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« IL SISTEMAPOTERE DEL SERPENTE »

IMPARARE AD IMPARARE

Post n°2 pubblicato il 26 Febbraio 2012 da dunkanspinelli
 

 

IMPARARE AD IMPARARE


Ho fatto un sogno, che mi ha colpito per la profondità delle sue affermazioni: ero in una sala riunioni, con una commissione di insegnanti che mi ascoltava, ad un tratto una vecchia insegnante sprezzante mi sollecitava e incalzava a dirle quale era la formula dell'arcocoseno, io non la ricordavo, ero intimidito e frustrato da quella presenza, c'erano altri insegnanti intorno che non erano d'accordo con il suo modo di fare umiliante ma non sapevano che fare o dire. Poi mi rendo conto che i suo modo di fare non serviva in alcun modo al discorso che stavo facendo, ne a farmi ricordare la nozione per un qualche motivo pratico, anzi aveva lo scopo diametralmente opposto di interrompere le cose che stavo dicendo, allora mi avvicinai alla cattedra ed infuriato iniziai a parlarle, dall'emozione le parole mi uscivano balbettanti e incomprensibili, ma nonostante ciò tutti potevano capire, l'insegnante per prima. Le dissi che lei non era un insegnante, lei non insegnava proprio nulla, lei era li solo per frustrare, per sfogare l'inutilità di una vita spesa sui libri lontana da ogni gioia. Era una scimmia in gabbia, ed io che mugugnavo di fronte a lei al confronto ero un dio, un dio che vive sulla cima di miliardi di piramidi della conoscenza, un dio che se ha necessità di sapere come fare qualcosa lo può leggere su di un libro, e non ha la necessità di conservare nel suo cervello dati superflui al suo benessere.


Troppo spesso si dimentica il fine per cui una cosa viene fatta, e si finisce per dimenticare di usare se stessi, le proprie emozioni, ma anche la logica, per creare piuttosto che per distruggere.


Molti insegnanti (ed interi sistemi di insegnamento) si concentrano su nozioni che facilmente cadranno nel dimenticatoio una volta appurata la loro inutilità, il lavoro sul metodo di studio, e sulla motivazione all'apprendimento troppo spesso non ha il ruolo centrale che gli spetta.


La cultura moderna fatta di moli di sapere immense non può più concentrarsi sul nozionismo sterile, ma deve necessariamente evolvere in un apprendere ad apprendere, un metodo per capire e muoversi nei dati, trovare le informazioni necessarie dove e quando servono, al momento giusto. Ogni individuo poi troverà delle nozioni di cui avrà bisogno per tutta la vita, ma questo sarà un processo spontaneo che emergerà dalle sue proprie attività ed interessi.


Il problema non è tanto la malvagità dell'insegnante, in parte imprescindibile, ma il modo in cui questa viene usata, il metodo con cui viene espressa: non per motivare ma per banale sfogo di frustrazione.


Gli insegnanti che tuttora ricordo con amore sono persone che hanno saputo entrare in relazione come esseri umani, che hanno saputo dosare la propria benevolenza e la propria malvagità ad arte per spronarmi e invogliarmi, accompagnandomi in un viaggio di amore per l'apprendimento, in cui ho potuto confrontarmi ed avere appoggio; ed in sprazzi di foga rabbiosa di sapere, in cui necessitavo di conoscere per poter affermare con fierezza.


Nel mezzo è la verità, che lo vogliamo o no, e chi non si tiene nel mezzo, chi è convinto di poter solo creare finisce con il distruggere.



Imparare ad imparare.

 

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Commenti al Post:
ObscureNymph
ObscureNymph il 03/03/12 alle 01:41 via WEB
Nel ricambiare la visita sono rimasta estremamente colpita da questo post: quello dell' insegnante è un ruolo di estrema importanza e delicatezza che andrebbe svolto con cognizione di causa e dedizione. Dovrebbe essere volto alla formazione, al destare curiosità ed interesse, a formare il senso critico e l' autonomia di un individuo affinchè impari a ragionare esulando da stereotipi e luoghi comuni. Peccato che troppo di frequente la realtà si discosti immensamente dalla teoria...
 
sagredo58
sagredo58 il 21/03/12 alle 07:49 via WEB
Non voglio generalizzare, sono dalla parte degli insegnanti perché di didattica mi sono occupato, ma il dramma della nostra generazione è che ad insegnare spessissimo sono andati collo che on hanno avuto altre scelte. I reietti delle facoltà universitarie, quelli laureati col raddoppio degli anni necessari. Sono loro che ad una professione mal pagata( ma già lo era la generazione di insegnanti cui apparteneva mia madre) hanno tolto anche lo status di cui ha sempre goduto sino all'inizio degli anni '70. Maro
 
dunkanspinelli
dunkanspinelli il 05/05/12 alle 12:46 via WEB
è proprio vero che da noi l'insegnamento è un attività di quart'ordine... l'ideale sarebbe apprendere lavorando, direttamente dai professionisti del settore, ma la scuola di massa non lo permetterebbe, o almeno non permetterebbe la superproduzioni di acculturati standard senza professione adeguata alle nozioni apprese... anche qui il sistea è difficile
 
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