L'Incompiuta

comprendo il tuo stato d'animo.. e ascolto questo vostra pioggia

:-)

Vuota di chi non ti aspetti che comprenda, perché piena di te.
Hai scelto un'immagine meravigliosa, Violet, sei come la pioggia che scende ... non ha uno scopo e basta a se stessa, eppure quando cade ha effetti benefici per tutte le cose.
Non so se posso comprendere ma ti abbraccio forte.

Si Alfiere, hai compreso cio' che sento, grazie delle tue belle parole.

Buongiorno Violet vorrei fermarmi anch'io un attimo per ritrovare me stessa in questo periodo mi sento smarrita e confusa...

Notte di pioggia. Ammiro la notte che danza al ritmo denso della pioggia. Ascolto e m'incanto, guardando il vuoto silenzio. Le ore ferme e sospese placano i miei timori. Non ti lascerò cantare senza ascoltarti, compagna leale, oscura amica dell'anima.

Belle le cose che dici, sembrano una poesia. Grazie

E' una poesia che descrive i momenti in cui guardo dalla finestra, di notte, mentre piove. Come a salutare la notte. Inizia un periodo sospeso: il giorno verrà ma è lontano e la notte scorre senza tempo.

Non possiamo vivere completamente per gli altri, non possiamo far vivere gli altri per noi.
Ci sono momenti da condividere
Ci sono momenti di vivere se stessi
Serve il sole
Serve la pioggia

se oggi piove esco senza ombrello... ti sentirò vicina, ti sono vicino.

attenzione a non prenderti il raffeddore! :-)

Fortunato!!! ...poche gocce di pioggia alle 20 circa mentre tornavo dal corso di fotografia. Come si sul dire: basta il pensiero.
Buona serata cara Violette :-)

Qui da me solo qualche goccia. Però si sente la primavera. Allora ti regalo qualche strofa dell'Aquilone di Pascoli. Buona Pasqua,Et. "C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole. Son nate nella selva del convento dei cappuccini, tra le morte foglie che al ceppo delle quercie agita il vento. Si respira una dolce aria che scioglie le dure zolle, e visita le chiese di campagna, ch'erbose hanno le soglie: un'aria d'altro luogo e d'altro mese e d'altra vita: un'aria celestina che regga molte bianche ali sospese... sì, gli aquiloni! È questa una mattina che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera tra le siepi di rovo e d'albaspina. Le siepi erano brulle, irte; ma c'era d'autunno ancora qualche mazzo rosso di bacche, e qualche fior di primavera bianco; e sui rami nudi il pettirosso saltava, e la lucertola il capino mostrava tra le foglie aspre del fosso..."

...anche se con la pioggia serena Pasqua cara Violette. ...il sole sia nell'animo e nel cuore.
Angelo

..anche se le previsioni dicono che ci sarà pioggia...auguri per una felice e serena Pasqua...salutissimo..ciau..neh..

ADORO IL GNOSSIENNE DI ERIK SATIE!...LA GIUSTA CORNICE PER LE TUE BELLISSIME RIFLESSIONI. La Direttrice

Buona Pasqua cara amica..che sia semplicemente d'amore...un bacio...tvb...Sonia

Ciao ANGELO, di quale sorpresa parli? Scusa ma non capisco stamattina sono "persa" :-)

...se la sorpresa non è misteriosa, che sorpresa è :-)))
...se clikki sul messaggio c'è un uovo con l'agurio di trovarci un tuo desiderio.
Ciao Violette, Buona giornata!

vorrei per te tanta serenita e tanto amore...una carezza tesoro augurandoti una Buona Pasqua

ricambia la buona pasqua

In certi momenti la pioggia è salutare. Ti abbraccio.

dolcissimi sogni carissima...Un bacio...Sonia

Uno stato d'animo che conosco mia cara....a volte sembra che la pioggia lava via quello che nascondiamo nell'anima...felice di ritrovarti Violette e perdona l'assenza ma la salute è tiranna in questo periodo;)Angela

...pensavo proprio a Satie stasera con la pioggia sui vetri....costruivo un post su una struggente poesia contemporanea...pensavo a Parigi...a questo silenzio interiore....che smarrisce...splendide scelte...

Avevo dodici anni, quando ho ascoltato per la prima volta Satie. Compresi gia' allora il mio destino....

Violet, sei talmente immersa nei tuoi affari, nella tua famiglia o nel tuo lavoro, che avverti il pericolo di perderti. La domanda che tu ti poni su ciò che sei veramente e perché vivi è in realtà l'antica domanda sull'"uomo" e sta in agguato nelle esperienze di tutti i giorni, in particolari situazioni di felicità e di dolore, e nelle più elevate riflessioni della nostra coscienza.

Si, Jean, e' tutto cosi' vero cio' che hai scritto.

Si dice allora: "Devo prima ritrovare me stesso", oppure: "Vorrei una buona volta ritornare a me stesso", o addirittura: "Non so neppure più chi in realtà io sia". Ma se diviene problema a se stesso è inevitabile che l'uomo si dilaceri. egli è insieme l'interrogante e l'interrogato, colui che si interroga. E se è insieme l'interrogante e l'interrogato è inevitabile che tutte le risposte, che egli stesso si dà o si fa dare da altri, gli risultino insufficienti e si trasformino in sorgente di nuove domande.

...che conducono al primitivo eterno dilemma... Per questo sono pazza, mio caro Jean.

Jaspers ha scritto: "Per la mia origine io rimango la possibilità di me stesso. Mi conosco solo nel mio ruolo eppure non mi identifico con esso". Per un essere aperto a mondo e tempo, come l'uomo, il compito massimo è di venire a capo della sua insicurezza senza reprimere o compensare la sua apertura. Deve tollerare la sua contingenza e rendersi sopportabile.

l'Amore nasce da questa esigenza di sopravvivere?

Io sono sempre partito dal presupposto che vita e morte non siano soltanto dati biologici, ma esperienze fondamentali profondamente tra loro collegate. Si tratta di esperienze che noi facciamo in base a quell'interesse per la vita che chiamiamo 'amore', quell'accettazione del vivere che riceviamo e che siamo in grado di ridare. Una vita confermata, amata e accolta è una vita felice. Una vita che conferma, che ama ed accoglie è una vita veramente umana. Proprio in forza di questo amore noi diventiamo vitali, in forza di questo amore ci affidiamo alla vita, in forza dello stesso amore diamo la vita anche agli altri. Ma proprio in quel che noi amiamo ci rendiamo pure vulnerabili, perché affermando la vita ci disponiamo ad accettare anche le sue felicità e pene, vita e morte. L'essere umano patisce e fa esperienza della letalità della morte appunto perché ama la vita: la propria e quella della persona amata. Amando noi ci rimettiamo alla vita e, insieme alla vita, anche alla morte. Il che significa che l'amore rende la nostra vita vitale e al tempo stesso consapevole della sua mortalità. Nell'amore noi facciamo esperienza della vitalità della vita e della letalità della morte. Quando prevale il dolore, la delusione ci tormenta ed abbiamo paura di morire, siamo anche meno disposti ad abbandonarci alla vita, tratteniamo il nostro interesse per l'esistenza, al fine di non lasciarci travolgere dal dolore. Questo però significa che ci tiriamo indietro, ci tratteniamo, ci chiudiamo in noi stessi. Chi estingue in se stesso ogni sensibilità per la vita non avverte più il dolore e diventa insensibile alla propria ed all'altrui morte. Spegnere l'amore per la vita significa anticipare la propria morte. Ora il sentire ed il pensare s'irrigidiscono e muoiono. Del resto morire significa, appunto, irrigidirsi.

un abbraccio Violet :-)

Buona serata...ti abbraccio...Sonia

Così scopri una differenza tra il mondo vitale, che condividi con altri, e te stessa per un destino particolare che t'ha colpito.

E menomale che ogni tanto viviamo questi momenti con noi stessi..non sarebbe giusto mettere sempre gli altri al primo posto ....Un saluto violet:-)

una carezza tesoro...ti auguro un buon fine settimana

Nel silenzio della notte sento cadere la pioggia sopra la mia testa, è quasi una musica ed altrettanta melodia è passare qui per lasciarti il mio saluto. :-)

Malinconica come la pioggia che scende in un giorno d'autunno, la musica di Satie...affascinante ed ammaliante . ciao Terri