Creato da: piccodgl il 29/04/2006
AFFERMANDO LA MARGINALITA' DELLA META; A PATTO CHE SI PERCORRA ONESTAMENTE LA STRADA.

 

 
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Post N° 269

Post n°269 pubblicato il 20 Maggio 2008 da piccodgl
 

Stesa a pancia in sù; la tua febbre sull'incavo del mio collo.
La sigaretta fuma, The Doors suonano, la pioggia cade e non cade.
Perciò -penso- ne valeva davvero la pena.

Di correre, di stomacarsi a forza di pianti, di sporcare d'inchiostro quintalate di carta.
Di chiedersi se sarebbe mai tornata.
Se sarebbe arrivata.
...mi sa che ho pastrocchiato con le forme verbali: correggetemi; vado di fretta.


Ci guardiamo, e non c'è niente da dire.
Verde nel verde e torna Faber: gli occhi grandi color di foglia... Mi lascio cullare. Dalle mani che si cercano, dal buco enorme nel coprimaterasso, dai capelli profumati.
Non c'è da dire nulla; ci osserviamo. Ogni centimetro di pelle, tutti i pori del viso.
Mi sfiori i capelli.
Io ti bacio in fronte.

Scatta quel tuo sorriso incontenibilmente puerile.
Guardarsi come la prima occhiata piena di pianto quando siamo venuti al mondo.
Ascoltarsi come la prima volta che ho sentito Beethoven risuonare dal piatto unto e bisunto dei miei genitori.
Toccarsi come il primo vestitino pieno di pieghe in prima elementare. Nascosto sotto il grembiule ma comunque bello. Bellissimo.
E a ruota corre il mio, di sorriso, ai lati della bocca. Occhi negli occhi a dire: e adesso? ...adesso; come la mettiamo?

Chissene. In qualche modo si metterà da sola. Fin qui c'è arrivata da sola, questa storia. Io credo che non avrà problemi a gestirsi.

Mi prendi le dita fra le tue, io chiudo gli occhi e tiro di nuovo dalla sigaretta.
E di nuovo, incessantemente, nei tuoi baci assaporo Faber: non credevi che il paradiso/ fosse solo lì al primo piano...

 
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