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QUALCUNO ERA COMUNISTA..
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno
di una spinta verso qualcosa di nuovo.
Perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo,
un sogno era solo uno slancio, un desiderio
di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Sì, qualcuno era comunista perché,
con accanto questo slancio,
ognuno era come… più di sé stesso.
Era come… due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana
e dall'altra il senso di appartenenza a
una razza che voleva spiccare il volo
per cambiare veramente la vita.
No. Forse anche allora molti avevano aperto
le ali senza essere capaci di volare…
come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due.
Da una parte l'uomo inserito che
attraversa ossequiosamente
lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana
e dall'altra il gabbiano senza più neanche
l'intenzione del volo perché
ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.
HO VISTO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI
...ho visto degli zingari felici...
ubriacarsi di luna,
di vendetta e di ...guerra...
...i poeti amano l'odore delle armi,
odiano la fine della giornata...
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Prima di partire dall'Avana verso la Bolivia (frontiera con il Perù ) per organizzare la guerriglia, Javier Heraud scrisse questa lettera che lasciò nelle mani della moglie di un giovane compagno a Cuba. Accordarono che se non gli fosse successo nulla, lei doveva conservarla; se lo ammazzavano, lei avrebbe portato a Lima la lettera alla madre.
Novembre '62 L'Avana, Cuba
Cara mamma,
non so quando potrai leggere questa lettera. Se la leggi vuol dire che qualcosa è successo nella Sierra e che ormai non potrò salutarti e abbracciarti come sempre. Se sapessi quanto ti amo! Se Sapessi che ora che mi preparo a partire da Cuba per entrare nella mia Patria ed aprire un fronte guerrigliero penso più che mai a te, a mio padre ai miei fratelli tanto amati!
Vado in guerra per l'allegria, per la mia patria, per l'amore che ho, per tutto insomma. Non mi serbare rancore se mi succede qualcosa. Avrei voluto vivere per ringraziarti per quello che hai fatto per me, ma non potrei vivere senza servire il mio popolo e la patria. Questo lo sai bene, e tu mi hai educato onorato e fatto giusto, amante della verità, della giustizia.
Perchè so che la mia patria cambierà, sò che anche tu ti troverai contenta e felice in compagnia di mio padre e dei miei fratelli. E che il mio vuoto si riempirà presto con l'allegria e la speranza della patria.
ti bacia tuo figlio
Javier
Puerto Maldonado, Perù, Il corpo martoriato del giovane poeta crivellato di pallottole dum dum il 15 maggio 1963. Era in una canoa alla deriva sul fiume Madre de Dios, disarmato.
Il suo gruppo venne tradito dai dirigenti del partito comunista boliviano , lo stesso che anni dopo, tradì Ernesto Che Guevara, obbedendo alla politica sovietica antifochista
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Nostra patria il mondo intero,nostra legge la libertà.
Libera cultura in liberi spazi!Anarchia è vita.
Voi ridete di me perché sono diverso,
io rido di voi perché siete tutti uguali.
Oggi cerco un’ora di furibonda anarchia e,
per quell’ora darei tutti i miei sogni,
tutti i miei amori, tutta la mia vita.
Anarchico è colui che dopo una lunga,
affannosa e disperata ricerca ha trovato
sè stesso e si è posto, sdegnoso e superbo
“sui margini della società” negando
a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
Ogni popolo, come ogni persona è quello che è,
e per questo ha un diritto ad essere se stesso.
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EL CHE
Dicono che noi
rivoluzionari siamo romantici.
Si è vero lo siamo in modo diverso,
siamo quelli disposti a dare la vita
per quello in cui crediamo.
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