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Post n°91 pubblicato il 03 Settembre 2015 da SOUL2007
Hexael
Amazzonia, 220 milioni di anni fa
Il coleottero Hera si trovava nella sua calda giungla, con le sue colorazioni sul verde, oro, giallo e rosa cangiante e brillante: era bellissima. Era intenta a darsi una pulita alle elitre, che erano a protezione delle ali, in uno dei rari momenti in cui poteva permettersi di curare il suo aspetto. Di natura saprofaga, si era appena nutrita di deliziosi resti vegetali ai piedi di un’orchidea e questa sua natura consentiva ai suoi simili e a tutti gli altri piccoli esseri della giungla di sopravvivere e di non temerla. Aveva dato alla luce tante uova, piccole e coloratissime e le larve, protette da una cavità da loro scavata in un tronco di legno, si erano già schiuse da molti mesi e attendevano di raggiungere la loro età adulta. Madre natura la aveva provvista di una valida corazza anti predatori e soprattutto di una forza e un’energia fuori dal comune. Le sei zampe le assicuravano la giusta velocità che le situazioni contingenti richiedevano e nei casi estremi poteva sempre disporre delle ali. Era passata attraverso quattro forme di vita distinte e separate tra loro: da uovo a larva a pupa a insetto perfetto. Questo si sentiva Hera: perfetta. I suoi occhi, ovoidali, composti da tante faccette esagonali, colpiti da un tenue raggio di sole, sembravano sorridere nell’osservare la sua numerosissima prole, generata per partenogenesi: un atto di volontà era stato sufficiente a generare tutto il processo. Non aveva mai avuto bisogno di maschi Hera e loro se ne erano guardati bene dal corteggiarla in nessun modo. Solo una volte un maschio giovane ed inesperto la aveva avvicinata con intenzioni riproduttive, ma lei, non avendo esperienza in merito e anzi confondendo quelle intenzioni con intenti aggressivi lo aveva aggredito e mangiato in pochi secondi, vomitandolo subito dopo. E così, di ramo in ramo e di foglia in foglia aveva gradatamente trasferito il proprio domicilio, abbandonando tutta la sua vita precedente, il suo rifugio, l’altro rifugio di emergenza, le riserve alimentari e tutti i suoi figli ed era corsa incontro al richiamo della natura, così magnetico ed irresistibile: il suo destino fatale fu per lei come il canto di una sirena: il suo karma la richiamò lontano, perché lontano doveva compiersi il suo destino. “Tutto è terminato Hera” le suggerì una voce di istinto all’interno. |
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