloso del precedente regime, fu fatto precipitare violentemente da uno dei balconi del convento dei domenicani e, dopo essere stato orribilmente bruciato, fu bestialmente fatto oggesto di  orrendo pasto! Per fortuna, dopo lo sbigottimento generale, la vita del paese riprese senza ulteriori violenze, pur tra l'amarezza per il ritorno dei Borboni e per la morte in esilio del Principe di Scordia (foto sottostante) che, diversamente dal padre Don Giuseppe Lanza (ultimo signore di Mussomeli), era stato tra i più ardenti quarantottisti. Ma, nel frattempo, la storia faceva il suo corso e. Garibaldi, dopo essere sbarcato a Marsala l'11 maggio 1860, il 27 dello stesso mese  entrava finalmente a Palermo. Quando la notizia giunse a Mussomeli i liberali ripresero in mano la situazione e misero in moto un poderoso moto popolare che si concluse solo quando il tricolore  fu definitivamente piantato nel suolo dell'antica terra di Manfreda. Il primo deputato del collegio di Serradifalco (di cui Mussomeli faceva parte), fu don Ottavio Lanza,  eletto con voti 827 su 928 votanti. Ma, come si sa, per il Generale Garibaldi, senza Roma, l'opera non era da considerarsi compiuta. E così il 2 giugno 1862, al grido di "Roma o morte" tornò in Sicilia per reclutare un esercito di volontari. A Mussomeli, per fare opera di proselitismo venne un folto gruppo di garibaldini tra i quali quel Benedetto Cairoli che poi sarebbe diventato Presidente del Consiglio. Per la verità, parecchi  giovani si sarebbero arruolati volentieri se non fossero stati ostacolati dalle famiglie la cui antica tradizione cattolica rendeva indisponibili ad una guerra contro la Chiesa. I suddetti giovani allora dovettero contentarsi di andare nella vicina Villalba per incontrare Garibaldi il quale, in segno di simpatia, offrì loro dei sigari.

«Non si può dire "Sicilia" senza aver detto "Italia"

Ma questa rievocazione dei fatti che portarono all'unità d'Italia sarebbe incompleta, senza almeno un accenno alle vicende siciliane  seguite al crollo del fascismo e all'invasione angloamericana. Non si può tacere, infatti, che il 28 luglio 1943, mentre nell'isola ancora si combatteva, per le strade delle città e dei paese fu affisso un proclama che chiedeva agli Alleati, in nome dei Siciliani, la dichiarazione d'indipendenza dalla Monarchia sabauda e la costituzione della Sicilia in repubblica indipendente. Ne seguirono fatti gravi e persino tragici ma, fortunatamente, per contrastare il disegno separatista , subito dopo la liberazione si formò a Caltanissetta un "Comitato della libertà e della dignità della Patria", costituito da uomini di tutte le tendenze politiche che, in alternativa al separatismo, proponevano per la Sicilia uno statuto autonomistico. In particolare, Don Luigi Sturzo, ancora esule in America, faceva giungere con vigore il suo pensiero categorico: «autonomia si, separatismo no!» E fu proprio ciò che si sostenne nello studio nisseno dell'Avv. Giuseppe Alessi (foto a sinistra) dove si tenne iliuseppe Alessi che i massimi esponenti democristiani riuniti oniva: mini di tutte le tendenze politicheto chei, la dichiarazion primo Congresso Regionale del Partito Democratico-cristiano italiano, riunitosi il 16 dicembre 1943. La risoluzione, approvata all'unanimità, affermò «l'indiscussa fede nell'unità d'Italia, alla quale la Sicilia ha largamente contribuito e alla quale si sente legata da indistruttibili vincoli di tradizione, di sangue e di storia...» Quando poi, ottenuto lo statuto autonomistico, si formò il primo governo della Regione siciliana, Alessi che ne fu il primo presidente così disse nel memorabile discorso d'insediamento: «...Non ricada su questa nostra Assemblea la sventura dei nostri avi, la cui divisione e le cui gelosie, dopo il primo successo, spezzarono l'impeto popolare del 1812...Lo statuto della regione siciliana è legge dello Stato ed è patto di pacificazione storica; è insieme, un impegno dello Stato ed una conquista delle nostre popolazioni. Non si può dire "Italia" senza aver detto "Sicilia". Non si può dire "Sicilia", senza aver detto "Italia"...» Che fine hanno fatto quelle parole?  Non c'è bisogno di rinviare ai "posteri" l'ardua sentenza!

(Michele Della Ducata BY ANGELO BARBA)

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

lucre611rominasaccom.delladucatap.franzinitibaldeomaestrinadgl2littleterry1GiuseppeLivioL2il_pabloclock1991lacey_munropiccola_principessa5lorettameiRegina_scalzavololowdesaix62
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963