Creato da: piccodgl il 29/04/2006
AFFERMANDO LA MARGINALITA' DELLA META; A PATTO CHE SI PERCORRA ONESTAMENTE LA STRADA.

 

 
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Post N° 267

Post n°267 pubblicato il 16 Maggio 2008 da piccodgl
 

Sciolgo gli occhi e libero i pensieri.
Rincorro i minuti, mi aggrappo al tempo.
Potrei morire adesso... e morirei con la gioia nel corpo.
Costruisco l'orma e la riempio di senso anche quando non cen'è; di senso.
Sono felice, di una pienezza che ancora non ho indagato nemmeno io. Non so cosa provo, quanto siano reali i momenti che vivo; ma ha importanza?
Non posso farci niente se ho pensato di amarti.
Lo penso ancora, probabilmente. Lo vivo.

La mia felicità, ne sono sicura, si nutre anche di questo filo di paura che non mi fa dormire nelle notti in cui dormire sarebbe l'unica cosa da fare per sotterrare il tempo.
In fondo, se Alice non avesse seguito il bianconiglio; col cazzo che l'avrebbe trovato il suo mondo meraviglioso.
E certo che aveva paura.
Abbandonare sé stessi e seguire una chimera fa spavento. E quel coniglio alla fine c'era davvero o l'ha immaginato Alice, magari dopo essersi trippata l'LSD invece di leggere un buon libro?
...E soprattutto, ha davvero importanza la realtà del coniglio?

Potrei dire che sei qui vicino a me eppure tu sei abbastanza lontano.
Potrei anche dire che ti trovi davvero sdraiato al mio fianco quando sento nella mia stanza la tua risata soffocare nel raffreddore che come me ti trascini cronico.
Niente di tutto questo è stato reale. Non è vero niente. Però vive e si manifesta la sua verità nelle emozioni provate.
Eppoi quale senso ha pensarci così tanto.
Dal primo momento in cui nella mia testa siamo esistiti "noi"; ho lasciato l'ombra fresca della mia quercia e ti ho seguito, chimera profumata, fin nella tua tana.
Ho mangiato nel tuo piatto, fumato sul tuo posacenere, pisciato nel tuo cesso e riposato nel tuo letto.
Ho assaggiato le tue labbra, i tuoi centimetri di pelle sudata.
Io ho preso forte la stretta della tua mano.
E in quel momento, per quel secondo, non ho avuto paura.


Ho camminato dietro al bianconiglio, ho ascoltato la sua musica, leccato il suo odore, morso la sua pelle. Non posso rifuggirlo, questo.
Tutto ma non questo. Questo; ha molto più significato del resto.
Il fatto che ti ho seguito fin nel tuo mondo. Sono in apnea, mi manca il fiato e mi vorrebbero sostenere che ha la minima importanza se il roditore esiste? Se l'ho visto solo io, se non c'era proprio, se l'ho voluto vedere o se -magari, magari...- invece mi ha veramente condotta nella sua tana?
Indipendentemente da te, da me, e da quel "noi" di cui bramo le conseguenze, rimane fermo il fatto che ho lasciato tutto per seguire te. E l'ho fatto veramente.

Ero fiera della mia volontà ritrovata: fiera di non doverli più amare tutti per poterli tenere vicini a me. Ero discretamente al sicuro, abbracciata dalle fronde verdi e sorretta da quel ramo di quercia grande e profumato di resina.
Certo, se avesse cominciato a piovere sotto al mio albero, mi sarei comunque bagnata... ma solo un'alluvione mi avrebbe trascinata via.
Solo il più tremendo dei cataclismi avrebbe potuto, che so, uccidermi.
...Ed io, alla vista degli occhi verdi del bianconiglio, sono sprofondata -di nuovo- nel bisogno della meraviglia. E l'ho seguito, come avrebbe fatto un bambino piccolo con la palla che rotola in fondo alle frasche. Al limite del bosco.

Solo che adesso, se iniziasse a piovere -e potrebbe anche farlo: il cielo è nuvoloso benché spiri vento caldo- io verrei sommersa dalla pioggia. E' scomparso all'orizzonte il ramo che mi sorreggeva a cavalcioni e anche il tetto di foglie.
Tutto nelle zampette rapide della chimera, reale o presunta tale, a cinquanta e passa chilometri da qui.



 
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